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UN EVENTO ECCEZIONALE

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    AmarDio
    19/01/2010 23:45
     

    UN EVENTO STRAORDINARIO


    Il giorno 21 settembre 2002 penso sia stato uno dei giorni più indimenticabili della mia vita. Senza dubbio, per me il più singolare, per l’evento eccezionale a cui ho assistito.

    Non mi era mai capitato infatti di partecipare alla professione dei voti perpetui di una suora di clausura e credo che anche per altri questo non sia un fatto tanto frequente. Ma in questa rara occasione per noi, a prendere i voti, era oltretutto una nostra cara amica e sorella nella fede, che ora ha preso il nome di suor Elisabetta di Gesù.

    Nel mio paese pochi si sarebbero aspettati che questa giovane avrebbe fatto questa scelta, data la sua vivacità, il suo modo sempre allegro di stare con gli altri.

    Pochi avrebbero immaginato che sarebbe riuscita a superare il periodo di noviziato durato ben sei anni, durante i quali invece aveva ripetutamente rinnovato con fermo proposito i voti temporanei in vista di quelli definitivi.


    Circa 120 persone della mia parrocchia, ci siamo recati nel monastero delle carmelitane scalze di Terni, per condividere questo momento importantissimo sia per la comunità claustrale carmelitana, che per la nostra comunità parrocchiale, in cui suor Elisabetta è cresciuta e si è formata.

    Durante il viaggio abbiamo pregato e cantato già pensando a quanto avremmo avuto la gioia di vivere in quel giorno.

    Un’ emozione indescrivibile pervadeva la piccola chiesetta del monastero.

    Davanti a noi, suor Elisabetta di Gesù esprimeva con voce convinta e resoluta il suo “Eccomi” . Il viso di molti era rigato dalle lagrime, e io stesso, che non mi commuovo facilmente, quel giorno non sono riuscito a trattenermi. Poi è seguita la professione dei voti di povertà, di castità e di obbedienza che dovranno contrassegnare ormai l’intera esistenza di questa nostra sorella in Cristo: e per questo la preghiera si è fatta più intensa e partecipata: ognuno si rendeva conto della portata di questo impegno soprattutto tenendo conto del suo carattere definitivo, espresso davanti alla comunità ecclesiale e alle consorelle.

    Il vescovo ha rivolto con grande gioia parole che tracciavano già il percorso della vita monastica e ha saputo far gustare a tutti in modo meraviglioso il significato di ciò che stava avvenendo.

    Sono trascorse due ore in un baleno, assorbiti completamente da quanto lì si celebrava e che porteremo per sempre nella memoria e nel nostro cuore. L’abbraccio finale per tutti che è stato consentito a suor Elisabetta di Gesù, ha completato la nostra gioia.


    Forse non tutti riescono ad accettare l’idea di questa scelta. Gli stessi genitori, in un primo momento avevano cercato di dissuaderla, ma inutilmente. Poi hanno compreso la sua convinzione e le hanno dato la possibilità di provare, "sperando" in un suo ripensamento per le difficoltà che avrebbe dovuto superare. Ma a quanto pare né la separazione da tutti i divertimenti e dei mezzi di svago, né la mancanza degli affetti di familiari e amici, e neppure l’attrattiva di formarsi una famiglia propria, sono riusciti a farle cambiare idea. Mi preme ricordare una particolare prova che suor Elisabetta ha dovuto affrontare durante questo tempo di noviziato: il distacco dal papà che è stato colpito da una improvvisa e grave malattia durata molti mesi e durante i quali essa ha potuto solamente gemere interiormente vegliando con la propria preghiera e il proposito di affidarlo al Signore che lo ha voluto con sé.

    Alcuni non riescono a comprendere come si possa desiderare di vivere per tutta la vita, nella concretezza, questo distacco da tutto e da tutti per vivere in assoluta e radicale dedizione al Signore. Riflettevo in questi giorni a quell’espressione del Cantico dei Cantici: “Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata” (4,12). Nella clausura queste parole sembrano ancora più calzanti per esprimere quanto il Signore gioisca di un amore totale, esclusivo per Lui solo, per Lui che ha dato tutto se stesso per ciascuno di noi, amandoci fino alla fine. Il vescovo durante l’omelia, ci ha ricordato quella espressione del divino Sposo : “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.”

    Perché dovremmo meravigliarci che Egli continui a chiamare, per seguirlo nella totale dedizione a Lui e al Suo Amore, o dovremmo stupirci se qualcuno risponde a questa chiamata?

    Certo, nella Chiesa esistono tanti ordini religiosi, ognuno con un carisma e con una specifica vocazione ad amare e servire Dio nel prossimo. Questo lo si può fare in tanti modi: ma certamente uno dei modi più efficaci e fruttuosi è proprio quello di vivere in sempre maggiore intimità con il Signore e da Lui ottenere quanto occorre di più a tutti, per mezzo della preghiera, in quanto senza di Lui non possiamo fare assolutamente nulla.


    Desidero riportare quanto essa mi disse circa un anno fa, al suo quinto anno di noviziato:

    …per il resto la mia vita di carmelitana prosegue abbastanza bene: ancora non riesco a credere di trovarmi in un posto così bello, e non capisco la “follìa” di Dio che, pur conoscendomi, mi ha scelto per una strada tanto bella. Le difficoltà non mancano, è vero, …il lavoro è veramente tanto, ma con noi c’è Lui, e tutto, anche la cosa più triste o ripugnante, diventa bello, diventa facile.

    Come vorrei che il mondo sapesse come è bello e quanto dà gioia l’amarsi scambievolmente e il vivere in comunione, nonostante le differenze, nonostante le mancanze di ognuno. Più passa il tempo e più mi rendo conto che questo amore può venire solo da Dio, che questo amore è Dio stesso, e che il mondo, la gente, ne ha tanto bisogno…e non lo sa!

    Quando ero ancora a casa e pensavo alla mia vocazione, mi affascinava sapere che in clausura, non avrei saputo neanche se le mie preghiere erano esaudite o meno. Ora capisco che anche questo è un sacrificio, ma capisco anche che non sono io ad operare, non sono io che salvo il mondo. E’ Gesù il Salvatore, e quindi è giusto che tutto sia nelle sue mani..ed anch’io rimanga nelle sue mani!

    ….ti invito alla mia professione solenne (che sogno ad occhi aperti) nel 2002.


    Ecco che questo è ormai avvenuto e la nostra cara sorella è diventata ormai per sempre sposa di Cristo.

    Perciò ritengo che dovremmo essere infinitamente grati al Signore di aver suscitato questa straordinaria vocazione, ancor più perché ora abbiamo la certezza che suor Elisabetta di Gesù pregherà per tutti noi.

    Che il Signore suo divino Sposo la benedica, la preservi da ogni male e la tenga per mano lungo tutto il cammino della vita.


    Con fraterno affetto

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    AmarDio
    10/07/2010 11:09
    Tempo fa siamo tornati a trovare la nostra cara sorella Carmelitana e, abbiamo avuto la possibilità di registrare con questo video, le voci delle suore che cantavano il Gloria nella Messa dal loro angolo riservato .

    [Modificato da Credente 15/12/2019 15:48]