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Pensieri tratti dagli scritti di S.Agostino

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    AmarDio
    00 14/01/2010 13:31

    La somma opera dell'uomo è soltanto lodare Dio. Nella sua bellezza egli vuole esserti gradito, e a te spetta lodarlo rendendogli grazie. Se la tua preoccupazione non sarà lodare Dio, allora incominci ad amare te stesso; e farai parte di coloro dei quali l'Apostolo dice: Saranno uomini che amano se stessi.

    Sii sgradito a te stesso, ti sia gradito colui che ti ha fatto; perché così ti sarà sgradito ciò che tu hai fatto a te medesimo. La tua opera sia la lode di Dio, prorompa il tuo cuore in una buona parola. Di' dunque: l'opera tua al re; perché tu la dica il re ti ha fatto, ed egli stesso ti ha dato di che offrire a lui. Restituiscigli ciò che è suo: non andartene lontano, presa la parte del tuo patrimonio, a dissiparlo con prodigalità in compagnia delle meretrici, e a pascere i porci. Ricordatevi di questo dal Vangelo. Ma anche per noi è detto: Era morto, ed è risuscitato; si era perduto ed è stato ritrovato.


    (s.Agostino in Esposizioni salmi)

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    Coordin.
    00 09/02/2010 22:23
    Poco ti ama, Signore, chi con Te,
    ama qualcosa che non ama per Te


    [Modificato da Credente 12/10/2012 21:35]
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    AmarDio
    00 26/02/2010 21:25
    Tardi T'amai
    bellezza così antica,
    così nuova,
    tardi t'amai!
    Ed ecco,
    tu eri dentro di me
    ed io fuori di me
    ti cercavo
    e mi gettavo
    deforme
    sulle belle forme
    della tua creazione…
    Tu hai chiamato
    e gridato,
    hai spezzato la mia sordità,
    hai brillato
    e balenato,
    hai dissipato la mia cecità,
    hai sparso la tua fragranza
    ed io respirai,
    ed ora anelo verso di te;
    ti ho gustata
    ed ora
    ho fame e sete,
    mi hai toccato,
    ed io arsi
    nel desiderio
    della tua pace

    (SANT'AGOSTINO, Le Confessioni, X, 27)
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    Credente
    00 21/06/2010 22:18
    Se non hai capito, credi.
    L’intelligenza è frutto della fede.
    Non cercare dunque di capire per credere,
    ma credi per capire.
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    AmarDio
    00 12/07/2010 22:53
    “Che cosa amo quando amo te?”, si chiedeva sant’Agostino. “Amo una certa luce, una voce, un profumo, un cibo e un amplesso che sono la luce, la voce, il profumo, il cibo, l’amplesso dell’uomo interiore che è in me, dove splende alla mia anima una luce che nessun fluire di secoli può portar via, dove si espande un profumo che nessuna ventata può disperdere, dove si gusta un sapore che nessuna voracità può sminuire, dove si intreccia un rapporto che nessuna sazietà può spezzare. Tutto questo io amo quando amo il mio Dio”.
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    Credente
    00 21/02/2011 09:42
    Se senti vacillare la tua fede per la violenza della tempesta,
    calmati, Dio ti guarda.

    Se ogni ora che passa cade nel nulla senza più ritornare,
    calmati, Dio rimane.

    Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza,
    calmati, Dio perdona.

    Se la morte ti spaventa e temi il mistero e la notte,
    calmati, Dio risveglia.

    Lui ascolta quando nulla ci risponde,
    è con noi quando ci crediamo soli
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    Credente
    00 25/06/2011 23:52
    "Non da altro infatti sono nate le eresie, se non da questo: che le Scritture, ottime in sé, vengono fraintese, e che quanto in esse è stato frainteso, viene sostenuto con temeraria audacia".

