12/02/2010 21:36
Il Miracolo Eucaristico di Siena
(14 agosto 1750, Chiesa San Francesco)

Il 14 agosto 1730, alcuni ladri rubarono dalla Chiesa Cattedrale di Siena tutte le par­ticole del Tabernacolo. Queste furono ritro­vate tutte perfettamente intatte nella cassetta delle offerte di un santuario vicino: Santa Maria in Provenzano, dopo averle ripulite dalla polvere e dalle ragnatele si notò che tutte le tre parti­cole si erano perfettamente mantenute nonostante fossero trascorsi alcuni giorni, ancora oggi le sacre ostie sono per­fettamente conservate e visibili.


Il Miracolo Eucaristico di Patierno
(27gennaio 1772, Chiesa di San Pietro)

Anche qui le ostie furono rubate dal Tabernacolo della Chiesa Parrocchiale di San Pietro e ritrovate perfettamente conservate. Purtroppo, però, a differenza di Siena, esse non sono più visibili perché hanno subito un nuovo e più recente scem­pio: sono state di nuovo sottratte nel 1978 e non più ritrovate.

Riprendendo le parole di Sant 'Agostino "chi vuol vivere, ha qui di che vivere" e come perfetta testimonianza e incarnazione di come l'Eucaristia sia presenza, rimedio e nutrimento concludiamo con alcuni cenni su chi visse d’Eucaristia. Tra i tanti santi e testimoni dell'Eucarestia ne sono stati scelti due: Alexandrina Maria da Costa e il Santo Curato d'Ars.

COSI E’

STORIA ED ELEVAZIONI SPIRITUALI SUL "MIRACOLO EUCARISTICO DI SIENA"

ENRICO MEDI


A CURA DEI FRATI MINORI CONVENTUALI CUSTODI DEL SANTUATIO DELLE SACRE PARTICOLE SIENA - PIAZZA SAN FRANCESCO, 6 TEL. 0577 289081 - FAX 0577 289458

EDIZIONI «IL TESORO EUCARISTICO»

Enrico Medi nasce a Porto Re­canati il 26 aprile 1911: suo pa­dre esercita nel paese la profes­sione di medico chirurgo. Fre­quenta le elementari nella scuola dell'allora Corso Vittorio Emanue­le III (oggi Corso Matteotti). Me­di è ancora giovanissimo quando lascia le sponde dell'Adriatico per approdare a Roma, dove, appena diciassettenne, entra nell'università laureandosi a 21 anni in fisica pura con Enrico Fermi.

Libero docente di Fisica terrestre nel 1937, è chia­mato nel 1942 alla cattedra di fisica sperimentale del­l'Università di Palermo. La prima tesi al mondo sul neutrone è opera sua, così come le prime esperienze sul radar che raccolsero però l'ignorante supponenza delle autorità pubbliche del tempo. Anche i suoi studi sulle fasce ionizzanti dell'alta atmosfera subirono la stessa sorte.

Nel 1946 Medi è eletto nell'Assemblea Costituente e successivamente è deputato al parlamento nella prima legislatura della Repubblica. Ma, come ricorda Federi­co Alessandrini, egli era un uomo che "mal si adattava al compromesso, alla concessione sistematica, alla reti­cenza.... preferì, dunque, ritirarsi per continuare un'a­zione volta a formare gli uomini... ".

Già dal 1949 è direttore dell'Istituto Nazionale di Geofisica e titolare della cattedra di Fisica terrestre presso l'Università di Roma: nel 1958 è nominato Vice­Presidente dell'Euratom. Il suo nome divenne noto al grande pubblico soprattutto per i suoi interventi alla televisione. Con chiarezza e semplicità di espressione svolse un ruolo importante nel campo della divulgazio­ne scientifica e con grande successo personale il 21 Luglio 1969 commentò a tutti gli italiani lo sbarco sul­la Luna dell'astronauta Armstrong.

Scienziato credente, offrì tutte le sue energie per l'avvento di una umanità migliore. Rivolse la sua opera soprattutto ai giovani, visti nella luce di un superiore modello: il Cristo.

Ebbene, quest'uomo così impegnato fu a Siena nella spaziossisima (4000 mq.) Basilica di San Francesco, gremitissima, per parlare del Miracolo eucaristico, ver­so la fine del 1972. Nel Marzo 1973 la conferenza fu pubblicata con il titolo preso dall'omelia di Paolo VI al congresso eucaristico di Pisa Così è. Con essa il Tesoro eucaristico iniziò una nuova serie di quaderni di Spiritualità Eucaristica. Del Medi furono pubblicati postumi altri due quaderni della collana: Inno all'A­more 1975 e Punti di Luce 1976. La presente è la quinta edizione che pubblichiamo in occasione dell'an­no Eucaristico indetto dal Santo Padre Papa Giovanni Paolo II (7 Ottobre2004-7 Ottobre 2005) per aiutare le persone ad acquisire un amore forte alla SS. Euca­restia e far conoscere anche l'amore lineare e tutto cattolico, non privo di slanci poetici, di un fratello che ha vissuto e testimoniato la sua fede nell'Eucarestia in modo subblime al punto che quando passava davanti a una chiesa, e trovatala aperta, non poteva fare a meno di entrarvi per intratenersi a parlare con Gesù e quan­do invece passava con la macchina di corsa, vi man­dava l'angelo custode, pregandolo di tornare presto per non adare a sbattere (Così è, p. 46).

