CREDENTI

MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol.1)

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    Coordin.
    00 09/01/2010 22:11
    La Sacra Scrittura è una fonte inesauribile di meditazioni.La nostra intelligenza ha bisogno di nutrirsi attraverso la riflessione sulle verità esistenziali e fondamentali, che possono essere trovate nell'opera della Creazione, osservando il Creato che parla a noi attraverso le meravigliose parti della natura;ma ancor più le verità sono contenute nella Parola rivelata dallo stesso Autore del Creato e che troviamo nella Sacra Scrittura.
    [Modificato da Coordin. 10/02/2010 10:10]
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    Credente
    00 19/01/2010 22:09
    La fede viva, la credenza cieca e la completa adesione alla autorità
    costituita da DIO sopra di te, questo è il lume che rischiarò i passi del popolo
    di DIO ne deserto. Questo è il lume che risplende sempre nell'alta punto di ogni
    spirito accetto al Padre. Questo è il lume che condusse i magi ad adorare il
    nato Messia. Questa è la stella profetizzata da Balaam. Questa è la fiaccola che
    dirige i passi di questi spiriti desolati. E questo lume e questa stella e
    questa fiaccola sono pure ciò che illuminano la tuia anima , dirigono i tuoi
    passi perché tu non vacillassi; fortificano il tuo spirito nel divino affetto e
    senza che l'anima li conosca, si avanza sempre verso l'eterna meta. Tu non lo
    vedi e non lo comprendi, ma non è necessario.
    Tu non vedrai che tenebre, ma esse non sono quelle che coinvolgono i
    figli della perdizione, si bene sono esse quelle che circondano l'eterno Sole.
    Tieni per fermo e credi che questo Sole risplende nella tua anima; e questo sole
    è appunto quello di cui il veggente di DIO cantò: e nel tuo lume vedrò il lume
    (LdP, 16)


    S.Pio Pensieri quotidiani
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    AmarDio
    00 09/02/2010 14:51
    VANGELO (Mc 6,53-56)
    Quanti lo toccavano venivano salvati
     
    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Genèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.  Parola del Signore
     
    Quando Gesù girava per i villaggi e predicava la Buona Novella, si era sparsa la voce che avvenivano grandi miracoli e guarigioni impossibili. Gesù girava per tutta la regione, aveva una sete infinita di aiutare e convertire, di guarire gli ammalati e liberare i posseduti dai diavoli.
    L’attesa di incontrare Gesù era frenetica, il Messia rappresentava la loro speranza, perché nessuna medicina e nessun medico potevano guarire quelle malattie. La gente cercava Gesù ovunque, e questa ricerca faceva aumentare la fede in Lui, Lo considerava un grande Profeta, restava meravigliata perché alle sue parole seguivano miracoli straordinari.
    Da tutte le parti accorrevano, portavano i malati sulle barelle, dormivano sulla strada, e speravano di incontrarlo, di vederlo e pregarlo. Non pensavano alle necessità del corpo, perché cercavano la guarigione.
    Completamente diverso dal comportamento dei cristiani di oggi, cristiani che non conoscono Cristo né desiderano conoscerlo. Eppure, è molto facile incontrare Gesù e parlargli tutte le volte che se ne ha voglia, basta entrare in una Chiesa, o anche più semplicemente raccogliersi in sè stessi, essendo il nostro cuore un tempio in cui Dio maggiormente desidera abitare. 
    Non vi è niente di più semplice, sapendo che Dio vede ed ode tutto e che è più intimo a noi di noi stessi. Perchè allora appare così difficile farlo?

    C’è da capire questo, ognuno lo deve chiedere a se stesso, da parte mia comprendo le difficoltà degli uomini di oggi. C’è l’incapacità di sciogliersi da tante catene e da tanti condizionamenti .


    Possiamo chiedere a Lui stesso l'aiuto per essere liberati da tutti i vincoli, e vedremo che un poco alla volta la nostra vita comincerà a cambiare, se lo vogliamo e se glie lo permettiamo, giacchè Egli rispetta la nostra libera scelta e non vuole forzare le nostre decisioni.

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    Coordin.
    00 10/02/2010 10:06
    Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte». Parola del Signore

    Con molta amarezza Gesù rimprovera scribi e farisei, pur sapendo che avevano il cuore duro. Erano accusatori ipocriti, decisamente oppositori di Gesù, Lo condannavano anche per i miracoli che compiva, le guarigioni che dava ai malati cronici.

    La caratteristica degli accusatori di Gesù era quella classica, quella del giudizio temerario: gli altri sbagliano sempre, essi sono perfetti, fanno tutto bene. Questa caratteristica è facile oggi vederla in molti professionisti della falsità.
    Come al solito, Gesù le cose non le manda a dire, nè tace ma evidenzia con forza la situazione gravissima dell'anima di quelle persone, perché Lui è la Verità. Chi non Lo segue più con il cuore, si mette alla sequela di scribi e farisei, che sempre condannano e mai si convertono.
    Una delle affermazioni di Gesù rivolta a costoro, oggi è attualissima: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
    Qui è sintetizzata l’apostasia del cuore di molti cristiani. Apostasia indica la perdita della Fede o seguire Gesù meccanicamente, senza alcun interesse. Di apostasia può vivere qualsiasi credente.
    “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Ricordano le parole di Papa Benedetto XVI: “Quante volte la Parola di Gesù viene distorta e abusata! Quanta poca Fede c'è in tante teorie, quante parole vuote!”. Se il cuore è lontano da Gesù, le parole sono vuote, si esprime il nulla. Si possono dire anche parole dotte, ma non toccano i fedeli.
    “Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
    Quante dottrine eretiche e protestanti circolano oggi all’interno della Chiesa Cattolica!
    È proprio così, quando ci si distacca da Gesù, l’uomo esalta se stesso. Facendo molti danni
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    Credente
    00 11/02/2010 21:36
    VANGELO (Mc 7,24-30)
    I cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli.

    Saziarci della Parola di Dio è un desiderio difficilmente realizzabile, almeno in questa vita, perché è Parola infinita, rivelata da Dio e per contenerla in noi, dobbiamo essere Dio.
    È una Parola efficace, realizza ciò che contiene, quindi, mentre viene depositata nel cuore del cristiano, produce autonomamente maggiore Grazia. Come il seme che cresce sotto terra senza l’intervento di alcuno.
    La Parola di Dio è Grazia e vero cibo, sazia la fame irrequieta dell’uomo e addomestica le passioni o eccitazioni che spesso spuntano nella mente di chi ancora è più debole nello spirito.

