Riflessione sulla richiesta del giovane ricco a Gesù: cosa devo fare per avere la vita eterna?.
Alla risposta di Gesù,
«Il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze». Chi considera le sue ricchezze il bene superiore, non potrà mai entrare in comunione con Gesù.
Quando il benestante si spoglia di certa ricchezza, si riveste della ricchezza di Dio. Cosa bisogna fare per salvarsi? Questa era la preoccupazione del giovane, ottima valutazione, ma purtroppo per lui, non volle obbedire al comando di Gesù.
Nel Vangelo di oggi Gesù và oltre, e dà una affermazione forte: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Bisogna avere chiaro che Gesù non è oppositore dei ricchi, anzi desidera che ogni essere umano viva con molta dignità, ma è evidente che il ricco pensa più ai beni materiali che al Bene supremo.
Se uno possiede molte ricchezze, non può avere l’umiltà per pregare.
Gesù non condanna l’uomo ricco, sono le sue ricchezze a rovinarlo, ricchezze che occupano il cuore e lo schiavizzano. Le ricchezze trasformano l’uomo in egoista, lo accecano e lo trasformano, trascinandolo anche a litigi pesanti con familiari e parenti per spartire l’eredità.
È facile accorgersi con quale agitazione vivono molti ricchi, preoccupati solo dalle cose umane, incapaci di alzare il cuore e la mente in alto per ringraziare Dio.
È un dovere logico ringraziare Dio per le ricchezze ottenute. Chi lo fa?
Sono i poveri e i semplici a ringraziare Gesù per il poco che hanno.
Ho letto che la sorella del calciatore inglese supemilionario Beckam, ha chiesto un assegno sociale, un sussidio statale di 200 dollari a settimana, in pratica quelli che lui guadagna in 2 secondi. Una notizia curiosa, lui e la moglie facevano spese folli in Italia, alle volte spendevano in un giorno oltre 30 mila euro in oggetti d’oro e regali superflui. Facevano conoscere ai giornalisti queste spese come se fossero opere eroiche. Immaturità o qualcos’altro? E non aveva alcuna preoccupazione per la sorella.
E pensare che ci sono moltissime persone che hanno difficoltà a comprare il pane, anche in Italia, o non riescono a pagare le bollette, non possono vivere in modo dignitoso. Chi si preoccupa di loro?
.Dio ha dotato la terra di risorse e potenzialità produttive in abbondanza per tutti, ma noi uomini abbiamo stravolto il concetto di equa ripartizione di tali beni che sono di tutti, anzi i ricchi continuano ad accaparrarsi le risorse delle terre dei poveri del terzo mondo: una vera ingiustizia mondiale. Dio soffre per l’ingiustizia e tutta la creazione geme in attesa che venga il giorno in cui tutto sarà ricostituito secondo il disegno originario.
Intanto noi siamo chiamati tutti a dare il nostro contributo personale e sociale. È una grande opera quella svolta da tante associazioni di volontariato cattolico, soprattutto dalle parrocchie, ma bisogna fare di più.
Ognuno di noi, per quanto è possibile, deve fare di più.