CREDENTI

MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol.1)

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Credente
    00 20/03/2010 22:30

    La fiducia contro la «prima pietra»

    V Domenica di Quaresima Anno C In quel tempo (...) gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Una donna trascinata lì a forza, nell'angoscia di morire, e Gesù ne prende subito le difese, senza neppure chiedere se è pentita. Sta rischiando la morte, e tanto basta, perché legge suprema di Dio è che l'uomo viva. Scrive il grande teologo Johann Baptist Metz: «il primo sguardo di Gesù non va mai sul peccato delle persone, ma sempre sulla sofferenza». Gesù scriveva, lo sguardo fisso a terra. Evita perfino di guardarci in faccia quando ci lasciamo prendere dai nostri furori di accusare e di farci giustizia; evita perfino di incrociare il nostro sguardo, se ha come intenzione la morte. Chi è senza peccato scagli per primo la pietra. Se ne andarono tutti, cominciando dai più vecchi. Gesù rimane solo con la donna, là in mezzo. È calato il silenzio. Loro due soli, e Gesù si alza. Un gesto bellissimo: si alza davanti alla donna peccatrice, come ci si alza davanti alla persona attesa e importante, con tutto il rispetto che so dare. Poche scene del Vangelo ispirano tanta consolazione come questa: Gesù si alza, si avvicina, le parla. Nessuno le aveva parlato. Lui la chiama donna, con il nome che ha usato per sua madre a Cana, che userà sul calvario. Non è più la peccatrice, è donna di nuovo. Dove sono? Quelli che sanno solo lapidare e seppellire di pietre, dove sono? Non qui devono stare. Quelli che sanno solo vedere peccati intorno a sé, e non dentro di sé, dove sono? Gesù vuole che scompaiano gli accusatori, come dal suo campo visivo, così devono scomparire dal cerchio dei suoi amici, dai cortili dei templi, dalle navate delle chiese. Va' e d'ora in poi non peccare più. Risuonano le sei parole che nel Vangelo bastano a cambiare una vita. Qualunque cosa quella donna abbia fatto, non rimane più nulla, cancellato, azzerato: «Tu sei più grande dei tuoi peccati, sei la tua capacità di amare ancora, di amare bene». Gesù le ridona l'innocenza delle origini, la possibilità di essere fedele domani e dopodomani. Un perdono così facile e immediato non è rischioso? Gesù non è rivolto al passato di una persona, ma al suo futuro; non solo è buono e misericordioso e non tiene conto, ma c'è di più: ha fiducia in noi, vede noi oltre noi. Mi perdona per un atto di fede in me: nel mio inverno vede primavere che sbocciano. Perdona perché per lui il bene di domani conta più del male di oggi. Signore, concedimi la gioia di vederti mentre ti alzi e ti fai vicino, e l'umiltà di lasciare cadere di mano tutti i sassi. E, ti prometto, non lancerò mai più pietre. Contro nessuno. (Letture: Isaia 43,16-21; Salmo 125; Filippesi 3,8-14; Giovanni 8,1-11)

  • OFFLINE
    Credente
    00 25/03/2010 19:46
    E' commovente pensare che Dio dall’eternità aveva pensato alla Fanciulla di Nazaret per fare entrare nel mondo il proprio Figlio.

    Dio Padre poteva scegliere qualsiasi donna, ma non solo La scelse, fece molto di più: La preservò dal peccato originale, Le donò tanta Grazia come mai nessuno aveva ricevuto, anzi, la Grazia ricevuto dall’umanità di tutti i tempi è poca cosa rispetto a quella che ricevette la Madonna nel grembo di sua madre.

    Solo da una Donna Vergine, Santissima e preservata dal peccato, poteva nascere il Purissimo Figlio di Dio. Maria è stata preservata e preparata, ma Lei dedicò ogni secondo di tutta la sua esistenza a Dio. Non ebbe altro nella mente che Dio. Non volle fare altro che la volontà di Dio.

    Ecco perché Dio prima ancora che Lei nascesse aveva piena fiducia in Lei.

     La Vergine è la Madre delle Grazie, perché per mezzo suo è venuto al mondo la Grazia per antonomasia.

  • OFFLINE
    Credente
    00 26/03/2010 20:55

    Gesù sapeva bene che gli uditori non potevano capire la sua provenienza Divina, ma Egli doveva spiegare chi era e per quale motivo si trovava lì in mezzo a loro. Questa è giustizia, compiere perfettamente quanto gli aveva comandato il Padre.

    Proprio per queste parole non facilmente comprensibili, i Giudei Lo volevano lapidare come un volgare malfattore. Accettavano le sue opere, non le sue parole. In effetti, era difficile schierarsi contro i grandi miracoli di Gesù, invece le parole potevano rifiutarle.

    Erano confusi i Giudei, ma chi agisce con saggezza si rende conto che accettando i miracoli si riconosceva Gesù come un essere superiore, quindi, non poteva essere un Uomo normale. Quantomeno Lo dovevano considerare inviato da Dio, ma se diceva che era Figlio di Dio, perché non credere se come prova compiva miracoli e guarigioni impossibili?

    Le contraddizioni dell’uomo sono schizzi incontrollati della mente, e non si pone rimedio perché si rimane accecati, incapaci di vedere la realtà come è realmente.

    Noi dobbiamo fare qualcosa in più nella nostra preghiera, dobbiamo pregare per i peccatori, soprattutto per chi nega la Divinità di Gesù
  • OFFLINE
    Credente
    00 28/03/2010 15:47
    Si utilizzano due denominazioni per indicare questa Domenica: “Domenica delle Palme” e “Domenica della Passione del Signore”. Una spiega l’altra, perché Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme per arrivare alla crocifissione. Prima la gloria a Gerusalemme, subito dopo l’ignominiosa morte in Croce. È sempre la Croce a richiamare la riflessione per comprendere meglio, per cercare di penetrare questo mistero.

    L’inizio avviene quando Gesù entra a Gerusalemme trionfalmente. La gente è piena di gioia, Lo applaude e grida Osanna perché in Lui vede il Messia. Addirittura la gente stende i propri mantelli al passaggio di Gesù e nelle mani alza ed agita in alto i rami delle palme e degli ulivi.

    Questa gente che esalta Gesù, dopo alcuni giorni Lo condannerà a morte. Come è volubile il cuore dell’uomo. E Gesù sente le grida di gioia insieme alle accuse che gli stessi gli lanceranno poco dopo. Nel trionfo delle palme Gesù già patisce nel Cuore la Passione.

    Gesù entra a Gerusalemme sopra un asinello, senza soldati accanto e nessuna autorità gli và incontro. Sopra l’asino ci insegna che la gloria umana dura poco ed è ingannevole. Il potere vissuto senza Dio, è una tortura.