    Quando la Parola di Dio diventa indispensabile, vuol dire che il cammino spirituale è intenso e curato. Tutti siamo chiamati a fare questo, molti si giustificano affermando che hanno troppi impegni e molte distrazioni. Ma non c’è bisogno di farlo sapere agli altri, ognuno risponde a Dio della propria vita spirituale, delle sue opere e di cosa ha compiuto di buono e di male. Di tutto renderemo conto.
    Riguardo il Vangelo, commuove la Fede di questa donna non ebrea, crede fermamente nella potenza e nella bontà di Gesù. Nessuno l’aveva istruita, ma Gesù vuole salvare tutti. Si commuove, dice una sola parola e i diavoli scappano dal corpo della figlia della donna, rimanendo libera da ogni possessione.
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    Credente
    00 12/02/2010 18:40
    VANGELO (Mc 7,14-23)
    Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo

    Le catechesi di Gesù squarciavano le rigide convinzioni degli ebrei, intenti al controllo asfissiante di qualsiasi cosa impura, senza controllare ciò che usciva dal loro cuore.
    Il cibo era super controllato per non rimanere impuri, tutto il resto si ignorava. Le diffamazioni che molti di essi lanciavano, non erano peccato per essi, o la malvagità quando si mostravano severi con chi non la pensava come loro. Erano convinzioni sbagliate, nate dalla tradizione popolare. Come al solito, la verità era gestita secondo le proprie convenienze, si manipolava come piaceva, si selezionava qualcosa e si trasformava in falsità.
    Gesù ci dice che dobbiamo fare attenzione alle parole che escono dalla bocca, ai desideri impuri e cattivi che si concretizzano nelle opere sbagliate. Sono i propositi di male, così li chiama Gesù, comportamenti gravissimi e dissoluti, che danneggiano chi li compie e quanti ne sono colpiti.
    Stiamo attenti alle parole che pronunciamo, soprattutto controlliamo i pensieri impuri, tutti quelli che non ci indirizzano alla verità e all’amore verso tutti.
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    AmarDio
    00 13/02/2010 08:50
    Oltre i malati che soffrono di sordità e mutismo, quindi, impossibilitati a parlare e sentire, nel mondo esistono quasi sei miliardi di persone che ostinatamente si rifiutano di ascoltare la voce della coscienza.
    Dio è completamente escluso, è ignorato intenzionalmente perché la sua voce rimprovera.
    Per questo a volte si sceglie di rimanere sordi alla voce divina.
    Molti sono troppo presi da se stessi, alla ricerca del benessere corporale, cercando ogni possibile metodo per curare il corpo, ricorrendo anche al bisturi e cure incredibili. Ma se arriva qualche disagio, subito diventano sordomuti, si chiudono all’esterno e si dannano nel loro interno.
    Nasce il mutismo volontario.
    Perché non solo non si vuole ascoltare Dio e non si parla con Dio, ma si diventa irascibili anche solo al nominarlo.
    Diventano idolatrici di se stessi, la loro persona si trasforma in un idolo, e questa idolatria genera sordomuti. Non vogliono ascoltare la parola di verità, rifiutano Gesù che è l’unica Parola di verità.
    Molti sordomuti sono purtroppo anche tra i CREDENTI.
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    Credente
    00 15/02/2010 14:17
    Quando l’anima è libera dalle catene del mondo, la vita è veramente bella. L’anima libera è la richiesta che Gesù ci fa in tutto il Vangelo, e tutti i suoi insegnamenti ci vogliono condurre a questa liberazione.
    Chi riesce a distaccarsi dagli idoli del mondo si sente rinato, forte, padrone della propria volontà. Ed è libero di scegliere, non più di essere scelto.
    Ci sono delle regole da osservare, come avviene quando, per esempio, ci si vuole collegare ad internet. Si devono seguire quelle regole per entrare nel web, in questo mondo virtuale che racchiude tesori ed immondizie. La vita è fatta di leggi da osservare. Per trovare un impiego bisogna avere determinate caratteristiche, così per tutto quanto riguarda la nostra esistenza. Bisogna osservare tantissime leggi.
    Pensate a quanti si tormentano e martirizzano per mantenere la linea, come seguono con attenzione la dieta. E la dieta si può fare per diversi motivi. Qualche motivo è buono, altri guastano la persona.
    Allo stesso modo e per fini ben più altissimi, c’è la legge del Vangelo da osservare e solo chi segue bene le indicazioni entra in un mondo reale e spirituale. Non sono due termini che si escludono, perché la vera vita, che è anche eterna, è quella spirituale.
    Il Vangelo di San Luca ci presenta quattro Beatitudini, rispetto alle otto di San Matteo, ma lo stesso ci arrecano serenità e gioia. Meditare con attenzione queste parole, ci permette di elevarci da situazioni di mediocrità, perché una buona meditazione conduce alla pratica, quindi, alla vera conversione.
    Sono consolanti le parole di oggi, soprattutto chi ha ricevuto ingiustizie e non ha ancora visto trionfare la verità. “Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete”.
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    AmarDio
    00 16/02/2010 11:56
    Se i seguaci di Gesù di duemila anni fa sono scusabili, nonostante i miracoli che avvenivano sotto i loro occhi, meno giustificabili sono i cristiani di oggi. Ancora non comprendono che Gesù è Dio, infatti, poco Lo pregano e ancora meno Lo adorano.
    È il lievito a dare autosufficienza, quella sicurezza che esclude Gesù, anche se siamo credenti. L’indipendenza da ogni regola è la regola dell’umanità, e solo chi ha scoperto l’Amore di Gesù riesce ad eliminare con pazienza il lievito che fa gonfiare di orgoglio e superbia.
    Si parla spesso di orgoglio e superbia come se fossero due sinonimi. Anche se vogliono esprimere un giudizio negativo, hanno sfumature diverse. L’orgoglio è la stima eccessiva di sé e dei propri meriti. È grande amor proprio. Superbia, invece, è una valutazione eccessiva delle proprie qualità e capacità che si manifesta con un comportamento altezzoso e sprezzante. Nella teologia cattolica, è il primo dei sette peccati capitali, caratterizzato soprattutto dalla negazione della propria condizione di creatura e perciò dell'inferiorità rispetto a Dio. Infatti, Lucifero peccò di superbia.
    Gesù accusava quella gente di avere il cuore duro e non potevano riconoscerlo.
    Chiediamoci se anche noi abbiamo il cuore indurito e non amiamo né perdoniamo gli altri. Dimenticando che Gesù ci ama sempre e ci perdona ogni volta che Lo cerchiamo.
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    Credente
    00 18/02/2010 22:38
    La Quaresima è tempo di penitenza e di purificazione.
    Basta leggere le parole di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).

    Ci ricorda la penitenza che fecero i Niniviti durante la predicazione di Giona che per quaranta giorni ne annunciava la distruzione.
    Essi fecero cordoglio e invocarono il perdono di Dio, che si lasciò impietosire dalla loro sincera contrizione di cuore.

