00 16/05/2020 14:14
Caro Stefano,

innanzitutto benvenuto. Le domande poste nel tuo topic, sono quantomai legittime e da me condivise.

Infatti da tempo me le ero poste, ed avevo realizzato, approfondendo l'argomento alla luce di molti commenti e commentari, che la maggioranza di essi insiste sulle comuni traduzioni. Ma in tal modo, con tali commenti o si rende Maria disobbediente e inopportuna, o si rende Gesù inadempiente nell'attendere la "sua ora" concedendo un miracolo a Maria, che in alcuni casi viene considerato come colei che riesce a ottenere un miracolo anche se fuori dal disegno divino. E francamente non mi sentivo di concordare pienamente su tali commenti, ancorchè fatti da esimi commentatori. E il motivo è appunto il dato di partenza, cioè la traduzione
Insomma mi sono posto le stesse domande che hai molto opportunamente elencato e che non possono non sorgere a chiunque legga il testo delle nozze di Cana con un pò di attenzione.

Insomma, cercando e scovando sono arrivato alle tue stesse conclusioni, a cui hai appena accennato, ma che mi sento di sottoscrivere in pieno.

Ti riporto qui di seguito quanto scrivevo in proposito, in un 3d presente nella sezione dedicata a Maria e che era posto al termine di una lunga analisi su questo specifico argomento:

tratto da qui: Cosa c'è tra me e te o donna

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Mancando negli scritti dei primissimi padri apostolici, espliciti riferimenti a questo specifico brano, non possiamo affidarci alla tradizione, per sapere come i primi cristiani intendessero le frasi in questione.

Pertanto, non resta che la traduzione interlineare, soprattutto in questo caso, il solo punto su cui indagare per la comprensione; poi naturalmente occorre basarsi anche sul senso della frase idiomatica tipica del tempo di Gesù, ed infine sulla coerenza delle varie espressioni con la vicenda narrata.

Tenuto conto che nel greco originale,manca la punteggiatura che va ricostruita in base al senso della frase, tentiamo di dare una possibile soluzione al nostro quesito, basandoci soprattutto sulla dettagliata esegesi esposta negli ultimi post.

La traduzione interlineare rispetto al greco originale, (parola per parola) è:

COSA A ME E A TE DONNA
LA MIA ORA NON E' ARRIVATA


Se la seconda espressione (LA MIA ORA NON E' ARRIVATA) fosse seguita, come è possibile fare, dal punto interrogativo, avremmo questa traduzione: LA MIA ORA NON E' ARRIVATA?
in tal caso la risposta di Gesù risulta del tutto pertinente alla richiesta di Maria, e l'iniziativa di Maria risulta del tutto coerente e conseguente alla risposta di Gesù.

La ricostruzione del versetto in questa ottica sarebbe la seguente:
(Questa) Cosa (importa) a me e a te o donna? Non è arrivata la mia ora ?

In questa possibile ricostruzione, Gesù risponde alla madre che quello che lei gli sta evidenziando o chiedendo, importa, interessa a Lui e a lei, essendo arrivata la sua ora di dare inizio alla sua manifestazione.

Solo questa traduzione, che il testo originale comunque permette, spiegherebbe appieno la subitanea iniziativa di Maria che, in tal caso non risulta nè inopportuna nè insubordinata, ma in perfetta sintonia col figlio, e proprio per tale motivo le consente a pieno titolo, di collaborare col figlio dando lei stessa il via alla sua "ora", e perciò dice ai servi di mettersi a sua disposizione; ciò spiega anche la immediata azione di Gesù, che, in conseguenza dell'obbedienza dei servi all'invito di Maria, dà inizio alla sua missione pubblica facendo quello che costituisce il primo importante segno, narrato da Giovanni.
In quella sua "ora" in cui dà inizio alla sua manifestazione pubblica, era appropriato che Gesù facesse quel segno, che non è solo un semplice miracolo, ma è una anticipazione delle Sue nozze con la Sua sposa al termine della sua "ora". Perciò Maria intervenne a fianco del Figlio, e non in modo inoppotuno, o insubordinato, tanto da interferire con i piani divini, se quell'ora non fosse arrivata, ma in modo del tutto appropriato.
Chiediamoci infatti: se non fosse stata quella l' "ora" di Gesù, come risulta dalle traduzioni correnti, avrebbe Egli dato inizio alla sua missione, manifestando la sua "gloria" proprio attraverso quel segno?