     (S. Agostino, Trattati su San Giovanni, 18, c. 1)"
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    Credente
    00 31/01/2012 23:19
    tratto da La vera religione
    6. 10. La Chiesa cattolica, diffusa saldamente ed ampiamente per tutta la terra, si serve di tutti gli erranti per i propri fini e per farli redimere, se vorranno svegliarsi. Si serve infatti dei gentili come terreno di proselitismo, degli eretici a riprova della propria dottrina, degli scismatici a dimostrazione della propria stabilità, dei Giudei come termine di confronto per la propria eccellenza. Pertanto invita i primi ed esclude i secondi, abbandona gli altri ed oltrepassa gli ultimi; a tutti comunque dà la possibilità di partecipare alla grazia di Dio, sia che si tratti ancora di formare o di correggere, sia che si tratti di recuperare o di accogliere. Nei confronti poi dei suoi membri carnali, cioè di coloro che vivono e giudicano secondo la carne, li tollera come la pula protegge il frumento nell'aia fino a che esso non venga liberato di tale protezione.

     Ma, siccome in quest'aia ciascuno è pula o frumento a seconda della sua volontà, il peccato o l'errore di ciascuno viene tollerato fino a che egli non trovi un accusatore o non difenda la sua perversa opinione con tenace animosità. Gli esclusi, infine, o ritornano perché pentiti oppure, facendo cattivo uso della libertà, si perdono nella dissolutezza per ammonirci ad essere vigili; oppure suscitano scismi per mettere a prova la nostra pazienza; oppure escogitano qualche eresia per offrirci l'opportunità di saggiare la nostra intelligenza. Questa è la sorte dei cristiani carnali, che non fu possibile né correggere né tollerare.

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    Credente
    00 31/01/2012 23:21
    Siccome è stato detto con assoluta verità che è necessario che vi siano molte eresie, perché risulti manifesto chi sono i veri credenti tra voi serviamoci anche di questo beneficio della divina Provvidenza. Gli eretici infatti sorgono fra quegli uomini che errerebbero ugualmente, anche se restassero nella Chiesa. Per il fatto che ne sono fuori, invece sono di grande giovamento, non certo perché insegnano il vero che non conoscono, ma perché spingono i cattolici carnali a cercarlo e i cattolici spirituali a renderlo manifesto. Nella santa Chiesa sono moltissimi gli uomini cari a Dio ma essi restano tra noi sconosciuti almeno fino a che, trovando noi piacere nelle tenebre della nostra ignoranza, preferiamo dormire piuttosto che contemplare la luce della verità. E però sono molti quelli che sono svegliati dal sonno ad opera degli eretici, perché vedano il giorno del Signore e ne gioiscano. Serviamoci dunque anche degli eretici, non per condividerne gli errori, ma per essere più vigili e scaltri nel difendere la dottrina cattolica contro le loro insidie, anche se non siamo capaci di ricondurli alla salvezza.
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    Coordin.
    00 07/05/2012 09:20
    ♥ Due amori hanno fondato due città:
    l'amore di sè fino al disprezzo di Dio e
    l'amore di Dio fino al disprezzo di sè...
    La città terrena, dominata dalla voglia di
    dominare, e la città di Dio, dominata dal
    desiderio di servire.
    ( La città di Dio 14,28)
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    Credente
    00 18/07/2012 16:10
    Se mi ami non piangere
    (Sant'Agostino)

    Se conoscessi il mistero immenso
    del Cielo dove ora vivo, 
    questi orizzonti senza fine, 
    questa luce che tutto investe e penetra, 
    non piangeresti se mi ami! 
    Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio
    nella sua sconfinata bellezza. 
    Le cose di un tempo sono così piccole al confronto! 
    Mi è rimasto l'amore di te, 
    una tenerezza dilatata 
    che tu neppure immagini. 
    Vivo in una gioia purissima. 
    Nelle angustie del tempo 
    pensa a questa casa ove un giorno 
    saremo riuniti oltre la morte, 
    dissetati alla fonte inestinguibile 
    della gioia e dell'amore infinito. 
    Non piangere se veramente mi ami!
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    Coordin.
    00 16/08/2012 07:07
    Impara da Cristo ciò che non impari dall'uomo: in lui risiede la regola dell'umiltà.
    Chi si avvicina a lui viene prima formato mediante l'umiltà, perché sia onorato nell'esaltazione