    Oltre ad un sentimento di contrizione per aver commesso colpe o peccato, la penitenza può essere una rinuncia, una sofferenza di varia natura che si accetta con pazienza. Rinuncia significa non fare o mangiare quello che piace. C’è la penitenza volontaria ed involontaria, quella che si fa per decisione personale, e quella che si sopporta perché non cercata: fame, sete, freddo, caldo, povertà, ecc. Questa penitenza è una afflizione.
    Il sacrificio è un atto personale con cui si offre a Dio qualcosa di spirituale o di morale: malattia, incomprensione, persecuzione. Il sacrificio come offerta a Gesù o alla Madonna è sempre volontario, è una forma di rinuncia, anche se si tratta di offrire a Dio qualcosa di particolarmente importante per un nobile scopo, per un ideale.
    La penitenza è stata amata da tutti i Santi.
    Non si può cambiare il Vangelo, che dicendo: quando fai la tua elemosina....quando digiuni...quando preghi...ci ricorda che occorre fare queste cose e ci dice anche con quale atteggiamento farle.
    Coloro che non seguono gli insegnamenti di Gesù non hanno alcuna attrazione verso la Quaresima e ignorano la necessità delle penitenze.
    Senza penitenze il cristiano rimane molto carnale, guidato dagli istinti passionali, confuso dietro il materialismo.
    Senza di essere difficilmente potrà avere il gusto delle cose di Dio e non potrà compiere facilmente il cammino cristiano.
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    Coordin.
    00 19/02/2010 18:40
    “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).
    Questa frase è la password o parola d'accesso alla vita spirituale. Se escludete questa frase dalla vostra spiritualità, non c’è nulla. Occorre ricordare bene queste poche parole, perché solo quando si vivono è possibile entrare nel Cuore di Gesù.
    E stare in comunione con Gesù diventa facile ricevere Grazie.
    Vivere queste parole è impegnativo, direi difficile senza l’aiuto di Gesù e della Madonna, e solo la Grazia Divina ci facilita la violenza che bisogna farsi. Si tratta di violenza spirituale, cioè, fare il contrario di ciò che piace, ovviamente di quelle cose che dilettano i sensi, di cui possiamo farne a meno.
    Per vivere le parole di Gesù, ogni giorno bisogna vincere l’istinto e le passioni disordinate.
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    AmarDio
    00 21/02/2010 22:25
    Quanto ci viene proposto dalla liturgia di questa domenica, corrisponde alla nostra vita, spesso oscillante tra bene e male. Non accade a chi è forte nello spirito e rimane saldo nelle prove, ma per chi è debole non c’è da rallegrarsi.

    Ogni essere umano è stato sottoposto almeno una volta alle tre tentazioni che subisce Gesù. Proprio Gesù non aveva alcuna necessità di essere provato, ma lasciò alla cecità di satana di soddisfare la sua perfida cattiveria.

    Satana non poteva sapere che Gesù era Dio incarnato, si arrovellava vedendo questo Uomo straordinario compiere continui miracoli e non avere la capacità di fermarlo. Lo aveva capito presto che Gesù era un Uomo diverso, fedelmente legato alla tradizione ebraica e non trasgrediva un solo precetto.

    Quando Gesù inizia i grandi miracoli, satana non sa più cosa pensare. Era arrivato alla convinzione della potenza di Gesù, poteva essere il Messia, mai avrebbe pensato che si trattasse del Figlio di Dio.

    Satana si presenta anche a Gesù sotto mentite spoglie, così come agisce contro ognuno di noi. Non dice chiaramente il suo progetto, non svela le sue trame, presenta un invito buono che però nasconde una trappola. Ogni volta che satana propone qualcosa apparentemente buona, c’è sempre nascosta un’imboscata. Lui è l’ingannatore, per questo non bisogna mai fidarsi dei pensieri che ci arrivano alla mente, è necessario riflettere prima di agire.

    Noi siamo esposti di continuo a tante tentazioni, ed essendo deboli non sempre ne conosciamo la provenienza.

    Ci sono tentazioni che vengono dal corpo ed attraverso il corpo: “Dì a queste pietre che diventino pane...”, e tentazioni che arrivano attraverso lo spirito, la psiche dell'uomo: “Se sei Figlio di Dio buttati giù poiché sta scritto i tuoi Angeli ti sorreggeranno con le loro ali...”.

    Ma c’è anche la tentazione diretta all'anima: “Tutte queste cose ti darò se prostrandoti mi adorerai”.

    Satana tenta gli uomini usando le seduzioni del potere, del sesso, del denaro.

    Vuole indurre l’uomo ad adorare il peccato, a vivere in opposizione alla Legge di Gesù. E riesce a vincere con molta facilità coloro che non pregano o pregano poco.

    Quindi, non basta capire la provenienza di una tentazione, occorre anche superarla. E da soli non ce la faremo mai. Senza una forza superiore alla tentazione, non si può vincere mai una tentazione. E la forza superiore è la Grazia di Gesù. Per questo, pregare ci è indispensabile.

    Quando l’ispirazione arriva da Dio, dentro avvertiamo una grande pace, non è mai presente l’agitazione.

    Quando è Dio a mandarci un’ispirazione, rimane segreta nella nostra anima, satana non la può conoscere, gli è impedito di sapere cosa c’è nell’intimo della nostra anima. È vero però che percepisce i nostri pensieri conosce e le nostre azioni, soprattutto prevede le nostre iniziative.

    Oggi c’è una grandissima dimenticanza della presenza di satana nel mondo, ma soprattutto all’interno della Chiesa. Il potere forte e momentaneo del nemico di Dio, viene ignorato dalla maggior parte dei cristiani. Dovremmo essere astuti nella conoscenza delle mosse di satana, anche se molto spesso si nasconde e non lascia capire quali manovre si prepara ad attuare.

    Meditiamo bene questa pagina del Vangelo, ci servirà nei momenti della prova, quando sferzante e violenta sarà la tempesta che si abbatterà sulla nostra anima.

    Dovremo rispondere come ha fatto Gesù, citando le parole della Bibbia, le parole di vita eterna, che fanno tremare e fuggire tutti i diavoli.

    Nelle tentazioni rivolgiamoci con fiducia alla Madonna, Madre della purità, ci darà la forza per vincere ogni attacco satanico.
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    Credente
    00 23/02/2010 23:11
    Niente è indistruttibile, solo Dio rimane eternamente lo stesso, invece l’uomo cambia idea, si lascia guidare dai pensieri che sorgono nella mente. Concetti di cui non conosce la provenienza.

    Lo stesso succede a Pietro, egli dà una risposta che qualche mese prima non poteva immaginare, ma in lui c’è l’intervento di Dio. La risposta del capo degli Apostoli non è umana, nessuno poteva sapere la verità di Dio.

    È il momento in cui Pietro viene colpito dalla Luce di Dio. E cambierà la sua vita.

    La risposta soprannaturale di Pietro precede l’investitura che riceve da Gesù, il Signore lo designa come Capo della sua Chiesa, che sarà edificata sulla pietra rocciosa come la Fede di questo pescatore, trasformato in uomo spirituale e grande Apostolo.

    La Festa liturgica di oggi riguarda proprio la Cattedra di Pietro, il ruolo che svolge il Romano Pontefice. Non è un ruolo marginale e di osservatore, come vogliono quei Prelati oppositori della sana dottrina cattolica, è la Cattedra intesa come “seggio fisso”, che permane sempre e che è guida indispensabile per la vita della Chiesa.

