00 05/03/2021 23:10

Come può una visione così triste, logorante e avvilente del mondo favorire il benessere? Steven Weinberg, fisico teorico e ateo, dichiara: “Più comprendiamo l’universo, più esso ci appare privo di scopo.” Una visione tanto cupa della vita suscita in molti il dubbio che la vita stessa abbia un qualsiasi valore. Albert Camus lo afferma esplicitamente all’inizio del suo saggio Il Mito di Sisifo: “Esiste una sola questione filosofica seria ed è il suicidio.” Una visione del mondo senza Dio e senz’anima rende la vita insignificante, priva di senso e di scopo. Porta alla disperazione. Milioni di persone si lasciano travolgere da inutili distrazioni come i videogiochi, i programmi sportivi e i film. Perfino gli atei trovano sgradevoli queste manie.

La fondatrice degli “Atei Americani”, Madalyn Murray O’Hair, ha dato la sua opinione sulla società contemporanea: “Marx aveva torto – l’oppio dei popoli non è la religione ma il baseball.” Manca purtroppo la consapevolezza che etichettare la religione come un oppiaceo allontana le persone dalla fede, costringendole a rifugiarsi in oppiacei come il baseball e simili.

 

3. La religione devia la nostra energia dal vero benessere?

Gli atei sostengono che proprio come l’oppio, la religione distoglie le persone dall’operare per il vero benessere. Ma sarà vero? La religione dirige la nostra visione verso un altro mondo, un mondo eterno – il regno di Dio. Questa speranza ultraterrena ci rende forse indolenti o incapaci di operare in questo mondo? No. Non si può negare che alcuni religiosi trascurino le loro responsabilità materiali, ma lo fanno perché fraintendono o applicano male i precetti della religione. Qual è il vero contributo della religione? Ce lo insegna la storia:

 

• I credenti hanno creato molte tra le più belle opere d’arte, di architettura e letteratura. La loro fede non li ha portati a rifiutare le cose di questo mondo per amore di Dio, piuttosto, li ha ispirati a fare cose meravigliose in questo mondo per glorificare Dio.

• La fede religiosa ha motivato milioni di persone a compiere atti di carità e compassione.

 

Oltre a guardare i contributi pratici che la religione ha dato al mondo, dobbiamo valutare la sua attitudine concettuale nei confronti del mondo e così appurare se la religione ha davvero un effetto oppiaceo. Senza dubbio, essa ci promette un mondo migliore al di là di questo mondo. Nel contempo, ci insegna che per ottenere quel mondo dobbiamo agire moralmente e responsabilmente qui e ora. Questa ingiunzione contribuisce a migliorare il mondo. Gli insegnamenti della fede, e non solo di quella cristiana, offrono un percorso dinamico grazie al quale possiamo dare un contributo a questo mondo mentre ci prepariamo a raggiungere la piena realizzazione del nostro essere in un altro mondo. La pratica della fede c’insegna a non mitizzare né a demonizzare il mondo, bensì a farne un buon uso per conoscere Dio.

Molte persone, inclusa la maggior parte degli atei, idealizzano il mondo, rappresentandolo come il luogo in cui realizzare le proprie fantasie. Quando poi esso colpisce e distrugge i loro sogni, talvolta oscillano fino all’estremo opposto e lo demonizzano, dipingendolo come un luogo intrinsecamente malvagio da evitare ad ogni costo. La fede ci invita a sottrarci all’attaccamento e all’avversione, e di puntare all’equilibrio tra i due poli dell’idealizzazione e della demonizzazione, servendo il prossimo con amore e non per un tornaconto.

Quando offriamo con amore le risorse del mondo al Signore del mondo, il contatto devozionale con la purezza assoluta del Signore ci purifica. Questa purificazione rimuove gli strati d’ignoranza e di oblio che oscurano da tempo immemorabile la nostra identità. Mentre realizziamo a poco a poco chi siamo realmente, comprendiamo che l’offerta di servizio devozionale a Dio è la nostra attività naturale ed eterna in quanto Suoi amati figli.
Questa comprensione ci ispira a continuare il nostro servizio  con convinzione e devozione.
Poi, mentre percorriamo la via della realizzazione spirituale, scopriamo che tutta la pace e la gioia che cercavamo costantemente all’esterno erano già presenti all’interno del nostro cuore,  sorgente di ogni pace e di ogni gioia.


Lo scopo finale del mondo è aiutarci a ottenere questa realizzazione. 

Questo medesimo potere rigeneratore della religione è a disposizione di tutti noi.  Il vero contributo della religione, specialmente nella sua espressione più elevata,  è ben lungi da quello di un oppiaceo.
E’ inoltre molto più di un semplice miglioramento della salute fisica e mentale, anche se questi due effetti possono manifestarsi. La religione dà un indirizzo permanente e appagante al nostro profondo bisogno d’amore. Rende così la nostra vita piena di senso, di scopo e di gioia. Niente arricchisce la nostra vita come la fede


L’ateismo svilisce la vita trasformandola in un mero accidente, una sequela di elementi chimici. Offre meno di un motivo di compassione e ogni ragione di usare tutto e tutti per il proprio tornaconto. Per l’ateo questa vita è tutto ciò che esiste, è fatta solo per cogliere l'attimo fuggente e non c’è un Dio a cui rispondere delle proprie decisioni, sentendosi padroni assoluti di fare e disfare a piacere anche le cose peggiori come quelle messe in opera dai sistemi atei che non ha portato la felicità prospettata ma desolazione, paura, e molti milioni di morti e confinamenti dei dissidenti.--
Una simile visione del mondo crea immoralità, corruzione, degrado e spesso perfino disperazione.
Se permettessimo quindi all’evidenza e alla ragione di parlare, dovremmo forse capovolgere la domanda: non potrebbe essere l’ateismo l’oppio dei popoli? Un oppio ingannevole e devastante propinato all’umanità in nome della scienza, del laicismo e del progresso sociale, ma che in realtà corrode le fondamenta del nostro benessere materiale e spirituale?

 


[Modificato da Credente 05/03/2021 23:21]