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LA MONETA IN BOCCA AL PESCE Matteo 17
Al tempo di Gesù era prescritto che ogni israelita pagasse una tassa per le spese del tempio di Gerusalemme. Il tempio era dedicato a Dio: il Figlio di Dio, Gesù, non avrebbe dovuto dunque pagare la tassa. Ma non era giunta l'ora che egli si rivelasse a tutti. Un giorno gli incaricati di riscuotere la tassa chiesero ai discepoli: «Il vostro maestro paga la tassa per il tempio?» Pietro rispose loro: «Si, la paga». Mentre entravano in casa, Gesù disse a Pietro: «Secondo te, Simone, chi deve pagare le tasse ai re di questo mondo, gli estranei o i figli dei re?» «Gli estranei» rispose Pietro. E Gesù disse: «Certo, i figli non sono obbligati a pagare le tasse. Ma ugualmente verserò questo tributo al tempio del Padre mio. Va' dunque in riva al lago, getta l'amo e prendi il primo pesce che abbocca. Aprigli la bocca e vi troverai una moneta. Prendila e con essa paga la tassa per me e per te». Pietro eseguì fedelmente quello che Gesù gli aveva ordinato: andò a gettare l'amo, e il primo pesce che catturò aveva in bocca una moneta d'argento. Pietro la prese e la consegnò agli esattori delle tasse.
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LA PARABOLA DEL MAGGIORDOMO Matteo 24
Un giorno Gesù raccontò questa parabola: «Un signore, che si doveva allontanare dalla sua casa, diede l'incarico al suo maggiordomo di sorvegliare la casa e i servi. Poi all'improvviso tornò, e pensava: "Il mio maggiordomo è stato certo fedele ai suoi doveri. In premio gli affiderò l'amministrazione di tutte le mie sostanze". «Invece, quando entrò in casa, il signore trovò il maggiordomo intento a mangiare e a bere con gli ubriaconi, perché aveva pensato: "Il mio padrone tarda a venire, e io intanto faccio quello che mi pare". Allora il signore licenziò il maggiordomo infedele, e non lo volle più vedere in casa sua». Il significato della parabola è chiaro. Il padrone di casa è il Signore. Il maggiordomo è ciascun uomo, al quale il Signore affida qualcosa da amministrare: le sue capacità, le sue ricchezze, l'autorità che esercita sugli altri e così via. Il rendiconto al padrone si fa quando si passa da questa vita all'altra. Ciò accade spesso all'improvviso, quando meno lo si aspetta. Con questa parabola Gesù vuole invitare tutti a essere sempre pronti a rendere conto a Dio.
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IL BUON SAMARITANO Marco 12; Luca 10
Un giorno un uomo chiese a Gesù: «Maestro, che cosa devo fare per entrare nella vita eterna?» Gesù rispose: «Osserva quello che sta scritto nella legge di Mosè. Il comandamento principale è: Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente e con tutte le tue forze. E il secondo è: Ama il prossimo tuo come te stesso». Ma quell'uomo chiese: «E chi è il mio prossimo?» Per farglielo comprendere, Gesù narrò questa parabola: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, quando si imbatté nei briganti, che lo derubarono di tutto e lo bastonarono, lasciandolo mezzo morto. Passò di là un sacerdote, il quale lo vide e tirò dritto senza fermarsi. Lo stesso fece un levita del tempio. «Passò poi uno straniero, un samaritano, il quale invece ebbe compassione di lui. Gli medicò le ferite, lo caricò sul suo somarello e lo portò in una locanda, dove si prese cura di lui. Il giorno dopo, dovendo proseguire il viaggio, diede del denaro al locandiere dicendogli: "Abbi cura di lui e, se spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno"». Gesù aggiunse: «Secondo te, chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell'uomo che aveva incontrato i briganti?» «Quello che ha avuto compassione di lui» rispose l'uomo che aveva interrogato Gesù. E Gesù concluse: «Va', e anche tu comportati allo stesso modo». Con la parabola del buon samaritano Gesù ha voluto insegnare a tutti che ciascuno di noi deve essere sempre pronto ad aiutare chiunque è nel bisogno, non importa se è uno sconosciuto o magari un nemico. Così come ha fatto lui, Gesù, che per amore di tutti gli uomini ha dato la sua stessa vita.
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GESU’ E I BAMBINI Matteo 19
Un giorno alcune mamme con i loro bambini si fecero largo tra la folla che stava intorno a Gesù e gli si avvicinarono. Esse volevano che il Maestro posasse le mani sui loro bambini e li benedicesse. Ma i discepoli si spazientirono: Gesù stava parlando, e non doveva essere disturbato! Gesù, invece, disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché il regno dei cieli è dei bambini e di quelli che sono come loro». Poi Gesù volle i bambini accanto a se, li abbracciò e li benedisse.
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LA PARABOLA DEI DUE FIGLI Matteo 21
Un giorno Gesù disse: «Un uomo aveva due figli. Chiamò il primo e gli disse: "Figlio mio, va' a lavorare nella vigna". Egli rispose: "Vado", ma poi non andò. Il padre chiamò il secondo figlio, e gli disse la stessa cosa. Questi rispose: "Non ci vado", ma poi andò». Gesù chiese allora: «Chi dei due figli ha fatto la volontà del padre?» Gli ascoltatori risposero: «Il secondo». E ciò è giusto. Non è sufficiente, infatti, dire di voler bene a quel padre che è il Signore. Contano molto più i fatti che le parole.