    Al potere umano Gesù sceglie l’amore eterno, sceglie la morte in Croce per riparare il peccato originale e riportare l’amicizia tra l’uomo e Dio. Quindi, per sconfiggere satana. Ma noi in che modo possiamo essere coinvolti in questa atroce sofferenza? Gesù non ci coinvolge senza la nostra adesione e non ci costringe, Lui non vuole la nostra sofferenza e cerca di aiutarci se trova la possibilità, o meglio, se gli permettiamo di farlo.

    Poveretti quelli che non credono e non si accorgono delle croci che portano, infatti, cercano qualche forma di sballo per dimenticare le loro croci. Noi invece vogliamo guardare le nostri croci ed accettarle fino a quando il Signore ascolterà le preghiere e le prenderà Lui, donandoci un sollievo bellissimo che gli atei non possono comprendere.

    In questa Domenica vediamo Gesù crocifisso, in una situazione che causa una tremenda umiliazione, che faceva gioire i suoi nemici, falsi e malvagi, i quali erano convinti di avergli inferto una condanna che Lo avrebbe distrutto definitivamente. Invece furono semplici protagonisti della volontà di Gesù. Senza saperlo si prestarono a compiere quello che voleva Dio. E Dio voleva quella situazione per amore delle sue creature, ingrate in massima parte, ma tutte create da Lui.

    Il gesto di Gesù di morire in Croce è compiuto con infinito amore. È l’amore a spingere Gesù a donare la Vita, a trascurare se stesso per dare la vita spirituale agli uomini desiderosi di entrare in comunione con Lui.

    Poco prima di morire, in un momento di sofferenza infinita, ha la forza di perdonare anche i suoi uccisori, dopo con altra facilità perdona e salva il buon ladrone, che sarà venerato dalla Chiesa come Santo: San Disma.

    Gesù in mezzo ai ladroni ci mostra la sua sete di entrare in comunione con tutti i peccatori per salvarli, e mostra dalla Croce il suo Sangue come prezzo che ha versato per comprarci. La nostra salvezza passa dalla tremenda morte di Croce del Signore. Senza questo gesto clamoroso, il Paradiso sarebbe ancora chiuso, con tutti i buoni in attesa di Giudizio negli Inferi, che non è l’inferno, ma il luogo dell’attesa del Messia.

    Con la sua morte, Gesù dice anche all’uomo più corrotto ma pentito: “Oggi sarai con Me in Paradiso”. Queste parole vorrebbero sentirle quanti sono finiti nell’inferno e non hanno più speranza di poterne uscire. Noi abbiamo la vita davanti per conquistare il premio della vita eterna.

    Ma dobbiamo saper accettare le nostre croci quotidiane, quelle piccole torture fisiche o spirituali che ci fanno riflettere sul dono e la bellezza della vita. Croci che ci aiutano a comprendere l’amore che Gesù continua ad avere per ognuno di noi.
  • OFFLINE
    Credente
    00 29/03/2010 12:17
    Caifa nella sua malvagità non si è reso conto di avere pronunciato una profezia, se l’avesse intuito non avrebbe aperto bocca. Si comportano sempre con molto egoismo quelli che non agiscono in buonafede, mettono al centro solo i loro interessi.

    Mentre Gesù si apprestava a morire per tutti, a riparare il peccato originale e a riportare l’amicizia tra l’uomo e Dio, il sommo sacerdote del Tempio escogitava la migliore delle trovate per uccidere Gesù: fare morire Lui piuttosto che tutto il popolo.

    Gesù ha una generosità infinita, accetta una morte atroce ed ignominiosa evitandola a coloro che meritavano una punizione adeguata. Proprio qui si evidenzia la Divinità di Gesù, nel momento in cui si fa una distinzione netta tra Amore ed egoismo, tra perdono e odio.

    Sarebbe bastato poco a Caifa per comprendere la vera identità di Gesù, il solo miracolo della risurrezione di Lazzaro era una prova straordinaria e visibile. Questa risurrezione sfugge alla nostra ragione, perché una persona morta da quattro giorni, riprende le funzionalità del corpo e dell’anima come se non fosse successo nulla. Cosa ha fatto in quei quattro giorni Lazzaro? Ha visto Dio e ha ricevuto il Giudizio?

    Non è un caso che siano passati quattro giorni, per la legge ebraica per accertare la morte bisognava aspettare appunto quattro giorni. Anche qui Gesù non fa nulla a caso.

    Ma ci sono miliardi di persone morte spiritualmente da molti anni e Gesù non ne ha decretato la morte, perché aspetta fino all’ultimo momento la loro conversione.
  • OFFLINE
    Credente
    00 30/03/2010 10:31
    La Passione di Gesù inizia nel momento in cui Giuda prende il boccone ed esce. Gesù dice: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato”, cioè, in questo momento, quando il traditore si muove per incontrare i nemici del Signore.

    Gesto che introduce la Passione e questa nella gloria che il Padre ha preparata per il Figlio.

    In realtà, da molto tempo Gesù vedeva la sua Passione con desiderio e con tremore. Chi non avrebbe tremato dinanzi alle torture che Lo aspettavano?

    Non solamente le torture fisiche facevano provare a Gesù una comprensibile angoscia, erano altre le sofferenze che Lo torturavano: il tradimento di un Apostolo, il rinnegamento del capo degli Apostoli. Tra tradimento e rinnegamento c’è un abisso, Giuda consegna Gesù alla morte, Pietro per paura di essere ucciso nega di conoscere Gesù. Senza arrecare danno al Signore. Ma rinnegare non è da amico, per questo piange amaramente e chiede molte volte perdono.

    San Giovanni attesta che Gesù si turbò nello Spirito. È il fremito dell’umanità di Gesù, che, pur essendo Dio, ama e soffre con Cuore di Uomo.
  • OFFLINE
    Credente
    00 30/03/2010 10:42
    Maria unge i piedi a Gesù, un gesto pieno di amore che ha tutto l’aspetto di un ultimo addio.

    È un anticipo di quello che sta per accadere. È un gesto devoto quello di Maria, non bada allo spreco, cerca di compensare il Signore per l’alto tradimento che sta per ricevere da Giuda.

    L’unguento di Maria è anche il presagio della morte di Gesù, infatti era uso tra gli ebrei ungere i piedi soltanto ai cadaveri. Ma Gesù era ancora vivo.

    Da qui la meraviglia di Giuda. Questo uomo ha fallito la sua esistenza, era così malvagio che pensava una cosa e ne diceva un’altra. Malvagio, falso, avido. Era diventato così cattivo per i ripetuti peccati che commetteva, rubando, giudicando, tradendo. Tradiva la fiducia di Dio.

    La premura di Giuda verso i poveri è un pretesto, lui vuole rubare i soldi dell’unguento, un costoso profuso di nardo autentico. Non si cura di Gesù, pensa a sé, è assetato di denaro. La sua preoccupazione è di incassare denaro.

