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Nel libro: “I Testimoni di Geova: Proclamatori del Regno di Dio” – 1993, alle pagine 200, 201 in un breve riquadro sono elencate alcune “Usanze che sono state abbandonate”. Accanto ad un’illustrazione della piramide di Giza, un trafiletto informa il lettore che:

“Per circa 35 anni il pastore Russell aveva pensato che la Grande Piramide di Giza rendesse testimonianza a Dio, confermando i periodi di tempo biblici. (Isaia 19:19) Ma i testimoni di Geova hanno abbandonato l’idea che una piramide egizia avesse a che fare con la vera adorazione. (Vedi “La Torre di Guardia” inglese del 15 novembre e 1° dicembre 1928)”.

Ben poco, non è vero? E’ detto semplicemente che il pastore Russell credeva nella piramide ma che i Testimoni di Geova non ci credono più. Già il sistema denota lo stile tipico della Società: quando qualcosa è favorevole all’organizzazione, in tal caso si dice (come per il 1914, per esempio) che “gli Studenti Biblici già da qualche tempo avevano compreso…”. Quando ci si vuole sbarazzare di un insegnamento, allora a crederci non sono gli “Studenti Biblici”, ma solo “il pastore Russell”. Noi sappiamo, però, che non v’era credenza degli Studenti Biblici che non provenisse da Russell e, quindi, non era Russell a credere nella piramide, ma l’intera organizzazione. Ma come andarono in realtà le cose? Così come l’argomento è attualmente presentato dal Corpo Direttivo nelle sue pubblicazioni, può sembrare quasi che si trattasse di una bizzarria di Russell, un’originalità di poca importanza. Ma un’attenta lettura dei suoi scritti rivela un quadro del tutto diverso.
Nel 1891, Russell pubblicò il terzo volume degli “Studi sulle Scritture”, dal titolo Venga il tuo Regno, vi è un intero capitolo dedicato alla Grande Piramide. Fra le cose in esso contenute, vi sono le seguenti dichiarazioni:

“Noi ancora crediamo che la struttura di questa Piramide, così diversa da tutte le altre piramidi, sia stata stabilita dal Signore allo scopo di farne una Piramide e un testimone sia in Egitto che ai suoi confini. (Isaia 19:19)…
Mentre l’ulteriore, corroboratrice evidenza provveduta dalla Grande Piramide alla scritta Parola di Dio sarà un motivo in più per fare gioire i santi, è chiaro che la sua testimonianza servirà specialmente per il mondo del genere umano durante l’età del millennio”. (pag. 313 e 317).

Alle pagine 341 e 342 (edizione 1891) Russell calcolò la lunghezza dei corridoi della Piramide per ricavarne la data d’inizio della grande tribolazione. In effetti egli calcolò che il corridoio che andava verso l’alto a partire dall’incrocio dove esso si congiunge con altri corridoi, misurava 1542 pollici, quello che scendeva invece, misurava 3416 pollici. Facendo l’operazione 3416 – 1542 = 1874, Russell stabilì una prova storica per confermare la sua cronologia. In effetti per Russell, non solo la Piramide ma addirittura tutto l’Egitto aveva un significato divino.
Nel Foto-Dramma della Creazione, una delle più grandi opere cinematografiche del tempo, realizzata nel 1912, ed in seguito stampata in un volume nell’edizione italiana del 1914, edito dalla International Bible Students Association, (Vedi Annuario 1976 pag. 56-58), Russell sosteneva che la Piramide era stata costruita addirittura da Melchisedec, la prefigura di Cristo Gesù, che la Sfinge era la tomba di Adamo, che lo stesso Adamo era stato il 1° Faraone d’Egitto, inoltre lodò Mosè perché possedesse la sapienza egiziana e per giunta (paradosso dei paradossi) dimostrò usando proprio la scrittura di Isaia 19:19,20, con giri di parole che la Piramide si trovava in effetti al centro dell’Egitto.[3]
Più arditamente ancora il Foto-Dramma della Creazione, a pagina 21e 25 aggiungeva questi particolari:

