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                       Fuga dalle devastazioni provocate dai borgognoni nel 1428 


Nell'estate del 1428 la sua famiglia fuggì dalle devastazioni provocate dalle truppe di Giovanni di Lussemburgo ed Antonio di Vergy, capitano borgognone, nella valle del fiume Mosa. Era da poco iniziato l'anno 1429 quando gli inglesi erano ormai prossimi ad occupare completamente Orléans, cinta d'assedio sin dall'ottobre del 1428[9]: la città, sul lato settentrionale della Loira, aveva, per la posizione geografica e il ruolo economico, un valore strategico quale via d'accesso a tutte le regioni meridionali; per Giovanna, che sarebbe diventata una figura emblematica della storia di Francia, fu quello il momento (sollecitata dalle voci), per correre in aiuto di Carlo, Delfino di Francia e futuro re, estromesso dalla successione al trono a beneficio della dinastia inglese nella guerra che l'opponeva agli Inglesi ed ai loro alleati Borgognoni[10].


Come Giovanna stessa dichiarerà sotto interrogatorio, in un primo tempo mantenne il più stretto riserbo su queste apparizioni sovrannaturali, che all'inizio le parlavano della sua vita privata e che solo successivamente l'avrebbero spinta a lasciare la propria casa per guidare l'esercito francese. Tuttavia, i suoi genitori dovettero intuire qualcosa del cambiamento che stava avvenendo nella ragazza, forse anche allertati da qualche confidenza che Giovanna stessa si era lasciata sfuggire, come avrebbe ricordato, molti anni dopo, un suo amico di Domrémy[11], ed avevano deciso di darla in sposa ad un giovane di Toul. Giovanna rifiutò di accettare la proposta di matrimonio e il suo fidanzato la citò in giudizio dinanzi al tribunale episcopale; ascoltate entrambe le parti, il tribunale diede ragione a Giovanna, dal momento che il fidanzamento era avvenuto senza il suo assenso[12].


Vinta anche la resistenza dei genitori, la ragazza ebbe di nuovo le mani libere e poté dedicarsi alla sua missione. La prima tappa del suo viaggio la portò sino a Vaucouleurs, ove, con l'appoggio dello zio Durand Laxart, riuscì ad incontrare il capitano della piazzaforte, Robert de Baudricourt, il quale, al primo incontro, avvenuto il 13 maggio 1428[13], la schernì rimandandola a casa come una povera folle. Per nulla demoralizzata da quell'insuccesso, Giovanna si recherà altre due volte presso il capitano di Vaucouleurs e questi, forse spinto dal consenso che Giovanna sapeva raccogliere tanto tra il popolo quanto tra i suoi uomini, mutò parere sul suo conto, sino a convincersi (non prima di averla sottoposta a esorcismo da parte del curato Jean Fournier) della sua buona fede e ad affidarle una scorta che l'accompagnasse al cospetto del sovrano, come la ragazza domandava. Proprio in questa occasione Giovanna indossò abiti maschili, forse perché più adatti al viaggio o forse per emulare Santa Margherita d'Antiochia o per evidenziare alla rinuncia di una vita familiare e sessuale consueta.[14]


Gesta belliche


Il tragitto di Giovanna da Vaucouleurs verso Chinon per incontrarsi col gentile Delfino, per usare le sue stesse parole, suscitò di per sé non poco interesse. Viaggiando tra i confini sempre incerti e sfumati tra villaggi francesi ed anglo-borgognoni, recando con sé la promessa di un aiuto sovrannaturale che sarebbe stato in grado di rovesciare le sorti della guerra, che ormai sembravano segnate, l'esiguo drappello rappresentava l'ultima speranza per il partito che ancora sosteneva il "re di Bourges", come veniva sprezzantemente chiamato Carlo VII dai suoi detrattori. Il Jean de Dunois (Bastardo d'Orléans) inviò due suoi fidi a Gien, ove la Pulzella era passata, per raccogliere informazioni, e l'intero paese ne attendeva le gesta, che effettivamente vi furono, anche se pagate ad alto prezzo.[15][16]


Incontro con Charle Valois, Delfino di Francia






Ritratto originale di Giovanna d'Arco, dal registro del Parlamento di Parigi (1429) tenuto da Clément de Fauquembergue.[17]



Senza neppure avvisare i suoi genitori, Giovanna partì da Vaucouleurs il 22 febbraio 1429, accompagnata da un manipolo composto da Jean de Metz, Bertrand de Poulengy, uomini di fiducia di Robert de Baudricourt, da Richard Larcher, da servitori, e guidata da un corriere reale, Colet de Vienne, diretti a Chinon. Il piccolo drappello percorse una non facile via fra territori contesi sino al castello di Chinon all'inizio del mese di marzo. Il fatto di essere scortata dagli uomini di un capitano fedele al Delfino probabilmente giocò non poco a favore dell'incontro con quest'ultimo.[18]


Presentandosi al Delfino Carlo, dopo due giorni di attesa, nella grande sala del castello di Chinon, Giovanna sostenne di essere stata inviata da Dio per portare soccorso a lui e al suo reame[19].


