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Molti sono influenzati dall’equazione religione = oppio e sviluppano una visione negativa della religione senza aver esaminato con spirito critico la validità di questo confronto. L’ideologia che equipara la religione all’oppio si basa su molte tacite premesse. Valutiamole ponendoci tre domande:

1. Le speranze offerte dalla religione sono false?

2. Possiamo ottenere il vero benessere senza la religione

3. La religione devia la nostra energia dal vero benessere?


1. Le speranze offerte dalla religione sono false?

La religione è solitamente incentrata sull’esistenza di un Dio benevolo, per la cui misericordia possiamo ottenere un mondo di felicità eterna, e ci ricorda spesso che il mondo in cui viviamo è una stazione, non una destinazione; un luogo di passaggio verso la vita eterna. Se vi soggiorniamo secondo le indicazioni di Dio, la nostra esistenza darà buoni frutti nella forma di avanzamento verso la perfezione spirituale. Queste convinzioni religiose sono false? Con i metodi materiali di osservazione e deduzione potremmo non riuscire a dimostrare in modo conclusivo la verità ultraterrena di cui la religione si fa portatrice, ma possiamo senz’altro vedere i suoi effetti terreni.

A differenza dell’oppio, che nuoce alla nostra salute, la religione ci cura in vari modi, fisicamente e mentalmente. Nel Manuale di Religione e Salute, pubblicato dalla Oxford University Press, Harold G. Koenig, M. D., Michael E. MacCullough, PH.D, e David B. Larson, M.D., hanno visionato con attenzione non meno di duemila esperimenti di dominio pubblico, che attestavano il rapporto tra la religione e tutto ciò che riguarda la pressione del sangue, le malattie del cuore, il cancro, l’ictus e la depressione, il suicidio, i disturbi psichici e perfino i problemi coniugali. Ecco alcune loro scoperte:

• Le persone che partecipavano a un programma spirituale almeno una volta alla settimana vivevano circa sette anni più a lungo di coloro che non lo facevano mai.

• Nei giovani che seguivano la religione la tendenza ad abusare di droghe e alcol, ad avere sesso precoce, a delinquere e a tentare il suicidio era significativamente più bassa rispetto ai loro coetanei non religiosi.

• Le persone anziane con una profonda fede religiosa sentivano nella vita un benessere e una soddisfazione maggiori rispetto a quelle meno religiose.

 

La conclusione degli autori? “Un alto QS [Quoziente Spirituale] di fede in Dio sembra essere benefico per tutti, a prescindere dalla condizione sociale, dal livello culturale e dall’età.” Questi fatti sono talmente ricorrenti e convincenti che il dottor Patrick Glynn, nel suo libro Dio – La Prova, espone in modo brillante le loro implicazioni: “Se questo [credo religioso] è un’illusione, innanzitutto non è dannosa, come hanno invece postulato Freud e i filosofi moderni. Piuttosto, è benefica per la mente e, cosa più sconcertante, anche per il corpo.

Ma ancora più strano è il fatto che interagendo sinceramente con questa illusione, meditando e pregando, si possono creare nei sintomi delle malattie dei miglioramenti non spiegabili clinicamente.” Il suo ultimo commento si riferisce a scoperte come quelle del dottor Herbert Benson, riportate nel suo libro La Reazione al Rilassamento: la fede religiosa dà benefici che sono tanto maggiori quanto più la si apprezza in profondità e non a livello superficiale. Che cosa dobbiamo dedurne? La religione è forse un’illusione che in qualche modo procura accidentalmente dei benefici reali? Ed è un’illusione a tal punto peculiare che più fede si ha, maggiori sono i benefici?

In altre parole, quanto più crediamo che qualcosa di sbagliato sia giusto, tanto più delle situazioni pressoché irrisolvibili si risolvono? Invece d’imporci un pregiudizio così contorto, non possiamo aprire la nostra mente abbastanza da considerare una deduzione più logica e naturale? Può essere che la religione non sia affatto un’illusione? E se davvero la fede e la pratica religiosa fossero in grado di sintonizzarci con una realtà più profonda, procurandoci così un benessere psicofisico? Sento già l’obiezione: “Aspetta un momento – la religione ha causato moltissima violenza e tante guerre.” Ma è proprio questa la realtà?