“La tavola di Abydos concorda in pieno colla Genesi e trova conferma nella storia greca ed egiziana. Essa ci presenta Adamo come il primo faraone, e Noè come il ventesimo, mentre i nomi degli altri 18 concordan colla Genesi. Moglie di Mena fu Shes – in ebraico Isha – donna. Suo primogenito fu faraone II – in greco Teta Khen, omicida: in ebreo, Kanighi: in latino Athos: in inglese, Cain: in italiano,Caino … Luminosamente così la Bibbia trova conferma in quei documenti che un tempo si volle che la smentissero … Si suppone che Melchidesec sia stato uno dei Pastori-Re che invasero l’Egitto, e che avesse edificato la grande Piramide, la quale copre 12 acri di terreno, e da anni ed anni conosciuta come una delle sette meraviglie del mondo”. [4]

E’ da notare che ancora oggi il Foto-Dramma è definito come sostenuto dallo spirito di Geova (Annuario 1976, pagina 58). Questa era quindi, la credenza che la Grande Piramide è una testimonianza ispirata da Dio e che era condivisa da tutti gli Studenti Biblici.
La fine non venne e in una nuova edizione (1916) del 3° volume di Studi sulle Scritture, il Corpo Direttivo allungò la misura del corridoio della Piramide a 3457 pollici, il che spostò l’inizio della grande tribolazione al 1914. [5].
Nel 1916 Russell morì dando disposizioni di far costruire vicino alla sua tomba una rappresentazione della Grande Piramide in onore di ciò che aveva insegnato durante la sua vita. Ancora oggi essa è là a testimonianza di quello che stiamo affermando.

Anche dopo la morte di Russell, il suo successore Rutherford, continuò per un certo periodo
di tempo ad usare la Piramide di Giza a sostegno delle proprie teorie:
“DOMANDA N. 125 – Spiegato come le cifre della piramide illustrano meravigliosamente l’unione
del Signore con la Sua Chiesa, la sua unta compagnia.
RISPOSTA La nostra unione con il Signore, quali membri di Cristo, l’unta compagnia, è illustrata molto bene dai
numeri della piramide. La pietra sommitale è di per se una piramide perfetta. Altre pietre possono essere collocate su di essa, e se in armonia con le caratteristiche geometriche della sommità, l’intera massa sarà una piramide perfetta. Questo illustra meravigliosamente la nostra posizione di membri del “seme” – “Il Cristo”. Uniti ed in perfetta armonia con il nostro Capo, noi, quali pietre viventi, siamo perfetti; separati da Lui non siamo niente”. [6]

“Nei corridoi della Grande Piramide di Giza il riscontro di una o due misure con l’attuale verità cronologica potrebbe essere fortuito, ma la corrispondenza di dozzine di misure prova che lo stesso Dio stabilì sia la piramide sia il piano e, contemporaneamente, dimostra la correttezza della cronologia”.[7].

Anche due interi numeri della rivista The Golden Age (L’Età d’Oro, oggi Svegliatevi!) del 21 maggio 1924, pagine 519-537 e 31 dicembre 1924, pagine 203-222 nella quale la Società Torre di Guardia (o meglio, il “giudice” Rutherford) trattano il soggetto della Grande Piramide ricalcando pedissequamente dal 3° volume degli Studi sulle Scritture, non modificandone quasi nemmeno una virgola!

“La Grande Piramide d’Egitto, eretta come un testimone silenzioso e inanimato del Signore, è un messaggero; e la sua testimonianza parla con grande eloquenza del piano divino”.[8].

IL VOLTAFACCIA DI RUTHERFORD

La dottrina di Charles Taze Russell sulla testimonianza della Grande Piramide viene
condannata dodici anni dopo la sua morte dal suo successore J. F. Rutherford.

