I VANGELI
I quattro Vangeli - scritti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni - sono la «Magna charta» del Cristiano, perché essi ci testimoniano l'esistenza, l'opera e l'insegnamento di Gesù.
Gesù stesso consacra i Vangeli come il Sui messaggio eterno di salvezza, superiore ad ogni altro messaggio umano «Il cielo e la terra (ossia qualsiasi dottrina che nasce dalle creature) passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Marco 13,31).
Ecco perché dobbiamo anzitutto conoscere come sono nati i Vangeli; poi dobbiamo accertarci che gli Autori furono bene informati e sinceri, ossia che quanto essi dicono è veramente avvenuto nella storia; e, infine, dobbiamo dare le prove che i loro scritti sono giunti integri fino a noi.
I - COME E QUANDO SONO NATI I VANGELI
Le persone che sono vissute con Gesù in Palestina 2000 anni fa, che hanno ascoltato le sue parole, che hanno assistito ai suoi miracoli, che l'hanno visto morire in croce, e poi l'hanno rivisto risorto, non hanno potuto tacere questa loro esperienza straordinaria, ma l'hanno raccontata a voce a quante più persone potevano e, appena fu loro possibile, hanno messo questi fatti per iscritto, affinché nulla andasse perduto.
É nata così, tra i discepoli di Gesù, cioè nella prima Comunità cristiana, una "tradizione orale" di quello che Gesù ha fatto ed ha detto, tradizione che, attraversando i secoli, è giunta fino a noi nella Chiesa (1);
(1) Si comprende quindi come l'autentica "fonte" dei fatti e delle verità contenute nei Vangeli è la "Tradizione orale" dalla quale i Vangeli stessi derivano.
Si comprende anche come l'autentica interpretazione dei Vangeli spetta alla Chiesa (ossia agl Apostoli con a capo Pietro e ai loro successori, i Vescovi con a capo il Papa), depositaria unica della Tradizione.
e che fu subito messa per iscritto nei quattro libretti che noi chiamiamo "Vangeli"
Ciò premesso, seguendo gli studi del celebre Padre Carmignac, possiamo così ricostruire la nascita dei quattro Vangeli:
GESU’ nacque, visse e predicò la sua dottrina in Palestina, e qui morì crocifisso nell'anno 778 di Roma, corrispondente all'anno 30 dell'Era Cristiana.
Negli ultimi tre anni della sua vita, ossia negli anni 28, 29 e 30, Gesù predicò il suo Vangelo al popolo, raccogliendo attorno a Sé un piccolo numero di discepoli che divennero i testimoni privilegiati del suo insegnamento e di suoi miracoli.
Sicuramente, già in questi anni alcuni dei suoi insegnamenti furono messi per iscritto: si tratta della raccolta di detti del Signore che gli studiosi chiamano “fonte Q”, e che confluì poi nei Vangeli.
Tra gli anni 30 e 45, la divulgazione orale del Cristianesimo varca i confini della Palestina raggiungendo la Siria (dove, ad Antiochia, i discepoli di Gesù furono per la prima volta chiamati “Cristiani”, l'Asia Minore e la stessa Roma.
Ed è proprio a Roma che, verso l'anno 42, (lo dimostreremo più avanti) la predicazione di Pietro viene messa per iscritto in lingua ebraica da Marco, suo segretario e interprete. Questo primo Vangelo sarà poi tradotto dallo stesso Marco in lingua greca, e così giungerà a noi.
Attorno agli anni 50, in Palestina, l'apostolo Matteo scrive il suo Vangelo in lingua ebraica, Vangelo che sarà in seguito tradotto in greco, mentre negli stessi anni il discepolo di Paolo, il medico antiocheno Luca, scrive, forse in Grecia, il suo Vangelo in lingua greca.
Infine, tra gli anni 60 e 70, l'apostolo Giovanni scrive a Efeso il quarto Vangelo, integrando i tre già esistenti in base alla propria conoscenza diretta dei fatti.
Gli originali dei Vangeli non sono giunti fino a noi; ma ciò non deve meravigliare perché essi furono quasi certamente scritti su fogli di papiro che sono assai fragili e deperibili.