    Anche se non sono casi simili, però mi vengono in mente quelle persone che si lamentano dello sciupio di denaro sulle cose sacre, o del tempo che le monache di clausura dedicano alla preghiera, o dei paramenti sacri delle funzioni liturgiche, senza rendersi conto che proprio loro non fanno nulla a favore dei poveri.

    Accusano il culto dato a Dio, falsamente si interessano dei poveri, ma non fanno assolutamente nulla per chi soffre fame e freddo. Questa è l’ipocrisia dei tempi moderni.

    I poveri non hanno bisogno solamente di pane, cercano l’amore delle persone che per tutto l’anno li ignorano, anche quando chiedono aiuto ai semafori o davanti le Chiese. Se non si aiutano questi fratelli non fortunati, come si potrà amare Gesù Cristo?

    Le monache e chi si consuma nella preghiera e vive notte e giorno rinnegando i piaceri del mondo, ricordano al mondo che il benessere materiale conta poco se non mettono Dio sopra ogni cosa.

    Quindi, l’unguento è presagio della morte, Maria lo ha cosparso sui piedi di Gesù, ma c’è anche il simbolo della risurrezione futura di Gesù, con la presenza di Lazzaro, risuscitato dopo quattro giorni dalla morte.

    Un unguento abbandonante, dato che lo usò anche sulla testa di Gesù. Nel Vangelo di San Giovanni non viene riportato il gesto compiuto da Maria dopo l’unzione dei piedi, viene scritto da San Marco, che precisa il versamento dell’unguento anche sul capo di Gesù, ad indicare il riconoscimento della Divina regalità del Signore.

    Una Divina presenza che i capi dei sacerdoti non capivano, ma consideravano pericoloso Gesù perché faceva miracoli e guariva gli ebrei. I capi non volevano perdere i loro fedeli, così pensarono di ucciderlo, ma prima doveva morire Lazzaro. I capi vedevano Lazzaro come segno visibile dei miracoli di Gesù, per questo doveva essere abbattuto.
  • OFFLINE
    AmarDio
    00 31/03/2010 20:37
    La prima cosa che bisogna chiarire è il motivo che ha spinto Giuda a seguire Gesù. Non per Fede, non spinto dalla ricerca della verità, non per amore, ma per egoismo mirando a interessi materiali. L’avidità lo ha reso ladro. Ha cominciato a rubare pochi soldi, ha continuato a rubare le offerte che davano a Gesù, e ha finito per tradire il Maestro per pochi soldi.

    In cambio di soli trenta sicli d’argento Giuda si è donato a satana.

    Giuda ha tradito il Signore Gesù perché non gli interessava più, non gli dava speranza di vantaggi terreni. Giuda è stato un calcolatore, tutto quello che faceva, scaturiva da un ragionamento volto ai propri interessi, non c’era altro che il suo egoismo.

    La domanda che il fedele può porsi, lecitamente, riguarda la scelta che fece Gesù di includere tra gli Apostoli anche il traditore Giuda. Ovviamente, come Dio sapeva tutto dall’eternità, infatti nell’Antico Testamento viene rivelato al profeta Zaccaria il denaro che avrebbe intascato il traditore: «Allora dissi loro: Se vi pare giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare. Così essi pesarono il mio salario: trenta sicli d'argento» (Zc 11,12). Questa è la profezia, che poi si avvera e San Matteo così scrive: «Allora uno dei dodici, di nome Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti, e disse loro: Quanto mi volete dare, perché io ve lo consegni?. Ed essi gli contarono trenta sicli d'argento» (26,14-15).

    Ma non è questa profezia a darci la convinzione che Gesù già sapeva chi era in realtà Giuda. Basta il Vangelo, quando Gesù leggeva nei cuori e nelle menti degli altri, o la sua capacità di risuscitare i morti. Se era Dio, doveva necessariamente conoscere perfettamente l’identità di Giuda. Il fatto, poi, di averlo accettato tra gli Apostoli può riservare tante spiegazioni e noi non le conosciamo.

    Provo ad abbozzarne qualcuna, per esempio, che dall’eternità erano stati scelti i Dodici e per imperscrutabile disegno di Dio, ne faceva parte anche un uomo che era ladro, traditore, sacrilego, un uomo che si è lasciato possedere da satana.

    Non è quello che succede oggi nella Chiesa, tra pedofili e traditori, sacrileghi e Sacerdoti venduti a satana?

    Riassumo queste verità: 1) Gesù sapeva tutto di Giuda; 2) aveva previsto il suo tradimento; 3) gli ha lasciato il libero arbitrio di decidere il suo destino; 4) permise a Giuda di tradirlo.

    Quindi, se Gesù lo ha scelto, era la cosa migliore, perché come Dio non poteva assolutamente sbagliare. Con questo ragionamento, troviamo la pace quando ci poniamo la domanda su Giuda. Ci basta ricordare che quanto fatto da Gesù è giusto.

    Ma la risposta per me superiore alle altre è questa: il Sacrificio di Cristo supponeva un traditore. Era previsto dalle Scritture. L’atto infame è servito nei piani di Dio a condurre Cristo alla sua Passione. Si conclude che la Passione di Gesù, tra cause Divine e umane, è un mistero ineffabile.

    Più che porsi domande difficile se non sappiamo trovare risposte, è meglio pregare e lasciarci illuminare da Gesù. Ma il ragionamento è sempre positivo, se ci facciamo aiutare dallo Spirito Santo.
  • OFFLINE
    AmarDio
    00 01/04/2010 10:40

    Con la Messa in Cena Domini inizia il Triduo pasquale, nell’Ultima Cena Gesù compì alcuni segni Divini, prettamente davanti agli Apostoli e subito dopo si ritirò presso l’Orto degli Ulivi, a pregare nel momento più tragico della sua esistenza umana, in attesa dell’arrivo del traditore insieme ai nemici.

    Le tre letture della Messa di oggi sono incentrate sull’Ultima Cena, voluta e scelta da Gesù proprio nella festa della pasqua ebraica, per istituire la sua nuova Pasqua, e in questo convito istituisce l’Eucaristia e il sacerdozio. Gli Apostoli sono creati Vescovi e loro avrebbero dovuto ordinare i nuovi Sacerdoti della Chiesa Cattolica.

    È un momento unico e irripetibile questo dell’Ultima Cena, il pane azzimo che Gesù ha tra le mani, per le sue parole consacratorie si trasforma nel suo Corpo e il vino nel suo Sangue.

    È il Sacramento dell’Amore, la presenza vera, reale, sostanziale di Dio incarnato in Gesù Cristo. Chi vuole trovare Gesù, deve conoscere l’Eucaristia, deve sostare ed adorare in prolungato silenzio. Solo così incontrerà Dio.

