00 17/01/2017 19:50

  
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LA DONNA CURVA DELLA SINAGOGA Luca 13

Un giorno di sabato Gesù stava in­segnando nella sinagoga, quando vide una povera donna tutta curva. Era così da diciotto anni: la sua ma­lattia non le permetteva in nessun modo di mettersi diritta. Gesù allora chiamò a sé la don­na, le impose le mani e le disse: «Donna, sei libera della tua infermi­tà». Subito ella si raddrizzò e si mise a lodare e ringraziare Dio. Il capo della sinagoga però, inve­ce di rallegrarsi con lei, si arrabbiò: considerava l'opera di Gesù un la­voro, e di sabato ogni lavoro era proibito. Per questo si rivolse ai pre­senti e disse: «Ci sono sei giorni per lavorare: venite a farvi curare in uno di quei giorni, e non di sabato!» Gesù allora disse: «Voi sciogliete il vostro bue o il vostro asino e lo portate ad abbeverarsi anche il sa­bato, non è vero? E questa povera donna, incatenata per diciotto anni dalla sua malattia, non doveva es­sere sciolta dalle sue catene il gior­no di sabato?» A sentire così, i nemici di Gesù non sapevano cosa rispondere e si vergognavano. La folla invece si ral­legrava per le meraviglie che Gesù operava di continuo e per gli inse­gnamenti che le accompagnavano.



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LA PARABOLA DELLA MONETA SMARRITA Luca 15
Gesù raccontò questa parabola: «Una donna possedeva dieci mone­te. Era ben sicura che fossero dieci: le aveva contate tante volte! Un giorno però le contò di nuovo e se ne ritrovò nove. Allora accese la luce, cercò in tutti gli angoli, prese la scopa, la passò per tutta la casa, e infine ritrovò la moneta. «Quando l'ebbe trovata, la donna chiamò le amiche e le vicine e dis­se: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la moneta smarrita!" «Così si fa festa in cielo per ogni peccatore che cambia vita».






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SE DI SABATO CADE UN ASINO NEL POZZO... Luca 14
Un uomo ricco aveva invitato a pran­zo Gesù insieme con alcuni maestri della legge, specialisti nel dire che cosa era permesso e che cosa era proibito secondo la legge data da Mosè. Era un giorno di sabato. Gesù vide tra i presenti un uomo dall'aspetto ammalato. Si rivolse al­lora ai maestri e chiese loro: «Se­condo voi, la legge permette o non permette che in giorno di sabato si curino le malattie?» Ma i maestri tacevano: secondo loro era proibito, ma temevano che dicendolo sarebbero apparsi senza cuore. Allora Gesù, con l'esempio, diede l'interpretazione giusta della legge di Mosè. Egli prese il malato per mano, lo guari e lo rimandò a casa sua. Poi spiegò: «Chi di voi, se gli cade nel pozzo un asino o un bue, non si affretta a tirarlo fuori anche se è sabato?» I maestri della legge tacquero. Avevano ben compreso: aiutare un uomo o una donna è più importan­te di qualunque altro dovere. I Cristiani invece del sabato os­servano il riposo voluto da Dio alla domenica. Ma questo comanda­mento non impedisce che in quel giorno si compiano opere buone.





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LA LUCE DEL MONDO Giovanni 8; 10
Un giorno Gesù disse: «Io sono la luce del mondo. Chi segue me non cammina nel buio, ma avrà la luce della vita». Gesù parlava della vita senza fine che egli dona a chi crede in lui. I capi del popolo un giorno gli dissero: «Se sei il Cristo, dillo aper­tamente». E Gesù: «Ve l'ho detto, e non mi credete! Ma lo confermano le opere che io compio nel nome del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola. Egli mi ha mandato nel mondo, perché io doni la vita eterna a chi crede in me».






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L’ALBERO E I FRUTTI Matteo 12
Un giorno Gesù disse: «Chi non è con me, è contro di me. E chi non raccoglie insieme con me, getta via il raccolto. «Se prendete un albero buono, anche i suoi frutti saranno buoni. Se prendete un albero cattivo, an­che i suoi frutti saranno cattivi. Per­ché l'albero si riconosce appunto dai frutti. I cattivi non possono dire cose buone, perché dalla bocca esce ciò che si ha nel cuore, Chi dice cose cattive, è come un albero che fa frutti cattivi, e un giorno do­vrà renderne conto a Dio».








 
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CHI E’ SENZA PECCATO… Giovanni 8
Gesù si trovava nel tempio quando i maestri della legge gli portarono una donna che aveva commesso il peccato di infedeltà verso il suo sposo. «Maestro» gli dissero «per questo peccato la legge di Mosè sta­bilisce che il colpevole sia ucciso a colpi di pietre. Tu che ne dici?» Quegli uomini in realtà volevano tendere un tranello a Gesù, per avere motivo di accusarlo. Infatti, se Gesù avesse detto di perdonare la donna, lo avrebbero accusato di violare la legge, e se avesse detto di condannarla, avrebbero detto che era cattivo. Gesù non rispose alla domanda dei suoi nemici; in silenzio si mise a scrivere col dito per terra. Essi però insistettero, e Gesù alzando il capo disse: «Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra contro di lei». Udite quelle parole, i presenti se ne andarono uno per uno. Gesù ri­mase solo con la donna e le chiese: «Dove sono coloro che ti accusava­no? Nessuno ti ha condannata?» «Nessuno» rispose la donna. E Gesù concluse: «Neppure io ti condanno. Va' e non peccare più». In questo modo Gesù ha voluto insegnare che soltanto Dio può giu­dicare il cuore degli uomini.



