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“La vera causa dell’attuale crisi economica non è derivante dall’avidità del sistema bancario, né dalla corruzione dei governi o da altre cause esterne, ma dipende quasi esclusivamente dal crollo demografico che ha colpito i Paesi avanzati fin dall’inizio degli anni settanta”. Lo ha detto Ettore Gotti Tedeschi, presidente dell’Istituto Opere Religiose (IOR), intervenendo a Roma sabato 16 ottobre ad un seminario su “Il libero mercato e la cultura del bene comune” organizzato dal Progetto Markets, Culture and Ethics della Pontificia Università della Santa Croce.  Secondo il presidente dello IOR, il crollo demografico determinato da politiche che hanno favorito aborti, divorzi, contraccezione, ha manifestato una cultura nichilista in cui l’umanità si è persa. Senza crescita demografica non c’è crescita economica, così le istituzioni finanziarie e politiche hanno operato dei trucchi sulla realtà per continuare a far crescere il Prodotto Interno Lordo (PIL) favorendo un processo di indebitamento che ha colpito soprattutto le famiglie.

Gotti Tedeschi ha raccontato di come la cultura nichilista abbia diffuso fin dal 1968 le teorie neomalthusiane, indicando nella crescita demografica il peggiore dei mali. Teorie e paure che hanno condizionato pesantemente le istituzioni internazionali e le politiche dei governi, con risultati che sono all’origine della crisi economica e che si sono rivelati devastanti per l’economia e per lo sviluppo dell’umanità.

“La crescita dell’umanità non ha mai minacciato lo sviluppo, al contrario lo ha favorito”, ha affermato Gotti Tedeschi, ricordando che anche le Nazioni Unite in un rapporto del 2002 hanno spiegato che la popolazione mondiale tra il 1900 ed il 2000 era cresciuta di quattro volte, ma che il PIL mondiale era cresciuto nello stesso periodo di 40 volte.

Il noto economista ha spiegato che con il verificarsi del crollo delle nascite, il PIL mondiale è cominciato a decrescere ed i costi fissi ad aumentare. La mancanza di giovani e la crescita percentuale di anziani e pensionati ha fatto crescere le spese sanitarie e quelle dei sistemi pensionistici. Per sopperire alla mancata crescita demografica, le economie avanzate hanno aumentato le tasse e incrementato i costi, praticando politiche di credito facile e a basso interesse e indebitando le famiglie in maniera vertiginosa.

La riduzione del risparmio e la crescita del debito delle famiglie è più o meno simile in tutti i Paesi avanzati che hanno adottato politiche di decrescita demografica.

In questo contesto il noto banchiere si è chiesto se si può vivere senza crescita demografica ed ha risposto: “Forse sì, ma si deve tirare la cinghia, prepararsi a pensioni da fame e stare molto attenti alla proposizione del testamento biologico e a coloro che parlano di vita non degna di essere vissuta”.

“Senza crescita demografica, - ha spiegato - si produce meno PIL e si investe meno in tecnologie e ricerca, crescono le tasse e si riducono gli investimenti. Crollano gli asset finanziari disponibili per il mercato. Si rinuncia all’aiuto ai Paesi Poveri. Ci sarà meno budget per problemi contingenti. Altri Paesi con una visione molto differente del valore delle persona umana cresceranno e domineranno il mondo, avremo una vera invasione di immigrati in tempi brevi”.

Per questi motivi l’unica via realistica di uscire dalla crisi è quella di tornare ad una sostenuta crescita demografica e ad un aumento reale del PIL.