00 17/01/2018 07:14
Di fronte all’uomo dalla mano inaridita Gesù dà un volto alle parole di Osea: «Il mio cuore si commuove dentro di me» (Os 11,8). Commozione e tristezza non alterano la gioia intima del Figlio di Dio, ma esprimono la sua profonda umanità e partecipazione alle vicende umane. Gesù soffre di fronte alla “durezza di cuore” e all’astioso atteggiamento dei Farisei. Com’è possibile rifiutare i “segni” della sua presenza? Eppure, c’è chi per un diabolico orgoglio, ne fa a meno: vive come se Dio non esistesse. I Farisei persistono nel rifiuto di Gesù, a causa di una cecità interiore che li porta a credere solo nella legge fine a se stessa. Quei “dottori” avevano perso non solo la fede e la speranza, ma anche la legge, perché il centro della legge è l’amore per Dio e per il prossimo. In tal senso san Paolo afferma: «la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita» (2Cor 3,6). Chi è dalla parte dello Spirito è vivificato dalla forza di Dio. Al contrario, chi resta imprigionato in se stesso non può accogliere la linfa della nuova vita: resta nell’aridità, non apre la mano, si difende a denti stretti. Tali atteggiamenti di estremo rigorismo e di attaccamento alla fredda dottrina rendono le persone insensibili verso il prossimo e al grido di gioia del Vangelo, quando la gioia è una qualità del cristiano. «È triste essere credente senza gioia e la gioia non c’è quando non c’è la fede, quando non c’è la speranza, quando non c’è la legge, ma soltanto le prescrizioni, la dottrina fredda» (papa Francesco, 26 marzo 2015). È stato scritto che «la religione che non apre gli occhi nella fede è la peggior nemica del Vangelo». Il vero cristiano sa che la forza dell’amore di Dio per i suoi figli si manifesta anche oggi: raddrizza, guarisce e salva.

PreghieraSignore, siamo spesso titubanti ad aprire il nostro cuore alla tua grazia che salva, le nostre orecchie alla tua parola di speranza, i nostri occhi alle meraviglie che compi ogni giorno in coloro che ti accolgono. Dacci il coraggio di seguirti con il cuore aperto ai tuoi doni, che elargisci a larghe mani a chi confida in te.