00 16/04/2024 09:30
«È il Padre mio che vi dà il pane dal cielo»

Rev. D. Joaquim MESEGUER García
(Rubí, Barcelona, Spagna)
Oggi, nelle parole di Gesù possiamo constatare la contrapposizione e la complementarietà tra il Nuovo e il Vecchio Testamento: l Antico è il simbolo del Nuovo e nel Nuovo le promesse fatte da Dio ai padri nell Antico, arrivano alla sua pienezza. Così la manna che mangiarono gli israeliti nel deserto non era l autentico pane del cielo, bensì il simbolo del vero pane che Dio, nostro Padre, ci ha dato nella persona di Gesù, che è stato inviato come Salvatore del mondo. Mosè sollecitò a Dio, in favore degli israeliti, un alimento materiale; Cristo, invece, dona se stesso come alimento divino che concede la vita.

«Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi ?» (Gv 6,30), esigono increduli e impertinenti i giudei. Gli è sembrato poco il segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci fatta da Gesù il giorno prima? Perché ieri volevano proclamare re Gesù e oggi non gli credono? Che incostante, , è il cuore umano a volte! Dice San Bernardo di Chiaravalle: «Gli impuri si aggirano, perché naturalmente, vogliono dar soddisfazione all appetito, e stupidamente disprezzano il modo di ottenere il fine». Così succedeva con i giudei: sommersi in una visione materialista, pretendevano che qualcuno li alimentasse e soluzionasse i loro problemi, però non volevano credere; questo era tutto quello che a loro interessava di Gesù. Non è questa la prospettiva di chi desidera una religione comoda, fatta su misura, senza impegno?

«Signore, dacci sempre questo pane» (Gv 6,34): che queste parole pronunciate dai giudei nel loro modo materialista di vedere la realtà, siano dette da me con la sincerità che mi può dare la fede; che siano la vera espressione del desiderio di alimentarmi con Cristo e di vivere unito a Lui per sempre.