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“Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio” (Rom. 8:28).

E’ uno dei versi della Bibbia più conosciuti da tutti i Cristiani di ogni luogo; uno di quei versi che nei momenti in cui si soffre a motivo di giustizia riempiono di consolazione, di grande consolazione. Perché? Perché esso dice che qualsiasi cosa, anche la più cattiva che succede a coloro che amano Dio alla fine sarà convertita in bene a nostro favore da Dio, e sì perché affinché una cosa cattiva possa contribuire al nostro bene è necessario che Dio la converta in bene. Considerate dunque questo; il nostro Dio, Colui che ci ha così tanto amato da mandare il suo unigenito Figliuolo affinché per mezzo di lui noi vivessimo, è potente da convertire il male che gli altri ci fanno - e tra ‘gli altri’ sono inclusi anche quei credenti che prendono piacere a fare del male ad altri credenti - in bene. Come Egli faccia io non lo riesco a capire appieno; so però che lo fa, eccome se lo fa. Ho visto questo innumerevoli volte nella mia vita; le circostanze le più avverse, le cose più cattive che hanno detto taluni contro di me, le ingiustizie, alla fine Egli le ha convertite in bene. Certo, si soffre molto quando si viene calpestati, quando si viene ingiuriati, oltraggiati, perseguitati e quant’altro - soprattutto da persone che si dicono Cristiani - ma alla fine la sofferenza ci servirà perché essa produrrà in noi pazienza, la pazienza poi produrrà esperienza e l’esperienza produrrà la speranza che non rende confusi perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato (cfr. Rom. 5:3-5).

Le svariate distrette in cui veniamo a trovarci sono un opportunità per Dio per manifestare la sua bontà, la sua fedeltà, la sua giustizia e la sua potenza nei nostri confronti. Non lo dimentichiamo mai questo. La liberazione è preceduta dalla distretta, altrimenti che liberazione è? La consolazione è preceduta da un dolore; altrimenti che consolazione è? Un atto di giustizia di Dio (vendicativo a nostro favore) è preceduto da un atto o più atti di ingiustizia degli uomini nei nostri confronti; altrimenti che giustizia è? La fedeltà di Dio si manifesta dopo un tempo in cui Dio pare che non si curi di noi. La potenza di Dio si manifesta dopo un momento o più momenti di debolezza da noi passati. Ma una volta sperimentata ancora una volta la bontà di Dio, la sua fedeltà, la sua giustizia, la sua potenza, allora saremo ancora più forti per andare avanti, saremo meglio equipaggiati perché avremo fatto esperienza. Ecco qualche cosa che bisogna tenere in grande considerazione, l’esperienza: perché? Perché è per mezzo dell’esperienza che si viene a conoscere la volontà di Dio verso di noi: dice infatti Paolo: “E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà” (Rom. 12:2). Stando dunque così le cose le afflizioni e le distrette sono necessarie ed utili a noi cristiani.

Siate consolati voi diletti che soffrite a motivo di giustizia sia per mano di increduli che per mano di credenti; siate forti in mezzo alle vostre afflizioni, il Signore è fedele e vi libererà dalle vostre afflizioni, dopo che avete sofferto per un po’ di tempo, e voi riconoscerete ancora una volta la fedeltà e la bontà di Dio. E per questa liberazione quelli che soffrono assieme con voi renderanno grazie a Dio assieme a voi.