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CONSIGLI PER PREGARE BENE

Negli scritti degli uomini e delle donne che hanno incontrato Dio si fa sempre allusione a una misteriosa facoltà che s’è svegliata in loro e li ha messi in rapporto con lui. In sostanza essi ci dicono: “Non sono i miei sensi corporei ad essere entrati in gioco né la mia affettività né la mia intelligenza, ma un senso interiore di cui fino a quel momento ignoravo l’esistenza”.
Molti sono coloro che hanno fatto questa improvvisa scoperta dal giorno in cui Giobbe esclamava :”Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono” (Gb 42,5)
Se questo senso spirituale è ignorato dai manuali di psicologia non lo è dalla Bibbia. Essa lo chiama “cuore nuovo”. Essa è portatrice di una promessa di Dio, trasmessa dal profeta Ezechiele :Vi darò un cuore nuovo…toglierò da voi il cuore di pietra e ridarò un cuore di carne (Ez 36,26).
Ogni battezzato è si dotato  di questo “cuore nuovo” ma, per accedere ad una conoscenza viva di Dio, il suo cuore dovrebbe essere educato, esercitato; altrimenti, come le diverse facoltà corporali o intellettive che non vengono usate, esso si sclerotizza. E allora deperiscono la fede, la speranza, l’amore, questi dinamismi del “cuore nuovo” mediante i quali esso potrebbe entrare in relazione con Dio.
La preghiera interiore è il mezzo privilegiato per cui si risveglia, entra in gioco, si sviluppa il “cuore nuovo” ricevuto al battesimo.
Certamente esistono molte altre forme di preghiera: la preghiera liturgica, la preghiera comunitaria, la preghiera personale.
L’orazione assomiglia a queste differenti forme di preghiera ma ha nondimeno un carattere proprio. E’ preghiera individuale, interiore, prolungata. Va anzitutto a Dio per Dio. Ricerca la presenza e la conoscenza di Dio, si apre alla sua azione e al suo amore, aspira alla comunione con lui.
 
Per stringere relazioni personali con Cristo devo anzitutto conoscerlo. Ed è essenzialmente nel Vangelo che io farò la sua conoscenza. L’intelligenza, l’intuizione non bastano a chi intraprende tale lettura. Ricordatevi: la sera di Pasqua, Cristo appare all’improvviso in mezzo ai suoi apostoli riuniti e, ci dice il Vangelo :”…aprì loro la mente alla comprensione delle Scritture (Lc 24,45). Domandiamo questa stessa grazia quando noi leggiamo il Vangelo. Chi vuole pregare deve una volta per tutte prendere in mano il Vangelo, non abbandonarlo più e ritornarvi ogni giorno. Più gli anni passeranno, più il volto di Cristo assumerà un rilievo catturante e meglio egli apprezzerà il “dono di Dio”.
 
Non è sufficiente cercare risposta alla domanda: “Chi è Cristo ?”; occorre pure chiedersi: “Chi è lui per me?”. Nel tempo dell’orazione io mi sforzerò di scoprire il suo amore per me.
-         Egli mi ama da sempre
-         Egli mi ama personalmente
-         Egli mi ama come io sono
-         Egli mi guarda con amore
Un giorno, un giovane venne a trovare Gesù Cristo e san Marco annota: “Gesù lo guardò e l’amò” (Mc 10,21).
Nell’ora della preghiera che io senta, dunque, posato su di me, questo sguardo di Cristo, che mi ama personalmente, come sono.
 
L’orazione è un incontro interpersonale: io, allora, non mi contento di cercare la conoscenza di Cristo e di sapere ciò che egli è per me; io reagisco.
 
-         Prima reazione: io mi apro all’amore di Cristo. Questo atteggiamento di apertura all’amore di Cristo è la   
       fede.
 
-         Seconda reazione: io mi offro a Cristo, come sono, poiché è così che egli mi ama
 
-         Terza reazione:  reazione d’amore anch’essa. Io mi metto a sua disposizione e, nel corso della preghiera, a
       poco a poco intravedo ciò che il suo amore attende da me. Io mi riprometto di rispondere.
 
-         Quarta reazione: di speranza. L’amore tra due persone tende con tutto il proprio slancio al possesso 
       reciproco. Così  nei confronti di Dio. Come non desiderare questa comunione d’amore con lui?
 
