00 19/11/2014 08:52

Dio onnipotente ed eterno,


che hai donato a Maria la grazia di essere l`unica,


tra i figli di Adamo, preservata da ogni macchia,


lavaci dalle nostre colpe


e fa` che possiamo offrirti una vita immacolata.


 


(Messale Ambrosiano, Milano 1976: Immacolata Concezione della B.M.V., Orazione a conclus. liturg. parola)


 


 


1. La gloria di Maria, madre di Gesù


 


O mia cetra inventa nuovi motivi in lode di Maria Vergine, innalza la tua voce e canta la maternità tutta meravigliosa di questa vergine, figlia di David, che portò la vita al mondo.


Chi l`ama l`ammira e il curioso si tinge di vergogna e tace e non osa indagare su una madre che partorì, conservando la sua verginità. La cosa è difficilissima da spiegare. I contestatori non osino far inchieste su suo Figlio.


Il suo bimbo schiacciò il maledetto serpente e ne fracassò il capo, e risanò Eva dal veleno, che il dragone omicida aveva gettato contro di lei e l`aveva, col suo inganno, spinta nella morte.


Come il Monte Sinai, ti ho accolto e non sono stata bruciata dal tuo formidabile fuoco, perché tu hai fatto in modo che il tuo fuoco non mi nuocesse; non mi ha bruciata quella tua fiamma, che i Serafini non possono guardare.


Fu chiamato nuovo Adamo, colui che è l`etemo, perché abitò nella figlia di David e in lei, senza seme e senza dolori, si fece uomo. Benedetto il suo nome!


L`albero della vita, ch`era cresciuto in mezzo al paradiso non diede all`uomo un frutto che lo vivificasse; ma l`albero nato dal seno di Maria, diede se stesso all`uomo e gli donò la vita.


Il Verbo del Signore lasciò il suo trono, scese in una fanciulla e abitò in lei; essa lo concepì e lo diede alla luce. E` grande il mistero della Vergine purissima e supera ogni lingua.


Eva nell`Eden diventò rea; il malvagio serpente scrisse, firmò e sigillò la sentenza per cui i posteri, nascendo, venivano colpiti dalla morte.


L`antico drago vide, per il suo inganno, moltiplicato il peccato d`Eva; fu una donna che amò l`inganno del suo seduttore obbedì al demonio e precipitò l`uomo dalla sua dignità.


Eva divenne rea del peccato e a Maria fu passato il debito, perché la figlia pagasse i debiti della madre e lacerasse la sentenza che aveva trasmesso i suoi gemiti a tutte le generazioni.


Maria portava il fuoco nelle mani e stringeva la fiamma tra le braccia: dava le sue mammelle alla fiamma e dava il latte a colui che nutre tutte le cose. Chi può parlare di lei?


Gli uomini terreni moltiplicarono le maledizioni e le spine che soffocavano la terra, e vi introdussero la morte; il Figlio di Maria riempì tutto il mondo di vita e di pace.


Gli uomini terreni introdussero nel mondo malattie e dolori e aprirono la porta alla morte, perché vi entrasse e vi passeggiasse; il Figlio di Maria prese sulla sua persona i dolori del mondo, per salvarlo.


Maria è sorgente limpidissima, senza nessun influsso di connubio: essa accolse nel suo seno il fiume della vita, che con le sue acque irrigò il mondo e vivificò tutti i morti.


Santuario immacolato, in cui dimorò Iddio, gigante dei secoli, nel quale con un grande prodigio si operò il mistero per cui Dio si fece uomo, e un uomo dal Padre fu chiamato figlio.


Maria è la vite della benedetta stirpe di David; i suoi tralci produssero il grappolo d`uva pieno di sangue vivifico; bevve Adamo di quel vino e, risuscitato, tornò nell`Eden.


Due madri son comparse che generarono figli diversi: una generò un uomo che la maledisse, e Maria generò Dio, che riempie il mondo di benedizione.


Benedetta tu, Maria, figlia di David, e benedetto il frutto che ci hai dato. Benedetto il Padre che ci mandò il Figlio suo per la nostra salvezza, e benedetto lo Spirito Paraclito, che ci manifestò il suo mistero. Sia benedetto il suo nome.


 


(Efrem, Carmen 18, 1)


 


 


2. La stirpe di Maria


 


Dopo ciò, aggiunsi: Tale è quindi l`intero Salmo; e per mostrarvi che esso si riferisce a Cristo, ne riprendo l`esposizione. Il suo inizio: Dio, Dio mio, rivolgimi la tua attenzione. Perché mi hai abbandonato? (Sal 21,2), annuncia fin dai tempi ntichi ciò che doveva essere detto da Cristo. Infatti, sulla croce, egli dice: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mt 27,47; Mc 15,34). Poi continua:


 


Lontano dalla mia salvezza sono le parole


dei miei falli;


Dio mio, durante il giorno verso te io grido,


ma tu non mi ascolti; e così durante la notte,


e non vi era ignoranza da parte mi (Sal 21,2-3).