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LA PARABOLA DEL RICCO STOLTO Luca 12
Un giorno Gesù raccontò questa pa­rabola: «Un uomo ricco aveva delle terre che gli avevano fruttato buoni raccolti. Allora quell'uomo pensò: "I miei magazzini sono già pieni. Dove metterò il nuovo raccolto? Ecco che cosa farò: li demolirò e ne costruirò altri più grandi, per farci stare tutto. E così, senza lavorare, potrò divertir­mi per molti anni!" «Ma Dio gli disse: "Stolto! Pro­prio questa notte dovrai morire. E di chi saranno le tue ricchezze?" «Ecco che cosa accade a chi non cura di arricchire davanti a Dio!»






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LA SALVEZZA DI ZACCHEO Luca 19
Al tempo di Gesù gli esattori delle tasse venivano chiamati pubblicani. Questi funzionari agivano per conto dell'imperatore di Roma, che co­mandava anche in Palestina. Essi non erano ben visti dagli Ebrei, che li consideravano traditori. Gesù camminava un giorno per Gerico, circondato da una grande folla. Il capo dei pubblicani della cit­tà, di nome Zaccheo, era molto cu­rioso di vedere questo famoso Gesù. Quando seppe che Gesù era in città, salì su un albero, e poiché era basso di statura aspettò che Gesù passasse lì sotto. Quando Gesù giunse sotto l'albero, alzò gli occhi e disse: «Zaccheo, presto, scendi, perché oggi mi fermo in casa tua». La folla si meravigliò che il Maestro rivolgesse la parola a un pubblicano e addirittura andasse nella sua casa. Ma Zaccheo non stava in sé dalla gioia, e quando Gesù entrò nella sua casa gli disse: «Ecco, Signore: io do la metà dei miei beni ai poveri, e se ho rubato a qualcuno, gli restitui­sco quello che gli ho preso quattro volte tanto!» Gesù osservò: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa. Il Figlio del­l'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare quelli che erano perduti». 











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GESU’ GUARISCE UN UOMO CIECO DALLA NASCITA Giovanni 9
Gesù camminava per via con i suoi discepoli, quando incontrò un uomo che chiedeva l'elemosina. Il mendicante era cieco dalla na­scita. Gesù ebbe compassione di lui: sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a la­varti alla piscina di Sibe». L'uomo andò, e tornò che vedeva. Ciò avvenne in giorno di sabato, e provocò discussione tra i capi del popolo. Essi si fecero narrare varie volte da colui che era nato cieco come avesse acquistato la vista, e alcuni dicevano: «Quel Gesù non viene da Dio, perché non rispetta il riposo del sabato, voluto da Dio». Altri però ribattevano: «Ma se è un peccatore, come può compiere pro­digi così straordinari?» Più tardi Gesù incontrò di nuovo l'uomo che aveva risanato e gli chiese: «Tu credi nel Figlio dell'uo­mo?» Gesù chiamava se stesso così, come aveva detto di lui il profeta Daniele, per indicare che egli era in­sieme uomo e Dio. L'uomo che era stato cieco rispose: «Dimmi chi è, perché io creda in lui». Gesù disse: «Tu lo vedi: è colui che parla con te». L'altro si inginocchiò ai piedi di Gesù e disse: «Io credo, Signore!»



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I CAPI NEL REGNO DI DIO Marco 10
Un giorno si avvicinarono a Gesù i fratelli Giacomo e Giovanni e gli chiesero: «Maestro, quando avrai stabilito il tuo regno glorioso, con­cedi a noi di essere i capi più impor­tanti dopo di te». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete». E annunciò ancora una volta che, prima di ri­sorgere glorioso, egli sarebbe stato catturato dai suoi nemici e messo a morte tra molte sofferenze. Cercò poi di far capire ai suoi di­scepoli che anch'essi sarebbero en­trati con lui nel suo regno glorioso, ma dovevano essere disposti come lui a dare la vita. I discepoli però non capirono. Anzi, sentendo la richiesta di Giaco­mo e Giovanni, gli altri si arrabbia­rono con loro, perché tutti riteneva­no di essere non meno meritevoli. Tutti volevano essere importanti, e comandare, nel regno di Dio. Allora Gesù spiegò: «Nel mio re­gno le cose non andranno come su questa terra. Qui, i re e gli altri capi comandano con durezza, e impon­gono ai sudditi la loro volontà. Nel regno di Dio, invece, non è così: chi vuol essere grande si farà servitore degli altri; chi vuol essere il primo, sarà il servo di tutti».



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LA PARABOLA DELLE FANCIULLE PREVIDENTI Matteo 25
Per spiegare come sarà il regno di Dio, Gesù raccontò un giorno que­sta parabola: «Il regno dei cieli è si­mile a dieci fanciulle, chiamate a fare le damigelle d'onore dello spo­so. Esse presero con sé le loro lam­pade a olio e si avviarono incontro allo sposo. Ma cinque di loro erano un po' sventate, e dimenticarono di prendere l'olio di riserva. Cinque invece erano previdenti e portarono con sé, oltre alle lampade, anche un vasetto d'olio ciascuna. «Poiché lo sposo tardava ad arri­vare, tutte finirono con l'addormen­tarsi. A mezzanotte le svegliò un gri­do: "Ecco lo sposo! Andategli in­contro!" «Le dieci fanciulle si svegliarono e trovarono le loro lampade tutte spente. Ma quelle previdenti le riac­cesero subito con l'olio di riserva, mentre le altre non sapevano come fare, e dovettero andare a compe­rare dell'altro olio. «Intanto però giunse lo sposo, e le cinque che erano in attesa con le lampade accese entrarono con lui alla festa di nozze. Quando le altre tornarono, bussarono: "Signore, si­gnore, aprici!" Ma lo sposo rispose: "Veramente, non vi conosco!" «State dunque pronti, perché non sapete quando il Signore verrà.»