COME PREGARE
 
L’uomo tutto intero deve ingaggiarsi nella preghiera. Andare all’orazione come se non si avesse corpo, è misconoscere che l’essere umano è indissociabilmente corpo e anima. E’ cadere nell’errore di coloro che pensavano che il corpo è una prigione, da cui l’anima deve evadere per raggiungere Dio. Il Figlio di Dio ha forse trovato indegno di sé prendere un corpo umano per venire da noi e parlarci? Un doppio contributo ci si deve attendere dal corpo al momento della preghiera: in primo luogo che esso favorisca la calma e la vigilanza dello spirito mediante un atteggiamento stabile ed immobile, fermo e disteso; in secondo luogo che, attraverso atteggiamenti e gesti espressivi, esso traduca, sostenga, favorisca i diversi atteggiamenti spirituali dell’anima: adorazione, lode, offerta…
 
L’essenziale della preghiera non risiede né nella stabilità dell’attenzione né nell’”io sento” e neppure nell’”io penso”, ma nell’”io voglio”: l’adesione della mia volontà alla volontà di Dio.
Io dirò, ad esempio: “Signore, io voglio da questa orazione ciò che tu vuoi”; “Signore, io mi metto a tua disposizione”.
 
Otto consigli

1.      Fin dall’inizio della preghiera, stabilite ciò che io chiamo la relazione ‘Io-Tu’ con Cristo, con Dio. Altrimenti rischia di accadere con Dio ciò che spesso capita con un interlocutore: mentre gli parliamo, il nostro spirito è abitato da tutt’altro. Io gli dirò: “Signore, so che tu mi attendi, che tu mi intendi” oppure: “So che tu mi guardi e che mi ami…”.
 
2.      La relazione ‘Io-Tu’ sarà più cordiale, concreta, viva se, accostandomi a Cristo, io cerco di entrare nel suo modo di vedere. Perché non domandargli: “Signore, qual’è la tua reazione vedendomi venire a te? Che cosa ti aspetti da me?.
 
3.      Durante la preghiera, di quando in quando, riaffermerò l’”io voglio” iniziale. Questa conferma intensifica il mio slancio verso Dio e potrà inoltre contribuire ad eliminare le ‘distrazioni’.
 
4.      La lettura di un testo, meglio la meditazione, la ‘ruminazione’ di questo testo, all’inizio della preghiera, è augurabile,  importante.
 
5.      Se accade, nel corso della preghiera, che nasca il fervore – di cui è legittimo rallegrarsi – bisogna evitare che l’”io voglio” ceda e si dissolva nell’”io sento”.
 
6.      Quando, al contrario, regna la noia, quando mi trovo senza pensieri, senza amore ritornerò molto tranquillamente, molto pacatamente, senza tensione e senza irritazione all’”io voglio”.
 
7.      Fare spazio al silenzio
 
8.      Parliamo nel corso dell’adorazione, non necessariamente per dire cose meravigliose, ma per intrattenerci familiarmente con il Signore sulle nostre gioie, sui nostri lavori, desideri , dolori, in una parola sulla nostra vita. Essere ‘vero’. Non truccarsi per andare all’incontro con Dio.
 
Per imparare a pregare, niente di meglio che contemplare nel Vangelo Cristo in preghiera, cercare modestamente di intravedere e sposare i sentimenti che animavano la sua preghiera.
La preghiera di Gesù Cristo era fatta di adorazione, di ringraziamento, di supplica, di intercessione, di lode, di offerta… Di tutte le componenti della preghiera umana.
Lo si vede nel pieno dell’azione, quando le folle gli si accalcano attorno, ritirarsi nella solitudine per pregare. Senza dubbio egli sente l’imperioso bisogno di trovarsi da solo a solo con il Padre. Senza dubbio egli vuole anche farci comprendere che pregare è lasciare tutto per Dio.
 
Ecco alcuni consigli pratici concernenti soprattutto la preparazione, l’inizio e la fine dell’orazione.
 
Dove pregare ? – Dio è presente ovunque. Tuttavia, per il tempo della preghiera è augurabile scegliere un luogo di quiete e di silenzio.

Quando pregare ? – E’ indispensabile determinare in precedenza, una volta per tutte, o a rigore ogni giorno, l’ora in cui non si rischia di essere disturbati.
 
Durata ? – Un quarto d’ora, è troppo o troppo poco. In realtà, molto presto, o si abbandona il quarto d’ora o si passa alla mezz’ora.
 
Appello al corpo -  Dopo aver fatto il possibile per raggiungere la calma e la distensione del corpo, è importante ricorrere al suo contributo attivo.
 
Inizio dell’orazione – Il solo vero motivo dell’orazione e questo: Dio è la e mi attende. Dio, Dio, Dio: questa semplice parola deve riempire il mio pensiero e il mio essere.
 
Orazione - Adorazione, amore filiale, relazione Io-Tu, disponibilità: tali sono le disposizioni interiori sulle quali ogni orazione autentica deve fondarsi.
 