 


Queste parole esprimono ciò che egli doveva fare. Infatti, il giorno in cui doveva essere crocifisso, egli prese tre dei suoi discepoli per avviarsi al monte degli Ulivi, posto immediatamente di fronte al tempio di Gerusalemme, e pregò dicendo: Padre, se possibile, passi da me questo calice (Mt 26,39). Poi, proseguendo la preghiera, dice: Non però la mia, ma la tua volontà sia fatta (ibid.), dimostrando in tutto ciò che si era fatto uomo soffrendo davvero. E perché non si potesse dire: «Ignorava quindi di dover soffrire!», il Salmo subito prosegue: e non vi era ignoranza da parte mia. E come non fu ignoranza da parte di Dio chiedere ad Adamo dove fosse, e a Caino dove fosse Abele, bensì per far provare vergogna a ciascuno di loro per quello che erano, anche perché arrivasse a noi per iscritto la conoscenza di ogni cosa, così del pari Gesù ha voluto significare con ciò non la sua ignoranza, bensì quella di coloro che pensavano che egli non fosse il Cristo e ritenevano che sarebbe morto e rimasto negli inferi come un uomo qualsiasi.


Ciò che viene dopo: Ma tu, tu abiti nel luogo santo, o lode, o Israele (Sal 21,4), significava che egli doveva compiere cose degne di lode e di ammirazione; che, dopo la sua crocifissione, doveva risuscitare il terzo giorno, la qual cosa gli proviene dal Padre. Che si chiami Giacobbe e Israele, invero, l`ho già dimostrato; e non solo ho provato, nella benedizione di Giuseppe e di Giuda, che gli eventi della sua vita sono proclamati nel mistero, ma ancora nel Vangelo (cf. Mt 11,27) sta scritto che egli ha detto: Tutto mi è stato dato dal Padre mio, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio, né il Figlio se non il Padre e coloro ai quali il Figlio vorrà rivelarlo (Lc 10,22; Mt 11,27). Egli ci ha dunque svelato tutto ciò che per sua grazia noi comprendiamo delle Scritture; sappiamo che egli è il primogenito di Dio, anteriore ad ogni creatura (Col 1,15), figlio dei patriarchi in quanto divenuto carne da una vergine della loro razza; ha sopportato di farsi carne, uomo senza bellezza, senza gloria e sofferente (cf. Is 53,2ss).


Di modo che lui stesso diceva nei suoi discorsi (cf. Mt 16,21), quando accennava alle sue future sofferenze che era necessario che il Figlio dell`uomo soffrisse molto, che venisse ricusato dai farisei e dagli scribi, che venisse infine crocifisso e risuscitasse il terzo giorno (Mt 16,21). Si definiva dunque Figlio dell`uomo, vuoi a causa della nascita da una vergine che, come ho già detto, era della stirpe di David, di Giacobbe, di Isacco e di Abramo, vuoi perché Adamo stesso era padre di quelli che sono stati enumerati e da cui discende Maria attraverso la sua stirpe; sappiamo infatti che coloro che hanno generato delle femmine sono padri anche dei figli che sono nate da queste.


Ad uno dei discepoli che, per rivelazione del Padre, lo aveva riconosciuto come Figlio di Dio, come Cristo, e che si chiamava allora Simone, egli dette il soprannome di Pietro. Lo vediamo ancora chiamato Figlio di Dio nelle Memorie degli apostoli; quando lo diciamo suo Figlio, noi comprendiamo che lo è e che è uscito dal Padre prima di tutte le opere, per la Potenza e la Volontà di quest`ultimo. E` pure detto Sapienza giorno, aurora, spada, pietra, bastone di Giacobbe, Israele e in altre maniere ancora nelle parole dei profeti. Noi comprendiamo, infine, che egli si è fatto uomo da una vergine, di modo che è per la via stessa in cui era iniziata che fu messa fine alla disobbedienza venuta dal serpente. Eva era vergine, senza corruzione: concependo la parola del serpente, ella partorì la disobbedienza e la morte. La vergine Maria concepì invece fede e gioia quando l`angelo Gabriele le annunciò la buona novella che lo Spirito del Signore sarebbe sceso su di lei, e che la Potenza dell`Altissimo l`avrebbe ricoperta della sua ombra, e che a causa di ciò l`Essere santo che sarebbe nato da lei sarebbe stato Figlio di Dio; e lei rispose: Avvenga di me secondo la tua parola (Lc 1,38). Fu dunque partorito da lei colui di cui, come abbiamo dimostrato, parlano tanto le Scritture, colui per mezzo del quale Dio distrugge il serpente con gli angeli e gli uomini che gli somigliano, e libera dalla morte coloro che fanno penitenza delle loro cattive azioni e credono in lui.


