00 04/08/2022 18:50

4. LE DONNE COME TESTIMONI DELLA RESURREZIONE.


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Un quarto argomento utilizzato dagli studiosi rende fortemente poco plausibile la possibilità di una finzione letteraria degli eventi pasquali. La prima comunità cristiana infatti sostenne che furono alcune donne a trovare il sepolcro vuoto e ad assistere alla prima apparizione di Gesù risorto.


Maria Maddalena, in particolare, è indicata da tutti e quattro gli evangelisti come testimone principe della crocifissione e della sepoltura di Gesù (cfr. Mc 15, 40-41) e come una delle testimoni del sepolcro vuoto (cfr. Mc 16, 1-8). La tradizione matteana e giovannea arrivano a presentarla anche come destinataria di un’apparizione del Gesù risorto (cfr. Mt 28, 8-10; Gv 20, 11-18), prima che lo stesso Gesù si manifesti al gruppo dei maschi. L’importante ruolo delle donne è confermato anche negli Atti degli Apostoli (cfr. At 2,29 e 13,29).


Eppure, è risaputo che nel giudaismo dell’epoca le donne godevano di scarso valore. Lo storico ebreo Flavio Giuseppe scrisse che «la donna è inferiore a tutto. Perciò deve ubbidire, non al fine di essere umiliata, ma di essere guidata»96. Le donne non venivano nemmeno ammesse come testimoni nei tribunali ebraici, proprio perché la loro testimonianza non aveva peso, né valore.


«Che piaccia o no», scrivono N.T. Wright, professore di Nuovo Testamento all’Università di St. Andrews e C.A. Evans, docente di Nuovo Testamento all’Acadia Divinity College, «le donne nel mondo antico non erano affatto considerate validi testimoni oculari»97.


Chi mai poteva essere così sciocco da affidare il cuore del messaggio evangelico a delle testimoni che, per definizione, non si ritenevano credibili? Inoltre, se fosse stato possibile manipolare i testi evangelici in un secondo momento, questo dettaglio sarebbe stato subito cancellato o modificato (aggiungendo anche degli uomini come testimoni oculari). Anche ammettendo che gli apostoli fossero riusciti a trafugare il cadavere di Gesù, ingannando tutti, com’è possibile che rovinassero tutto affidando la testimonianza oculare a delle donne? Oltretutto una nota ex indemoniata come Maria Maddalena.


L’eminente biblista statunitense J.B. Meier, dopo aver sottolineato che il protagonismo delle donne negli eventi pasquali è inevitabilmente storico e soddisfa il criterio storico della molteplice attestazione (come già indicato), si è soffermato sul criterio dell’imbarazzo: «Sembra inverosimile che la tradizione cristiana primitiva abbia fatto di tutto per gettare dubbi» sui racconti della risurrezione e della prima apparizione di Gesù, affidando «senza nessuna ragione evidente» la testimonianza a una donna. «A quale scopo sarebbe servita una tale invenzione? La vulnerabilità di una testimone donna che era una ex indemoniata non è passata inosservata agli occhi dei critici maschi dei vangeli, da Celso nel II secolo a Ernest Renan nel XX»98.


Effettivamente il filosofo greco Celso scrisse un libello contro i cristiani deridendoli: «I Galilei credono a una risurrezione testimoniata soltanto da qualche femmina isterica»99.


Ben Witherington III, noto biblista e membro di spicco della Society for the Study of the New Testament, ha commentato a sua volta che «è difficile credere che i primi cristiani potessero inventarsi la storia che Gesù apparve per la prima volta ad alcune donne. Nel mondo patriarcale in cui vivevano quei cristiani, francamente, non è credibile che un gruppo con una tale mentalità potesse inventarsi una storia simile»100. Non c’è dubbio che se l’episodio fosse stato inventato, i testimoni sarebbero uomini.


Nel 2020 anche Gerhard Lohfink, docente di Nuovo Testamento all’Università di Tubinga, ha osservato: «Nella storia della tomba vuota c’è anche un’osservazione che si presenta come una sorta di “fiancheggiamento storico”: essa viene scoperta da donne i cui nomi sono citati. Se questa storia fosse fittizia, non avrebbe coinvolto le donne ma gli uomini. Infatti, le testimonianze delle donne non contavano molto nel mondo di allora. Per lo storico, questa è un’indicazione che il racconto non può essere semplicemente eliminato storicamente».