Tuttavia, il Delfino, non fidandosi ancora completamente di lei, la sottopose ad un lungo esame in materia di fede, protrattosi per circa tre settimane, facendola interrogare da un gruppo di teologi[20] della appena fondata Università di Poitiers, nata nel 1422[21], sotto la guida di François Garivel, consigliere reale in materia di giurisprudenza. Solo quando la giovane ebbe superato questa prova Carlo, convintosi, decise di affidarle un intendente, Jean d'Aulon, nonché l'incarico di "accompagnare" una spedizione militare (pur non ricoprendo alcun incarico ufficiale) in soccorso della città di Orléans assediata e difesa da Jean de Dunois (Bastardo d'Orléans), mettendo così nelle sue mani, di fatto, le sorti della Francia.[22]


Giovanna iniziò pertanto la riforma dell'armata trascinando con il suo esempio le truppe francesi e imponendo uno stile di vita rigoroso e quasi monastico: fece allontanare le prostitute che seguivano l'esercito, bandì ogni violenza o saccheggio, vietò che i soldati bestemmiassero; impose loro di confessarsi e fece riunire due volte al giorno, intorno al suo stendardo, l'esercito in preghiera, al richiamo del suo confessore, Jean Pasquerel. Il primo effetto fu quello di instaurare un rapporto di reciproca fiducia tra la popolazione civile ed i suoi difensori i quali, invece, avevano l'inveterata abitudine di tramutarsi da soldati in briganti quando non erano impegnati in azioni di guerra[23][24] Soldati e capitani, contagiati dal carisma della giovane, sostenuti dalla popolazione di Orléans, si prepararono alla riscossa.


Assedio d'Orléans






Giovanna d'Arco con lo stendardo bianco-gigliato



Sebbene non le fosse stata affidata formalmente nessuna carica militare, Giovanna divenne presto la figura ispiratrice delle armate francesi: in armatura, impugnando spada e la bandiera bianca della Francia con raffigurato Dio benedicente il giglio araldico francese e ai lati gli Arcangeli Michele e Gabriele, chiamata da tutti come Jeanne la Pucelle (Giovanna la Pulzella, come le voci l'avevano chiamata), Giovanna raccolse 4.000 volontari francesi da tutto il regno che guidò infervorati nelle battaglie contro gli anglo-borgognoni, che erano ad un passo dalla vittoria definitiva, dato che erano giunti a porre l'assedio a Orléans, chiave di volta della valle della Loira nella Francia centrale. Cadendo, l'intera Loira meridionale sarebbe stata presa; la stessa Chinon, corte del futuro re Carlo VII, era minacciata da vicino .


Orléans, era accerchiata dalle degli inglesi (principalmente arcieri) e dai borgognoni (cavalleria e fanteria pesante corazzata), che avevano costruito otto fortezze intorno alla città, per rinforzare l'assedio (bastioni di Tourelles, Augustins, Saint-Jean-le-Blanc, Saint-Laurent, Saint-Loup, e tre fortezze poste a sud della Loira, dette "Londre", "Rouen" e "Paris" e infine la fortezza dell'isola di Charlemagne). L'assedio inglese stava per chiudere ogni via d'accesso alla città, che poteva capitolare per fame[25].


I francesi erano tuttavia riusciti a mantenere aperta la porta di Bourgogne e Giovanna, il 29 aprile giunse sulla riva meridionale, di fronte al borgo di Chécy, in sella ad un destriero bianco e preceduta da un lungo corteo di preti intonanti il Veni Creator. Li trovò ad attenderla Jean de Dunois (Bastardo d'Orléans), che la pregò di entrare in città per quella via mentre i suoi uomini compivano manovre diversive. L'esercito ed i rifornimenti, necessari per sfamare la popolazione allo stremo, avrebbero atteso di poter essere traghettati attraverso il fiume con il vento favorevole.[26]


Incontro con Jean de Dunois (Bastardo d'Orléans)


L'incontro tra il giovane comandante e Giovanna d'Arco fu burrascoso, dinanzi alla decisione di attendere che il vento girasse in modo da consentire l'ingresso dei rifornimenti e dei rinforzi, Giovanna rimproverò aspramente l'uomo di guerra, sostenendo che suo compito sarebbe stato quello di condurre Lei e l'esercito direttamente in battaglia. Il Bastardo d'Orléans non ebbe neppure tempo di replicare poiché pressoché subito il vento mutò direzione e divenne favorevole al transito sulla Loira, consentendo l'ingresso dei rifornimenti e dei rinforzi, (4000 uomini), che accompagnavano Giovanna[27].


Nel frattempo, sulla via per Orléans, Giovanna venne raggiunta da due dei suoi fratelli: Giovanni e Pietro, che si erano uniti ai soldati. Dopo alcuni giorni, durante i quali venne conquistata la fortezza di Saint-Loup, Giovanna ordinò l'attacco ai bastioni più fortificati a sud del fiume (Saint-Jean-le-Blanc e Augustins), conquistandoli il 6 maggio dopo una giornata di combattimenti. Il 7 maggio 1429, riuscì a rompere l'accerchiamento, guidando le truppe (pur ferita ad una spalla da una freccia alla scapola), conquistando il bastione di Tourelles, senza smettere di combattere e senza farsi curare sino al termine delle ostilità[28], per poi rientrare nella città attraverso il ponte[29].


Liberazione di Orléans


L'8 maggio 1429, l'esercito inglese demolì i propri bastioni, abbandonando i prigionieri, e si dispose a dare battaglia in campo aperto. Giovanna, Jean de Dunois e gli altri capitani schierarono le loro forze e per un'ora i due eserciti si fronteggiarono; alla fine, gli Inglesi si ritirarono e Giovanna d'Arco impose ai francesi di non inseguirli, perché era domenica. La città di Orléans era finalmente libera.


Giovanna d'Arco e l'esercito, prima di rientrare, unitamente al popolo, assistettero ad una messa all'aperto, ancora in vista del nemico in fuga[30].


Il successo fu fondamentale per le sorti della guerra, poiché esso impedì che gli anglo-borgognoni potessero occupare l'intera parte sud del paese, rimasta fedele a re Carlo, e inoltre diede inizio a un'avanzata nella valle della Loira che sarebbe culminata nel trionfo francese della battaglia di Patay.