00 03/02/2010 18:40
(Ongene, Omelie su Luca 8, 1-4, PG 13, 1820-1821)

"L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE"

Due facoltà, l'anima e lo spirito, esprimono una duplice lode. L'anima celebra il Signore mentre lo spirito loda Dio; non perché la lode al Signore sia diversa dalla lode a Dio, dal momento che colui il quale è Dio è anche il Signore e colui che è il Signore è anche Dio.

Ci domandiamo in qual modo l'anima possa magnificare il Signore. Se il Signore infatti non può essere soggetto ne alla crescita ne alla diminuzione, essendo colui che è, per quale motivo dice ora Maria: "L'anima mia magnifica il Signore"?

Se considero che il Signore e Salvatore è " l'immagine del Dio invisibile " (Col 1,15) e se constato che la mia anima è fatta " a immagine del Creatore" (Gn 1,27) per essere l'immagine dell'immagine (in effetti la mia anima non è propriamente l'immagine di Dio, ma è stata formata a somiglianzà dell'immagine primitiva), in tal caso potrò comprendere la cosa ponendola in questi termini: alla stregua di coloro che dipingono immagini e che, dopo aver scelto, ad esempio, il volto di un rè, rivolgono la loro abilità artistica a copiare un unico modello, così ognuno di noi, trasformando la propria anima a immagine di Cristo, riproduce un'immagine di lui più o meno grande, talvolta trascurata e sporca, tal altra nitida e luminosa e rispondente all'originale.

Perciò, quando avrò reso più grande l'immagine dell'immagine, vale a dire la mia anima, e l'avrò magnificata con le opere, con il pensiero, con la parola, allora l'immagine di dìo diventa più grande e lo stesso Signore, di cui l'anima è l'immagine, viene magnificato nella nostra stessa anima. E come il Signore cresce nella nostra immagine, così, se siamo peccatori, egli diminuisce e decresce.

Parlando in modo più preciso, il Signore ne diminuisce ne decresce. Siamo noi che, invece di indossare l'immagine del Salvatore, ci rivestiamo di altre immagini. Al posto dell'immagine del Verbo, della sapienza, della giustizia e di tutte le altre virtù, assumiamo le sembianze del demonio, al punto di poter essere chiamati "serpenti, generazione di vipere" (Mt 23,33). Indossiamo anche la maschera del Icone, del drago e delle volpi, allorché diventiamo crudeli, velenosi, astuti; e perfino quella del ca-prone, quando siamo troppo inclinati verso Ì piaceri dei sensi.

Ricordo di aver detto un giorno, spiegando il passo del Deuteronomio in cui sta scritto: " Non fate alcuna immagine di uomo o di donna, nessuna immagine di animale" (Dt 4,16-17), che, essendo " la legge spirituale " (Rm 7,14), alcuni si formano a immagine d'uomo, altri di donna, altri rassomigliano agli uccelli, ai rettili e ai serpenti; altri infine rassomigliano a Dio. Chi ha letto quella spiegazione comprenderà in qual modo si debbano intendere queste parole.

Orbene, dapprima l'anima di Maria magnifica il Signore e, dopo, il suo spirito esulta in Dio. Ciò significa che, se prima non siamo cresciuti, non possiamo esultare.