    Come Pietro anche il Papa dalla Cattedra parla a nome di Gesù Cristo.
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    AmarDio
    00 25/02/2010 21:27
    L’uomo non è abituato a chiedere, si illude che tutto sia sua proprietà. Anche se non possiede in realtà nulla. Come è incapace a ringraziare Dio, così difficilmente chiede qualcosa. Solamente nei momenti di difficoltà, si rivolge a Gesù in modo angosciato e prostrato, convinto che rimane solo Dio per superare la sofferenza…

    Chiedere qualcosa a Gesù è sempre uno sforzo per l’uomo, si sente facilitato quando chiede beni materiali, mai chiede la conversione del cuore, la pratica dell’umiltà, imparare a pregare, diventare spirituale, distaccarsi dal denaro e dal potere, ed altro ancora.

    L’esempio che fa Gesù è semplice: se l’uomo pur essendo cattivo dona cose buone al proprio figlio che chiede aiuto, quanto più questo lo fa Dio, che è Amore?

    Dio ha creato tutti noi, i nostri genitori ci hanno generato, è Dio a sentirsi vero Padre di tutti noi. La sua attenzione è infinita su ogni essere umano, Egli non vuole perdere nessuno. Ci ama tutti così come siamo. Sono le scelte sbagliate dell’uomo a condurlo lontano da Dio.

    Gesù ci sprona a chiedere, e bisogna farlo con umiltà, insistenza, amore e devozione. Solo così si ottengono grandi Grazie. I miracoli Gesù continua a compierli ovunque.
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    AmarDio
    00 26/02/2010 21:22
    La nostra giustizia deve superare quella dei farisei di oggi, diciamo di coloro che non seguono Gesù. Sono atei o agnostici cioè indifferenti, molti sono onesti, ma chi è senza Dio purtroppo rimuove il freno della coscienza. Chi non crede in Dio usa più facilmente le bugie, perché non ha il senso del peccato e ritiene una sciocchezza ogni immoralità.

    Praticare la giustizia significa dare a Dio l’adorazione che merita e agli uomini l’amore e il rispetto. Giustizia indica un comportamento giusto, la capacità di dare agli altri ciò che meritano. Dio merita l’adorazione, gli uomini l’amore e la stima.

    Noi come cristiani e seguaci di Cristo dobbiamo sempre vivere i valori morali, superando i non credenti nella pratica delle virtù. Se viviamo come i pagani, possiamo ancora considerarci cristiani?

    Gesù aggiunge che il giudizio verso gli altri è grave, soprattutto quando viene fatto senza alcuna prova morale. Si tratta di giudizio temerario, è grave perché si basa sulla fantasia.

    E il giudizio offusca la mente, indurisce il cuore, nel tempo fa diventare cattivi. E chi odia gli altri non è un buon cristiano, a cosa serve la sua preghiera?

    A cosa serve pregare se contemporaneamente si commettono peccati gravi?

    Prima di pregare e per pregare bene, occorre perdonare gli altri e cercare la pace, benedire chi ci ha fatto del male e pensare bene di tutti.

    È vero che Gesù conosce i nostri cuori e vuole usarci sempre misericordia, è pronto a perdonarci quando chiediamo perdono, ma diventa pure difficile avere la forza e il desiderio di chiedere perdono. Si desidera confessarsi quando si avverte il dolore dei peccati.

    E se il cuore è indurito?

    L’avviso di Gesù è chiaro: amate e smettetela di giudicare.
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    Credente
    00 27/02/2010 23:34
    Gesù spiega che amare gli altri non è qualcosa di scontato o meccanico, non è naturale nell’uomo praticare comportamenti che richiedono la partecipazione interiore.

    Considerate che molti salutano le persone che incontrano in strada o in altri luoghi con ipocrisia e con ostentazione, oppure salutano per la conoscenza che c’è, il buon senso, anche per rispetto. E non è sbagliato questo saluto, è sintomo di buona educazione.

    Invece Gesù ci chiama a qualcosa di più elevato, ci dice che dobbiamo fare tutto con amore, anche salutare gli altri deve essere fatto con affetto, desiderando il bene di tutti. Non basta il buon senso o la buona educazione, perché si conoscono persone che sono bravissimi nel salutare con gioia e cordialità, mentre pensano brutte parole. “Con la bocca benedicono e nel loro cuore maledicono”, ci ricorda il Salmo (61,5).

    È un atteggiamento fondato sull’ipocrisia e un cristiano non può praticarlo, anche perché un volto non sincero si riconosce sempre. L’ipocrisia è una brutta pianta, bisogna estirparla dal cuore e sforzarsi di essere sempre sinceri e cordiali.

    Non è facile sorridere a chi non ci ama, o a chi ci ha calunniato nelle tenebre, o altri che non ci stanno simpatici. Occorre uno sforzo, è indispensabile la presenza dello Spirito di Gesù, che è Santo e vuole farci diventare Santi.

    Tutti siamo chiamati alla santità, cioè, a diventare buoni cristiani.

    Ogni giorno incontriamo molti conoscenti, poveri e benestanti, simpatici e poco simpatici, noiosi ed interessanti, come ci comportiamo? Cosa avviene in noi non appena ci accorgiamo che li stiamo incrociando? Proviamo gioia o disgusto, amore o fastidio?

    Il seguace di Gesù ama e rispetta tutti, senza fare una classifica, senza distinguere tra vantaggio e svantaggio. È vero amore quando salutiamo e rispettiamo gli altri senza aspettarci nulla in cambio, senza lasciarci guidare dai calcoli.

    Amare indistintamente tutti è la legge del Vangelo, Gesù ci aiuta a viverla.
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    AmarDio
    00 28/02/2010 19:30
    La vera Fede richiesta da Gesù per ottenere grandi miracoli, scaturisce dalla preghiera intima, umile, profonda, quindi, sentita.

    Gesù si trasfigura per mostrare la sua Divinità ai tre Apostoli che porta con sé, Pietro, Giovanni e Giacomo, sono insieme per pregare, e durante la preghiera avviene una apparizione straordinaria. I tre vedono Mosè ed Elia, il primo rappresenta la Legge e il secondo i Profeti, per testimoniare che Gesù è il Messia e che Lui ha sempre osservato la Legge e tutti i grandi Profeti avevano parlato di Lui. È Gesù il Profeta atteso.

    Poi, per dare il sigillo a questa apparizione, parla addirittura Dio Padre, la voce chiara e potente esce da una nube, per attestare che Gesù è mandato da Dio.

    Tutto questo è avvenuto per dare agli Apostoli la conferma della provenienza di Gesù, perché i dodici non riuscivano a comprendere bene il messaggio del Signore. Eppure vedevano miracoli e guarigioni straordinarie, percepivano in Gesù uno Spirito assolutamente non umano e superiore. La debolezza li accompagnava.

