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7.1 Obiezione: i vangeli copiarono dagli dei pagani di morte e rinascita.

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E’ nota l’attività dei cosiddetti miticisti, i sostenitori del mito di Cristo, nel citare presunti parallelismi tra Gesù ed innumerevoli divinità pagane, egizie, greche e romane.

Nessun miticista è uno storico di professione, si tratta prevalentemente di scrittori, blogger, spiritualisti, atei militanti e autodidatti. Una delle più note degli ultimi decenni è stata Dorothy Murdock (nota anche con lo pseudonimo di Acharya S). Molti dei loro libri dipendono dagli scritti di uno spiritista del XIX secolo di nome Gerald Massey. La lontananza dei miticsti dagli studiosi seri è simile a quella tra i creazionisti biblici e la comunità scientifica.

Le divinità di “morte e rinascita” del Vicino Oriente antico più citate dai miticisti sono Horus, Mitra, Dioniso, Apollonio di Tiana, Krishna e Choni. Tutte sarebbero nate il 25 dicembre in una grotta da una madre vergine, fecero miracoli, insegnarono pubblicamente, ebbero dodici apostoli, morirono crocifisse e risorsero dai morti. Ogni miticista sostiene il proprio parallelismo tra Gesù ed una particolare divinità, criticando il parallelismo di un altro miticista con un’altra divnità.

A breve dedicheremo un dossier per ogni divinità pagana usata dai miticisti come fonte di inspirazione per la storia di Gesù. In questa sede ci limitiamo a citare qualche studioso serio che si è occupato di analizzare questi fantomatici parallelismi.

Ad esempio, Tryggve Mettinger, docente di Bibbia ebraica presso l’Università di Lund (Svezia), al termine del suo monumentale studio comparativo sulle divinità e i miti precristiani, ha scritto:

«Gli dei di morte e rinascita erano strettamente legati al ciclo stagionale, la loro morte e il loro ritorno furono visti come riflessi nei cambiamenti della vita vegetale. La morte e la risurrezione di Gesù è invece un evento unico, non ripetuto e non correlato ai cambiamenti stagionali. La morte di Gesù è presentata nelle fonti come atto di espiazione per i peccati mentre non ci sono prove di questo per gli dei morenti e risorgenti. Non c’è, per quanto ne so, nessuna prova che la morte e la risurrezione di Gesù siano un costrutto mitologico, che attinge ai miti e ai riti degli dei morenti e risorgenti del mondo antico. La fede nella morte e risurrezione di Gesù conserva il suo carattere unico nella storia delle religioni. L’enigma rimane»164.

Uno dei principali studiosi che si è occupato più recentemente dei miticisti è Bart D. Ehrman, studioso (agnostico) delle origini del Cristianesimo e presidente del dipartimento di Studi religiosi dell’Università del North Caroline. Dopo aver replicato ai vari parallelismi tra Gesù di Nazareth e le innumerevoli divinità pagane, ha concluso:

«Una delle tesi più ricorrenti nella letteratura miticista vuole che Gesù sia stato inventato dai primi cristiani, che erano profondamente influenzati dalla concezione predominante del dio di morte e rinascita assai diffusa nelle religioni pagane del mondo antico. Gesù sarebbe la versione ebraica. Vi sono seri dubbi che nel mondo pagano vi fossero realmente divinità di morte e rinascita e, in caso affermativo, che avessero qualcosa in comune con la morte e la rinascita di Gesù. L’opinione un tempo condivisa che gli dei di morte e rinascita fossero diffusi nell’antico mondo pagano è caduta in disgrazia tra gli studiosi […]. Una delle ragioni per cui gli studiosi non credono che Gesù sia stato plasmato con le caratteristiche di una di quelle divinità è anche l’assenza di prove a testimonianza del fatto che qualche suo seguace fosse al corrente della loro esistenza nel tempo e nel luogo in cui Gesù sarebbe stato inventato. La morte e la resurrezione di Gesù sono un evento unico, tra le antiche divinità del Vicino Oriente non si riscontra nulla di simile. Chiunque pensi che Gesù si stato plasmato prendendo a modello tali divinità deve portare qualche prova -di qualunque genere- che gli ebrei palestinesi furono influenzati. Le differenze tra Gesù e gli dei di morte e rinascita dimostrano che Gesù non fu plasmato con le loro caratteristiche, persino nel caso che ai suoi tempi ci fossero persone che parlavano di quelle divinità»165.