00 16/07/2021 10:07

"In verità ti dico"


E' interessante rilevare che le parole di Gesù in Luca 23,43 iniziano con l'espressione "amen" (=in verità, veramente); nei Vangeli troviamo questo termine solo in bocca a Gesù il quale, introducendo i suoi detti con "amen", li presenta come certi e degni di fede, dichiara il suo totale assenso ad essi e li rende vincolanti per sé e per i suoi ascoltatori; sono quindi espressione della sua sovranità e del suo potere divino. (Cfr. del Nuovo Testamento, Dizionario dei concetti biblici EDB, p.90).
Alla frase "amen ti dico" non si addice l'aggiunta della parole "oggi" in un'unica espressione (come fa la Traduzione geovista in Luca 23,43: "Veramente (gr. amen) ti dico oggi: ..."). Infatti, in 73 delle 74 volte in cui quest'espressione ricorre nel Nuovo Testamento, la Traduzione del Nuovo Mondo (TNM) colloca un'interruzione subito dopo la frase "veramente ti (o vi) dico", unica eccezione è Luca 23,43. Per illustrare, in dieci casi (Matteo 5,18; 16,28; 19,23; 21,31; 24,34; Marco 3,28; 11,23; 12,43; 13,30; Luca 4,24) la TNM ha "veramente ti (o vi) dico che"; in 63 casi (Matteo 5,26; 6,2.5.16; 8,10; 10,15.23.42; 11,11; 13,17; 17,20; 18,3.13.18; 19,28; 21,21; 23,36; 24,2.47; 25,12.40.45; 26,13.21.34; Marco 8,12; 9,1.41; 10,15.29; 14,9.18.25.30; Luca 11,51; 12,37; 18,17.29; 21,32; Giovanni 1,51 3,3.5.11; 5,19.24.25; 6,26.32.47.53; 8,34.58; 10,1.7; 12,24; 13,16.20.21.38; 14,12; 16,20.23; 21,18) la TNM inserisce una virgola o due punti dopo l'espressione "veramente ti (o vi) dico". In mancanza di una schiacciante prova per giustificare la diversità del contesto di Luca 23,43, anche in questo versetto la TNM avrebbe dovuto rendere l'ordinario uso dell'espressione, adottato da Gesù. Da ciò ricaviamo una seconda osservazione circa l'esegesi biblica geovista: di solito i Testimoni di Geova interpretano un testo facendosi guidare in maniera deduttiva dal loro apparato dottrinale, piuttosto che pervenire a una comprensione del brano in modo induttivo mediante le peculiarità del testo in esame. In altre parole, essi fondano la spiegazione di un brano sulla base di conclusioni precostituite (ragionamento deduttivo), invece di esaminare prima tutto quanto dice la Scrittura su un dato soggetto per poi trarne una conclusione generale (ragionamento induttivo).

La parola "oggi".

Nel testo greco di Luca 23,43 la parola "oggi" (gr. semeron) è posta subito dopo l'espressione "In verità ti dico". Se Luca avesse voluto includere questa parola nella prima parte della frase, come intendono i Testimoni, egli avrebbe potuto scrivere: "In verità oggi ti dico" (cambiando l'ordine delle parole), o "In verità ti dico oggi che" (aggiungendo la congiunzione "che"; come esempi in cui il testo greco contiene la congiunzione "che" - gr. Hoti - si vedano le parole di Gesù in Luca 4,21; 19,9; Marco 14,30; Matteo 5,20.22.28.32); questi due ordini di parole avrebbero giustificato pienamente la traduzione geovista di Luca 23,43. Siccome, però, in Luca 23,43 non ricorre alcuno dei casi indicati, ciò rende - a dir poco - discutibile la versione geovista. Questo giustifica una terza riflessione sulla metodologia interpretativa geovista: è tipico dei Testimoni di Geova non tenere in considerazione se la loro interpretazione di un brano biblico sia quella che meglio si adatta al preciso ordine delle parole contenute nel testo in esame. Essi si interessano solo alla scelta di una lettura che, per quanto possibile, non contrasti esplicitamente con il testo e sia soprattutto in linea con il loro assunto dottrinale.
A questo proposito, nell'edizione del 1987 della TNM una nota in calce a Luca 23,43 afferma che la versione siriaca curetoniana (5° secolo d.C.) "rende così il brano: Amen, io ti dico oggi che con me tu sarai nel Giardino di Eden". Pur di citare una fonte a loro favore, i Testimoni di Geova dimenticano ciò che Bruce Metzger, rinomato studioso di Greco a Princeton, ha illustrato riguardo alla versione siriaca: essa, in effetti, ridetermina l'ordine delle parole nel testo, modificandone in tal modo il significato (citato da Robert M. Bowman jr., Understanding Jehovah's Witnesses, Baker Book House 1991, pp. 101-102; lo studio di Bowman su Luca 23,43 costituisce il filo conduttore di quest'articolo). Questo riferimento ci consente una quarta osservazione sulla metodologia esegetica geovista: spesso i Testimoni di Geova si rifanno a insolite lezioni varianti o ad antiche versioni bibliche per difendere alcune loro inesatte traduzioni, anche se questi stessi riferimenti possono costituire una prova contraria alla loro lettura.
I Testimoni insistono nel sostenere che col termine "oggi" Gesù intendeva richiamare l'attenzione sul momento "in cui il malfattore aveva manifestato una certa fede in Gesù" (Perspicacia nello studio delle Scritture, Roma 1990, vol. 2, p. 484). Va rilevato che Luca cap. 23 non fa esplicito riferimento alla fede del malfattore, perciò anche in questo caso si dimostra che i Testimoni di Geova spesso abusano del concetto di "contesto biblico", estendendolo fino al punto di includervi la loro ipotetica ricostruzione del modo in cui una dichiarazione biblica fu intesa inizialmente, e trascurano di fondare la loro spiegazione sull'immediato contesto scritto.