12/02/2010 15:27

Miracolo eucaristico di Lanciano

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Coordinate: 42°13′48″N 14°23′24″E / 42.230051, 14.389944

Reliquie del miracolo eucaristico

Il miracolo eucaristico di Lanciano secondo la tradizione sarebbe avvenuto nell'omonima cittadina intorno all'anno 700: mentre un sacerdote celebrava la messa, l'ostia e il vino consacrati si sarebbero trasformati in carne e sangue.

Il santuario del miracolo eucaristico, gestito dai Frati Minori Conventuali, è oggetto di pellegrinaggio da parte di centinaia di migliaia di persone ogni anno.

Indice

Storia La tradizione colloca il fatto circa nel 700; basandosi su alcuni indizi storici, si può ipotizzare una data tra il 730 e il 750[1]. Si tratta quindi del più antico miracolo eucaristico tra quelli riconosciuti dalla Chiesa cattolica. La più antica documentazione scritta conosciuta, tuttavia, risale al 1586[2].

Secondo il racconto tradizionale, un monaco basiliano, mentre celebrava la Messa nella chiesa dei Santi Legonziano e Domiziano, dubitò della presenza reale di Gesù nell'eucarestia. In quel momento l'ostia sarebbe divenuta carne ed il vino si sarebbe tramutato in sangue.

Le reliquie [modifica]

Le reliquie del miracolo sono oggi permanentemente esposte sull'altare della basilica di San Francesco in un artistico reliquiario che si compone di un ostensorio, che contiene l'ostia di carne, e di un calice di cristallo, che contiene i cinque grumi di sangue rappreso. L'ostia presenta un ampio foro centrale: si presume che esso si sia formato quando la carne, seccandosi, si ritirò, e non potendo restringersi poiché era stata inchiodata su una tavoletta (lo testimoniano i forellini dei chiodi, tuttora visibili), si lacerò nel mezzo.

Nell'inverno 1970-71 e una seconda volta nel 1981 le reliquie sono state esaminate dal professor Odoardo Linoli, docente di anatomia patologica, che ha prelevato campioni dell'ostia e dei grumi e li ha sottoposti a diverse analisi scientifiche. Le sue conclusioni[3] sono state che l'ostia è costituita da vera carne umana e i grumi da vero sangue umano, entrambi di gruppo AB, lo stesso rilevato sulla sindone[4]. La carne è precisamente tessuto miocardico. Linoli non ha rilevato alcuna traccia di sostanze conservanti o mummificanti, per cui appare eccezionale in sé il fatto che la carne e il sangue, custoditi per secoli in un ambiente non sterile, si siano conservati perfettamente, sebbene non sia possibile escludere completamente la conservazione per cause naturali[5]. I risultati di Linoli sono stati confermati da Ruggero Bertelli, ordinario di anatomia umana[2].

Un'altra singolare caratteristica delle reliquie fu osservata nel 1574: pesando i cinque grumi di sangue singolarmente, o tutti insieme, o a gruppi di due, tre o quattro, si ottenne sempre lo stesso peso. Il fatto fu considerato un'ulteriore conferma del miracolo eucaristico e riportato, tra l'altro, in un'epigrafe collocata nella basilica nel 1636 e tuttora esistente. Il presunto prodigio, tuttavia, non si è più ripetuto nelle successive pesature effettuate nel 1886 e da Linoli nel 1970: in entrambi i casi i cinque grumi sono risultati di pesi disuguali e il loro peso complessivo è risultato uguale alla somma dei cinque[2].

Nuovi esami scientifici [modifica]

Il caso interessò anche l'OMS che formò una commissione scientifica apposita. L'analisi durò 15 mesi, nei quali vennero compiuti circa 500 esami per verificare quelli di Linoli. Oltre ad essere confermati gli esami italiani, venne appurato con certezza scientifica che non vennero utilizzate sul pezzo di miocardio sostanze conservanti, antisettiche, antifermentative o mummificanti. I risultati della commissione medica vennero pubblicati a New York e a Ginevra nel 1976, senza pervenire a una spiegazione definitiva.[6]

Immagini [modifica]

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