Però di essi ne furono fatte subito copie dagli stessi contemporanei degli evangelisti e poi, su su nei secoli, moltissime altre copie in modo che - come dimostreremo tra poco - il testo dei Vangeli che noi oggi possediamo rispecchia fedelmente quello degli originali.
La datazione dei Vangeli che qui abbiamo riferita è oggi comunemente ammessa dagli studiosi più seri ed obiettivi, specialmente dopo il ritrovamento degli antichissimi papiri che presenteremo in seguito. (Cfr. Carsten Thiede, Gesù, storia o leggenda?, Bologna 1992, pagg. 31-53. Hugo Staudinger, Credibilità storica dei Vangeli, Bologna 1991, pagg.31-51. Craig Blomberg, in: Indagine su Gesù, Casale 1991, pagg. 42-48).
Per la datazione di Giovanni prima dell'anno 70 (fino ad ora era ritenuto della fine del primo secolo) si veda quanto dicono il Thiede a pag. 37, lo Staudinger alle pagg. 42-43 e il Blomberg a pag. 47.
Si aggiunga che il grande studioso protestante Oscar Cullmann arretra la datazione del Vangelo di Giovanni addirittura all'anno 50. (Cfr. l'intervista a Oscar Cullmann pubblicata sul Sabato del 20/02/93 a pag. 62).
Come si sa, una datazione molto più tardiva di tutti gli scritti del Nuovo Testamento era stata sostenuta, fin dall'inizio del nostro secolo, dagli studiosi di scuola illuministica (cfr. Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, Roma 1952, pagg. 207-246) che, volendo negare la storicità dei fatti soprannaturali (come i miracoli) narrati nei Vangeli, sostennero che i Vangeli stessi non riferiscono oggettivamente i detti e i fatti di Gesù, ma solo ciò che una comunità cristiana (che non aveva conosciuto né Gesù né gli Apostoli) pensava soggettivamente di Lui. Per giustificare un tale punto di vista era ovviamente necessario ipotizzare una composizione molto tarda dei testi evangelici, attorno all'anno 100 o anche dopo. E questa ipotesi di datazione tardiva (oggi smentita anche dagli ultimi ritrovamenti archeologici) fece scuola e influenzò purtroppo anche molti biblisti cattolici.
II - GLI AUTORI DEI VANGELI SONO PERSONE BENE INFORMATE E DEGNE DI FEDE.
Fin qui abbiamo detto cosa sono e come sono nati i Vangeli, ma ora dobbiamo dimostrare che i Vangeli ebbero come Autori persone che conobbero con esattezza i fatti e che erano degne di fede.
1) Ebbene, gli Autori dei Vangeli conoscono con esattezza le cose che scrivono essendo due di essi, Matteo e Giovanni, addirittura testimoni oculari dei fatti che narrano; mentre gli altri due, Marco e Luca, hanno messo per iscritto la testimonianza di persone che sono vissute a lungo con Gesù, Luca specialmente da Maria, mentre Marco da Pietro.
Inoltre, poiché gli Autori scrissero i loro Vangeli quasi subito dopo la morte di Gesù o, al massimo, entro i primi decenni quando ancora vivevano moltissimi testimoni oculari dei fatti che narrano, essi erano praticamente nella impossibilità di scrivere cose non vere, tanto che gli stessi nemici dei primi cristiani cercarono sì di perseguitarli imprigionandoli e uccidendoli, ma non poterono mai negare la verità dei fatti narrati nei Vangeli.
2) Che poi gli Evangelisti fossero persone degne di fede è dimostrato dal fatto che essi subirono persecuzioni e la stessa morte pur di non tradire la verità dei fatti da loro narrati.
Inoltre bisogna ricordare che la Chiesa - in mezzo al brulicare di moltissimi falsi vangeli (i cosiddetti "vangeli apocrifi") - scelse solo i Vangeli scritti da Matteo, da Marco, da Luca e da Giovanni come gli unici quattro autentici e veri: il che ci rassicura sulla credibilità ed onestà intellettuale dei loro Autori.