Conclusione della preghiera –  La conclusione della preghiera è sovente la parte più trascurata. S’impone quindi, al termine dell’orazione, di ringraziare il Signore. Dall’adorazione al ringraziamento tale potrebbe essere la curva spirituale della nostra preghiera. Ma intendiamoci bene: ringraziamento, azione di grazie a Dio per la preghiera stessa e non, anzitutto per tale grazia accordata, per tale fervore sentito. Il che include che noi lo ringraziamo anche per i fallimenti, le distrazioni, l’aridità. Noi ringraziamo Dio per essere stato là, anche se, da parte nostra, non gli siamo stati sempre presenti, cosa di cui gli domandiamo perdono. Io non devo mai cadere alla tentazione di giudicare la mia preghiera, di dichiararla cattiva, perché mi è accaduto d’essere distratto o sonnacchioso. Non mi lascerò andare alla stizza: il valore della mia preghiera non dipende dalla mia sola attività. Ho infatti la certezza che Dio, durante tutto il corso della mia orazione, ha agito in me, che Cristo ha pregato in me. Infatti la frase di san Paolo: “…non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”, può essere così modificata, senza essere tradita: Io prego, ma non sono più io che prego, Cristo prega in me. Così nel tempo della preghiera – che pensiero esaltante! – in me palpita la preghiera di Cristo. Il corpo intervenga per terminare, come all’inizio, con un gesto religioso: un segno di croce o una prostrazione, con una preghiera vocale: il Padre nostro, ad esempio, è assai indicato – un Padre nostro recitato con grande attenzione, a bassa voce e di cui ogni frase sarà caricata di adorazione e di confidenza filiale.
             (da La preghiera interiore – Henri Caffarel – Editrice Ancora Milano)
 
 
Specchietto riepilogativo:
 
Inizio dell’orazione
Il solo vero motivo dell’orazione e questo: Dio è la e mi attende. Dio, Dio, Dio: questa semplice parola deve riempire il mio pensiero e il mio essere.
 
Io dirò, ad esempio: “Signore, io voglio da questa orazione ciò che tu vuoi”; “Signore, io mi metto a tua disposizione”.
 
“So che tu mi guardi e che mi ami…”. Nell’ora della preghiera che io senta, dunque, posato su di me, questo sguardo di Cristo, che mi ama personalmente, come sono.
 
 
Orazione:
La lettura di un testo, meglio la meditazione, la ‘ruminazione’ di questo testo, all’inizio della preghiera, è augurabile,  importante. dice il Vangelo :”…aprì loro la mente alla comprensione delle Scritture (Lc 24,45). Domandiamo questa stessa grazia quando noi leggiamo il Vangelo.
 
“Signore, qual’è la tua reazione vedendomi venire a te? Che cosa ti aspetti da me?.
 
Fare spazio al silenzio
 
Parliamo nel corso dell’adorazione, non necessariamente per dire cose meravigliose, ma per intrattenerci familiarmente con il Signore sulle nostre gioie, sui nostri lavori, desideri , dolori, in una parola sulla nostra vita. Essere ‘vero’. Non truccarsi per andare all’incontro con Dio.
 
 
Fine dell’orazione:
S’impone quindi, al termine dell’orazione, di ringraziare il Signore.
Il corpo intervenga per terminare, come all’inizio, con un gesto religioso: un segno di croce o una prostrazione, con una preghiera vocale: il Padre nostro, ad esempio, è assai indicato – un Padre nostro recitato con grande attenzione, a bassa voce e di cui ogni frase sarà caricata di adorazione e di confidenza filiale.

 
 
 
 
Preghiera, prima della preghiera…
 
Dio so che mi attendi…
 
Dio so che mi stai guardando e che mi  stai amando personalmente, come sono…
 
Dio, Dio, Dio…
 
Fa o Dio che solo tu possa riempire il mio pensiero e il mio essere;
Fa che le mie preoccupazioni, le miei gioie, i miei lavori si dissolvano e spariscono davanti a Te, affinché  possa sentire chiaramente posato su di me il Tuo sguardo…affinché palpiti su di me la Tua preghiera;
 
Dio, io voglio essere a Tua disposizione; voglio da questa preghiera ciò che Tu vuoi e  conto sul Tuo aiuto per rispondere alla Tua attesa.
 
Dio io sono qui per Te. Questo tempo Te lo dono affinché il Tuo Spirito possa aprire la mia mente alla comprensione delle scritture e possa far germogliare nel profondo del mio cuore la parola che ascolterò.
 
Amen!
 
*******
 
“O Tu che dimori nel  profondo del mio cuore, fa che io Ti incontri
nel profondo del mio cuore.
O Tu che dimori nel profondo del mio cuore, fa risuonare la tua voce
nel profondo del mio cuore.
O Tu che dimori nel profondo del mio cuore, custodiscimi accanto a te
nel profondo del mio cuore”.
 
Amen!