Ed ecco appunto il seguito del Salmo che dice:


 


Cristo tutto riconduce al Palre suo.


In te hanno sperato i nostri padri,


in te hanno sperato e tu li hai liberati;


verso di te hanno gridato e tu li hai salvati;


in te hanno sperato,


e non sono rimasti confusi.


Quanto a me, io sono un verme, non un uomo,


obbrobrio degli uomini e rifiuto del popolo (Sal 21,5-7).


 


Qui, manifestamente, egli proclama che i suoi padri hanno sperato in Dio, sono stati salvati da lui; quei padri erano anche padri della Vergine dalla quale egli fu generato e divenne uomo.


 


(Giustino, Dialog., 99, 1-101)


 


 


3. Gesù Cristo, come Dio e come uomo, nasce da una concezione verginale


 


Vediamo ora da quale fonte nasca il nostro nuovo Sole. La sua origine è divina, nasce da Dio. E` Figlio, dunque, della Divinità; della Divinità, dico, incorrotta, integra, illibata. Capisco bene il mistero: in tanto poté essere feconda la nascita da Maria immacolata, in quanto la prima nascita, da Dio, era stata illibata; non poteva essere ingiuriosa la seconda nascita di colui, che ne aveva avuta già una prima gloriosa. Cioè, come Dio lo generò in purezza verginale, così Maria lo generò in verginità.


 


(Massimo di Torino, Sermo 4, n. 844)


 


 


4. Da Maria, colui che è salvezza degli erranti


 


Vieni, dunque, e cerca la tua pecora, non per mezzo di servi e mercenari ma da te stesso. Accoglimi con quella carne che cadde in Adamo. Accoglimi non da Sara, ma da Maria; che sia vergine illibata, vergine illibata per grazia da ogni macchia di peccato. Portami su quella croce, che è salvezza degli erranti sulla quale soltanto trovano riposo gli affaticati, per la quale soltanto vivranno coloro che muoiono.


 


(Ambrogio, In psal. 118, 22. 30)


 


 


5. In Gesù e Maria la vera bellezza


 


Veramente tu e tua Madre siete i soli belli in ogni parte. In te, infatti, Signore, non c`è macchia, e nessuna macchia è nella madre tua.


 


(Efrem, Carmina Nisibena, 27, 8)


 


 


6. Maria rifugio di salvezza


 


Benedetta Madre di Dio, aprici la porta della tua benevolenza. Non resti delusa la nostra fiducia, che spera in te; liberaci dalle nostre avversità. Sei tu la salvezza del genere umano.


E` così grande il numero dei miei peccati, o Madre di Dio! Ricorro a te, o immacolata, in cerca di salvezza. Consola l`anima mia desolata e chiedi a tuo Figlio, nostro Dio, che mi conceda il perdono dei miei peccati, o sola immacolata, sola benedetta!


Ripongo in te tutta la mia speranza, o madre della luce; accoglimi sotto la tua protezione.


 


(Cosma il Melode, Carmen pro magna feria quinta, n. 1899)


 


 


 


 


 


Maria, esaltata sopra tutti gli angeli e gli uomini quale santissima Madre di Dio, riceve dalla Chiesa una venerazione particolare. Durante l`anno liturgico, la Chiesa riflette prima di tutto sulla partecipazione di Maria al mistero della salvezza. Ma ci sono anche diverse feste mariane, che indicano quanto Maria è vicina a coloro che camminano lungo la via mostrata dal Figlio suo. La Chiesa celebra la Natività della Madonna; la pietà secolare commemora la sua Presentazione al tempio, fatta da Gioacchino ed Anna (21 settembre), nonché venera il suo Cuore Immacolato, totalmente dedito a Dio (sabato dopo la Solennità del Sacro Cuore di Gesú).


Maria resta nell`ombra durante l`attività pubblica di Gesú ma «medita nel suo cuore» le grandi opere di Dio: abbiamo davanti agli occhi il suo silenzio e la sua contemplazione quando celebriamo il giorno della Beata Maria Vergine del Rosario (7 ottobre). La pietà non poteva fare a meno di Maria sotto la Croce e perciò subito dopo la festa dell`Esaltazione della Croce ricordiamo nella liturgia la Beata Vergine Maria Addolorata (15 settembre).