    Un Sacramento che divinizza chi vi si avvicina prolungatamente, trasmette Grazia, Amore, Luce. Gli Apostoli non potevano comprendere bene l’infinito potere dell’Eucaristia, era difficile assimilare i nuovi insegnamenti di Gesù, ma Lo rendevano presente mettendo in pratica le parole del Maestro.

    Con il Giovedì Santo entriamo nella parte finale ed importante della Quaresima. Se questo giorno è una festa per la Chiesa e i fedeli, introduce pure nei giorni di assoluta ed inaudita Passione del Signore Gesù. Se vogliamo conoscere quanto grande è stato l’Amore di Gesù per ognuno di noi, dobbiamo soffermarci in questi giorni a meditare la Passione. Il Vangelo di San Matteo è un valido aiuto.

    Questo giorno è la festa dei Sacerdoti perché Gesù istituì il sacerdozio, donò all’umanità i suoi discepoli prolungando il suo sacerdozio. Preghiamo oggi per tutti i Sacerdoti del mondo, per la conversione e la loro santità.

  • OFFLINE
    AmarDio
    00 01/04/2010 12:44
    HO ARDENTEMENTE DESIDERATO DI MANGIARE QUESTA PASQUA CON VOI
    PRIMA DELLA MIA PASSIONE
    (Luca 22,15)

    GESU (390)
    [Modificato da AmarDio 01/04/2010 12:45]
  • OFFLINE
    AmarDio
    00 02/04/2010 10:35
    passio(232)
  • OFFLINE
    AmarDio
    00 02/04/2010 10:36
    passio(258)
  • OFFLINE
    AmarDio
    00 02/04/2010 10:38
    passio(456)

    HO SETE
    PERDONA LORO PERCHE' NON SANNO QUELLO CHE FANNO
  • OFFLINE
    AmarDio
    00 02/04/2010 12:01

    Nella sua Passione, Gesù ci dà innumerevoli insegnamenti. Non c’è virtù che non abbia praticato in modo infinito, non c’è stato Amore donato come il suo.

    La Passione di Gesù è un libro in cui troviamo tutta la conoscenza per sopportare le sofferenze, accettare i nemici, addirittura amarli e perdonarli.

    La liturgia del Venerdì Santo è una commossa contemplazione del mistero della Croce, che vuole non solo commemorare, ma vuole fare rivivere a tutti noi la sua dolorosa Passione

    Nella prima lettura della liturgia di oggi, in cui non si compie il Sacrificio della Messa, il Profeta Isaia con alcune pennellate descriveva circa 740 anni prima la Passione del Messia.

    “Molti si stupirono di Lui, talmente il suo aspetto era troppo sfigurato da quello di uomo…Disprezzato e reietto dagli uomini, Uomo dei dolori che ben conosce il patire”.

    “Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di Lui; per le sue Piaghe noi siamo stati guariti”.

    “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca”.

    Il Venerdì Santo non dobbiamo farlo passare inutilmente, è un giorno di meditazione sulle ultime ore di Gesù e di riflessione spirituale sulle nostre reazioni dinanzi una sofferenza, un problema, un tradimento, una sconfitta.

    Meditare la Passione di Gesù è molto importante, nella sua Passione troviamo tutte le risposte che ci riguardano, è un libro aperto che spiega l’esistenza dell’uomo, fa conoscere la sofferenza terribile delle ultime ore della vita di Gesù.

    L’Amore di Gesù non è stato compreso dagli uomini. Gesù non è amato. È ignorato.

    La Passione di Gesù si perpetua nel mondo, ovunque è tradito, bestemmiato, crocifisso.

    Cosa sono le nostre sofferenze in confronto alla Passione di Gesù?

  • OFFLINE
    Credente
    00 04/04/2010 18:26

    Questo giorno è certamente il più importante per il Cristianesimo, è il giorno della Risurrezione del Signore Gesù e senza la sua Risurrezione tutto quello che aveva fatto sarebbe stato inutile.

    “Se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede”, esclama S. Paolo. Chi infatti può credere e sperare in un morto? Ma Cristo non è un morto, è un vivo. “Voi cercate Gesù Na­zareno, il crocifisso -ha detto l'Angelo alle donne-. È risorto non è qui” (Mc 16, 6).

    Il primo annuncio fu dato da Maria Maddalena, una convertita che lasciava meravigliati tutti per la sua Fede in Gesù, mentre prima eccelleva per la sua vita da prostituta.

    Maria Maddalena vide Gesù, come scrive San Luca, ma la prima apparizione fu alla Madre, non perché Madre, ma come premio alla Discepola perfetta e fedelissima. Non perché Immacolata Concezione, ma un riconoscimento all’unica Creatura che ha messo in pratica pienamente la volontà di Dio. Nessuno prima di Lei, nessuno mai potrà.

    Certo, fu in grado perché Madre Divina, Immacolata Concezione, Vergine Madre.

    La Madonna aveva amato il Figlio Divino con tutta se stessa, anche la più piccola fibra adorava Gesù e desiderava ardentemente che fosse conosciuto ed amato. Pensieri che fa anche una qualsiasi mamma, in questo caso era la Madre di Dio a desideralo.

    Se la prima a vedere Gesù risorto fu la Madonna, la prima tra i discepoli fu Maria Maddalena, mentre i primi a fare un atto di Fede, furono Pietro e Giovanni. I due vanno di corsa ed entrati nella tomba vedono “le bende per terra e il su­dario... piegato in disparte”; vedono e credono.

    È il primo atto di fede della Chiesa nascente in Cristo ri­sorto, provocato dalla sollecitudine di una donna e dal segno delle bende trovate nel sepolcro vuoto.

    La Madonna non aveva bisogno di fare un atto di Fede, Ella credeva a tutto quanto Le aveva detto Gesù, erano le sue parole a darle serenità.

    Pietro e Giovanni trovano il sepolcro vuoto e il sudario deposto con tanta cura. Dio organizza tutto, non lascia nulla sospeso.

    Come anche rende presenti i segni della Risurrezione di Gesù: la Fede dei semplici e dei forti; la vitalità della Chiesa, sempre vittoriosa nonostante le persecuzioni esterne e le lotte interne; l'Eucaristia, presenza viva di Cristo risorto che divinizza quanti si avvicinano ad essa.

    La Pasqua è un invito a banchettare con Gesù, a fare festa con Lui, a gioire con il suo Spirito. L’invito è rivolto a quanti hanno accolto Gesù Risorto e vivono da risorti, dimentichi delle cose effimere ed attenti alle cose di lassù.

    La Pasqua apre uno squarcio alla felicità del Paradiso, ci comunica che la vera vita avviene quando si compie il passaggio dal peccato alla santità. Pasqua significa passaggio, a questo siamo chiamati ogni giorno dell’anno, a passare dalla morte spirituale alla vita divina, dal torpore alla vera spiritualità.