    C’era pure la debolezza fisica, erano incapaci di pregare di notte, non riuscivano a pregare insieme a Gesù, subito si addormentavano mentre il Signore dialogava con Mosè ed Elia. Quando noi dormiamo Dio continua a compiere miracoli nella nostra vita e non ce ne accorgiamo.

    Molti CREDENTI quando pregano sono distratti e disinteressati, dormono in pratica, non si accorgono delle parole che Gesù dice, non riescono a cogliere le sue ispirazioni. Anche loro hanno bisogno di sentire la parola di Dio Padre, ma non si distaccano dal caos del mondo e non si raccolgono in preghiera.

    La mancanza di preghiera arreca danni molto gravi, all’uomo e al creato. Bisogna correre ai ripari. "Pregate per non cadere in tentazione" ha ammonito il Signore, proprio nell'ora in cui egli stesso veniva messo alla prova decisiva, ma riuscì a vincere a nostro favore grazie alla sua preghiera.
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    AmarDio
    00 01/03/2010 19:56
    Quando Gesù stava morendo sulla Croce, perdonò i suoi uccisori e chiese al Padre di usare misericordia: “Padre perdonali, non sanno quello che fanno”. Una affermazione vincolante per noi cristiani se vogliono seguire Gesù, come fu scioccante per quanti si trovavano lì vicino e l’ascoltarono. Non sanno quello che fanno.

    Anche molti cattolici alle volte non sanno quello che fanno e causano dispiaceri agli altri, non sanno che certi comportamenti danneggiano essi stessi e quanti ne sono colpiti.

    Gli uccisori di Gesù non sapevano, noi cattolici sappiamo e quindi, non ci rendiamo conto di commettere errori anche gravi.

    È diverso non sapere da non rendersi conto. Questo indica uno stato di confusione o distrazione, annebbiamento mentale. Di questi due atteggiamenti, il secondo è più grave. È giusto affermare che non rendersi conto è chi si trova in stato confusionale, conosce i Comandamenti e non li mette in pratica.

    Gesù usa misericordia anche a questi, come lo fece duemila anni fa mentre Lo uccidevano.

    Sotto la Croce c’erano nemici di Gesù, noi siamo amici e devoti, conosciamo i suoi insegnamenti. Quelli uccidevano perché non sapevano, noi pecchiamo perché abbiamo dimenticato il Vangelo e siamo attaccati a qualche idolo che indebolisce la nostra vita spirituale e ci rende vulnerabili.

    Le dissipazioni (intemperanze e sregolatezze) affievoliscono, debilitano spiritualmente e non c’è più forza per resistere alle tentazioni. La Confessione fa ritornare in Grazia e poi bisogna pregare ogni giorno.

    Nel Vangelo Gesù ci dice di essere misericordiosi con i nostri simili, come Lui è la Misericordia che perdona quanti si pentono e ritornano a Dio. In che modo possiamo essere misericordiosi? Giudicare gli altri non è misericordia, è crudeltà, intolleranza, intransigenza.

    Gesù ci dice di non giudicare gli altri, è temerario farlo, perché il giudizio è frutto della fantasia, si accusa senza sapere le intenzioni degli altri, senza avere prove morali.

    La Quaresima è il periodo penitenziale adatto per evitare i giudizi.

    Se non si controllano i giudizi, si arriva di conseguenza alla condanna, si condannano gli altri con un giudizio definitivo. Ma quale uomo è in grado di conoscere perfettamente il cuore di un altro uomo? Invece di condannare, dobbiamo usare misericordia, comprensione. Quanta comprensione usa Gesù con tutti noi? Quante volte ci perdona? Ci sono cattolici che non vogliono perdonare neanche i propri familiari e pregano…

    Se non diamo amore, come possiamo pretendere di ricevere amore?

    Ama e fa quello che vuoi, dice Sant’Agostino.

    Chi ama non farà mai del male.
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    AmarDio
    00 04/03/2010 16:31
    Nella parabola del ricco Epulone Gesù parla della retribuzione che i giusti riceveranno in Cielo. È una dottrina che i ricchi e i gaudenti non gradiscono, non favorisce la loro vita dissennata.

    Sono molti i benestanti e i festaioli che considerano la loro vita come un passaggio che ha una fine, senza più alcuna esistenza altrove. Da qui è nata la filastrocca di considerare questa vita come l’unica e che dopo la morte non ci sarà più nulla.

    Gesù li aveva già smentiti duemila anni fa, con l’aggiunta di alcune precisazioni.

    Il ricco epulone è il non credente di oggi, non necessariamente deve essere ricco. È già ricco di suo con tutta la superbia che porta sulle spalle. Questo uomo non è rifiutato da Gesù, Egli vuole salvare anche lui, perché è venuto per salvare i malati.

    Sono miliardi gli atei, miscredenti, agnostici che negano l’aldilà, ma prima hanno negato Dio. Se non c’è Dio non c’è aldilà. Così si concentrano esclusivamente sull’aldiquà.

    Questa vita non solo è unica per essi, ma la vogliono godere fino all’ultima goccia o feccia, principalmente ciò che è trasgressione, immoralità, oscenità. Si immergono così tanto nel fango da non avere più la possibilità di guardare il Cielo e vederlo azzurro. Guardano solo sotto il fango. E sono innumerevoli i giovani colpiti da questo batterio trasgressivo che spoglia del pudore e della dignità. E molti genitori non pregano mai e vivono spensieratamente.

    Cosa deve provare Gesù che si è fatto crocifiggere per loro?

    La parabola ci dice che chi sguazza e gode in questa vita, calpestando i Comandamenti di Dio ed ignorando le necessità dei poveri, non avrà alcuna ricompensa nell’aldilà. Ha goduto il suo paradiso in questa terra. Al contrario, chi avrà sofferto per la povertà, malattie, sofferenze e persecuzioni, accettate per amore di Dio, riceverà come ricompensa la vita eterna, il Paradiso.

    Anche quelli che non credono vedranno Gesù nel Giudizio e si ricrederanno. Ma quanti atei si salveranno se non hanno mai pregato? Lo sa Gesù, Lui legge perfettamente i cuori.

    La cattiva sorte è toccata al ricco epulone. Addirittura chiedeva la grazia di avere le labbra bagnate, tanta era la sua sofferenza nell’inferno. Neanche questo riceve. Quando era in vita le labbra se le bagnava di continuo con il vino che beveva a litri. Abramo dice che non è possibile, perché dopo il Giudizio ognuno riceve il premio o la condanna. “Ora in questo modo Lazzaro è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti”.

    In sintesi questo è il significato della parabola. Aggiungo un’altra spiegazione. Il ricco epulone trovandosi nell’inferno, mai avrebbe potuto avere sentimenti di compassione verso i suoi fratelli, perché lì si odia e si maledice sempre, eternamente. Ha chiesto di fare avvisare i suoi fratelli non per amore, ma per non essere bruciato più forte nell’inferno a causa dei peccati che i fratelli ancora in vita commettevano.

