00 15/02/2010 10:32

  IL CALCOLO STATISTICO MATEMATICO DELLA FORMAZIONE DI UNA SINGOLA CELLULA MOSTRA CHE VI E' UNA PROBABILITA' INFINITESIMALE CHE ESSA SI FORMI CASUALMENTE;
La struttura complessa di una cellula era sconosciuta ai tempi di Darwin, si riteneva, quindi, abbastanza convincente attribuire la vita a "coincidenze e condizioni naturali".
   La tecnologia del XX secolo ha investigato fin nei più reconditi recessi della vita, rivelando che la cellula è il più complesso sistema che l'umanità abbia mai incontrato
   Oggi sappiamo che la cellula contiene centrali di forza che generano l'energia di cui ha bisogno, fabbriche che producono gli enzimi essenziali alla vita, una banca dati con tutte le informazioni necessarie ai suoi processi, sistemi complessi di trasporto e condutture per trasferire da un posto ad un altro materia prima e trattata, laboratori avanzati e raffinerie per disgregare il materiale grezzo nelle parti utilizzabili, proteine della membrana cellulare specializzate nel controllo dell'accesso e dell'uscita di sostanze. Tutto questo costituisce soltanto una minima parte dell'incredibile complessità del sistema.

 

LA COMPLESSITA' DELLA CELLULA

La cellula è il sistema più complesso e accurato che l'uomo abbia mai conosciuto. Il professore di biologia Michael Denton, nel suo libro Evolution: A Theory in Crisis (Evoluzione: una teoria in crisi), spiega tale complessità con un esempio:

"Per cogliere la realtà della vita come è stata rivelata dalla biologia molecolare, dobbiamo ingrandire una cellula fino a raggiungere un diametro di venti chilometri, così da somigliare ad un'aeronave gigante grande abbastanza da coprire una città delle dimensioni di Londra o New York. Ciò che vedremmo sarebbe un oggetto di impareggiabile complessità. Sulla superficie della cellula sarebbero visibili migliaia di fori, simili a oblò di una nave immensa, aprentisi alternativamente per permettere il continuo flusso e riflusso di materiali. Se entrassimo in uno di questi fori, ci troveremmo in un mondo di suprema tecnologia e stupefacente complessità... [una complessità] superiore alle nostre capacità creative, una realtà che rappresenta l'antitesi del caso, che supera in ogni senso qualsiasi cosa prodotta dall'intelligenza dell'uomo...".

Lo scienziato evoluzionista W. H. Thorpe riconosce che "il più elementare tipo di cellula costituisce un 'meccanismo' incredibilmente più complesso di qualsiasi macchina che sia stata fino ad ora pensata, per non dire costruita, dall'uomo."1


Una cellula è talmente complessa che neppure il più alto livello di tecnologia raggiunto dall'uomo è in grado di riprodurla. Nessun tentativo di creare una cellula artificiale ha mai ottenuto successo. Simili esperimenti, di conseguenza, sono stati abbandonati.

La teoria evoluzionista sostiene che tale sistema, che il genere umano, con tutta l'intelligenza, la conoscenza e la tecnologia a sua disposizione non ha potuto ricreare, pervenne all'esistenza "per caso", nelle primordiali condizioni terrestri. Per fare un altro esempio, la probabilità che una cellula si formi casualmente è pari a quella di stampare un libro a seguito di un'esplosione in una tipografia.

Il matematico e astronomo inglese sir Fred Hoyle ha fatto un confronto simile in un'intervista rilasciata alla rivista Nature pubblicata il 12 novembre 1981. Per quanto evoluzionista, Hoyle disse che la possibilità di manifestazione di forme di vita superiore per questa via è paragonabile a quella di un tornado che, spazzando un deposito di rottami, possa assemblare un Boeing 747 col materiale presente.
2 Ciò dimostra l'impossibilità che una cellula pervenga all'esistenza accidentalmente. Deve essere inevitabilmente "creata".

Una delle ragioni principali per cui la teoria evoluzionista non può spiegare l'apparizione della cellula è la sua "irriducibile complessità". Una cellula vivente si mantiene grazie all'armoniosa cooperazione di molti organi. Qualora uno di questi cessasse di funzionare, la cellula morirebbe. Essa non ha la possibilità di aspettare che meccanismi inconsci quali la selezione naturale e la mutazione le permettano di svilupparsi. La prima cellula apparsa sulla terra fu, quindi, necessariamente completa e in possesso di tutti gli organi e delle funzioni richieste, dimostrando definitivamente di essere stata creata.

