00 10/02/2019 09:12
Sulla tua parola getterò le reti»

Rev. D. Blas RUIZ i López
(Ascó, Tarragona, Spagna)


Oggi, il Vangelo ci offre il dialogo semplice e allo stesso tempo profondo tra Gesù e Simone Pietro, dialogo che potremmo far nostro: tra le acque burrascose di questo mondo, ci sforziamo a nuotare controcorrente, cercando la buona pesca di un annuncio del Vangelo che ottenga una risposta fruttuosa...

Ed è allora quando ci cade addosso, inevitabilmente, la dura realtà; le nostre forze non sono sufficienti. Abbiamo bisogno di qualcos'altro: la fiducia nella Parola di Colui che ci ha promesso di non lasciarci mai soli. «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma su la tua parola getterò le reti» (Lc 5,5). Questa risposta di Pietro la possiamo capire meglio se la relazioniamo con le parole di Maria alle nozze di Canà: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). Ed è compiendo fiduciosi nella volontà del Signore, quando il nostro lavoro risulta proficuo.

E, tutto questo nonostante la nostra condizione di peccatori: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore» (Lc 5,8). Sant’Ireneo di Lione scopre un aspetto pedagogico nel peccato: chi è cosciente della sua natura di peccatore è capace di riconoscere la sua condizione di creatura, e, questa riflessione ci colloca di fronte all’evidenza di un Creatore che ci supera.

Soltanto chi, come Pietro, ha saputo accettare la sua limitazione, è in condizione di ammettere che i frutti del suo lavoro apostolico non sono suoi ma di Colui del quale è stato uno strumento. Il Signore chiama gli Apostoli ad essere pescatori di uomini, ma il vero pescatore è Lui: Il buon discepolo non è superiore alla rete che raccoglie la pesca, e, questa rete solo risulta effettiva se agisce come lo fecero gli Apostoli: abbandonando tutto e seguendo il Signore (cf. Lc 5,11).