Nel calendario liturgico troviamo anche la commemorazione della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, il tempio mariano piú bello dell`Occidente (5 agosto). I monaci del Monte Carmelo si affidano alla particolare protezione di Maria Vergine, la venerano quale Madre di Dio sul Monte Carmelo (16 luglio), e questa commemorazione si diffonde in tutto il mondo. Le rivelazioni della Madre di Dio a Lourdes (1858) rendono questa località uno dei centri principali dei pellegrinaggi e ciò determinò Pio X a costituire una speciale festa (11 febbraio).


Quasi ogni Chiesa locale ha un suo santuario mariano dove si recano i pellegrini; quasi in ogni calendario locale troviamo una festa mariana propria. E un`antica tradizione della Chiesa che risale ai tempi carolingi glorificare Maria in ogni sabato nel messale troviamo la Messa di «Santa Maria in sabato».


Una volta, Maria cantò nella casa di Elisabetta le parole profetiche: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l`Onnipotente» (Lc 1,48-49a). La Chiesa «in Maria ammira ed esalta il frutto piú eccelso della Redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere» (Sacrosanctum Concilium 103). Essa invita i fedeli a venerare la Madre di Gesú, poiché ella è per tutti il modello del culto reso a Dio, è la maestra della vera pietà.


 


Ave, regina dei cieli,


ave, signora degli angeli;


porta e radice di salvezza,


rechi nel mondo la luce.


 


Godi, vergine gloriosa,


bella fra tutte le donne;


salve, o tutta santa,


prega per noi Cristo Signore.


 


(Liturgia Horarum, I: Ad Completorium, Antiph. fin. de B.V.M.)


 


 


1. Le grandezze di Maria


 


Figlio della Vergine, fa` che io parli della Genitrice tua,


sebbene io confessi che la parola su di lei è superiore a noi.


Un cantico di ammirazione ora a parlar mi muove,


e voi, prudenti, con l`orecchio dell`anima, con amore udite.


Il mistero di Maria si agita in me, perché lo mostri con


ammirazione,


voi, con prudenza, le vostre menti disponete.


La Vergine santissima oggi mi chiama a parlar di lei,


purifichiamo l`udito per il suo bel mistero, perché non sia


disonorato.


Cielo secondo, nel cui seno abita il Signor dei cieli


e da lei splendette per cacciar le tenebre dal mondo.


Benedetta fra le donne, per cui la maledizione della terra fu


sradicata,


e la pena di condanna già da lei ebbe fine e per l`avvenire.


Pudica e casta e di bellezze di santità ripiena,


e piccola (è) per lei la bocca mia perché di lei faccia parola.


Figliuola di poveri, che madre del Signor dei Re è divenuta,


e dette ricchezza al mondo povero perché di essa vivesse.


Nave che dalla casa del Padre tesori e beni ha portato,


e venne a diffondere la ricchezza sulla terra che n`era priva.


Campo buono che, senza seme, covoni dette,


da cui non arato grande provento crebbe.


Eva seconda che tra i mortali la vita ha generato,


e pagò e strappò il chirografo di Eva madre sua.


Fanciulla che all`ava prostrata ha offerto aiuto,


e dalla caduta, cui la spinse il serpente, ha sollevata...


E` piú facile dipingere il sole con la sua luce ed il suo calore,


che con onore parlare del mistero di Maria.


Si può forse in colori comprendere il disco dei raggi,


ma il discorso su di lei dagli oratori non si esaurisce...


Tutte le donne mirò, volendo il Signor nostro in terra scendere,


ed una si scelse che era fra tutte bella.


Quella scrutò ed umiltà e santità trovò in essa,


e bei pensieri ed un`anima della divinità innamorata,


ed un cuor puro e tutti pensieri di perfezione;


e perciò lei scelse pura e di bellezze piena.


Dal luogo suo discese ed abitò nella benedetta delle donne,


perché non v`era al mondo compagna a lei da paragonare.


Sola umile pura bella e immacolata,


ché lei d`esser la madre sua fu fatta degna ed altra no...


Era prudente e piena d`amor di Dio,


poiché non abita il Signor nostro dove non regna amore...


Beata, che lo Spirito Santo accolse e lei purificò, mondò,


e lei tempio fece ed il Signor dei cieli nella sua abitazione dimorò.


Beata, perché sussiste la bellezza grande della sua verginità,


ed il cui nome nei secoli grandemente splende.


Beata colei, per la cui opera, letizia avvenne ai figliuol di Adamo


e per lei i caduti, precipitati dalla casa del Padre, si levarono...


Beata, nel cui seno piccolo e disadorno abitò


il Grande di cui son ripieni i cieli, che per lui son piccoli.