Lo studioso Raymund Schwager, preside della facoltà di Teologia all’Università di Innsbruck, ha confermato la consuetudine tra gli specialisti nel valutare positivamente per la storicità del racconto il ruolo delle donne alla crocifissione e alla mattina di Pasqua101. Ed anche lo specialista (scettico) Gerd Ludemann definisce «storicamente certo»102 che furono le donne a trovare il sepolcro vuoto.


Un altro argomento collegato a questo è riferito da José Miguel Garcia, direttore della Cattedra di Teologia all’Università Complutense di Madrid. «E’ decisamente sorprendente il fatto che tali cristiani tentino di offrire come prova della resurrezione un fatto che di per sé non è una prova sufficiente nemmeno per loro stessi»103. Nei racconti evangelici, infatti, né le donne né gli apostoli interpretano il fenomeno del sepolcro vuoto come una “prova della risurrezione” (Maria di Magdala pensò infatti che il corpo di Gesù fosse stato rubato, cfr. Gv 20,2). «Se si afferma che sono state le donne a trovare il sepolcro vuoto, la mattina in cui sono state a visitarlo», ha concluso Garcia, «è perché realmente è stato così».


La prima comunità cristiana e gli evangelisti riportarono quanto effettivamente accadde, senza preoccuparsi degli aspetti più imbarazzanti e controproducenti del racconto. Ciò aggiunge plausibilità al fondamento storico degli eventi pasquali.



 


 


4.1 Obiezione: le donne si recarono alla tomba sbagliata.


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Lo studioso scettico Gerd Ludemann, sempre molto attivo nelle “proposte alternative”, pur riconoscendo che il ruolo femminile nei racconti della resurrezione smentisce l’ipotesi di un ipotetico falsario, ha sostenuto tuttavia che le donne avrebbero semplicemente sbagliato sepolcro104. Si tratta, in realtà (come lo stesso Ludemann ammette), di una tesi già avanzata da Kirsopp Lake, eminente studioso di Nuovo Testamento alla Harvard Divinity School.


Secondo Lake, le donne trovarono effettivamente un sepolcro vuoto (non si può negare!), ma non era quello di Gesù di Nazareth. Inoltre, fraintesero pure molto maldestramente (forse agitate per lo shock?) le parole di un giovane all’interno che cercò di essere d’aiuto (cfr. Mc 16,5-7), corsero via e riferirono ai discepoli quella strana esperienza. Gli apostoli, in maniera ancor più sconclusionata, trassero da questo racconto la deduzione che Gesù fosse risorto dai morti.


E’ bene ricordare innanzitutto che lo stesso Lake non credette molto in questa ipotesi, riportandola solo una volta nei suoi numerosi libri sul Gesù storico. Inoltre non l’ha mai considerato un argomento per dubitare dei racconti pasquali. Infine, l’ipotesi di Lake non ha generato alcun seguito (o quasi, vedi Ludemann) tra gli specialisti della materia.


Questa obiezione soccombe al fatto che se davvero le donne avessero sbagliato sepolcro, le autorità ebraiche sarebbero state fin troppo felici di sottolinearlo pubblicamente quando i discepoli iniziarono a predicare la risurrezione. Sarebbe bastato indicare il vero sepolcro di Gesù, con il corpo all’interno.


Infine, l’ipotesi della tomba sbagliata ha bisogno di assumere per vere altre ipotesi non verificate: le donne non si accorsero dell’errore, non capirono le parole di Gesù risorto, i discepoli capirono male e tradussero il racconto delle donne in una (per loro inspiegabile) risurrezione corporale e le autorità ebraiche non sottolinearono pubblicamente l’errore. Più un’ipotesi richiede di adottare ipotesi aggiuntive, tanto meno è da ritenere credibile.


Quella della tomba sbagliata è un’obiezione goliardica, priva di un contesto argomentativo. Ha lo stesso valore di chi ipotizzasse che a far sparire il corpo di Gesù furono i soldati di guardia davanti al sepolcro come ripicca verso le autorità romane per il loro basso salario. Senza premurarsi la garanzia di appigli storici e documentali ognuno può sostenere le obiezioni più bizzarre.
continua