    Era stato lui a dare il cattivo esempio ai fratelli, e i loro peccati ricadevano su di lui, come i buoni esempi che si danno fanno arrivare molte Grazie.
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    Credente
    00 05/03/2010 23:37
    La splendida paraboladel figlio prodigo merita un commento esauriente per quanto è possibile esaminare approfonditamente. Una pagina memorabile del Vangelo, anche se tutta la Buona Novella insegnata da Gesù è strabiliante.

    Dopo avere letto la parabola di cui sopra, cosa pensiamo del figliol prodigo? In verità tutti noi siamo il figliol prodigo, ognuno di noi ha commesso lo stesso errore del figlio più giovane.

    Forse non ne abbiamo mai preso consapevolezza, ma il peccato è la massima tragedia dell’uomo. Il peccato porta isolamento, tristezza, abbandono, sconfitta, corruzione, sciagura.

    Il figliol prodigo quando si trovava nella grazia di suo padre, aveva tutto, condivideva con il genitore le ricchezze e la dignità. Allontanandosi da lui per un capriccio, perse le ricchezze e la dignità di appartenere ad una famiglia importante.

    Lo stesso succede al cristiano che sceglie il peccato rifiutando la Grazia e i doni di Dio, finendo per vivere nel fango e nella perversione.

    Cosa e quanto patì il figlio lontano dalla casa del padre? Soffrì le pene dell’inferno, fino a condividere il cibo e il fango con i porci. Peggio di così…

    E così vivono quanti rifiutano Gesù e cercano la felicità nei piaceri e nei vizi. Sembra gioia… invece è avvilimento, insoddisfazione, delusione e cercano di far tacere la coscienza inebriandosi di tutto, perdendo anche la dignità di esseri umani.

    Chi si allontana da Gesù e perde la Grazia a causa dei peccati, spiritualmente non è più in vita.

    C’è chi rimane nel peccato anche per lunghi anni, c’è chi prende coscienza del suo stato penoso e, pentito, và in cerca di un confessore per incontrare il perdono di Gesù. E attraverso il confessore, Gesù pieno di Amore apre il suo Cuore ed agisce, accoglie, abbraccia, perdona e usa infinita misericordia.

    Nessun peccatore deve temere Gesù, più grandi sono i peccati più grande è la Misericordia che dona il Signore.

    Non appena il peccatore decide di pentirsi, Gesù già gli và incontro e lo abbraccia.
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    AmarDio
    00 06/03/2010 09:23
    COMMENTO ALLA PARABOLA DEI VIGNAIOLI PERFIDI

    Questa pagina del Vangelo mi fa venire in mente un’affermazione forte di Gesù rivolta ai sacerdoti e scribi del Tempio, quei sacerdote e scribi che seguivano la Legge di Mosè e rifiutavano totalmente le parole del Maestro Divino.

    Gesù afferma questa sentenza dopo avere raccontato la parabola dei due figli, uno obbedisce e non esegue, l’altro disobbedisce ed invece esegue il comando del padre. “Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”, dice Gesù a scribi e sacerdoti. Dicono: “L'ultimo”. E Gesù a loro: “In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” (Mt 21,31). Il capitolo 21 di San Matteo racconta questa parabola.

    Una sentenza che certamente fa inferocire i suoi nemici, ma Gesù se l’ha detta aveva i suoi motivi. Mai Gesù sbagliava né poteva sbagliare essendo Dio.

    Nel Vangelo di oggi Gesù spiega a quelli che Lo odiavano, che per la loro inefficienza e superficialità, la Vigna di Dio sarebbe stata affidata ad altri, che l’avrebbero resa fruttuosa, fertile. Un’affermazione che annebbia di cieco furore i nemici, ma Gesù non indietreggia, non ha paura di esporre una verità tragica per scribi e sacerdoti del Tempio.

    Le sue parole creano una reazione di quanti si sentivano protetti dalle loro iniquità. Gli iniqui hanno incontrato la Verità e sono stati svelati. Così sarà per quanti agiscono nell’inganno.

    La nuova Vigna è la Chiesa Cattolica, con un nuovo Popolo, quello cristiano, quindi anche noi. Ma noi cosa facciamo in questa nuova Vigna del Signore? Ci adoperiamo per potare i rami secchi che troviamo in noi e che danneggiano la nostra vita spirituale? Pensiamo che le nostre opere devono edificare la Chiesa e non distruggerla?

    È facile eliminare uno ad uno i rami secchi: i vizi, gli idoli, la superbia, il giudizio, la pigrizia spirituale.
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    Credente
    00 07/03/2010 22:00
    Il ruolo del vignaiuolo è quello di intercessore, con la sua richiesta fiduciosa e convincente ottiene dal padrone di non tagliare il fico e di lasciarlo, sperando in una sua rifioritura. Il fico infecondo per Gesù era il popolo di Israele, indifferente alla sua predicazione. Ma è anche l’uomo di oggi che è distratto ed egoista.

    La parabola del fico secco, Gesù la inserisce nella cornice di un discorso in cui invita tutti a convertirsi e di non aspettare oltre perché potrebbe essere tardi.

    Il tema centrale del Vangelo di questa domenica è la conversione del cuore, significa uscire dal nostro egoismo, lasciare il peccato e vincere ogni comportamento contrario all’insegnamento del Signore.

    La conversione del cuore è possibile se si cambia la mentalità, se la riflessione prolungata del Vangelo e della nostra vita diventa una pratica giornaliera, seguita con attenzione ed interesse.

    La vera conversione significa accettare Gesù come Dio e guida delle nostre scelte e del modo di vivere. Significa inserire l’insegnamento di Gesù in tutto ciò che ci succede. Solo così la nostra mentalità cambierà, quella vecchia scomparirà e sarà sostituita dalla volontà di Dio.

    Vedremo la realtà con occhi nuovi.

    Quando non avviene questa conversione, non si riescono a compiere buone opere, non c’è una forte volontà, ma pigrizia, stanchezza, rifiuto delle cose sacre, noia.

    Come fare per avere il fervore?

    Molti diventano infecondi come il fico secco, eppure potrebbero compiere grandissime opere sante. Si lasciano prendere da tante cose inutili…

    Dobbiamo rientrare in noi stessi e conoscerci meglio. Così inizia il cammino spirituale.
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    Credente
    00 08/03/2010 17:38

    Gesù spiega agli israeliti che non si è benedetti da Dio solo perché si è israeliti,  ma che è indispensabile vivere la Legge data da Dio a Mosè. Quella Legge che calpestavano o che avevano modificato secondo i gusti personali. Come avviene oggi con il Vangelo da parte di molti cattolici, infastiditi dagli insegnamenti forti ma vitali dati da Gesù.

    Come gli israeliti erano illusi di essere graditi a Dio per la loro falsa osservanza, così molti cattolici si saziano al pensiero che credere in Gesù è già sufficiente per sentirsi giusti e perfetti.

    E l’osservanza dei Comandamenti, la preghiera giornaliera e la Confessione?

