Le parole.
Il superbo non si contenta di pensare altamente di se, ma sente il bisogno di esternare con le parole i suoi sentimenti. Si loda facilmente, mettendo in mostra i titoli di onore, dicendo di appartenere a nobile famiglia, parlando con entusiasmo delle proprie cose e mettendo sempre avanti il proprio « io ». - Io faccio così ... Io in quell'occasione mi comportai in tal modo ... Io sono salutato sempre ... Io sono stimato assai ... Io porto abiti di lusso ...
Insomma s'incensa di continuo e non ricorda il proverbio: Chi si loda, s'imbroda! -
Chi ha il vizio della superbia, non si limita a lodarsi; è anche portato naturalmente a disprezzare gli altri.
Il parlare del superbo suole essere impastato di critica, di mormorazione e di bugia.
Coloro che assistono a simili conversazioni, esternamente dimostrano di approvare, per non irritare il superbo, ma appena questi si allontana, cominciano a ridere alle sue spalle, dicendo: Che superba persona! . .. Oh, quanto è sciocca! ... Ma cosa crede di essere?... -
E così si avvera il detto di Gesù: Chi s'innalza, sarà umiliato! -
Il volere comparire.
Il superbo è smanioso di comparire e fa di tutto per apparire in società qualche cosa di più degli altri. Se è ricco, spende grosse somme per avere un'abitazione più bella degli altri ricchi, compra gioielli di grande valore ed indossa abiti lussuosi.
Se il superbo non è ricco, fa grande economia pur di comparire davanti agli altri; perciò limita le spese giornaliere, va forse in prestito di denaro e tutto spende in abiti eleganti ed in profumi.
La persona superba e vanitosa ama di stare lungamente davanti allo specchio e studia la conciatura dei capelli e l'abbellimento del volto; studia anche il sorriso ed i movimenti del corpo, per apparire sempre più attraente. Esce di casa, non tanto per sbrigare faccende, quanto per mettersi in mostra. Lungo le vie cammina con affettazione e pare voglia dire a tutti: Guardatemi! ... Chi c'è simile a me? ... Desidera ricevere saluti e gode nel suo cuore ad ogni piccola dimostrazione di stima.
Poveri superbi vanitosi! ... Ma credete che tutti abbiano a pensare a voi?... Ognuno ha i propri fastidi e tira per la sua strada! ... Vale dunque la pena sprecare tanto tempo e denaro per la voglia di comparire? ... Cosa ne resta a voi di utile? Vanità della vanità!…
Le opere del superbo.
Le nostre opere devono essere dirette alla gloria di Dio ed al bene del prossimo; soltanto così sono meritorie per l'altra vita. Ma il superbo non bada a ciò, anzi agisce in senso contrario; il fine del suo operare è l'appagamento dell'orgoglio, con la ricerca della stima e dell'approvazione altrui.
È bene qui ricordare gli Scribi ed i Farisei, uomini superbi, i quali furono riprovati da Gesù Cristo. Costoro facevano elemosina, pregavano a lungo, digiunavano ed erano osservanti scrupolosi della legge di Mosè. Tuttavia non erano accetti a Dio, perchè le loro opere erano fatte per riscuotere la lode degli uomini. Gesù perciò disse ai suoi discepoli: Se la vostra giustizia non sarà più abbondante di quella degli Scribi e dei Farisei, non entrerete nel regno dei Cieli. -
Il superbo, quando non è visto, si astiene dal far la carità o ne fa assai poca; se invece sa di essere osservato, fa elemosina ed anche abbondantemente, affinché possa sentirsi dire: Oh, com'è caritatevole e di buon cuore! -
Quello che si dice per la carità, si dica per tutto il resto.
Quale ricompensa può sperare il superbo da Dio in questa o nell'altra vita? Nessuna!