Angelo.03, 16/10/2017 14.20:
Poi libero di crederlo o meno, lui era un imperatore romano ed era suo interesse che il suo impero non si sgretolasse per questioni religiose ( a lui tral'altro estranee )
e quindi mi spieghi che motivo poteva avere ad affermare una qualsiasi delle dottrine avallate da coloro che lui stesso aveva convocato per dirimere le questioni?
A Costantino importava infatti proprio quello che hai detto, e sono perfettamente daccordo, e cioè che non vi fosse sgretolamento del suo impero.
Quindi non aveva alcun interesse ad appoggiare questa o quella parte dei convenuti. Mirava solo acchè ci fosse una conclusione chiara.
Il vescovo Osio di Cordova ebbe un notevole credito e presiedette autorevolmente i lavori del Concilio, suggerendo anche la definizione che il Figlio è della stessa sostanza del Padre.
Sulla base delle convinzioni della maggioranza dei conciliaristi (tranne Ario ed Eusebio di Nicomedia di cui Costantino era amico) , si pervenne quindi a una determinazione della maggioranza che FIRMO' il documento finale.
Costantino, prese atto di quanto l
a maggioranza aveva determinato, e giustamente ritenne che tutti dovessero adeguarsi. CHi non avesse voluto aderire a quella risultanza sarebbe stato ovviamente rimosso ed allontanato per non creare divisioni nell'ambito del suo impero, la qual cosa era l'unica che veramente gli importava.
Sono persuaso, stando alle simpatie di Costantino per Eusebio di Nicomedia e per lo stesso Eusebio di Cesarea che non mancò di tesserne le lodi in molti modi, che se fosse dipeso da lui avrebbe molto probabilmente preferito che il concilio si fosse concluso secondo le loro tesi, ma ciò non potè avvenire, viste le posizioni dei convenuti, i quali erano reduci da varie persecuzioni per i quali avevano rischiato la vita, e non erano certo disposti a farsi bypassare nel dare il loro parere.
QUesta è la convinzione che mi sono fatto leggendo due diverse versioni di storia della Chiesa
[Modificato da Credente 16/10/2017 17:43]