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MEDITAZIONE LITURGIA DEL 08/04/2020

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    (Gino61)
    00 08/04/2020 12:39

    La Liturgia del giorno e il commento al Vangelo
    del 08/04/20 - Mercoledì della Settimana Santa

    Prima Lettura

    Dal libro del profeta Isaìa - Is 50,4-9a

    Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? Parola di Dio

    Salmo Responsoriale - Dal Sal 68 (69)

    R. O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.

    Per te io sopporto l'insulto
    e la vergogna mi copre la faccia;
    sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
    uno straniero per i figli di mia madre.
    Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
    gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. R.

    Mi sento venir meno.
    Mi aspettavo compassione, ma invano,
    consolatori, ma non ne ho trovati.
    Mi hanno messo veleno nel cibo
    e quando avevo sete mi hanno dato aceto. R.

    Loderò il nome di Dio con un canto,
    lo magnificherò con un ringraziamento.
    Vedano i poveri e si rallegrino;
    voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
    perché il Signore ascolta i miseri
    e non disprezza i suoi che sono prigionieri. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Lode e onore a te, Signore Gesù!

    Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
    sei stato condotto alla croce,
    come agnello mansueto al macello.

    Lode e onore a te, Signore Gesù!

    Vangelo secondo Matteo 26,14-25

    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.

    Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate tin città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

    Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».

    Parola del Signore

    Commento a cura di Paolo Curtaz

    Matteo nel raccontare la sua versione dei fatti è molto attento a ricordare a tutti che Giuda è uno dei Dodici, non uno qualsiasi. Si avverte come un velo di rabbia nel raccontare le tristi vicende che hanno coinvolto Giuda. Chissà cosa aveva in mente l'apostolo travolto dalla propria tenebra? Noi bravi cattolici, col passare degli anni, ne abbiamo fatto una maschera tragica, il traditore per eccellenza. Come se fosse facile dividere la luce dalle tenebre, come se fosse evidente discernere, capire, scegliere! Giuda non vende Gesù per denaro, ma, forse, vuole forzare la mano al suo maestro che giudica troppo prudente. Se è davvero il Messia, come egli crede, che si manifesti pubblicamente davanti al sinedrio! Povero Giuda! E poveri noi quando crediamo di insegnare a Dio come si fa a governare il mondo... In questa settimana così intensa e importante vigiliamo su noi stessi chiamati ad essere fra i discepoli, fra coloro che hanno avuto la grazia e l'onore di essere chiamati a seguire il Signore, perché non succeda anche a noi di perderci e di essere travolti dalla nostra parte oscura. Che Dio abbia pietà di noi!


    [Modificato da (Gino61) 08/04/2020 12:40]
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    (Gino61)
    00 08/04/2020 12:49
    MEDITAZIONE LITURGIA DEL 09/04/2020

    La Liturgia del giorno e il commento al Vangelo del 09/04/20
    Giovedì della Settimana Santa MESSA IN COENA DOMINI

    Prima Lettura

    Dal libro dell'Èsodo - Es 12,1-8.11-14

    In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d'Egitto:

    «Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità d'Israele e dite: "Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.

    Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!

    In quella notte io passerò per la terra d'Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d'Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d'Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne"».

    Parola di Dio

    Salmo Responsoriale - Dal Sal 115 (116)

    R. Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.

    Che cosa renderò al Signore,
    per tutti i benefici che mi ha fatto?
    Alzerò il calice della salvezza
    e invocherò il nome del Signore. R.

    Agli occhi del Signore è preziosa
    la morte dei suoi fedeli.
    Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
    tu hai spezzato le mie catene. R.

    A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
    e invocherò il nome del Signore.
    Adempirò i miei voti al Signore
    davanti a tutto il suo popolo. R.

    Seconda Lettura

    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 11,23–26

    Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».

    Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».

    Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

    Parola di Dio

    Acclamazione al Vangelo

    Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!

    Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
    come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Cfr. Gv 13,34)

    Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!