Beata, che partorí l`Antico che generò Adamo,


per la quale si rinnovarono le creature già invecchiate.


 


(Giacomo di Sarug, Hom., 1, passim)


 


 


2. Nessuno si salva senza di te, o Santissima


 


Tu, o purissima e pietosissima Signora, aiuto dei cristiani, rifugio sempre pronto dei peccatori, non ci lasciare senza il tuo soccorso. Abbandonati da te, dove ci rifugeremo? Che sarà di noi, o santissima Madre di Dio, che sei lo spirito e il fiato dei cristiani? Come infatti il respiro è certo segno di vita nel nostro corpo, cosí la presenza ininterrotta del tuo nome sul nostro labbro, pronunziato in ogni circostanza e luogo e tempo, è indizio di vita, di gioie e di soccorso; non solo indizio, ma causa anche Coprici con le ali della tua bontà, sii il nostro presidio con la tua intercessione, assicuraci la vita eterna, tu che sei la speranza infallibile dei cristiani. Lascia, dunque, che noi, che siamo spogli di opere e virtù divine, al vedere la ricchezza di bontà, che Dio ci ha largito per tuo mezzo, diciamo: La terra è piena di misericordia di Dio (Sal 32,5). Per te noi, lontani da Dio a causa dei nostri peccati, abbiamo cercato Dio e, trovatolo, siamo stati salvati. Il tuo aiuto, o Madre di Dio, è così potente, che non abbiamo bisogno di alcun altro avvocato. Conoscendo tutto questo e avendo sperimentato nel pericolo l`abbondanza del tuo soccorso a ogni nostra invocazione, noi tuo popolo, tua eredità, tuo gregge, detto cristiano dal nome di tuo Figlio, ricorriamo a te. Certo, infatti, la tua magnificenza è senza fine, il tuo soccorso è insaziabile. I tuoi doni son senza numero. Nessuno si salva se non per te, o santissima. Nessuno è liberato dal male se non per te, o immacolata. Nessuno riceve un favore se non per te castissima. Nessuno ottiene misericordia se non per te, o benedettissima. Chi, dunque, non ti chiamerà beata? Chi non ti loderà? Chi non ti glorificherà, anche se non quanto meriti, ma certo con tutto il suo impegno, o gloriosa, o benedetta, che hai ricevuto da tuo Figlio Gesú Cristo cose tanto grandi, che tutte le generazioni ti benedicono?


Chi come te, nel senso del tuo unico Figlio, ha cura del genere umano? Chi come te ci difende nelle avversità? Chi ci strappa dalla violenza delle tentazioni con piú prontezza di te? Chi si preoccupa, come te, d`intercedere per i peccatori? Chi si compromette tanto per coloro che non danno nessuna speranza di emendamento? Tu sola, infatti, che godi di fiducia e autorità presso tuo Figlio, sebbene già quasi condannati e incapaci di voltarci verso il cielo, ci salvi con le tue suppliche e ci liberi dal supplizio eterno. Perciò, chi è afflitto, ricorre a te. Chi riceve un torto, si volge a te. Chi è irretito nel male, chiede il tuo aiuto. In te, o Madre di Dio, è tutto incredibile e meraviglioso; tutto supera i confini della natura e della nostra capacità e intelligenza. E anche la tua protezione va al di là di quanto noi possiamo comprendere. Noi, infatti, respinti e nemici di Dio, tu hai riconciliati, per mezzo di tuo Figlio; ci hai unito a Dio e ci hai fatto suoi figli ed eredi. Tu offri ogni giorno la tua mano ai naufraghi del peccato e li salvi dai flutti. Tu, alla sola invocazione del tuo nome, o santissima, respingi gli assalti che il malvagio nemico fa contro i tuoi servi e li salvi e li assicuri. Tu liberi da ogni tribolazione e da ogni specie di tentazione coloro che si volgono a te e li previeni anche, o immacolatissima. Perciò accorriamo premurosi al tuo tempio, nel quale ci sembra di stare in paradiso. In esso, infatti, mentre cantiamo le tue lodi, ci sembra di far parte dei cori degli angeli. Quale stirpe di uomini ha mai avuto un tale splendore, una tale difesa, una tale patrona fuori del solo popolo cristiano? Chi, fissando gli occhi sulla venerabile tua cintura, o Madre di Dio, non si sente riempire di gioia? Chi s`è mai inginocchiato innanzi ad essa e se n`è uscito senza aver ottenuto la grazia che chiedeva? Chi, guardando la tua immagine, non s`è dimenticato subito d`ogni sua avversità? Ma non si può dire a parole di quanta gioia, letizia e piacere sian pieni coloro che vengono a venerare il tuo tempio, dove oggi celebriamo la reposizione della tua cintura e delle fasce di tuo Figlio e nostro Dio.


