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3. Il processo e la condanna di Gesù secondo Matteo


 


 


3.1 I possibili capi di accusa secondo i Sinottici


 


 


Prima dell’arresto e della condanna in occasione dell’ultimo viaggio di Gesù a Gerusalemme c’erano stati numerosi motivi di conflitto tra Gesù e i capi religiosi ebraici. Gesù aveva dato prova più volte di violare formalmente la legge ebraica.


 


Uno dei primi episodi è quello della guarigione della “mano inaridita”, raccontato da tutti i Vangeli sinottici, avvenuto probabilmente nella città di Cafarnao:


 


Matteo 12:9-14 Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga. Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: «È permesso curare di sabato?». Dicevano ciò per accusarlo. Ed egli disse loro: «Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori? Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene anche di sabato». E rivolto all'uomo, gli disse: «Stendi la mano». Egli la stese, e quella ritornò sana come l'altra. I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.


 


Marco 3:1-6 Entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Mettiti nel mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.


 


Luca 6:6-11 Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì. Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.


 


In questo episodio è raccontato in particolare per la ripetuta e recidiva violazione del sabato (l’episodio segue un altro esempio di violazione del sabato). Anche Giovanni racconta di come Gesù fosse solito violare le sacre leggi del sabato, e di come questo irritasse i sacerdoti. Il Vangelo di Giovanni è proprio quello che riporta più episodi in cui si tenta di eliminare Gesù. La violazione del sabato era considerata gravissima secondo le leggi mosaiche. Per questo reato era prevista la condanna a morte, come leggiamo nel libro dell’Esodo:


 


Esodo 31:12-17 Il Signore disse a Mosè: «Quanto a te, parla agli Israeliti e riferisci loro: In tutto dovrete osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi, per le vostre generazioni, perché si sappia che io sono il Signore che vi santifica. Osserverete dunque il sabato, perché lo dovete ritenere santo. Chi lo profanerà sarà messo a morte; chiunque in quel giorno farà qualche lavoro, sarà eliminato dal suo popolo. Durante sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque farà un lavoro di sabato sarà messo a morte. Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un'alleanza perenne. Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti, perché il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e si è riposato».


 


Esodo 35:1-3 Mosè radunò tutta la comunità degli Israeliti e disse loro: «Queste sono le cose che il Signore ha comandato di fare: Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte. Non accenderete il fuoco in giorno di sabato, in nessuna delle vostre dimore».


 


Il libro dei Numeri riporta un caso pratico di violazione della legge del sabato. Un uomo sorpreso a raccogliere legna in tale giorno sacro, viene lapidato in ottemperanza al comandamento di Dio:


 


Numeri 15:32-36 Mentre gli Israeliti erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva legna in giorno di sabato. Quelli che l'avevano trovato a raccogliere legna, lo condussero a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità. Lo misero sotto sorveglianza, perché non era stato ancora stabilito che cosa gli si dovesse fare. Il Signore disse a Mosè: «Quell'uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori dell'accampamento». Tutta la comunità lo condusse fuori dell'accampamento e lo lapidò; quegli morì secondo il comando che il Signore aveva dato a Mosè.


 


Questi brani biblici mostrano quindi come fosse importante nel mondo ebraico fin dai tempi più antichi il rispetto della legge del sabato. Secondo il Talmud Babilonese chi violava il sabato era punito con la lapidazione, la pena di morte più infamante nel mondo ebraico (Sanhedrin, Cap. 7, folia 53a e 53b). Ma una sorte simile era inoltre prevista anche per chi veniva condannato per magia o stregoneria, come attesta il Sanhedrin. E' noto che molte delle pratiche e attività di Gesù, i cosiddetti "miracoli" furono considerati dagli ebrei come opere magiche, come apprendiamo ad esempio dalla lettura del Contra Celsum di Origene. Nella sua polemica contro Celso, Origene ci ha conservato alcune delle critiche degli ebrei contro la figura di Gesù. Così Celso pensava che:


 


Origene, Contra Celsum, I, 28 "[Gesù] spinto dalla miseria andò in Egitto a lavorare a mercede ed avendo quindi appreso alcune di quelle discipline occulte per cui gli Egizi sono celebri tornò dai suoi tutto fiero per le arti apprese e si proclamò da solo Dio a motivo di esse."


 


Nel Talmud Babilonese compare poi un passo che la tradizione ebraica attribuisce a Gesù: "egli [Gesù] esce per essere lapidato, perchè ha praticato la magia e sobillato Israele" (Sanhedrin, Cap. 5, folio 43a).


