00 17/01/2010 19:02

Sezione 3

Comunità

Art. 15

[Dimensione comunitaria e convivenza]

§ 1. L’educazione alla vita comunitaria è uno dei compiti fondamentali

dell’iniziazione cristiana.
55 Il Neocatecumenato educa ad essa in modo graduale e costante

mediante l’inserimento in una piccola comunità aperta alla vita della comunità

parrocchiale e di tutta la Chiesa.

§ 2. Momento particolare di tale educazione è la giornata mensile di convivenza di

ogni comunità neocatecumenale. In essa, dopo la celebrazione delle Lodi, si comunica

l’esperienza di ciò che la grazia di Dio sta compiendo nella propria vita e si manifestano

le eventuali difficoltà, nel rispetto della libertà delle coscienze delle persone. Questo favorisce

la conoscenza e l’illuminazione reciproca e il mutuo incoraggiamento, nel vedere

l’operare di Dio nella storia di ciascuno.

§ 3. La comunità aiuta i neocatecumeni a scoprire il loro bisogno di conversione e di

maturazione nella fede: la diversità, i difetti, le debolezze mettono in evidenza

l’incapacità di amare l’altro così com’è, distruggono i falsi ideali di comunità e fanno

sperimentare che la comunione (koinonia) è opera dello Spirito Santo.56

Art. 16

[L’esperienza della koinonia e i frutti della comunità]

§ 1. Nella misura in cui i neocatecumeni crescono nella fede, cominciano a manifestarsi

i segni della
koinonia: il non giudicare, la non resistenza al malvagio, il perdono el’amore al nemico.57 La koinonia si visibilizza anche nel soccorso ai bisognosi, nella

sollecitudine per i malati, per i sofferenti e per gli anziani e nel sostegno, per quanto

possibile, di coloro che sono in missione, secondo quanto indicato negli Orientamentialle Équipes di Catechisti

. I neocatecumeni vengono gradualmente formati a un sempre

più profondo spirito di comunione e di aiuto reciproco.

§ 2. Il Neocatecumenato forma così progressivamente nella parrocchia un insieme di

comunità che rendono visibili i segni dell’amore nella dimensione della croce
58 e dellaperfetta unità,59 e in tal modo chiamano alla fede i lontani e preparano i non cristiani a

ricevere l’annuncio del Vangelo.

§ 3. Il Cammino Neocatecumenale è offerto quindi come strumento atto ad aiutare la

parrocchia a compiere sempre più la missione ecclesiale di essere sale, luce e lievito del

mondo,60 e a risplendere davanti agli uomini come Corpo visibile di Gesù Cristo risor-

55 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 86.

56 Cfr. Ibidem, 253: «La comunità cristiana è la realizzazione storica del dono della “comunione” (koinonia),

che è un frutto dello Spirito».

57 Cfr. Lc 6,27-37; Mt 5,38-48.

58 Cfr. Gv 13,34-35: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così

amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli».

59 Cfr. Gv 17,21: «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo

creda che tu mi hai mandato».

60 Cfr. Mt 5,13-16; 13,33.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 13 di 25

to,61 sacramento universale di salvezza.62

Art. 17

[Iniziazione alla missione]

§ 1. «La catechesi rende il cristiano idoneo a vivere in comunità e a partecipare attivamente

alla vita e alla missione della Chiesa».
63 I neocatecumeni sono iniziati a «essere

presenti da cristiani nella società»64 e «a prestare la loro cooperazione nei differenti

servizi ecclesiali, secondo la vocazione di ciascuno».65

§ 2. I neocatecumeni collaborano «attivamente all’evangelizzazione e

all’edificazione della Chiesa»
66 innanzitutto essendo ciò che sono:67 il loro proposito di

vivere in modo autentico la vocazione cristiana si traduce in una testimonianza efficace

per gli altri, in uno stimolo alla riscoperta di valori cristiani che potrebbero altrimenti

restare quasi nascosti.