    (S. Agostino)
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    Coordin.
    00 01/09/2012 08:33

    Il disegno di Dio per l’umanità è di riunire gli uomini in una società segnata dall’amore e dalla pace. La guerra si contrappone a questo disegno divino ed è un rinnegamento da parte dell’uomo della sua stessa natura e trova la sua causa principale nel peccato. Tutto questo viene esposto nel De Civitate Dei che tratta della città di Dio e della città terrestre: la guerra è frutto della città terrestre, dove il desiderio smodato del potere e del dominio generano divisioni, lotte e violenza.
    "La pace — scrive Agostino — deve essere nella volontà e la guerra solo una necessità, affinché Dio ci liberi dalla necessità e ci conservi nella pace! Infatti non si cerca la pace per provocare la guerra, ma si fa la guerra per ottenere la pace! Anche facendo la guerra sii dunque ispirato dalla pace in modo che, vincendo, tu possa condurre al bene della pace coloro che tu sconfiggi"

    (Sant’Agostino, Le lettere, III, 189, 6).
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    Coordin.
    00 09/10/2012 09:42
    È cosa buona attendere ai poveri e soprattutto servire a coloro che si sono dedicati al servizio di Dio [...]. È cosa buona, certo; ma è meglio ciò che scelse Maria. In Marta c'è un'occupazione che nasce da un bisogno, in Maria c'è una dolcezza che nasce dall'amore.

    Foto: È cosa buona attendere ai poveri e soprattutto servire a coloro che si sono dedicati al servizio di Dio [...]. È cosa buona, certo; ma è meglio ciò che scelse Maria. In Marta c'è un'occupazione che nasce da un bisogno, in Maria c'è una dolcezza che nasce dall'amore.
S. Agostino
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    Coordin.
    00 12/02/2013 08:45
    Si propongono la lode del sole, la lode del cielo, la lode della terra: si celebrano le creature, si tace del Creatore. Ma io voglio che in tutte le sue opere si lodi il Creatore, non amo chi loda ed è ingrato. Lodi ciò che fu fatto, e taci di colui che lo fece? Se egli non fosse tanto grande, potresti trovare argomento di lode?
    S. Agostino
    Si propongono la lode del sole, la lode del cielo, la lode della terra: si celebrano le creature, si tace del Creatore. Ma io voglio che in tutte le sue opere si lodi il Creatore, non amo chi loda ed è ingrato. Lodi ciò che fu fatto, e taci di colui che lo fece? Se egli non fosse tanto grande, potresti trovare argomento di lode?
S. Agostino
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    Credente
    00 31/10/2014 13:58
    Ognuno continui con la Scrittura che non lo abbandona nella sua debolezza [spirituale], ma con amore materno l'accompagna con passi più lenti, poiché essa parla in modo da schernire i superbi con la sua sublimità, da atterrire con la sua profondità gli studiosi che riflettono, da saziare gli spiriti grandi con la sua verità e nutrire i piccoli con la sua affabilità.



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    Coordin.
    00 22/01/2018 10:59
    Dammi prima questo pescatore — dice il Signore.

    Vieni tu, o povero, seguimi;

    non hai nulla, non sai nulla, seguimi.

    Tu che sei ignorante e povero, seguimi!

    Tu non hai nulla che spaventi,

    ma hai molto che si può riempire.

    Bisogna avvicinare il recipiente vuoto

    a una sorgente così abbondante.

    Ha abbandonato le reti il pescatore,

    ha ricevuto la grazia il peccatore

    ed è diventato divino oratore.

    Adesso si leggono le parole dei pescatori

    e si chinano le teste degli oratori.

    Vengano dunque tolti di mezzo i venti sterili,

    si tolga di mezzo il fumo, che svanisce col gonfiarsi:

    cose che bisogna assolutamente disprezzare, se vogliamo la salvezza.




    S. Agostino