O urna alla quale noi, bruciati dall`ardore del male, attingiamo la manna del refrigerio! O mensa, grazie alla quale, noi, che morivamo di fame, sovrabbondiamo di pane della vita! O candelabro, per i cui fulgori, noi, che sedevamo nelle tenebre, siamo avvolti da un`immensa luce! Tu hai da Dio la lode che s`addice a te; ma non respingere la nostra, perché indegna e inadeguata, essa è fatta almeno con tutto il nostro amore. Non respingere, o benedettissima, la lode espressa dalle nostre labbra impure, perché nasce da un animo che ti ama. Non disdegnare le parole di una lingua indegna, ma tieni conto del nostro grande amore e ottienici da Dio il perdono dei peccati, la cancellazione di ogni macchia e la gioia della vita eterna. Guarda dal tuo santo trono questa corona di popolo che ti circonda e che ti venera come sua Signora e patrona, che è venuta liberamente a celebrar le tue lodi, o Madre di Dio, e liberala da ogni male con la tua materna attenzione; proteggila da ogni genere di malattia, da ogni genere d`impurità, da ogni torto; colmala di ogni gioia, di salute, di ogni grazia; e al ritorno di tuo Figlio, il clementissimo nostro Signore, quando saremo chiamati innanzi al giudice, col tuo braccio potente - e lo puoi, perché sei sua Madre - fa` in modo che possiamo evitare il fuoco eterno e ottenere l`eternità del paradiso, per gentile dono di tuo Figlio, il Signor nostro Gesú Cristo.


 


(Germano di Costantinopoli, Oratio IX, n. 1829)


 


 


3. La croce è la cattedra di Cristo


 


Dopo che il Signore fu crocifisso e dopo che i soldati si divisero le sue vesti tirando a sorte la tunica, vediamo il seguito del racconto dell`evangelista Giovanni. Questo dunque fecero i soldati. Presso la croce di Gesú stavano sua madre e la sorella di lei, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Vedendo la madre, e accanto a lei il discepolo che egli amava, Gesú disse a sua madre: Donna, ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua madre. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19,24-27). Questa è l`ora della quale Gesú, nel momento di mutare l`acqua in vino, aveva parlato alla madre, dicendo: Che c`è tra me e te, o donna? La mia ora non è ancora venuta (Gv 2,4).


Egli aveva annunciato quest`ora, che non era ancora giunta, e nella quale, morendo, avrebbe riconosciuto colei dalla quale aveva ricevuto questa vita mortale. Allora, quando stava per compiere un`opera divina, sembrava allontanare da sé, come una sconosciuta, la madre, non della divinità ma della sua debolezza umana; al contrario, ora che stava sopportando sofferenze proprie della condizione umana, raccomandava con affetto umano colei dalla quale si era fatto uomo. Allora colui che aveva creato Maria si manifestava nella sua potenza; ora colui che Maria aveva partorito, pendeva dalla croce.


C`è qui un insegnamento morale. Egli stesso fa ciò che ordina di fare, e, come maestro buono, col suo esempio insegna ai suoi che ogni buon figlio deve aver cura dei suoi genitori. Il legno della croce al quale erano state confitte le membra del morente, diventò la cattedra del maestro che insegna. E` da questa sana dottrina che l`Apostolo apprese ciò che insegnava, dicendo: Se qualcuno non ha cura dei suoi, soprattutto di quelli di casa costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele (1Tm 5,8). Chi è piú di casa dei genitori per i figli, o dei figli per i genitori? Il maestro dei santi offrí personalmente l`esempio di questo salutare precetto, quando, non come Dio ad una serva da lui creata e governata, ma come uomo alla madre che lo aveva messo al mondo e che egli lasciava, provvide lasciando il discepolo quasi come un altro figlio che prendesse il suo posto. Perché lo abbia fatto viene spiegato da ciò che segue. Infatti l`evangelista dice: e da quel momento il discepolo la prese in casa sua. E di sé che egli parla. Egli è solito designare se stesso come il discepolo che Gesú amava. E` certo che Gesú voleva bene a tutti i suoi discepoli, ma per Giovanni nutriva un affetto tutto particolare, tanto da permettergli di poggiare la testa sul suo petto durante la cena (cf. Gv 13,23), allo scopo, credo, di raccomandare a noi piú efficacemente la divina elevazione di questo Vangelo che egli avrebbe dovuto proclamare.