Maria, invece si sente subito autorizzata a dire ai servi:
FATE TUTTO QUELLO CHE VI DIRA', analogamente a quanto aveva proferito il Padre al momento del battesimo di Gesù, all'inizio della sua vita pubblica, dicendo:
"QUESTO E' IL MIO FIGLIO DILETTO, ASCOLTATELO.

L'opera di Maria risulta quella di indirizzare tutti ad ascoltare ed obbedire Gesù e perciò da parte sua non fa nulla di inopportuno pronunciando quelle parole, ma dicendo ciò, ella si aspettava effettivamente l'intervento del Figlio per manifestarsi, e si decide a dare indicazione ai servi solo quando ne riceve una conferma da parte del Figlio.


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Riflettiamo ancora:
E' assai singolare il fatto che il quell'ultima "ora", Maria, la quale si era assai preoccupata ed attivata per far intervenire il Figlio cambiando l'acqua in vino eccellente per quello sposalizio della prima "ora", non intervenne invece neppure per far cambiare l'aceto in acqua da quel Figlio ardente di sete, durante il suo mistico sposalizio con la Chiesa.
Non era quella la sua ora? O come molti pensano, non era SOLO quella la sua ora?
Perchè Maria intervenne alle nozze di Cana chiedendo a Gesù di cambiare l'acqua in vino, e non gli chiese di cambiare in vino quell'aceto o ridurre in altro modo la sua massima sofferenza, in quella che avrebbe dovuto essere proprio l'ora opportuna per farlo?
Maria in questa ORA di estrema passione non chiese nulla a quel Figlio, mentre si era data premura dello stato di necessità durante una semplice festa di nozze.

Se le parole di Gesù NON E' ANCORA GIUNTA LA MIA ORA, dette da Gesù a Maria alle nozze di Cana, si fossero riferite solo all'ora della passione, non sarebbe stato proprio quello il momento per chiedergli di trasformare quell'amara bevanda in vino buono per la sua sete?
Ma questo non avvenne, perchè Maria sapeva che il miracolo da lei richiesto fu fatto quando era opportuno farlo, trasformando in vino l'acqua presentato dai servi.

Maria, nell'ora della passione non fece alcuna richiesta al Figlio, e neppure al Padre a favore del Figlio sitibondo e moribondo.
Tuttavia Gesù fece un estremo grandioso dono alla sposa per le sue stesse nozze, che si consumava in quel modo umanamente così crudele ma divinamente così pieno di ineffabile amore.
Volle donare se stesso alla sua Sposa, e lo avrebbe fatto cambiando non più l'acqua in vino, ma da questo momento avrebbe cambiato il vino nel suo stesso SANGUE, per la salvezza di tutti, sino alla fine.
Fu forse quella la più grande delle opere compiute da Gesù, di cui il segno fatto a Cana era una prefigurazione, in quell'ora del SUO SPOSALIZIO, in cui TUTTO SI E' COMPIUTO, anche questa volta con l'aiuto di Maria. Ad Essa infatti fu affidato quale madre, il primo di tanti figli per le Sue divine nozze CON LA SUA SPOSA, LA CHIESA.

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In conclusione l'unica risposta convincente alle nostre perplessità in merito al versetto in questione, è che esso debba tradursi:

(questa) COSA (interessa) A ME E A TE ?
NON E' GIUNTA LA MIA ORA?


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Ecco, sono ansioso di sapere se queste mie conclusioni sull'argomento da te proposto, sono da te condivise oppure se hai qualche osservazione in merito.

Un caloroso e fraterno saluto