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In tutti i tempi s’alzano i fuochi se c’è la mano che sappia accenderli» (Papini). Così è stato per l’annuncio del Vangelo: Gesù “chiamò a sé quelli che volle”, ne scelse dodici perché stessero con lui e per inviarli. Non c’è nessun diritto al sacerdozio, come non c’è contraddizione tra lo “stare” e il “mandare”. La vocazione apostolica e quella contemplativa si compenetrano. San Gregorio M. per il pastore d’anime formula questa norma: «Essere illibato nel pensiero, esemplare nella condotta, riservato per il silenzio, utile attraverso la parola, vicino a tutti con solidarietà, dedito più di ogni altro alla contemplazione» (Reg. Past. II,1,1). San Tommaso usa un paragone efficace: «Come illuminare è più che risplendere, così comunicare agli altri le verità contemplate è più che il solo contemplare» (IIa IIae, q. 188, a. 6, c.). Gli Apostoli hanno accolto il volere di Gesù e, «per non lasciare da parte la parola di Dio», istituirono i diaconi (cfr. At 6,4). Perché Gesù prega? Perché da subito questi “eletti” dovevano dare un senso alla loro missione. La dissipazione è più una realtà che un rischio: quanto è difficile, oggi, lo “stare” con Gesù! In questo tempo di frenesia sociale dai tratti fin troppo ideologizzati, i preti sono facilmente portati ad essere più operativi “ad extra”, che non nella “cura delle anime” per la quale c’è sempre poco tempo… È vero che Gesù ha pure dato agli Apostoli il compito di distribuire i pani alle folle affamate, ma questo non è alternativo al ministero della Parola e dei Sacramenti. «Il mondo ha bisogno – diceva Benedetto XVI – di uomini che siano interiormente maturi e ricchi; il Signore ne ha bisogno per poterli chiamare e inviare», ma per il ministro di Dio «la vita interiore non può essere di minor valore delle attività esterne, come lo sport e la tecnica» (Opera omnia, XII, p. 562).

Signore, tu voi che tutti siano santi, ma in modo particolare i ministri dell’altare. Premia le loro fatiche, sorreggili nello scoraggiamento, rendili forti e coraggiosi, intrepidi e prudenti, generosamente fedeli.