     

    Vangelo secondo Giovanni 13,1-15

    Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

    Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.

    Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

    Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

    Parola del Signore

    Commento a cura di don Marco Pozza

    Sono le ultime ore di un condannato a morte. Al Cristo non resta che una sola giornata di sole a disposizione, proprio Lui ch'è stato il Sole di quelle dodici pallide lune: “Offrirò loro una cena”, questo ha deciso. Prima d'arrampicarsi sul legno, di patire quella sete marcia - «Ho sete!» (Gv 19,28) - abbevera gli amici. Di più: prima che la sua faccia venga lavata con sputi e saliva, vuol sciacquare i piedi di coloro che, da domenica, attraverseranno il mondo raccontando di che morte han fatto morire la Vita. La cena, dunque: «Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua con voi» (Lc 22,15). “Ardentemente” è avverbio di fiamma, materiale combustibile, cuore in allarme. E' confidenza di desiderio e il desiderio è ancora più grande quando è appeso ad un filo. Ad una Croce. Quella cena - agnello allo spiedo, pani rotondi senza lievito, erbe amare, salsa rossa, vino di grazie, acqua calda - è l'ultimo desiderio di un condannato a morte. E il condannato, l'ultimo giorno, ha diritto alla grazia che invoca. “Tutti a tavola!”, tutti seduti: «Tutti erano muti, come aggravati da presentimenti che avevano paura di ritrovare negli occhi dei compagni» (G. Papini). Che Lui li amasse era cosa che tenevano come certezza: quanto li amasse, però, non era materia di loro conoscenza. Fu una cena esagerata, «ardentemente»: non c'è amore senza esagerazione. Desiderò anche loro ardentemente, come si bramano le cose più desiderabili, i misteri impenetrabili, i cuori più in allarme.

    A cena, poi, li sorprese: tese loro un agguato. Li sfidò dal basso: Lui ch'era venuto dall'Alto per illuminare bassifondi, scantinati, sottoscala. A scartavetrare i piedi, che sono i ripostigli delle sciagure. Li sfidò rasoterra, proprio loro ch'erano uomini con i cuori ancora gonfi di boria, i cervelli riluttanti al servizio: «Cominciò a lavare i piedi dei discepoli» (Gv 13,5). L'Uomo, accartocciato ai loro piedi, ha la bellezza di un imperatore: trasuda un'imperiale tristezza, ha i connotati della gioia. I piedi sono tutti numerati: due-quattro-otto-dodici-diciotto-venti-ventidue. Ventiquattro: anche Giuda ha dei piedi sporchi, anche lui ha percorso le strade merdose della Galilea per saziare il suo bisogno di vita. Gli occhi di tutti stanno fissi sui piedi dell'amico antipatico. Giuda, ch'era il loro tesoriere, sta a sentire tutti quegli sguardi fissi su di lui, ai suoi piedi: è una cosa insopportabile il peso di tanti sguardi fissi su di te. L'altro, il Cristo-lavandaio, non ha dubbi in materia, manco in merito: l'acqua, l'asciugatoio, il bacio. Non “anche-per” l'Iscariota, “sopratutto-per” Giuda: «Non sappiamo ciò che vogliamo ma siamo pronti a mordere qualcuno per ottenerlo» (W. Rogers). Il Cristo sa cosa vuole, è pronto a mordere Satana per ottenere Giuda. E sciacquando i piedi a Giuda è come se l'avesse salutato chiamandolo “signore”, Lui ch'era suo Signore. Quel bacio parve la bava di una lumaca sopra una rosa.

    Il Servo è in piedi, il cibo sta per essere servito. Dopo l'acqua, ha un tozzo di pane in mano: «Prendete, questo è il mio corpo che è dato per voi». Li sfidò a colpi di sorpresa: s'aspettavano ciascuno la sua parte, s'accorsero che Lui dava loro Se-Stesso per intero. Amore di sovrabbondanza, faticoso da raccogliere nei loro piccoli cuori. Li acciuffò per i piedi con l'acqua, li colpì allo stomaco con il pane, fece girare loro la testa con una scommessa: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19). C'è profumo di lavanda nella navata del cenacolo: è la prima ordinazione della storia. Sono i primi dodici sacerdoti dell'umanità: don-Giovanni, don Pietro. Don Giuda: «Oh! L'orribile popolino con le sue grida da iena» (V. Hugo). Brividi.