    Rivolgiamoci con fiducia alla Madre del Risorto per ricevere le Grazie necessarie.

  • OFFLINE
    Credente
    00 04/04/2010 18:31
    passio(547)
  • OFFLINE
    Credente
    00 06/04/2010 17:00
    Maria Maddalena è l’immagine della donna redenta, liberata dalla schiavitù del peccato.

    Dopo l'incontro con Gesù che la libera dalla possessione di sette demoni (Marco 16,9), diventa una creatura meravigliosa. Scopre la Divinità di Gesù, si forma una grandissima idea del Signore e decide di vivere solo per Lui. Obbedirà solo a Dio.

    Il suo amore per Gesù è stato indescrivibile, meritava una ricompensa diversa dagli altri.
    Gesù appare a Maria Maddalena prima ancora degli Apostoli, vuole premiare questa discepola coraggiosa e fedele, che aveva assistito sotto la Croce il Signore morente.

    Gesù affida a lei l’incarico di andare dagli Apostoli per avvisarli che Lui era risorto, come aveva promesso. Non la manda dalla Madonna, perché molto probabilmente già era apparso a Lei.

    Maria Maddalena è l’icona della speranza per i peccatori, e se abbiamo qualche familiare schiavo del peccato, pensando a questa Santa, crediamo che Gesù, se accettiamo con fiducia il suo aiuto, non mancherà di disporre provvidenzialmente le cose affinchè tuttao si compia per il nostro bene e per la nostra salvezza.
  • OFFLINE
    Credente
    00 07/04/2010 19:42
    Lo stesso giorno di Pasqua, Gesù risorto si unisce a due viandanti che si recano ad Emmaus. Siamo verso sera, la voce della sua Risurrezione si era sparsa ovunque, e c’era incredulità, stupore, fiducia e cattiveria. Tra gli Apostoli, scribi, farisei e pagani, c’erano atteggiamenti diversi, chi aveva Fede, altri diffidenza e ostilità.

    Ieri abbiamo visto che Maria Maddalena non ha riconosciuto Gesù risorto, forse per l’aspetto glorioso che mostrava il Signore o perché nella mente della donna non era presente la possibilità della Risurrezione. La donna, che tra i discepoli ha più amato Gesù, non Lo riconosce, vuol dire che veramente l’aspetto del Signore doveva essere trasfigurato.

    Oggi leggiamo che ai due discepoli di Emmaus succede la stessa cosa, non riconoscono il Maestro. Questo però succede anche a noi, non ci deve stupire. Possiamo avere il Signore vicino, camminargli al fianco e non riconoscerlo, non cogliere il senso corretto delle sue parole.

    È questo il motivo per cui molti non riescono a fare il salto tra il conoscere e il credere, tra il sapere tante cose e cogliere la cosa più importante del Vangelo.

    Anche il diavolo conosce Dio, ma non crede in Lui. Conosce benissimo le Scritture ma non riesce a cogliere la verità, perché lui è l’ingannatore.

    Bisogna fare chiarezza nella nostra Fede, capire se questa Fede è solo conoscenza o vera credenza. Allo stesso modo bisogna fare chiarezza tra il sapere e la volontà di attuare il senso degli insegnamenti.

    I discepoli di Emmaus amavano Gesù, ma accanto a Lui non riescono a riconoscerlo lungo la strada, dove c’è confusione e dissipazione. Solo nell’intimità, quando Gesù spezza il pane, Lo riconoscono e si commuovono. I loro occhi si aprono quando si raccolgono in preghiera e guardano il volto di Gesù.

    Significa che possiamo tante cose in parrocchia o nelle nostre preghiere, ma se non fissiamo il volto di Gesù, non metteremo mai in pratica le sue parole.

    Oltre a conoscere Gesù, bisogna credere alle sue parole.
  • OFFLINE
    Credente
    00 08/04/2010 21:34
    Gesù appare per provare la sua Risurrezione, prima alla Madre, poi a Maria Maddalena, ai discepoli di Emmaus, e la sera stessa di Pasqua a Pietro e gli Apostoli. Solo la Madonna aveva la certezza della Risurrezione del Figlio Divino, tutti gli altri hanno bisogno di vedere per credere.

    O meglio, gli Apostoli credono dopo avere sentito dagli altri la conferma che avevano visto Gesù, e ne parlano con gioia, mentre all’improvviso appare Gesù risorto. Vedendolo, invece di esultare sono sbigottiti e hanno paura, forse si vergognano per la fuga durante l’arresto e l’iniziale incredibilità sulla sua Risurrezione.

    Gli Apostoli davanti a Gesù non si sanno decidere cosa fare, pensano forse di ingannarsi e di avere delle allucinazioni, è fortissimo l’impatto con la Persona di Gesù risorto.

    Ieri abbiamo visto che i due discepoli di Emmaus non avevano riconosciuto Gesù, eppure camminavano accanto a Lui. Gli Apostoli vedono Gesù e sono più inclini al dubbio che alla verifica della realtà. Forse è un fantasma, pensano. I loro pensieri sono conosciuti da Gesù, e per rianimarli ed incoraggiarli, mangia con loro.

    Li invita pure a toccarlo, a verificare che ha carne e ossa.

    Il Vangelo dice che erano pieni di gioia e stupore, ma erano bloccati davanti a Gesù. Succede anche a quei cattolici che rimangono inattivi e bloccati. Vorrebbero avere molti segni da Gesù, e rimangono bloccati, non fanno nulla.

    In effetti, Gesù elargisce molti segni a tutti, è l’uomo a non rendersi conto dei segni. Gli Apostoli hanno bisogno di vedere Gesù che mangia il pesce con loro per credere che non hanno davanti un fantasma, ma è sempre Gesù, risorto e glorioso.
  • OFFLINE
    Credente
    00 09/04/2010 08:50
    Nella terza apparizione gli Apostoli sono più convinti della Resurrezione, hanno assimilato una verità sconvolgente per loro e tutti i contemporanei, anche se avevano fatto diverse esperienze durante i miracoli di Gesù. In tre circostanze erano stati presenti alle resurrezioni operate dal Signore: quella del figlio della vedova di Nain; della figlia di Jairo; e la resurrezione di Lazzaro.

    Questa apparizione avviene sul lago di Tiberiade, all’alba, dopo il ritorno degli Apostoli da una pesca inutile. I pescatori pescano di notte, infatti erano stati di notte in mezzo al lago ma non avevano preso neanche un pesciolino. All’alba ritornano a riva e trovano Gesù, nessuno chiede chi è.

    Gesù li invita ad uscire di nuovo al largo e di gettare la rete dalla parte destra, ed è un invito che nessuno avrebbe ascoltato se non si fosse trattato del Signore. Perché la pesca si compie la notte. Stavolta l’obbedienza di Pietro è totale, tutti seguono il comando senza fiatare, non avevano bisogno di altri segni sulla Resurrezione di Gesù.

