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GIOVANNI BATTISTA AVEVA LEGAMI CON GLI ESSENI DI QUMRAN?


Come giustamente ha osservato James H. Charlesworth, professore di New Testament Language al Princeton Theological Seminary -assieme a diversi altri studiosi- è plausibile sostenere che Giovanni Battista abbia avuto contatti con la comunità essena di Qumran basandosi sulla comunanza della vita ascetica, il rifiuto di stili di vita ordinari e della forma di sacerdozio e culto del tempio dell’epoca, operavano nel deserto di Giuda, presentivano come imminente l’arrivo definitivo di Dio nella storia, ravvisavano in Is 40,3 una profezia della loro opera come preparatrice di tale evento, predicevano la salvezza o la perdizione degli israeliti a seconda della risposta all’avvertimento da loro proclamato e praticavano riti di purificazione interiore.


Tuttavia, scrive Charlesworth, «ci sono anche importanti differenze che collidono con l’assunzione che il Battista fosse un membro attivo della comunità di Qumran. Giovanni esortava Israele a pentirsi e aveva un progetto missionario mentre la comunità di Qumran era più interiormente concentrata alla predestinazione di essere i “Figli della Luce”. Essi svilupparono termini unici per descrivere la loro fede che gli autori del Nuovo Testamento mai attribuiscono a Giovanni. I “bagni rituali” che praticavano erano differenti dal battesimo nel fiume di Giovanni. Per tali ragioni molti studiosi concludono che Giovani Battista potrebbe aver vissuto a Qumran ma che lasciò la comunità per una varietà di possibili motivazioni, tra le quali guidare i suoi propri discepoli e “preparare la strada al Messia”». Anche il biblista J.P. Meier concorda, sottolineando che «Giovanni non pratica le frequenti lustrazioni dei membri di Qumran, ma un battesimo irripetibile che amministra personalmente. La sua stessa persona è intimamente identificata con quest’unico genere di lavacro rituale al punto che solo lui, tra i molti giudei del suo tempo che praticavano riti di purificazione, viene denominato “il Battista”». Ancor più eloquente è il fatto che «mentre Qumran è celebre per la sua interpretazione ed osservanza oltremodo rigorosa della legge mosaica, sino al punto di considerare lassisti perfino i farisei, i detti e le azioni di Giovanni conservati nei vangeli e in Flavio Giuseppe non lasciano trasparire la benché minima preoccupazione per minuziose questioni legali» (J.P. Meier, Un ebreo marginale, Vol. 2, Queriniana 2003, pp. 45,46).


C’è chi teorizza una rottura traumatica tra Giovanni Battista e i membri di Qumran, ma non vi sono fonti affidabili per farlo e si rischia di cadere nel romanzesco. Oltretutto, Flavio Giuseppe narra anche di Banno, un altro eremita che viveva nel deserto in modo simile a Giovanni Battista e la comunità di Qumran e «Flavio Giuseppe non sembra sospettare nessun rapporto tra Banno, il Battista e gli esseni (e parla di tutti e tre)» (J. Thomas, Le Mouvement baptiste a Palestine et Syrie , Gembloux 1935, pp. 435, 436). Esiste quindi un movimento giudaico di ebrei marginali, penitenti e battezzatori nella regione del Giordano nel I secolo a.C.- I secolo d.C. per cui, «anche se non è impossibile che Giovanni fosse “educato” a Qumran, questa ipotesi ha forse una veduta troppo ristretta di un fenomeno religioso molto più ampio, di cui Giovanni, Banno e Qumran erano singoli esempi» (J.P. Meier, Un ebreo marginale, Vol.2, Queriniana 2003, p. 48).