    Cristo ha la schiena a pezzi per lo stare in ginocchio: ci ha messo una certa umanità nella faccenda. Nessuno, però, che ricambi. Manco uno che si alzi per far sedere il Maestro. “Siediti che adesso laviamo noi i piedi a te”. Nessuno che, vedendo Giuda scappare, l'abbia rincorso: “(Ri)pensaci, amico! E' qui apposta per noi stasera”. Li hanno lasciati soli tutti e due: quello che dentro ha Iddio, quello che dentro ha Satana. Gli amici hanno lasciato andare via da soli quei due amici.

     




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    (Gino61)
    00 13/04/2020 00:21
    MEDITAZIONE LITURGIA DEL 14/04/2020

    La Liturgia del giorno e il commento al Vangelo
    del 14 aprile 2020 - Martedì fra l'ottava di Pasqua

    Vangelo di oggi: Giovanni 20,11-18 - commento Papa Francesco

    Prima Lettura

    Dagli Atti degli Apostoli
    At  2, 36-41

    [Nel giorno di Pentecoste,] diceva Pietro diceva ai Giudei: «Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!».

    All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimoniznza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!».

    Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 32 (33)

    R. Dell'amore del Signore è piena la terra.
    Oppure:
    Alleluia, alleluia, alleluia.

    Retta è la parola del Signore
    e fedele ogni sua opera.
    Egli ama la giustizia e il diritto;
    dell'amore del Signore è piena la terra. R.

    Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
    su chi spera nel suo amore,
    per liberarlo dalla morte
    e nutrirlo in tempo di fame. R.

    L'anima nostra attende il Signore:
    egli è nostro aiuto e nostro scudo.
    Su di noi sia il tuo amore, Signore,
    come da te noi speriamo. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Questo è il giorno fatto dal Signore:
    rallegriamoci ed esultiamo. (Sal 117,24)

    Alleluia.
     

    Vangelo

    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 20,11-18

    In quel tempo, Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto».

    Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"».

    Maria di Màgdala andò subito ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

    Parola del Signore.


    SPUNTI DI RIFLESSIONE     (Eremo San Biagio) 
    Maria di Magdala è la donna che, da sola, si era intrattenuta accanto al sepolcro cercando l'Amato della sua vita. Agli angeli Maria risponde piangendo: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". E allo stesso Gesù che lei ancora non sa riconoscere, dà la stessa motivazione del suo dolore. 
    È dunque una donna per la quale Gesù è importantissimo. Maria lo ama. Eppure avviene una purificazione del suo modo di amare. Il Signore stesso glielo chiede: "Non mi trattenere perché non sono salito al Padre, ma va' dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". È qui che la donna di Magdala fa la piena esperienza di Gesù risorto. Ora sa che non può "trattenere" per sé il Signore in un rapporto rassicurante e appagante. Anche l'amore di Lui è dono da recare ai fratelli, proprio come comunicazione di ciò che gli occhi della sua anima ora (ben più che gli occhi del suo corpo) han visto.

     
     
    PER LA PREGHIERA                                    (don Primo Mazzolari)
    Sono il fratello di tutti, il fratello che ha bisogno di tutti, che tende la mano a tutti. Come potrà starci tutto questo mondo, che si àncori all'Eterno fatto pane, nel cuore di un pover'uomo? E tu che cosa mi domandi, o Signore? Tu mi dici: "Lasciati amare"! Tu non mi domandi di più. Non mi domandi se ti voglio bene. Basta che io mi lasci amare dall'Amore, perché anch'io sono un lontano.