00 26/04/2019 11:18

… prega per noi peccatori


Le due espressioni che chiudono l’Ave Maria sono apparse, come abbiamo visto, progressivamente. In effetti, dopo aver adottato in modo abituale, nella sua preghiera, la prima parte dell’Ave Maria, la Chiesa l’ha un poco prolungata supplicando Maria di intercedere e pregare per noi peccatori.


Perché anche noi siamo sfiorati da questa luce immacolata che sola può penetrare la nostra vita carica di oscurità e di corruzione.


Forse questa insistenza sulla povertà dell’uomo che si riconosce peccatore viene da un tempo in cui, più di oggi, si insisteva sul peccato. E tuttavia, ancora una volta, noi siamo al centro della fede. Infatti il kerygma, il nucleo della fede apostolica, il cuore del Vangelo, è la proclamazione di Paolo: «Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato».


Cristo ci ha salvati dal peccato, dalla morte… Si va all’essenziale: chiedendo a Maria di pregare per noi, non le chiediamo la salvezza – noi siamo salvati solo dalla morte di Cristo e trascinati da lui verso la risurrezione! – ma la sua vicinanza materna, la sua intercessione. Come poveri e bisognosi, imbocchiamo il cammino della preghiera a Maria, riconoscendo quanto ci siamo allontanati dal Figlio suo.


Ciò che diciamo, lo si capisce, si inscrive nella grande corrente della tradizione cattolica.


I “protestanti” non farebbero queste stesse affermazioni: solo il Cristo può salvarci; solo a lui possiamo gridare come il cieco sulla strada: «Salvaci»!


La tradizione cattolica, tuttavia, non ha mai rifiutato l’intercessione di Maria.


A lei, madre di Gesù e dell’umanità, noi affidiamo la nostra debolezza.