    Gesù dentro la sinagoga di Nazaret, davanti ai paesani che Lo conoscevano da molti anni, spiega che Dio mandò i grandi Profeti Elìa ed Elisèo, non ad aiutare gli israeliti ma una vedova e un lebbroso pagani, non credenti in Dio. Perché Dio guarda e conosce i cuori.

    Raccontò questi episodi per mostrare che non accettavano Lui per presunzione, avevano un’opinione riduttiva di Lui, non Lo credevano capace di compiere i grandi miracoli che aveva fatto a Cafarnao. Dato che Lo conoscevano come un bravo ragazzo, non poteva essere il Messia atteso. Questa presunzione li annebbiava e allontanava da essi la Grazia di Dio. Per questo Gesù racconta i due fatti accaduti alla vedova in Sarèpta di Sidóne e a Naamàn il Siro.

    Dobbiamo, quindi, rientrare in noi stessi e conoscerci meglio, da qui inizia il vero incontro con Gesù. Se non conosco bene i miei limiti e vizi, le mie virtù e capacità, come potrò possedere l’Amore di Gesù?

    Se scopriamo di essere egoisti, abbiamo mai pensato quale rimedio utilizzare per rimediare e diventare altruisti, generosi, disinteressati? Lo stesso vale per tutti gli altri vizi.

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    Credente
    00 09/03/2010 12:26
    Il tema del perdono è centrale nell’insegnamento di Gesù, d’altronde è venuto nel mondo per riportare l’amicizia tra Dio e l’umanità, quindi, donare il perdono. Gesù è il perdono del Padre.

    Egli ci ha dato l’esempio, ci ha insegnato come perdonare, e ne parlava diffusamente. Prima mostrava con le opere il significato del perdono, poi insegnava. Al contrario di molti cristiani, non perdonano e neanche ne parlano.

    In effetti è difficile perdonare quando le ferite sono ancora aperte… sanguinanti direi. È una violenza che bisogna farsi, una vittoria contro l’orgoglio. Ma con le sole forze umane è quasi impossibile perdonare, forse ci riesce chi deve ottenere qualcosa in cambio. Ed è un perdono finto, esteriore, senza amore.

    Gesù ci invita ad un perdono pieno dei nemici, almeno con il cuore se non è più possibile incontrarli per diversi motivi. E per perdonare occorre prima pregare molto, entrare in una dimensione spirituale e superiore alle nostre facoltà. L’Eucaristia e il Santo Rosario ci trasformano. Questi due sono i mezzi più importanti.

    Accompagnati dalla preghiera e dalla penitenza arriveremo a non avvertire più alcun rancore verso i nemici, che non saranno più nemici. Non penseremo più al male subito.

    Quando il cuore non ha più risentimenti, è un cuore nuovo, guarito.
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    Credente
    00 13/03/2010 23:05
    Ogni uomo ha una naturale inclinazione verso il male, anche se è una persona onesta e buona. Dipenderà dai suoi valori morali o dalla mancata educazione religiosa, il tipo di comportamento che utilizza dinanzi l’occasione di peccato. L’occasione fa l’uomo ladro, per questo, una delle prime regole della vita spirituale, è di fuggire le occasioni di peccato.

    L’uomo ha innata la superbia, se la ritrova nella sua persona senza avere alcuna colpa, e per questa ragione è necessario compire sforzi e sacrifici, agendo in modo opposto alla superbia.

    Senza questo sforzo spirituale, l’uomo è pieno di presunzione, presume sempre e in ogni cosa, è convinto di avere capito tutto e solo lui possiede la verità.

    L’esempio classico lo dà il fariseo nel Tempio, senza umiltà e moralità pretende con le sue parole che sia Dio a ringraziarlo per le tasse che paga. Non riconosce i suoi peccati, perché come uomo ed ogni uomo, è debole e può cadere in peccato.

    La vera preghiera è quella del pubblicano, esattore delle tasse e poco amato dal popolo. Ma egli ha un cuore, una coscienza, è capace di riconoscere i suoi peccati. Ed ottiene perdono per la sua umiltà, mentre il superbo ha la presunzione o l’arroganza o la tracotanza di non dover chiedere perdono a nessuno, neanche a quel Dio che lo ha creato.
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    Credente
    00 15/03/2010 15:27
    La risposta di Gesù, tranquillizza un padre angosciato che si era rivolto a Lui per lo stato critico di suo figlio. Quali pensieri sorgevano nella mente del padre, è facile comprenderlo, sono momenti di intensa preoccupazione, ci si aggrappa a tutto, si cerca la soluzione.

    Oggi quasi 15 milioni di italiani l’anno si rivolgono alla magia per trovare soluzioni favorevoli o per conoscere il futuro. C’è pure chi ricorre alla magia per nuocere agli altri. Non si rendono conto di rivolgersi al diavolo, quindi, in realtà subiranno conseguenze negative, ma che non collegano alla frequenza della magia. Rivolgersi già una sola volta alla magia occulta, crea un legame dannoso, sfavorevole e disgraziato

    Quanti reagiscono alla sofferenza cercando Gesù Cristo?

    Eppure, è Lui il Signore della storia, capace di compiere qualsiasi miracolo.

    E guarisce come vuole e quando vuole. Fa guarire a distanza il figlio del funzionario del re pur essendo un pagano. Ma Gesù si lamenta della richiesta del segno. “Se voi non vedete segni e prodigi non credete!”. Infatti, il funzionario voleva che Gesù andasse con lui a casa per toccare il figlio e guarirlo. Voleva vedere la guarigione del figlio, cosa che non gli è concessa. Ma è giustificato dalla sua poca dimestichezza con la preghiera e il dialogo con Dio.

    Gesù non gli mostra nessun segno, non compie il miracolo sotto gli occhi del funzionario, perché lo vuole scuotere ancora più forte. Vuol fare crescere la sua fede. Gli dice: “Tuo figlio vive”, ed è il miracolo che conferma la nuova fede del funzionario.

    Non siamo noi a stabilire come e quando Gesù deve compiere un miracolo, Lui è l’unico in grado di stabilirne l’ora. Nostro compito è di pregare con fede, costanza e fiducia.
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    Credente
    00 16/03/2010 08:48

    Una lunghissima malattia avrebbe scoraggiato molte persone, invece l’uomo del Vangelo da trentotto anni aspettava un aiuto per cercare la guarigione. La malattia non lo aveva abbattuto, nel suo cuore nutriva ancora la speranza di camminare, ma la barella per trentotto anni era rimasta lì vicino a lui e quella era la sua dimora.

    Nessuno lo aiutava, era solo.

    Ma Dio è sempre vicino a chi Lo cerca con umiltà.

    Dio ascoltava il lamento dell’uomo, non lo trascurava e l’accettazione della malattia rendeva l’uomo sempre più potente davanti a Dio. Non è la sanità del corpo a darci la felicità, ma l’accettazione delle sofferenze che arrivano e che alle volte non ci lasciano subito. Non sono l’abbattimento e altre brutte soluzione a risolvere i problemi o guarire le malattie, è la fiducia in Gesù. Bisogna credere anche quando tutto è negativo o contrario alle nostre aspettative.