Enrico Medi concluse la sua giornata terrena sul tramonto della domenica del 26 maggio 1974. Riposa nella tomba di famiglia, nel cimitero di Belvedere Ostrense.

Il 26 maggio 1996 viene introdotta la causa di bea­tificazione. 

LA STORIA

Siena, che persino sulle sue monete d'oro si proclamava «vetus civitas Trtginis»;

Siena, che dedicava lo splendido palazzo muni­cipale alla Madonna e lo chiamava «Palazzo di Maria»;

Siena, che sulla soglia dell'incantevole duomo ha scritto: «Castissimum Virginis templum caste memento ingredi»...

da Maria, primo tabernacolo vivente di Cristo, Figlio di Dio e Figlio suo, Siena ha ricevuto il do­no di un miracolo unico nella storia della Chiesa: miracolo che riguarda il più grande mistero di amore di Dio verso gli uomini: l'Eucaristia.

Quel 15 agosto 1730, fu una tra le poche volte nella storia di Siena, che non si corse il Palio in Piazza del Campo.

Si sarebbe dovuto fare onore alla Regina del Cielo e Patrona della Città, celebrando la sua As­sunzione al Cielo, ma troppo grave era stata l'of­fesa arrecata a Gesù con il rapimento delle SS. Particole e, per questo, era stato sospeso il festoso avvenimento.

La vigilia dell'Assunta, infatti, nella tarda sera, ignoti malfattori avevano scassinato il tabernacolo della basilica di S. Francesco e asportato la pisside con 351 ostie consacrate.

Nulla era stato più trovato.

L'arcivescovo Alessandro Zondadari, colto da immensa tristezza, aveva offerto sé stesso in ripa­razione al Signore e indetto preghiere e penitenze.

Solo la mattina del 17 agosto 1730, per puro caso, vennero rinvenute le Sacre Particole in una vecchia cassetta per elemosine nella chiesa di S. Maria in Provenzano.

Con infinita cautela, alla presenza di autorevoli testimoni religiosi e civili, vennero raccolte e ac­curatamente esaminate provando in modo irrefu­tabile che si trattava di quelle rubate alla chiesa di S. Francesco.

Il giorno 18, con solennissima processione, per mano stessa dell'arcivescovo vennero riportate nel­la basilica di S. Francesco alla presenza di tutto il popolo.

La città di Siena innalzò al Signore la fervente preghiera, che si doveva rivelare poi quasi un vati­cinio, per «supplicarLo di non volerci più mai né in altra maniera lasciarci privi di Sé che è il No­stro Sommo Eterno Infinito Bene».

Per circostanze che non ci sono note, quelle ostie consacrate non vennero consumate: una forza misteriosa trattenne i Religiosi Minori Conventuali dal distribuirle ai fedeli e dal consumarle essi stessi.

Forse il pensiero del prodigio del ritrovamento, il fatto che sotto quelle apparenze specifiche tutto il popolo senese aveva adorato commosso il Signore, forse l'intensa commozione che provaro­no nel vederle tutte così raccolte insieme, spinse i Religiosi, figli di S. Francesco, a conservare intat­to quel Tesoro.

Passati così circa cinquant'anni di quasi nascon­dimento, si cominciò a parlare di miracolo e co­minciarono le prime ricognizioni delle ostie sante.

Esse si susseguono nel corso dei decenni, sem­pre compiute con infinito rispetto e assoluta scru­polosità, per garantire l'autenticità di esse e il loro perfetto stato di conservazione dal punto di vista fisico e organolettico.

Troppo numerose sono state, in più di due se­coli, le ricognizioni effettuate sulle Sacre Particole. Quello che importa è la conoscenza esatta e scru­polosa del modo con cui hanno proceduto coloro che avevano tanto delicato incarico. Si tratta delle personalità più eminenti, ecclesiastiche e civili, che si mettevano al rischio di compiere un peccato gravissimo alterando in qualsiasi senso la verità oggettiva e controllata.

I rapporti riguardanti le modalità di apertura della sacra pisside, la numerazione delle ostie, il numero di esse spezzate, il colore, l'odore ecc., sono stati fatti con una ricchezza di dettagli quasi esasperante.

Ogni volta veniva data la S. Comunione a qual­che testimone particolarmente responsabile ed esperto per saggiarne il sapore o il minimo segno di corruzione.