 


 


3.2 Gesù a Gerusalemme


 


 


L’ultimo viaggio di Gesù a Gerusalemme inizia con una visita al tempio nella quale Gesù compie atti che disturbano la quiete pubblica:


 


Matteo 21:12-13 "Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri»."


 


Non è qui ben chiaro come gesti del genere (disturbare le attività pubbliche nel tempio) fossero possibili senza determinare l’intervento del capitano del tempio e delle guardie. Probabilmente si trattava di gesti simbolici e di scarsa rilevanza “fisica”, cioè nel mezzo di particolari discorsi a carattere etico e morale è possibile che Gesù, preso dallo sdegno, abbia ribaltato qualche tavolo e qualche sedia ma senza creare troppo scompiglio. Gesù è sempre presente nel tempio, nel giorno e nei giorni seguenti dove tiene numerosi discorsi. Questi discorsi sono particolarmente duri e critici nei confronti dei sacerdoti del tempio, dei sadducei e dei farisei. Si legga ad esempio il discorso dei due figli in Mt 21:28-32 in cui Gesù rivolto ad alcuni sacerdoti del tempio conclude quel discorso con queste frasi:


 


Matteo 21:28-32 «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli».


 


Segue questo discorso la parabola dei vignaioli perfidi, che si può leggere in Mt 21:33-45. Questa parabola è un’altra durissima invettiva contro i sommi sacerdoti del tempio. I vignaioli perfidi sono in realtà i sommi sacerdoti che di fatto hanno ucciso i profeti nel passato. Tutti questi discorsi non possono non suscitare l’ira di coloro ai quali sono rivolti. E difatti Mt 22:45 dice:


 


Matteo 21:33-45 "Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta."


 


In Mt 22:15-17 ci viene raccontato come i sacerdoti cerchino dei pretesti, dei capi di imputazione per mettere a tacere in qualsiasi modo quel personaggio alquanto scomodo:


 


Matteo 22:15-17 Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?»


 


Quella del tributo a Cesare era una questione spinosissima. Quando dopo la morte di Erode il grande e la destituzione di Archelao la Giudea passò direttamente sotto l’amministrazione romana, nel 6 d.C., venne organizzato un censimento per contare la popolazione e fissare i tributi che gli ebrei dovevano pagare ai romani. Sottostare al pagamento di tributi a una potenza straniera era per i giudei motivo di grande scandalo e vergogna, e non mancarono rivolte contro i romani. La più famosa rivolta contro il censimento e i conseguenti tributi fu quella di Giuda di Gamala (detto anche Giuda il Galileo), che venne repressa duramente dai romani. E’ evidente quindi come i sommi sacerdoti cercano di far pronunciare a Gesù frasi politicamente scorrette verso i romani. Abbiamo appreso poco prima quindi che i sacerdoti vogliono eliminare Gesù perché per loro è diventato un personaggio molto scomodo e imbarazzante (vedi tutte le invettive pronunciate), tuttavia non hanno il coraggio di eliminarlo direttamente pare per paura della folla e delle conseguenze. Qest’ultimo passo citato sembra che ci faccia capire che i sacerdoti tentano di attirare l’attenzione dei romani verso Gesù, in modo che siano loro a compiere il “lavoro sporco” di eliminarlo. Secondo Matteo Gesù rispose molto evasivamente alla domanda sulla liceità dei tributi ai romani. Subito dopo questi discorsi, già molto duri, ha luogo secondo Mt il discorso più duro mai pronunciato contro la casta sacerdotale di Gerusalemme. Ci viene raccontato tutto nel capitolo 23 del Vangelo di Matteo. Vale la pena di riportare per intero tutto il discorso, rivolto alla folla:


 


Matteo 23:1-39 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.


Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».


 


Questo lungo discorso è una lunga e durissima invettiva, nel corso della quale gli scribi e i farisei di Gerusalemme sono definiti addirittura “serpenti” e “razza di vipere”. E’ una critica fortissima a tutta una gerarchia e tutto un’intero sistema ecclesiastico, pronunciata davanti a un pubblico che possiamo immaginare numeroso. Fino a questo momento quali reati ha commesso Gesù, dopo il suo arrivo a Gerusalemme? Ha creato un po’ di confusione nel tempio con i tavoli dei cambiavalute rovesciati, ma pare più un gesto simbolico visto che non sembra sia intervenuto nessuno a riportare l’ordine. In occasione di quegli incidenti nel tempio pare ci sia stato un velato accenno alla questione della messianicità di Gesù, infatti Mt dice:


 