    Il primo dato è che gli Apostoli “vanno a pescare insieme”, iniziano insieme la missione per la quale furono chiamati da Gesù proprio sulle sponde dello stesso lago.

    Bisogna evidenziare che la notte erano andati da soli, senza Gesù, e non avevano ottenuto nulla. Quando la mattina escono di nuovo a pescare dopo il comando di Gesù, pescano abbondantemente, tutto quello che era possibile pescare.

    Anche per noi “il Risorto si fa sempre presente” ed è sempre pronto ad illuminare tutti i nostri momenti infruttuosi; a riempire le nostre reti vuote. Dobbiamo però ascoltarlo, anche quando ci sembra difficile seguire un comando.

    Noi dobbiamo capire che non possiamo fare una missione da soli, non possiamo essere cristiani contando solo sulle nostre capacità. I frutti arrivano insieme a Gesù.

    Gli Apostoli obbediscono a Gesù anche se non Lo avevano riconosciuto bene sulla riva, inoltre venivano da una notte inutile e stancante. Prendono il largo sulla barca di Pietro obbedendo in silenzio. E questa obbedienza è quella giusta, significa fidarsi di Gesù, seguire le sue parole senza stravolgerle né ignorarle.

    Escono con la barca di Pietro, la barca indica la Chiesa nascente guidata da San Pietro.

    Vediamo pure che l’Apostolo che riconosce Gesù è Giovanni, quello che amava il Maestro più di tutti gli altri ed era ancora puro, innocente. È l’amore che ci trasfigura ed infiamma la nostra preghiera. Giovanni grida: “È il Signore!”. Non è un caso, egli nell’Ultima Cena ha avuto verso Gesù un atteggiamento devoto e dolce, così con facilità sa ascoltare la voce del cuore, più degli altri Apostoli.

    “È il Signore!”, grida, è l’invito che fa a tutti di avvicinarsi a Gesù e di ascoltare le sue parole. Il Risorto li invita al banchetto eucaristico: “Venite e mangiate”. Gli Apostoli comprendono meglio quanto sono amati da Gesù, Lui organizza e si preoccupa di ogni cosa, ancora una volta li tranquillizza e li rianima ad essere coraggiosi e fedeli.
  • OFFLINE
    Credente
    00 10/04/2010 09:16

    VANGELO (Mc 16,9-15)

    Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

     

    + Dal Vangelo secondo Marco

    Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». 

     


    Il Vangelo di questo Sabato di Pasqua evidenzia due fatti importanti: Gesù manifesta con amarezza agli Apostoli il loro atteggiamento dubbioso, addirittura li rimprovera per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto”.

    Poi, li invia in tutto il mondo a predicare il Vangelo.

    C’era una certa resistenza ad accettare la Resurrezione di Gesù, gli Apostoli oscillavano tra dubbio ed autenticità, oppressi ancora dalla paura di quanto successo e non riuscivano a superare questa forza negativa.

    Gesù appare ripetutamente per aiutarli a superare questo blocco, assicura la saldezza della loro fede e poi dà ad essi il grande mandato: Andate in tutto il mondo.

    Notiamo che tutte le apparizioni di Gesù dopo la Resurrezione si concludono con una consegna apostolica. Gesù appare per mostrarsi risorto, deve dare la prova che non è morto, ma è vivo. Mostrandosi vivo, continua ad insegnare la sua Buona Novella, il nuovo annuncio della salvezza, la sua Persona come Sacramento di Dio e di salvezza.

    Andate e predicate, Gesù lo dice con energia agli Apostoli, li spinge con la sua presenza a diventare coraggiosi ed eroici, perché il mondo ha bisogno del Vangelo.

    Anche alle donne ha detto di andare ad avvisare gli Apostoli della sua Resurrezione, prima a Maria Maddalena e poi alle altre donne. Anche se ai due discepoli di Emmaus non lo ha detto perché scomparve, la sua stessa apparizione ha spinto i due a ritornare a Gerusalemme per annunciare la Resurrezione. Tutti siamo chiamati ad annunciare che Gesù è vivo.

    Anche a noi Gesù consegna un incarico apostolico, ci dice personalmente di aiutarlo a diffondere il Vangelo e fare conoscere il Salvatore risorto.

  • OFFLINE
    Credente
    00 11/04/2010 12:56
    Nella sua apparizione dopo la resurrezione Gesù dona agli Apostoli lo Spirito Santo. È il primo dono di Cristo risorto alla sua Chiesa, proprio nel momento in cui la istituisce e la invia a prolungare la sua missione nel mondo.

    È la sera di Pasqua, dopo le varie apparizioni che abbiamo trattato in questi giorni, Gesù appare nel Cenacolo agli Apostoli ancora traumatizzati per quanto avvenuto. Li incoraggia e trasmette la sua pace, affida a loro la missione ricevuta dal Padre e dona lo Spirito Santo. C’è la conferma della missione e il dono.

    Anche se non si tratta di un dono visibile come avverrà per la Pentecoste, è significativo che Gesù dopo la sua Resurrezione abbia effuso il suo Spirito. Li vuole rendere ancora più spirituali, hanno bisogno dell’assistenza dello Spirito Santo.

    Il terzo fatto che avviene nell’apparizione è la mancanza di Tommaso. Gesù era apparso durante l’assenza di questo Apostolo e non è affatto un caso, nulla Gesù compie per caso. Egli conosceva i pensieri più segreti di Tommaso, sapeva che non era pienamente convinto della sua Resurrezione.

    Tommaso era stato tre anni con Gesù ed aveva visto miracoli straordinari, eppure, la sua ragione lo frena, ci ragiona molto sulla Resurrezione di Gesù e non riesce a convincersi. Dove è la sua Fede? Seguire Gesù è un atto di Fede, credere alle sue parole è obbedienza a Dio che si rivela. Ma i ragionamenti di Tommaso non preoccupavano Gesù, il suo cuore era buono.

    Per questo, Gesù appare dopo otto giorni ancora nel Cenacolo ed aiuta Tommaso a credere: “Non essere incredulo, ma credente”. L’incredulo è diffidente, già è prevenuto, ha una sua risposta a tutto. È il suo ragionare a frenarlo, ecco perché quando Gesù dona lo Spirito Santo lui è assente. Gesù non lo considerava pronto a ricevere il suo Spirito, voleva farlo maturare e gli ha lasciato otto giorni per riflettere. E quando riappare proprio per lui e gli dice di toccare mani e fianco, Tommaso fa un atto di Fede verso Gesù mai compiuto prima. Tommaso diventa un Apostolo convinto e pronto a sfidare tutti pur di difendere il Maestro. Gesù non fa mai nulla a caso.