    Quando si vive con pazienza una sofferenza, sarà Gesù a dire: «Vuoi guarire?».

    Quando nessuno ci aiuta -come succedeva all’uomo del Vangelo-, Gesù si presenta e ci tende la mano, poi ci abbraccia e ci solleva dalle nostre sofferenze. Anche ad ognuno di noi vuole dire: «Alzati, prendi la tua barella e cammina».

    Noi dobbiamo lasciare la barella delle nostre debolezze, cerchiamo di appoggiarci a Gesù e a trovare ristoro nel Cuore della Madonna.

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    Credente
    00 17/03/2010 14:25

    Gesù cercava in ogni modo di convincere i giudei che Egli era il Messia atteso da millenni, lo faceva soprattutto con i miracoli. Ma non erano sufficienti per smontare i pregiudizi dei sapientoni, di quanti volevano stabilire la vera identità del Messia.

    Rimane incredibile il loro comportamento diffidente verso Gesù, eppure mai prima di allora avevano visto un Uomo così straordinario. Miracoli ed insegnamenti fondati sull’Amore e sul perdono, una nuova visione della vita, il suo Amore che effondeva a tutti.

    Le letture di oggi ci spiegano chi è Gesù di Nazaret. Gesù è Dio, agisce come Dio, ed è perfetto conoscitore dell’uomo. Gesù è anche pienamente Uomo, e come Uomo diventa Giudice di tutti gli uomini.

    Ma non condanna nessuno, è l’uomo a rifiutare il suo Amore e l’obbedienza alla sua Legge, e rifiutando, diventa un avversario. Gesù, però, rimane sempre misericordioso, rimane in attesa del pentimento sincero del peccatore per abbracciarlo.

    Gesù è Onnipotente, ha un potere infinito, Egli è la Vita e dona la vita ad ogni essere umano.

    È insensato chi non riconosce che la sua vita è un dono di Dio.
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    Credente
    00 18/03/2010 20:49
    La spiegazione del rifiuto categorico della predicazione di Gesù, era dato dal fatto stesso che Gesù era mandato da Dio. Lo spiega Gesù stesso: “Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste”.

    È vero, quelle persone che vivono nei peccati o sono disturbate da negatività malefiche, rifiutano o provano malessere verso quelle persone spirituali che si prodigano nell’apostolato. Figuriamoci cosa dovevano avvertire contro Gesù.

    Il simile cerca il simile, così chi porta la pace nel cuore e prega non ha problemi ad ascoltare parole ed insegnamenti del Vangelo; mentre chi ha la guerra nel cuore e vive nei peccati, non riesce ad accogliere lo Spirito Santo che si manifesta in chi compie apostolato o elargisce insegnamenti spirituali.

    È più forte di tutto, è difficile resistere ed accogliere Gesù per chi non ha il controllo della propria volontà.

    Credere in Gesù non significa solo accettarlo come Dio o riconoscerlo nell’Eucaristia, credere comporta la pratica, l’osservanza dei suoi insegnamenti. Questo imbarazza parecchio i deboli e preferiscono accogliere e seguire chi insegna frottole e fuffa, cioè, nulla.

    È conveniente e piacevole seguire il predicatore che permette ogni peccato e calpesta la morale sessuale della Chiesa, mentre è impegnativo seguire Gesù. Bisogna vincere il proprio egoismo.

    E chi rifiuta Gesù, rifiuta la vita eterna. “Voi non volete venire a Me per avere vita”.

    L’egoismo e la ricerca dell’affermazione conduce alla ricerca di gloria, di protagonismo, opposti al raccoglimento e alla modestia. Mentre è diverso e positivo quando si è chiamati a svolgere un ruolo pubblico o di responsabilità. “Come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?”.

    La compiacenza non è solo cortesia, alle volte è ricerca di consenso, anche a costo di andare contro la propria Fede, scendendo a compromessi.
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    Credente
    00 19/03/2010 16:44
    Dobbiamo avere un’approfondita conoscenza del Santo Patriarca che ebbe sulla terra il compito di occuparsi di Gesù e di Maria. Dobbiamo meditare la vita di San Giuseppe, ricca di insegnamenti, per ravvivare la devozione per Lui e affidarci al suo patrocinio.

    San Giuseppe, dopo Maria, è il più grande dei Santi in Cielo, così come ci ha sempre insegnato la dottrina cattolica. L’umile falegname di Nazaret supera in Grazia e beatitudine i Patriarchi, i Profeti, San Giovanni il Battista, San Pietro, San Paolo, tutti gli Apostoli, i Santi martiri e i Dottori della Chiesa. Nella Preghiera Eucaristica I del Messale (il Canone romano) occupa il primo posto dopo la Madonna.

    Al Santo Patriarca sono stati affidati, in modo reale e misterioso, i cristiani di ogni epoca. E questo che esprimono le bellissime Litanie di San Giuseppe approvate dalla Chiesa, che riassumono tutte le sue prerogative: San Giuseppe, «Inclita prole di David, Luce dei Patriarchi, Sposo della Madre di Dio, Custode purissimo della Vergine, Modello degli operai, Decoro della vita domestica, Custode dei Vergini, Sostegno delle famiglie, Sollievo dei miseri, Speranza degli infermi, Patrono dei moribondi, Terrore dei demoni, Protettore della Santa Chiesa»…

    Eccetto Maria, a nessun’altra creatura possiamo rivolgere tante lodi. La Chiesa intera riconosce in San Giuseppe il suo protettore e patrono. Questo patrocinio è necessario tuttora alla Chiesa non soltanto a difesa degli insorgenti pericoli, ma anche e soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo e di rievangelizzazione in quei paesi e nazioni dove la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti, e che sono ora messi a dura prova.

    Per portare il primo annuncio di Cristo e per riportarlo là dove esso è trascurato o dimenticato, la Chiesa ha bisogno di una speciale “virtù dall’alto” (cfr Lc 24,49; Atti 1,8), donazione certo dello Spirito del Signore non disgiunta dall’intercessione e dall’esempio dei suoi Santi. In modo specialissimo del più grande di tutti.

    Dobbiamo rinnovare e arricchire questa solida devozione per ottenere dal Santo Patriarca molte Grazie a aiuti. «Ama molto san Giuseppe, amalo con tutta l’anima, perché è la persona, assieme a Gesù, che ha amato di più la Madonna e che più è stato in rapporto con Dio: colui che più lo ha amato, dopo nostra Madre.

    Merita il tuo affetto, e ti conviene frequentarlo, perché è Maestro di vita interiore, ed è molto potente presso il Signore e presso la Madre di Dio».

    In modo particolare in questi giorni approfitteremo del suo potere di intercessione, raccomandandogli ciò che più ci preoccupa, ciò di cui abbiamo maggior bisogno.
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