Per disposizione di S. Pio X fu fatto un accu­ratissimo esame fisico-chimico nel 1914, con i più sicuri criteri della scienza. D'altra parte, il consta­tare dal punto di vista dei sensi e delle indagini sensibili che si tratta ancora di vero pane non cor­rotto e non alterato, non è un arduo problema di scienza.

Ritengo che le parole dell'insigne Professor Grimaldi possano bene riassumere tutto l'insieme delle analisi compiute. «Le SS. Particole non sono composte di pergamena animale o vegetale, di cel­luloide, di avorio o di carta; sono, invece, cialde o ostie di ordinarie dimensioni: di un color bianco paglierino, con disseminati alcuni evidenti frustoli cruscali, come se composte di farina di frumento grossolanamente stacciata. Sono lucide e liscie per la presenza di amido e di glutine, consistenti, con bordi netti, non sfrangiati, né smussati. Prive di tarli, di acari, di ragnateli, di muffe e di qualsiasi altro parassita animale e vegetale proprio della fa­rina di frumento e dei prodotti farinacei.

«Niente perciò di più fragile e suscettibile di alterazione del tenue velo delle ostie di pane azzi­mo. Per loro natura sono indiscutibilmente il mas­simo, il non plus ultra dell'alterabilità. Infatti, la farina di frumento che - per la chimica sua com­posizione - assomma, in mirabile armonia, tutti i quattro principi alimentari: idrati di carbonio, so­stanze azotate, sostanze grasse e sostanze minerali, nonché il 10-12 per cento di acqua, sono per ec­cellenza il migliore terreno di coltura dei micror­ganismi, dei parassiti animali e vegetali, della fer­mentazione mentazione lattica e della fermentazione putrida, ed anche causa inevitabile di corruzione.

Le SS. Particole di Siena pertanto sono in per­fetto stato di conservazione contro ogni legge fisi­ca e chimica, e nonostante le condizioni del tutto sfavorevoli in cui si sono venute a trovare. Un fe­nomeno eccezionale e straordinario.

È strano, è sorprendente, è anormale: le leggi della natura si sono invertite: il vetro è diventato sede di muffe, il pane azzimo è stato invece più refrattario del cristallo».

Scientificamente è certo che queste Particole a tutte le analisi si comportano come pane di grano; non manifestano in alcun modo il tempo in cui fu­rono confezionate; sono intatte esternamente e strutturalmente sia dal punto di vista chimico che fisico.

In secondo luogo è certo, con la certezza della scienza sperimentale, che è impossibile la conser­vazione di pane a distanza di secoli e, particolar­mente, alle condizioni nelle quali sono venute a trovarsi le ostie sante di Siena.

La tenuta dei vari ostensori e pissidi non era affatto stagna e tanto meno i contenitori non erano in condizioni di vuoto, cosa allora inimmaginabile. Quindi le ostie sono state sottoposte a tutte le azioni che potevano provenire dall'umidità e dagli altri agenti chimico-fisico-biologici.

Dal punto di vista meccanico, con l'andare del tempo e con i continui spostamenti ed urti, come nel caso delle numerose processioni, e in dolorosi tentativi di profanazione, si sarebbero dovute fran­tumare e ridurre in minutissimi frammenti.

Il fatto di essere in un numero così grande a contatto parziale le une con le altre, in taluni casi le superfici aderenti tanto da creare difficoltà per separarle, avrebbe dovuto facilitare la corruzione, la muffa, la dissoluzione dei tessuti organici.

La storia garantisce la continuità assoluta del miracolo: sono sempre le stesse Particole del 14 agosto 1730.

La conoscenza umana rimane in silenzio dinan­zi a questo fatto moltiplicato 223 volte, che si prolunga da oltre due secoli e mezzo, passato sot­to gli occhi di milioni di testimoni di ogni parte del mondo attraverso tutto questo tempo.

E non solo non lo sa spiegare, ma sa con cer­tezza che non è possibile spiegarlo perché tutto si pone contro le leggi più note e semplici della na­tura. Quindi interviene una Causa che non è og­getto di esame della Scienza. Una Causa padrona della natura e dell'intimo operare delle cose, pa­drona dell'essere e della sostanza di esse: il Crea­tore.

Questo intervento diretto di Dio, manifesta­mente da lui voluto, è il miracolo.

Questa breve introduzione dovrebbe far com­prendere l'altezza, l'ampiezza e la profondità di tanto Prodigio.

Non ne sono capace, ma prego con voi il Si­gnore che la sua grazia entri in ciascuno di noi anche servendosi di un mezzo tanto inefficace, lui che dalle cose misere sa trarre misteriosi e prezio­si doni.

Volendo questa introduzione essere come una guida a meditare, ho pensato utile fissare prima l'attenzione sulla realtà e bellezza del mistero e del miracolo.

Proprio per sgombrare le nostre menti da fan­tasmi di errori che oggi, in forma violenta e con­fusa, tendono a turbare l'intelligenza e la Fede. 

[Modificato da Credente 13/08/2012 21:40]