Matteo 21:15-16 Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide», si sdegnarono e gli dissero: «Non senti quello che dicono?». Gesù rispose loro: «Sì, non avete mai letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode


 


Confermando le parole dei fanciulli che lo accolgono come “figlio di Davide” Gesù indirettamente vuole dire che è il Messia anche se il riferimento è molto debole e velato. Auto proclamarsi Messia è un reato gravissimo, come vedremo, sarà il capo fondamentale di accusa del sommo sacerdote per portare Gesù Cristo davanti a Pilato. Fino a questo momento, rileggendo tutto quanto riportato nel Vangelo di Matteo, Gesù è perseguibile secondo la legge mosaica per aver profanato il sabato, per aver compiuto opere che possono essere riguardate come stregoneria oppure magia e per aver fatto intuire, sebbene ancora non esplicitamente, che si riteneva il Messia. Ma il motivo fondamentale per cui i Farisei e i Sadducei possono aver maturato l’idea di sbarazzarsi di Gesù è legato alla gravità e alla pericolosità (o presunta tale) dei discorsi pronunciati nei loro confronti. Certamente i sacerdoti e gli altri capi del Sinedrio sono a conoscenza della messianicità rivendicata da Gesù, hanno assistito all’ingresso in Gerusalemme, hanno avuto notizia di quello che Gesù ha detto e compiuto nelle altre città della Palestina e anche in occasione di altre venute a Gerusalemme. Ma adesso, con questi discorsi pronunciati nel tempio, la misura è colma e siamo allo scontro frontale. Ma bastano le parole pronunciate nel tempio per essere trascinati davanti al Sinedrio e condannati addirittura a morte? Occorre trovare capi di imputazione più solidi e mirati, provare apertamente la violazione della legge mosaica, trovare testimoni in grado di sostenere l'accusa contro Gesù su qualche capo di imputazione. Un altro dato di fatto è che fino a questo momento non c’è alcun motivo per cui i Romani debbano preoccuparsi di Gesù, in nessun punto Gesù pronuncia frasi ostili all’autorità del procuratore romano o dell’esercito, neppure quando gli viene chiesto insidiosamente che cosa pensi del tributo da versare a Roma. Dopo le invettive, gravissime, contro i sacerdoti si chiude l’attività pubblica di Gesù a Gerusalemme. Il Vangelo di Matteo riporta il discorso sulla predizione degli ultimi tempi in cui l’annuncio della distruzione di Gerusalemme (che sarebbe avvenuta una quarantina di anni dopo) prefigura la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova alleanza fra Dio e gli uomini. Inoltre Matteo è anche l’unico evangelista che descrive in modo diretto ed esplicito la scena della “fine del mondo” e del “giudizio finale”, in uno dei passi più toccanti e commoventi del Nuovo Testamento. Si tratta di discorsi pronunciati “ai suoi discepoli” (quali? i dodici? oppure anche davanti ad altri seguaci?) e che difficilmente possono essere perseguibili, in essi Gesù non accenna alle sue pretese messianiche, non inveisce contro i farisei e neppure contro i Romani. Parla della venuta del “Figlio dell’uomo” ma non afferma pubblicamente di essere lui il “Figlio dell’uomo”. I sommi sacerdoti preoccupati ed indignati dal comportamento tenuto da Gesù si riuniscono per vedere come procedere per toglierlo di mezzo. Probabilmente non hanno ben chiaro di che cosa accusare formalmente Gesù. Mt 26:1-5 ci parla di una riunione che sarebbe avvenuta nel palazzo del sommo sacerdote Caifa a Gerusalemme:


 


Matteo 26:1-5 Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso». Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire. Ma dicevano: «Non durante la festa, perché non avvengano tumulti fra il popolo».


 


Può darsi che questa riunione sia terminata con un nulla di fatto, cioè tecnicamente non si è trovato di che cosa accusare Gesù oppure si ha paura della reazione della folla favorevole a Gesù che potrebbe rivoltarsi contro i sacerdoti e impedire addirittura lo svolgimento del processo. L’unica cosa certa è che i sommi sacerdoti sono ormai in maggioranza risoluti ad eliminare Gesù, non importa come. Un problema "tecnico" è l'avvicinarsi della festa della Pasqua ebraica (la cosiddetta Pesah). Questa festa era spesso fonte di tumulti e sedizioni, la rivolta giudaica del 66-74 dopo Cristo inizierà proprio in prossimità di una Pasqua. Molti pellegrini si ammassavano a Gerusalemme in questa occasione per celebrare la Pasqua così le occasioni di scontro si moltiplicavano.