§ 3. Dopo un certo tempo di Cammino,
68 ogni comunità neocatecumenale indica mediante

votazione alcuni fratelli perché svolgano il compito di catechisti. Sono scelti tra

coloro che danno garanzie di vita di fede e morale, partecipano al Cammino e alla vita

della Chiesa e sono in grado di dare testimonianza, grati dei beni ricevuti attraverso il

Cammino Neocatecumenale. Questi, se accettano tale designazione, e previa approvazione

da parte del Parroco e dei catechisti che guidano la comunità, costituiscono, insieme

al presbitero e al responsabile della comunità, un’équipe di catechisti, per evangelizzare

e guidare nuove comunità, sia nella propria che in altra parrocchia, o in altra diocesi,

69 in cui i rispettivi parroci o Ordinari diocesani lo richiedono. I catechisti vengono

convenientemente formati (cfr. art. 29).

§ 4. I neocatecumeni collaborano all’azione missionaria e pastorale della parrocchia

e della diocesi. Prima della “
Redditio symboli”,70 tenuto conto della loro maturità di fede,

coloro che lo desiderano offrono la propria cooperazione; dopo, come frutto della

riscoperta della missione del cristiano, i neocatecumeni partecipano nei differenti servizi

ecclesiali, secondo la vocazione di ciascuno.

Art. 18

[Iniziazione e formazione alla vocazione sacerdotale]

§ 1. Il Cammino Neocatecumenale, come ogni vero itinerario di catechesi, è anche

61 Cfr. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Cost. dogm. Lumen Gentium, 7-8.

62 Cfr. IDEM, Cost. dogm. Lumen Gentium, 48; IDEM, Cost. past. Gaudium et Spes, 45.

63 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 86.

64 Ibidem.

65 Ibidem; cfr. can. 210 C.I.C.; can. 13 C.C.E.O.

66 OICA, 19, 4.

67 Cfr. PAOLO VI, Udienza generale, 8 maggio 1974, in Notitiae, 95-96 [1974], 230: «Questo proposito, mentre

per voi è un modo autentico di vivere la vocazione cristiana, si traduce anche in una testimonianza efficace per gli

altri – fate dell’apostolato
solo perché siete quello che siete – in uno stimolo alla riscoperta e al recupero di valori

cristiani veri, autentici, effettivi che potrebbero altrimenti restare quasi nascosti, sopiti e quasi diluiti nella vita ordinaria

».

68 Di solito dopo il secondo scrutinio di passaggio al catecumenato post-battesimale.

69 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 268.

70 Cfr. art. 20, 2ª.

STATUTO DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE 11 maggio 2008, solennità di Pentecoste

www.camminoneocatecumenale.it pag. 14 di 25

un «mezzo per suscitare vocazioni sacerdotali e di particolare consacrazione a Dio nelle

diverse forme di vita religiosa e apostolica e per accendere nel cuore dei singoli la vocazione

speciale missionaria».71

§ 2. Il Cammino Neocatecumenale è anche uno strumento che si offre al servizio dei

Vescovi per la formazione cristiana dei candidati al presbiterato.

§ 3. I Seminari diocesani e missionari “Redemptoris Mater” sono eretti dai Vescovi

diocesani, in accordo con l’Équipe Responsabile internazionale del Cammino, e si reggono

secondo le norme vigenti per la formazione e l’incardinazione dei chierici diocesani72

e secondo statuti propri, in attuazione della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis.

73 In essi i candidati al sacerdozio trovano nella partecipazione al Cammino

Neocatecumenale un elemento specifico e basilare dell’iter formativo e, al contempo,

sono preparati alla «genuina scelta presbiterale di servizio all’intero Popolo di Dio, nella

comunione fraterna del presbiterio».74

§ 4. Spetta al Vescovo diocesano nominare, su presentazione dell’Équipe Responsabile

internazionale del Cammino, il Rettore e gli altri superiori ed educatori dei Seminari

diocesani e missionari “Redemptoris Mater”. Il Rettore, a nome del Vescovo e in

stretto legame con lui, sovrintende agli studi dei seminaristi e al loro itinerario formativo,

e accerta l’idoneità dei candidati al sacerdozio.