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"Occorre prendere coscienza che il comunismo non è stato una parentesi nella storia contemporanea, che, come tale, non avrebbe lasciato traccia nel costume e nella mentalità dei popoli. Esso è stato il punto terminale di un lungo processo rivoluzionario, che si è sedimentato nella coscienza e negli atteggiamenti, alimentando la cultura del sospetto e la prassi della menzogna, oltre che, nei paesi caduti sotto il suo controllo, dell'oppressione e della violenza. Esso si è impiantato con la tecnica della sovversione e del complotto, ingenerando intorno a sè paura per i suoi metodi brutali e simpatia per la sollecitazione e l'intronizzazione dell'orgoglio che arde nell'animo di ciascun uomo".
(Mauro Ronco, Ottobre i 999: a margine del 'dossier' Mitrokin, in Cristianità, anno XXVII, n. 294, ottobre 1999, p. 3).