Le proteine sfidano il caso


   Il fallimento della teoria evoluzionista si rivela non soltanto in riferimento alla cellula, ma anche ai suoi elementi costitutivi, qualora tenti di offrire una spiegazione plausibile. La formazione, in condizioni naturali, di soltanto una singola proteina tra le migliaia di molecole complesse che costituiscono la cellula, è impossibile.

   Le proteine sono molecole giganti che consistono di unità più piccole dette "amminoacidi", i quali vengono disposti secondo una sequenza particolare in certe quantità e strutture. Queste molecole costituiscono i blocchi da costruzione delle cellule viventi. La più semplice è composta di cinquanta amminoacidi, mentre in altre se ne possono contare migliaia.

Il punto cruciale è che l'assenza, l'aggiunta o la sostituzione di un singolo amminoacido nella struttura di una proteina può trasformarla in un inutile ammasso molecolare. Ogni amminoacido deve trovarsi al posto giusto e nell'ordine corretto. La teoria evolutiva, che sostiene la casuale manifestazione della vita, dispera di fronte a questo ordine troppo meraviglioso per poter essere spiegato con la coincidenza. (La teoria non è inoltre in grado di giustificare la presunta "formazione casuale" degli amminoacidi, di cui discuteremo oltre.)

Il fatto che la struttura funzionale delle proteine non possa assolutamente essersi presentata per caso può facilmente essere osservato per mezzo del semplice calcolo delle probabilità, comprensibile a tutti:

Una proteina di media dimensione è composta di 288 amminoacidi, dei quali esistono dodici tipi differenti. Questi possono essere disposti in 10300 modi diversi. (Questo numero astronomicamente IMMENSO, consiste di un 1 seguito da ben 300 zeri.) Di tutte queste possibili sequenze, UNA SOLTANTO,  forma la desiderata molecola proteica. Il resto di esse sono catene di amminoacidi che possono risultare o del tutto inutili, o potenzialmente dannose per gli esseri viventi.

La probabilità della formazione casuale di una sola molecola proteica è pari a "1 su 10300". La probabilità che questo "1" accada, è praticamente impossibile.
(In matematica, le probabilità inferiori a 1 su 1050 sono considerate "probabilità zero").

Per di più una molecola proteica di 288 amminoacidi è piuttosto modesta se paragonata ad alcune molecole proteiche giganti composte di migliaia di amminoacidi. Qualora si applichi il calcolo delle probabilità a queste proteine giganti, diventa ancora "più impossibile" che esse si formino casualmente.

Avanzando di un passo nella direzione dello schema dello sviluppo della vita, osserviamo che una sola proteina non significa nulla per se stessa. Uno dei più piccoli batteri mai scoperti, il Mycoplasma Hominis H39, contiene addirittura 600 tipi di proteine. In questo caso dovremmo ripetere gli stessi calcoli delle probabilità prima applicati ad una sola proteina per ognuno di questi 600 tipi differenti. Il risultato rende assurdo anche il concetto stesso di impossibilità.

Alcuni lettori che considerino la teoria dell'evoluzione una spiegazione scientifica, potrebbero sospettare che questi numeri siano esagerati e che non riflettano i fatti: invece questi sono dati definiti e concreti. Nessun evoluzionista potrebbe muovere alcuna obiezione a questi numeri, i quali confermano la probabilità che la formazione accidentale di una singola proteina "sia pari alla possibilità che una scimmia scriva la storia dell'umanità su una macchina da scrivere senza commettere alcun errore".3 Nondimeno, piuttosto di accettare l'altra spiegazione, che è la creazione, essi continuano a difendere quanto è manifestamente impossibile.

Le proteine sono gli elementi più vitali per gli esseri viventi. Esse non soltanto si combinano per costituire le cellule viventi, ma hanno anche una parte di primo piano nella chimica del corpo. La loro azione si estende dalla sintesi proteica alla comunicazione ormonale.


