00 25/06/2022 09:57
Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta»

Rev. D. Pedro IGLESIAS Martínez
(Rubí, Barcelona, Spagna)
Oggi, celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù. Da tempo immemoriale l’uomo colloca “fisicamente” nel cuore ciò che c’è di meglio o di peggio nell’essere umano. Cristo ci mostra il Suo, con le cicatrici del nostro peccato, quale simbolo del Suo amore verso gli uomini, ed è da questo cuore che dà vita e rinnova la storia passata, presente e futura, da dove contempliamo e possiamo comprendere la gioia di Colui che trova quello che aveva perso.

«Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta»(Lc 15,6). Quando ascoltiamo queste parole, ci afferriamo alla tendenza di metterci nel gruppo dei novanta nove giusti ed osserviamo “da lontano” come Gesù offre la salvezza a tanti conoscenti nostri che sono assai peggiori di noi... Ebbene no! L’allegria di Gesù ha un nome e un volto. Il mio,il tuo, quello dell’altro..., tutti siamo “la pecora smarrita” per i nostri peccati; così che, non continuiamo a gettare altra legna al fuoco della nostra superbia, considerandoci completamente convertiti!

Nei tempi in cui viviamo, in cui il concetto di peccato viene relativizzato o negato, tempi in cui il sacramento della penitenza viene considerato da alcuni come un qualcosa di duro, triste e arcaico, il Signore, nella Sua parabola, ci parla di gioia, e non lo fa solamente qui, ma è una corrente che attraversa tutto il Vangelo. Zaccheo invita Gesù a pranzo per celebrare il perdono che ha ricevuto (cf. Lc 19,1-9); il padre del figlio prodigo perdona e fa festa per il suo ritorno (cf. Lc 15,11-32) e il Buon Pastore si rallegra all’incontrare chi si era allontanato dal Suo cammino.

Diceva San Giuseppe Maria che un uomo «vale quanto vale il suo cuore». Meditiamo dal Vangelo di Luca se il prezzo –che viene indicato sull’etichetta del nostro cuore- equivale al valore del riscatto che il Sacro Cuore di Gesù ha pagato per ciascuno di noi.