00 23/03/2017 11:03

Davanti a una tragedia, dov’era l’angelo custode?




Quando padre Pio si è arrabbiato con il suo angelo custode e la risposta che ha ottenuto


In due o tre occasioni, mi è successo che dopo aver predicato sui santi angeli mi si siano avvicinate delle persone dicendomi: “Padre, quello che dice è molto bello, ma dov’era l’angelo custode quando mio figlio ha avuto quell’incidente? Dov’è l’angelo custode dei bambini che soffrono?”


È una domanda che nasce da un cuore addolorato, da un’anima che cerca di illuminare il suo dolore e la sua tristezza con la fede.


Con questo proposito, quello di illuminare con la fede gli aspetti della nostra esistenza, e in questo caso particolare il dolore e la sofferenza, condivido con voi lettori queste piccole e semplici riflessioni che spero aiutino a illuminare il profondo mistero della sofferenza umana.


C.S Lewis, scrittore di lingua inglese nato a Belfast, ha scritto nel suo libro Diario di un dolore che “quando affrontiamo il dolore, un po’ di coraggio aiuta più di molta conoscenza, un po’ di comprensione più di molto coraggio e il più lieve indizio dell’amore di Dio più di tutto il resto”.


Secondo l’autore, il dolore dev’essere affrontato basandosi sul “più lieve indizio dell’amore di Dio”.


Questo indizio, questa presenza dell’amore di Dio, è segnalato, mostrato e portato dall’angelo custode, che vede costantemente il volto di Dio (Mt 18,10) e che è il suo portatore e il suo messaggero; per questo, avvicinarsi all’angelo è scoprire questi indizi dell’amore divino.


L’angelo porta consolazione, ma non con mere parole, quanto con la presenza dell’amore di Dio. In questo modo, nei momenti di dolore e di sofferenza avvicinarsi all’angelo è necessario per estendere il nostro sguardo ai progetti amorevoli di Dio.


Questo compagno celeste è sempre attento e pronto ad ascoltarci e consolarci, ma sa che la vera consolazione del nostro cuore è Dio, e per questo desidera che eleviamo il nostro sguardo a Dio.


Il ruolo dell’angelo, tuttavia, non è solo passivo, quello di indicare Dio, ma è anche un ruolo attivo nel dolore e nella sofferenza.


In certe preghiere liturgiche di alcuni Paesi, infatti, l’inno delle Lodi per il 2 ottobre, memoria dei santi angeli custodi, è il seguente: “Santo angelo custode, compagno della mia vita, tu che non mi abbandoni mai né di giorno né di notte… nelle ombre della notte stendi sul mio petto le ali di madreperla e d’oro”.