    Altro fatto di questa domenica è la festa della Divina Misericordia, come disse Gesù a Santa Faustina. Riporto alcuni brani dal suo diario: «Desidero che questa immagine venga esposta al pubblico la prima domenica dopo Pasqua. Tale domenica è la festa della Misericordia. Attraverso il Verbo Incarnato faccio conoscere l’abisso della Mia Misericordia».

    «Figlia Mia, guarda l’abisso della Mia Misericordia e rendi onore e gloria a questa Mia Misericordia e fallo in questo modo: riunisci tutti i peccatori del mondo intero ed immergili nell’abisso della Mia Misericordia. Desidero le anime, figlia Mia. Nel giorno della Mia festa, nella festa della Misericordia, attraverserai il mondo intero e condurrai le anime avvilite alla sorgente della Mia Misericordia. Io le guarirò e le fortificherò».

    Santa Faustina annota: «Una volta che il confessore mi ordinò di chiedere a Gesù che cosa significano i due raggi che sono in quest’immagine, risposi: “Va bene, lo domanderò al Signore”. Mentre pregavo udii interiormente queste parole: “I due raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime...

    Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio.
  • OFFLINE
    Credente
    00 12/04/2010 18:16
    La vera conversione la spiega chiaramente Gesù a Nicodemo: bisogna rinascere di nuovo. Questa verità è sconosciuta da quasi tutti i cristiani, ritengono sufficienti le preghiere e la Messa. Tutto qui, per molti. Far morire spiritualmente l’uomo vecchio e rinascere con una nuova mentalità, neanche a parlarne.

    Anche perché non conoscono le dinamiche del cammino spirituale, cosa è, quando comincia, come si cura, dove si cammina, i peccati da lottare, cosa comporta l’inizio di una vita spirituale.

    Nella crisi della Chiesa c’è anche la mancanza di catechesi.

    Si pensa a tante cose, dimenticando le più importanti.

    La formazione dei fedeli è uno dei primi impegni dei parroci, non si deve considerare sufficiente l’omelia domenicale o qualche parola durante la settimana. I fedeli non riescono da soli a lasciare la vita corrotta o comunque non impegnata. Hanno bisogno di consigli, preghiere, incoraggiamenti.

    È vero che oggi c’è una mentalità progressista tra alcuni teologi, che non considerano più il peccato come qualcosa di grave.

    Rinascere dall’alto è l’incontro tra lo Spirito di Gesù e l’anima che decide di lasciare la vita peccaminosa e ricominciare con un nuovo stile e una nuova mentalità.
  • OFFLINE
    Credente
    00 21/04/2010 15:58
    Gesù ci dice che chi si nutre di Lui, non avrà fame né sete. Aggiunge anche l’avverbio mai, sinonimo di “in nessun tempo”. Se riferite questa espressione a un familiare o un conoscente non credenti, si mettono a ridere.

    Anche i cristiani fanno l’esperienza della fame di possedere molto denaro, di essere considerati migliori degli altri, di soddisfare quei desideri che arrivano e non si riescono a vincere. E sono le tentazioni.

    Se i cristiani sono disturbati dalle tentazioni, cosa avverrà ai non cristiani, a quanti non pregano e non cercano l’aiuto di Dio?

    Poi, c’è anche la sete dei piaceri disordinati, che causano vera e forte confusione mentale.

    Fate bene attenzione a questo, c’è piena connessione tra i peccati gravi che si commettono con facilità, e il disordine mentale, morale, esistenziale. Se poi non si confessano mai, il danno peggiora notevolmente.

    La fame e la sete che intende Gesù, è spirituale, colpisce ed interessa la testa, centrale che dà i comandi alla volontà, e la persona segue quello che brama. Questo avviene se la persona non riesce a dominare l’istinto, se è schiava dei piacere che vuole sempre soddisfare. Per questo, è indispensabile frenare la fame e la sete, fino a non avere più fame e sete dei peccati.

    Lo sforzo che richiede Gesù ad ognuno di noi, è determinante per il nostro futuro, per la vita, perché siamo noi a decidere come vivere, con chi vivere, con Dio o dalla parte del diavolo.

    Dominare i nostri istinti è l’impegno giornaliero, la vigilanza è il controllo che la mente adopera sui pensieri che sorgono. Sono buoni? Vengono da Gesù? È una tentazione?

    Quando lavoriamo su noi stessi, cominciamo a conoscerci meglio, indeboliamo la nostra volontà peccatrice e desideriamo compiere la Volontà di Dio. Ed è la Volontà di Dio a santificarci e a darci la realizzazione della nostra vita.

    La Volontà di Gesù è quella del Padre, lo stesso Amore circola tra Loro. Mi piace sottolineare una frase di Gesù: “Che io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato”.
  • OFFLINE
    Credente
    00 25/04/2010 17:27
    La più grande consolazione è sapere che Gesù ci conosce uno per uno, conosce tutto di ognuno. Per spiegare meglio in che modo ci conosce, consideriamo tutti i granellini di sabbia di tutte le coste del mondo e quelli che si trovano in mare. Un numero incalcolabile, incomprensibile, eppure Dio conosce perfettamente quanti granellini di sabbia esistono.

    Dio quando ci crea conosce tutta la vita futura della persona, perfettamente, su ognuna ha un suo disegno, ma la persona ha il libero arbitrio, sarà libera di seguire la volontà di Dio se la conosce o di perseguire i propri progetti, se si rifiuta di conoscerla.

    Gesù conosce anche la più piccola fibra presente in ognuno di noi, legge i nostri pensieri, percepisce l’intensità di un dolore morale o fisico che ci ha colpito.

    Anche se conosce tutto di ognuno, Gesù segue quelli che accolgono la sua Parola e si sforzano di viverla. Quelle anime che cercano Gesù, Lo trovano sempre presente, Egli è vicino e mai si allontana. Ma non toglie gli occhi da quanti Lo rifiutano e non accolgono la sua Parola.

    Vuole salvare anche i più grandi peccatori.

    Gesù ama tutti.

    Le pecorelle che ascoltano Gesù sono docili, comunque, si sforzano di ascoltare la sua voce, e l’ascolto non può mai avvenire nella confusione o in mezzo ai piaceri cattivi. Per ascoltare la voce di Gesù, dobbiamo fare silenzio interiormente, fare tacere l’immaginazione, la fantasia e fare riposare la memoria di fatti passati.
  • OFFLINE
    Credente
    00 27/04/2010 19:56
    Una persona onesta non si riconosce da quanto afferma, può fingere, invece sono le opere a manifestare la sua vera identità. Con le parole si costruiscono grattacieli e si ingigantisce falsamente anche la cattiva condotta.

