00 27/09/2017 10:48
Riporto anche qui quanto da me già scritto nell'altro 3d e che aveva dato origine alle tue domande, come inquadramento della questione del canone biblico.

Tutti i testi del Nuovo Testamento si sono formati all'interno di una comunità vivente e cioè la Chiesa, formatasi attorno agli apostoli e ai loro fiduciari, per mezzo dei quali Dio operava anche dei prodigi che confermavano la parola predicata o da essi scritta. Solo con la loro predicazione gli apostoli non avrebbero fatto molta strada perchè predicavano un messaggio che poteva apparire ripugnante, come quello della croce di Cristo, ritenuto pazzia o stoltezza sia dai giudei che dai pagani.

Ogni testo scritto prima di essere dichiarato attendibile e degno di fede doveva rispondere a questo requisito principale, e cioè di provenire direttamente da uno degli apostoli o dai loro delegati.
QUindi anche se uno scritto non recava il nome dello scrittore, questo era chiaro all'interno della comunità cristiana primitiva ai quali quel testo veniva indirizzato o raccomandato.
Molti erano i racconti di Cristo circolanti al tempo in cui scrisse Luca, ma il suo scritto fu tenuto da conto mentre i tanti altri furono ignorati.
Molti cercavano addirittura di sostituirsi agli apostoli nello scrivere lettere come ricorda s.Paolo: 2Te 2,2 di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente....

Ma solo le lettere considerate come provenienti dagli apostoli , dalle comunità cristiane sono entrati nel canone, le altre non sono state ammesse.
Molti scritti, si fregiavano di titoli come Vangelo di MAttia, di Barnaba, di Giacomo, apocalisse di Paolo di Pietro ecc ma non sono entrati nel canone perchè la comunità cristiana non li aveva ricevuti come di origine apostolica.

QUindi non è il fatto che all'interno del testo ci sia il nome di chi l'ha scritto a renderlo credibile, ma la comunità che conservava quel determinato testo e che lo trasmetteva come fosse un testamento ereditario di origine certa.
CHe poi qualche amanuense abbia potuto per svista modificare qualche termine non ben letto o non ben compreso, questo lo si può anche ragionevolmente pensare. Ma siccome si possiedono parecchie testimonianze dei primi cristiani che citavano spesso i testi che essi ritenevano sacri, abbiamo la possibilità di fare molti confronti per vedere che non vi sono scostamenti di rilievo tra i vari codici più antichi che alterino la SOSTANZA del messaggio.

Diceva a ragione Agostino di Ippona: "Non crederei ai Vangeli se non me lo dicesse la Chiesa".