Ma in che senso Giovanni prese con sé la madre del Signore? Non era egli forse uno di coloro che avevano detto al Signore: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito (Mt 19,27)? Ma ad essi il Signore aveva anche risposto che qualunque cosa avessero lasciato per seguirlo, avrebbero ricevuto, in questo stesso mondo, cento volte tanto (cf. Mt 19,29). Quel discepolo pertanto conseguiva il centuplo di quello che aveva lasciato, fra cui anche il privilegio di accogliere la madre del donatore. Il beato Giovanni aveva ricevuto il centuplo in quella società, nella quale nessuno diceva proprio qualunque suo bene, in quanto tutto era comune a tutti; come appunto si legge negli Atti degli Apostoli. E cosí gli Apostoli non avevano niente e possedevano tutto (cf. 2Cor 6,10). In che modo, dunque, il discepolo e servo ricevette la madre del suo Maestro e Signore tra i suoi beni, in quella società dove nessuno poteva dire di avere qualcosa di suo? Poco piú avanti, nel medesimo libro, si legge: Quanti possedevano terreni e case, li vendevano e ne portavano il ricavato e lo deponevano ai piedi degli Apostoli; ed esso veniva man mano distribuito a ciascuno proporzionalmente al bisogno (At 4,34-35). Da queste parole si può arguire che a questo discepolo venne assegnato quanto personalmente egli aveva bisogno e in piú quanto gli era necessario per il mantenimento della beata Maria, considerata come sua madre. Non è forse il senso piú ovvio della frase: da quel momento il discepolo la prese in casa sua, che cioè egli prese su di sé l`incarico di provvedere a lei in tutto? Egli se la prese con sé, non nei suoi poderi, perché non possedeva nulla di proprio, ma tra i suoi impegni, ai quali attendeva con dedizione.


 


(Agostino, In Io. Ev. tract., 119, 1-3)


 


 


4. Gesú ci affida la Madre sua


 


Ma le donne stavano là, osservando queste cose, stava là anche la Madre (cf. Gv 19,25), poiché essa, spinta dalla pietà, non si dava pensiero delle proprie sofferenze. Però anche il Signore, sospeso alla croce, disprezzando le proprie sofferenze, con affettuosa sensibilità raccomandava sua Madre (cf. Gv 19,26). Non senza significato, Giovanni ne ha trattato con ricchezza di particolari. Gli altri, infatti, hanno descritto che il mondo fu squassato, che il cielo fu ricoperto di tenebre, che il sole sparí. Matteo e Marco, i quali con maggiore dovizia hanno trattato gli aspetti umani e morali, hanno aggiunto: Dio, Dio mio, guardami! Perché mi hai abbandonato? (Mc 15,34; Mt 27,46; cf. Sal 21,2); affinché noi credessimo che l`aver assunto sopra di sé la condizione umana voleva dire per Cristo giungere fino alla croce. Luca poi sottolineò chiaramente come si accordasse bene il fatto che con sacerdotale intercessione il perdono fu concesso al ladrone, e che, con la stessa bontà, si implorava il perdono per i persecutori Giudei (cf. Lc 23,34).


Giovanni, invece, il quale penetrò piú a fondo nei divini misteri, non a torto ha cercato di dimostrare che Colei, la quale aveva generato Dio, era rimasta vergine. Solo lui, pertanto, mi insegna ciò che gli altri non mi hanno insegnato, che cioè il Crocifisso l`ha chiamata Madre; e cosí ha ritenuto molto piú significativo che il vincitore dei tormenti e delle sofferenze, il vincitore del diavolo, compartisse le dimostrazioni del suo affetto, non che donasse il Regno celeste. Effettivamente, che il ladrone riceva il perdono dal Signore, è segno di profonda pietà; ma lo è molto, molto di piú che la Madre venga onorata dal Figlio.


Non si giudichi però che io abbia cambiato l`ordine, se ho scritto che ha assolto il malfattore prima di nominare la Madre; Egli infatti era venuto per salvare i peccatori (1Tm 1,15); e non trovo sconveniente se, nei miei scritti, ha adempiuto in primo luogo l`incarico che si era assunto, procurando la salvezza ad un peccatore. Del resto è Lui stesso che ha detto: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? (Mt. 12, 48), perché non era venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori (cf. Lc 5,32). Là però era a proposito, ma qui, non immemore della Madre neanche sulla croce, la interpella dicendo: Ecco tuo figlio, e a Giovanni: Ecco tua madre (Gv 19,26-27). Dall`alto della croce Cristo dettava le ultime volontà, e Giovanni, degno teste di un cosí grande testatore, suggellava il suo testamento. Stupendo testamento, che lascia non il denaro ma la vita, che viene scritto non con l`inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente (cf. 2Cor 3,3)...


