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“Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te”


Il Vangelo di Luca si apre con le parola dell’angelo di Dio a Zaccaria, marito di Elisabetta, sacerdote del tempio di Gerusalemme, per annunciargli che sua moglie – la sterile! – concepirà e darà alla luce un figlio. E subito dopo «L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:


Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,26-28).


Anche a Maria – giovane donna di una borgata lontana da Gerusalemme, l’angelo annuncia una cosa inaudita: l’incarnazione del Figlio di Dio nel suo seno. Attraverso di lei, umile, Dio viene ad “abitare” in mezzo a noi.


Rallegrati…


“Ave Maria piena di grazia il Signore è con te”
«Ave…» dice l’angelo nella traduzione latina del Vangelo che è entrata nella nostra preghiera. Cioè «Ti saluto…». O meglio, secondo le parole che il Vangelo di Luca trasmette in greco, «Rallegrati».

Per Luca, la gioia è sinonimo di salvezza; è il tratto distintivo di Dio quando interviene a favore dell’uomo. La gioia percorre, da parte a parte, tutto il suo Vangelo: da Maria ai pastori di Betlemme, fino al pubblicano Zaccheo. Quando Dio interviene è un momento di gioia straordinaria.