Dopo aver dedicato anni e anni allo studio della piramide di Giza, Rutherford pone fine a quello che era stato un insegnamento lungamente accettato dagli Studenti Biblici. Ha definitivamente sancito l’inutilità della piramide. Egli, è pentito di avervi riposto fede per tanto tempo e adesso chiede perdono al Signore. Russell, essendo morto, non poteva più farlo, e questo consegnava definitivamente la sua dottrina al Diavolo.

“Molti hanno fatto riferimento a quella struttura in pietra per convalidare la testimonianza riguardante il piano divino esposto nella Parola di Dio. Infatti, alcuni hanno definito la piramide “la Bibbia in pietra”, e “il testimone in pietra di Dio”. … Ci sono alcuni fatti che non possono assolutamente essere messi in dubbio e che meritano d’essere valutati con estrema attenzione. Eccoli: quelli che sono devoti alla grande piramide non hanno visto e non hanno compreso la distinzione fra l’opera di Elia e quella di Eliseo nella chiesa; essi non hanno capito la differenza fra l’organizzazione del Diavolo e l’organizzazione di Dio, e hanno fallito o hanno rifiutato di prendere parte nella dichiarazione del giorno di vendetta del nostro Dio contro l’organizzazione di Satana; essi hanno mancato di comprendere la nascita della nazione e la venuta del Signore nel suo tempio. Infatti, essi non sono in armonia con la presente verità, che ha spinto quelli che sono devoti a Dio a prendere parte con zelo nella proclamazione e nell’esaltazione del nome di Geova. … Se troviamo che la Grande Piramide non è menzionata nella Bibbia, ma ci ostiniamo a credere in essa solo a motivo delle cosiddette misurazioni scientifiche, in tal caso ci stiamo addentrando su un terreno infido, poiché cerchiamo la verità da una fonte alla quale Dio non ci ha comandato di rivolgerci.
… E’ più ragionevole concludere che la Grande Piramide di Giza, così come le altre piramidi e la Sfinge, furono costruite dai governanti d’Egitto sotto la direttiva di Satana il Diavolo. … Satana mise la sua conoscenza nella morta pietra, che può essere chiamata la Bibbia di Satana, e non la pietra testimone di Dio”. [9]

“Può alcuno che ha conoscenza del piano di Dio e delle sue profezie dire anche per un momento che il mucchio di pietre in Egitto, noto come Piramide di Giza, sia un segno del Signore degli eserciti o che esso rechi testimonianza al suo nome? Certamente no. … Uno degli schemi più subdoli cui Satana ha fatto ricorso è stato ed è l’uso della Piramide di Giza. Vi sono di quelli che confidano nella Piramide che pretendono anche di appartenere a Cristo e di essere suoi seguaci. … Ci meravigliamo di come sia stato possibile che abbiamo creduto o che abbiamo dedicato del tempo allo studio della Piramide di Giza. Non solo abbandoneremo tale studio sin da ora, ma chiederemo a Dio di perdonarci per aver sprecato il tempo che avremmo più utilmente potuto impiegare obbedendo ai suoi comandamenti”. [10]

ANCORA SULLA GRANDE PIRAMIDE

C. T. Russell assicurava che la Grande Piramide è una testimonianza ispirata da Dio:

“Questa struttura antica (la piramide), che così ripetutamente è attribuita nelle Sacre Scritture, noi non posiamo dubitare che, se è interrogato, questo “testimone” di Dio in terra d’Egitto sopporterà tale testimonianza come onorerà Geova, e che pienamente corrisponde con la sua Parola scritta. Noi presentiamo così questo “testimone”; l’ispirazione del suo messaggio sarà senza dubbio, tanto contestato come quello delle Sacre Scritture dal principe delle tenebre, il dio di questo mondo, e da coloro che egli ha accecato affinché non vedessero brillare lo splendore della verità”.

Quindi, secondo Russell, Rutherford è un uomo accecato dal diavolo!