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GESU’ INCONTRA UN GIOVANE RICCO Matteo 19
Un giovane si avvicinò a Gesù e gli chiese: «Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?» «Osserva i comandamenti» gli rispose Gesù. Il giovane insistette: «Quali comandamenti?» E Gesù rispose: «Non uccidere, non rubare, non dire il falso contro nessuno, onora il padre e la madre, ama il tuo prossimo... » «Questi li ho sempre osservati» lo interruppe il giovane. «Che mi manca ancora?» Gesù allora gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va' a vendere quello che possiedi e dallo ai poveri: così ti sarai assicurato un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi». Ma dopo avere ascoltato queste parole, il giovane si allontanò con la faccia triste, perché aveva molte ricchezze e non sapeva rinunciarvi. Allora Gesù disse ai discepoli: «E difficile che un ricco entri nel regno dei cieli! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio!» I discepoli si sorpresero per quelle parole e dissero: «Allora, chi si salverà?» Ma Gesù rispose: «Per gli uomini è impossibile, ma per Dio tutto è possibile!»
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PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI… Matteo 6; Luca 11
Un giorno un discepolo chiese a Gesù: «Signore, insegna anche a noi a pregare il Padre». E Gesù rispose: «Quando pregate, dite così: "Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male".»
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LA PARABOLA DEI TALENTI Matteo 25
Gesù raccontò questa parabola: «Un ricco signore, che doveva partire per un lungo viaggio, chiamò i suoi dipendenti e affidò loro i suoi beni. Al primo diede cinque talenti, al secondo due e al terzo uno. «Mentre il padrone era assente, quello che aveva ricevuto cinque talenti andò ad investirli e alla fine ne guadagnò altri cinque. Così fece anche quello che ne aveva ricevuti due, che alla fine ne guadagnò altri due. Invece il terzo andò a fare una buca in terra, e vi nascose il talento che aveva ricevuto. «Quando il padrone tornò, chiamò i tre dipendenti per regolare i conti con loro. Il primo gli restituì dieci talenti; e il padrone gli disse: "Bene! Tu sei stato bravo e fedele. Rimani a fare festa con me". Lo stesso il padrone disse al secondo dipendente, che gli riportò quattro talenti invece di due. «Venne il terzo, con il talento che era andato a dissotterrare, e glielo riconsegnò. Ma a lui il padrone disse: "Tu sei stato un amministratore cattivo e pigro. Non sei degno di restare nella mia casa!"» La parabola dei talenti vuol dire che tutto quello che abbiamo ce l'ha dato il Signore, perché lo mettiamo a frutto facendo tante opere buone.
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IL PREMIO PER CHI SEGUE GESU’ Matteo 19
«Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri, poi vieni a seguirmi» aveva detto Gesù al giovane ricco. Pietro allora si rivolse a Gesù e gli disse: «Ecco, noi discepoli abbiamo abbandonato tutto per seguirti. Quale ricompensa avremo?» Era vero: per stare con Gesù e spostarsi con lui da una città all'altra gli apostoli avevano lasciato le loro case, il loro lavoro, i loro cari. Spesso, insieme con il Maestro, erano senza un posto in cui dormire. Gesù lo sapeva: a un uomo che gli chiedeva dove abitava aveva risposto: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi. Io non ho neppure una pietra su cui poggiare il capo la notte». Ma non sarebbe stato sempre così! A Pietro quel giorno Gesù rivelò: «Quando io sarò seduto sul mio trono glorioso, voi dodici siederete su dodici troni accanto a me, a regnare per sempre insieme con me». Aggiunse poi: «Chiunque avrà lasciato case, o lavoro, o familiari per amore mio riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti che ora sono i primi saranno gli ultimi, e molti che ora sono gli ultimi saranno i primi».
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DIO ASCOLTA LE PREGHIERE Matteo 7
Un giorno Gesù diede questo insegnamento a proposito della preghiera, per dire che bisogna pregare con fiducia: Dio è un Padre buono. Disse Gesù: «Chiedete e vi sarà dato. Cercate e troverete. Bussate e vi sarà aperto. Chi di voi darebbe una pietra a un figlio che chiede un pane? Chi gli darebbe un serpente se chiede un pesce? Chiunque, per quanto cattivo, sa dare cose buone ai propri figli. A maggior ragione, dunque, il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiederanno!»
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I PRIMI POSTI A TAVOLA Luca 14
Un giorno Gesù era stato invitato a pranzo da un capo dei farisei, cioè un maestro della legge del Signore, insieme con parecchie altre persone. Egli notò che alcuni cercavano di andare a mettersi nei posti di riguardo, il più possibile vicino al padrone di casa, per fare vedere agli altri invitati di essere più importante di loro. Gesù raccontò allora questa parabola, per ricordare a tutti i presenti il dovere di essere umili. L'umiltà, infatti, ha un grande valore per accedere al regno dei cieli. Disse Gesù: «Quando sei invitato a pranzo da qualcuno, non andare a metterti al primo posto. Se arriva un ospite più importante di te, il padrone di casa verrà a dirti: "Cedigli il posto", e tu pieno di vergogna di fronte a tutti dovrai prendere l'ultimo posto. «Invece, quando sei invitato a pranzo, va a metterti all'ultimo posto. E possibile che il padrone di casa venga a dirti: "Vieni, amico! Prendi un posto migliore!" E questo sarà per te motivo di onore davanti a tutti gli invitati». Concluse Gesù: «Infatti, ricordate: chi si esalta sarà umiliato. Invece chi si dimostra umile sarà esaltato».