Mentre gli apostoli fuggivano, Maria, non certo impari ad un compito degno della Madre di Cristo, stava ritta di fronte alla croce e mirava con occhi pietosi le piaghe del Figlio, perché attendeva non la morte del pegno, ma la salvezza del mondo.


 


(Ambrogio, Exp. Ev. Luc., 10, 129-132)


 


 


5. Per la virtù di Cristo l`acqua rigenera il credente


 


Riconosca dunque la fede cattolica la propria nobiltà nell`umiltà del Signore e la Chiesa, corpo di Cristo, trovi la propria gioia nei misteri della sua salvezza: in effetti, se il Verbo di Dio non si fosse fatto carne e non avesse abitato in mezzo a noi (cf. Gv 1,14); se il Creatore in persona non fosse disceso verso la sua creatura per unirsi ad essa, riconducendo, con la sua nascita, l`umanità invecchiata verso un nuovo inizio, la morte regnerebbe da Adamo sino alla fine (cf. Rm 5,14), e su tutti gli uomini peserebbe una condanna senza appello, essendo la nascita di per sé e per tutti la causa comune della loro rovina. Ecco perché, unico tra i figli degli uomini, il Signore Gesú è nato innocente, essendo stato lui solo concepito senza la bruttura della concupiscenza della carne. Si è fatto uomo della nostra razza affinché noi divenissimo partecipi della natura divina (cf. 2Pt 1,4). Lo zampillo di vita che ha preso nel seno della Vergine, egli lo ha trasfuso nel fonte battesimale, egli ha dato all`acqua ciò che aveva dato a sua madre: infatti, la potenza dell`Altissimo e l`ombra dello Spirito Santo (cf. Lc 1,35), che hanno fatto sí che Maria mettesse al mondo il Salvatore, fanno sí che anche l`acqua rigeneri il credente.


 


(Leone Magno, Orat. 25, 5)


 


 


6. La grazia adegua il peccato


 


Attraverso gli stessi passi, per i quali era caduta la natura umana, essa è stata riparata dal Signore Gesú Cristo. Adamo superbo, Cristo umile; per una donna la morte, per una donna la vita; per Eva la rovina, per Maria la salvezza. Quella ingannata seguì il seduttore, questa integra generò il Salvatore. Quella volentieri accettò il veleno propinatole dal serpente e lo passò al marito, e ambedue meritarono la morte; questa ripiena di grazia celeste, generò la vita, che dà alla carne morta la forza della resurrezione. Chi ha potuto far questo, se non il figlio d`una vergine e sposa di vergini? Colui che poté dare fecondità alla madre, senza toglierle la verginità. Ciò che diede a sua madre, lo donò anche alla sua sposa, la Chiesa. Perciò la santa Chiesa, che è unita a lui, vergine a vergine, partorisce ogni giorno nuovi figli, ed è vergine.


 


(Quodvultdeus, De Symbolo, 4, 4)


 


 


7. Maria, la nuova Eva, è Madre dei viventi


 


Essa è Eva, la madre di tutti i viventi (cf. Gen 3,20). In realtà, se puoi capire il senso di quelle parole: Cercare il vivente tra i morti (Lc 24,5), comprenderai che i morti sono coloro che sono senza Cristo, e non partecipano alla vita, cioè non partecipano a Cristo, perché Cristo è la vita (cf. Gv 14,6). Ecco perché la Chiesa è madre dei viventi (cf. Gal 4,26), e Dio l`ha edificata sullo stesso Cristo Gesú, quale pietra d`angolo nel quale tutta la costruzione, ben compaginata, cresce fino a formare un tempio.


Venga allora Iddio, edifichi la donna: la prima, come collaboratrice di Adamo, e la seconda, di Cristo; non perché Cristo cerchi un aiuto, ma perché noi cerchiamo e desideriamo di giungere nella grazia di Cristo per mezzo della Chiesa. Essa viene tuttora edificata, tuttora viene formata, tuttora la donna viene plasmata, e tuttora creata. Per questo la Scrittura ha coniato una parola nuova, dicendo che noi siamo sopra-edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti (cf. Ef 2,20). E tuttora l`edificio spirituale si innalza in un sacerdozio santo. Vieni, Signore Iddio, costruisci questa donna, costruisci la città. Venga anche il tuo servo; a te infatti io credo, quando dici: Egli costruirà la mia città (Is 45,13).


Ecco la donna, che è madre di tutti, ecco l`edificio spirituale, ecco la città che vive per l`eternità, poiché ignora la morte.


 


(Ambrogio, Exp. Ev. Luc., 2, 86-88)


[Modificato da Coordin. 19/11/2014 08:54]