    Oggi le bugie sono sparate a raffica, è sempre pronta una delle serie già memorizzate quando ci si trova in difficoltà. Ma non tutti dicono bugie per ingannare, forse non sanno come rispondere in certi momenti. Ma chi non teme nulla, perché cambia la verità? Anche la bugia fa parte dei vizi da vincere, ci si arriva quando si desidera il cuore e la mente puri.

    Ritorniamo alle opere. Gesù cerca di fare riflettere i giudei confusi ed incapaci di capire tutti i miracoli compiti davanti ai loro occhi. Non riuscivano a vedere Dio in quei miracoli, dunque, era il diavolo che agiva in Gesù?

    La loro diffidenza rimaneva uguale senza la volontà di indagare onestamente. Le loro domande non cercavano la verità, erano un trabocchetto. Volevano fare confessare a Gesù quello che Lui aveva predicato pubblicamente. Rimanevano nell’incertezza, non si decidevano mai, preferivano fare un interrogatorio piuttosto che guardare quanto Gesù aveva compiuto.

    Era malafede o incapacità di capire quello che stava succedendo?

    Questo atteggiamento di non comprendere Gesù avviene normalmente anche tra i cristiani, nonostante la Fede, Grazie ricevute e innumerevoli conferme divine. Gesù lo ha detto con le parole, con i suoi miracoli, con i grandi Santi in duemila anni, che sono stati una emanazione della santità del Signore.

    Gesù lo dice continuamente che è Dio, ce lo fa provare spiritualmente, è presente quando Lo invochiamo per aiuti e Grazie. Però ci chiede di essere fedeli, infatti, riconoscono la voce di Gesù solamente quei cristiani sinceri con se stessi e aperti alla vita soprannaturale.
  • OFFLINE
    Credente
    00 28/04/2010 12:31
    Gesù si sforzava di far capire e continua a cercare di fare comprendere che è stato il Padre a mandarlo in mezzo a noi, come atto di misericordia. Gesù esalta sempre il Padre, Lo fa conoscere come l’Essere sussistente, Colui che esiste da sempre, e che Lui è Figlio, quindi, ripete le parole ascoltate dal Padre.

    Per spiegare chi è il Padre, afferma che Lui esce dall’eternità dal Padre, che è stato sempre con il Padre e il loro Spirito, che è l’Amore.

    Quanti ascoltavano potevano vedere Gesù ma non il Padre, ecco lo sforzo per fare alzare la mente verso il cielo e riconoscere che tutto viene dal Padre. “Gesù è nato dal Padre prima di tutti i secoli”, così recitiamo la domenica nel Credo. Un Padre sconosciuto anche ai cattolici, già in difficoltà nel conoscere un po’ meglio il Figlio divino.

    La consolazione che lascia Gesù è l’affermazione che Lui non è venuto per condannare, ma per salvare. Da questo si comprende come è infinita la sua misericordia. Egli è la Luce, solo chi entra in comunione con Lui viene illuminato dalla presenza dello Spirito Santo e trova le spiegazioni esatte sulla realtà che vive.

    Non è Gesù a condannare l’uomo, si distacca da Lui l’uomo che rifiuta le sue parole, quelle scritte nel Vangelo. L’errore di chi travisa il Vangelo è dannoso per sé e per chi ascolta. Non si può cambiare il Vangelo per il piacere di commettere i peccati che si vogliono. Gesù non condanna, è l’uomo che cambia il Vangelo a condannarsi.
  • OFFLINE
    Coordin.
    00 29/04/2010 10:37
  • OFFLINE
    Coordin.
    00 29/04/2010 10:37
    la parabola delle dieci vergini, coincide con la festa liturgica di Santa Caterina da Siena. Lei non solo fa parte del gruppo delle cinque vergini sagge, direi che è la maestra di tutte le vergini sagge. Una figura eccelsa, una mistica che impressiona per la sua elevatissima spiritualità e l’unione con Gesù.

    La parabola che Gesù racconta per spiegare che di dieci vergini -quindi anime particolari-, solo cinque mantengono la Fede, mentre le stolte l’avevano perduta.

    Quando poi è necessaria la Fede sia per la vita spirituale sia per le Grazie che si chiedono, viene a mancare. Nella vita piena di agitazione e distrazione non si pensa quasi mai che tipo di Fede si conserva, se è fragile, forte, dubbiosa, convinta, immatura o consolidata.

    Quando poi è necessaria… si scopre che non c’è per superare una prova, per esempio una malattia o una incomprensione, non si riesce a trovare nell’anima quella Fede necessaria per rialzarsi e cominciare a pregare.

    Non ci si rialza alle volte per la Fede debole e per i peccati che offuscano l’intelletto.

    Quando arriva la prova, non si riesce ad entrare nel Cuore di Dio, come le cinque vergini che entrarono nel luogo sbagliato. Ci si illude di fare grandi cose recitando preghiere scialbe e prive di contenuto.

    Perché prima non si curava la Fede, non si pensava mai alla Confessione, si commettevano peccati con abitudine. E si diventava stolti… Non si comprende che la Fede va coltivata.

    Imitiamo il grande esempio di Santa Caterina, che trovò in Gesù il vero senso della vita. Tutto il resto passa, Gesù rimane eternamente e sempre vicino ad ognuno di noi, disponibile ad aiutarci in qualsiasi circostanza.
  • OFFLINE
    Credente
    00 29/04/2010 15:39
    Miliardi di persone si sono poste e si pongono il problema del futuro, cosa fare, la problematica del lavoro, il desiderio legittimo di formarsi una famiglia. Il cuore si turba, la preoccupazione aumenta come aumenta il distacco dalla preghiera.

    Finisce la speranza e l’agitazione prende il sopravvento.

    Si prendono vie sbagliate, le scelte buone si rivelano errate, le delusioni segnano e feriscono l’anima. Ci si convince che è tutto inutile. La via delle amicizie vacilla, la verità non la troviamo quasi in nessuna bocca, la vita è una continua sofferenza.

    Questo perché non c’è stato il vero incontro con Gesù, non c’è stata una preghiera umile e fiduciosa, è mancata la speranza. Si spera ciò che non si vede, ma che si desidera, e si deve pregare Dio, l’unico che può realizzare i nostri desideri legittimi.

    Gesù ha preparato un posto nel suo Cuore per tutti noi, solo in questo Cuore si trova la gioia e la realizzazione umana. Le vie del mondo senza Gesù presentano sempre lati oscuri, anche se garantiscono un lavoro e una buona sistemazione.

    Ho conosciuto molte persone in cerca di un lavoro che hanno pregato con Fede, recitando il Santo Rosario e frequentando ogni giorno la Messa, e che sono state aiutate da Gesù. Chi non poteva avere figli li ha avuti, chi aveva la guerra nel cuore e nella famiglia ha trovato la pace e la gioia.

    Ma l’unica Via è Gesù Cristo.
2