Più tardi, la Società Torre di Guardia, ovvero il “giudice” Rutherford, scriveva:

“… La Grande Piramide di Giza non è pertanto il testimone di pietra né la Bibbia in pietra, ma un monumento del demonismo”. (Cfr. WT 15/11/1928 e 1/12/1928; Profezia, 1929, pp. 222-223).

In compenso, secondo Rutherford, Russell glorifica un monumento del demonismo!

Dalle stesse dichiarazioni della Società, possiamo quindi concludere, che in passato essa ha usato mezzi addirittura demoniaci per avvalorare gli argomenti che presentava. Riflettiamo, forse domani gli argomenti che oggi tratta la Società, potrebbero essere ritenuti come tali. Ricordiamo che le parole di Russell avevano lo stesso valore della Bibbia (Watch Tower 15/9/1910 pag.298,299) ed egli stesso dichiarò a suo tempo di essere stato prescelto fin dalla nascita da Dio per la sua opera (The Finished Mystery, 1917, pag. 53). Esaminando questi fattori, come dovremmo considerare Russel e i suoi seguaci? Furono forse dei sostenitori della religione demoniaca, visto che si rivolsero all’Egitto? Se dovessimo usare le stesse espressioni elencate dalle pubblicazioni della Società che abbiamo citato all’inizio della trattazione, a quali conclusioni arriveremmo?
In un articolo della Torre di Guardia, identificando “l’illegale” di 2 Tess. 2:8 nel clero religioso della cristianità il Corpo Direttivo formula tale accusa: “Nel corso del suo sviluppo l’uomo dell’illegalità prese a prestito dottrine pagane”. (La Torre di Guardia, 1/2/1990, pag.13). Per avere un controllo sui propri adepti il Corpo Direttivo deve necessariamente annullare il passato indesiderato e nello stesso tempo accusare le altre religioni di peccati che esso stesso ha compiuto. Dimostrando la similarità esistente tra il sistema di controllo sui propri seguaci usato dalla Torre di Guardia ed il mondo descritto nel romanzo di George Orwell, un ex ministro dei testimoni di Geova dice: “Il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova sa che per controllare il futuro, deve poter controllare il passato; in che modo? … Impedendo alla massa dei testimoni l’accesso agli errori e agli inganni del passato, abbellendo la sua storia… cambiando letteralmente il contenuto dei libri stessi! … Perfino il loro insegnamento del passato deve essere dimenticato e subordinato a quello attuale; addirittura è considerato apostata credere in ciò che si credeva in precedenza… [bisogna] essere pronti a rinnegare il passato”. [11].

Abbiamo potuto costatare nel corso della trattazione quanto queste affermazioni siano purtroppo vere!
Intanto la Grande Piramide ci guarda da lontano, immensa testimone di un’epoca lontana, fitta di fascino e mistero, ma anche testimone del fatto di essere stata usata da uomini che hanno osato mettere i propri pensieri allo stesso livello dei pensieri di Dio! (Isaia 55:8).


NOTE:

1) La Torre di Guardia 1° novembre 1957, p. 654

2) La Torre di Guardia 15 febbraio 1958, pp. 100-103

3) Foto-Dramma della Creazione – 1914 edizione italiana, p. 25

4) Ibid. p. 21

5) Studi sulle Scritture – The Kingdom Come, pagina 342, edizione del 1891 e 1916

6) The Golden Age, 1920-1921, p. 198

7) The Wacth Tower, 16 giugno 1922, p. 187

8) The Watch Tower, 15 maggio 1922, p. 148

9) The Watch Tower, 15 novembre 1928, pp. 341-345

10) The Watch Tower, 1° dicembre 1928, pp. 355-361

fonte:
https://escogitur.wordpress.com/2013/04/14/i-testimoni-di-geova-e-il-mistero-della-grande-piramide-di-giza-risultato-di-pura-o-falsa-adorazione-sulla-fine-del-mondo/

11) Il popolo dell’Apocalisse – 1993, pp. 90-91