Molti di coloro che ad esempio propugnano la teoria dell'evoluzione lo hanno confessato. Ad esempio, Harold F. Blum, un noto scienziato evoluzionista, il quale afferma che "la formazione spontanea di un polipeptide delle dimensioni della più piccola proteina nota è al di là di ogni probabilità."
4

Coloro che negano un Creatore, si ingegnano per mostrare che la formazione molecolare sia avvenuta nel corso di un periodo molto lungo di tempo che ha reso possibile l'impossibile. Nondimeno, indifferentemente dalla durata, gli amminoacidi non possono formare delle proteine in modo accidentale. William Stokes, un geologo americano, nel suo libro Essential of Earth History scrive che tale possibilità è così remota "che essa (la proteina) non sarebbe potuta apparire neppure nel corso di miliardi di anni su miliardi di pianeti, ognuno dei quali ricoperto da un manto di soluzione di acqua concentrata dei necessari amminoacidi."5

Cosa significa tutto questo? Perry Reeves, professore di chimica, risponde a questa doİnvia:

Quando si esamina il vasto numero di strutture possibili che potrebbero risultare da una semplice combinazione casuale di amminoacidi in un primordiale stagno in evaporazione, è stupefacente credere che la vita possa avere avuto origine in questo modo. È più plausibile che un Gran Costruttore con un progetto maestro sia necessario a una tale impresa.6

Se la formazione accidentale di anche una sola di queste proteine è impossibile, è miliardi di volte ancora più impossibile che circa un milione di queste proteine si riuniscano in modo corretto casualmente e costituiscano una cellula umana. Ciò che è più importante, una cellula non è mai composta di un mero ammasso di proteine. Oltre a queste, una cellula include anche gli acidi nucleici, i carboidrati, i lipidi, le vitamine e molte altre sostanze chimiche quali gli elettroliti, ordinate in proporzioni specifiche, in armonia e ordine, sia in termini di struttura che di funzione. Ognuna di queste funge da blocco abitativo o co-molecola in vari organuli. Robert Shapiro, professore di chimica preso l'Università di New York e esperto di DNA, ha calcolato la probabilità di formazione accidentale dei 2000 tipi di proteine trovati in un singolo batterio (Vi sono 20000 differenti tipi di proteine in una cellula umana). Il numero che si ottenne fu 1 su 1040000,97.7 (Questo è un numero incredibile, che si ottiene aggiungendo 40000 zeri all'1.) Un professore di matematica applicata e astronomia presso la University College (Cardiff, Galles), Chandra Wickramasinghe, commenta:

La probabilità di una formazione spontanea della vita dalla materia inanimata è pari a 1 seguito da 40000 zeri... È abbastanza grande da seppellire Darwin e l'intera teoria dell'evoluzione. Non vi è stato alcun brodo ancestrale, né su questo pianeta né su qualsiasi altro, e se gli inizi della vita non furono accidentali, allora devono essere stati prodotti da un'intelligenza risoluta.8

Sir Fred Hoyle scrive a proposito di questi numeri non plausibili:

In verità, tale teoria (che la vita sia stata creata da un'intelligenza) è così ovvia che ci si stupisce che non sia ampiamente accettata come evidente. Le ragioni sono psicologiche piuttosto che scientifiche.9

La ragione per cui Hoyle ha usato il termine "psicologico" è l'auto-condizionamento  dei NON CREDENTI a non accettare il fatto che la vita possa essere stata CREATA. Queste persone hanno deciso di rifiutare l'esistenza di DIO,  come loro obiettivo principale. probabilmente per questo motivo, o per non doversi assumere nessun onere derivante dall'ammissione dell'esitenza di Dio, perseverano a difendere gli irragionevoli scenari che essi stessi riconoscono come impossibili.



1. W. R. Bird, The Origin of Species Revisited., Nashville: Thomas Nelson Co., 1991, pp. 298-99.
2. "Hoyle on Evolution", Nature, Vol 294, November 12, 1981, p. 105.
3. Ali Demirsoy, Kalıtım ve Evrim (Inheritance and Evolution), Ankara: Meteksan Publishing Co., 1984, p. 64.
4. W. R. Bird, The Origin of Species Revisited. Nashville: Thomas Nelson Co., 1991, p. 304.
5. Ibid, p. 305.
6. J. D. Thomas, Evolution and Faith. Abilene, TX, ACU Press, 1988. p. 81-82.
7. Robert Shapiro, Origins: A Sceptics Guide to the Creation of Life on Earth, New York, Summit Books, 1986. p.127.
8. Fred Hoyle, Chandra Wickramasinghe, Evolution from Space, New York, Simon & Schuster, 1984, p. 148.
9. Ibid, p. 130.

[Modificato da Credente 17/02/2010 20:25]