00 17/01/2017 19:45

  
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LA MONETA IN BOCCA AL PESCE Matteo 17

Al tempo di Gesù era prescritto che ogni israelita pagasse una tassa per le spese del tempio di Gerusalem­me. Il tempio era dedicato a Dio: il Figlio di Dio, Gesù, non avrebbe dovuto dunque pagare la tassa. Ma non era giunta l'ora che egli si rive­lasse a tutti. Un giorno gli incaricati di riscuo­tere la tassa chiesero ai discepoli: «Il vostro maestro paga la tassa per il tempio?» Pietro rispose loro: «Si, la paga». Mentre entravano in casa, Gesù disse a Pietro: «Secondo te, Simo­ne, chi deve pagare le tasse ai re di questo mondo, gli estranei o i figli dei re?» «Gli estranei» rispose Pietro. E Gesù disse: «Certo, i figli non sono obbligati a pagare le tasse. Ma ugualmente verserò questo tributo al tempio del Padre mio. Va' dun­que in riva al lago, getta l'amo e prendi il primo pesce che abbocca. Aprigli la bocca e vi troverai una moneta. Prendila e con essa paga la tassa per me e per te». Pietro eseguì fedelmente quello che Gesù gli aveva ordinato: andò a gettare l'amo, e il primo pesce che catturò aveva in bocca una mo­neta d'argento. Pietro la prese e la consegnò agli esattori delle tasse. 











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LA PARABOLA DEL MAGGIORDOMO Matteo 24
 Un giorno Gesù raccontò questa parabola: «Un signore, che si dove­va allontanare dalla sua casa, diede l'incarico al suo maggiordomo di sorvegliare la casa e i servi. Poi al­l'improvviso tornò, e pensava: "Il mio maggiordomo è stato certo fe­dele ai suoi doveri. In premio gli af­fiderò l'amministrazione di tutte le mie sostanze". «Invece, quando entrò in casa, il signore trovò il maggiordomo inten­to a mangiare e a bere con gli ubriaconi, perché aveva pensato: "Il mio padrone tarda a venire, e io intanto faccio quello che mi pare". Allora il signore licenziò il maggior­domo infedele, e non lo volle più vedere in casa sua». Il significato della parabola è chiaro. Il padrone di casa è il Signo­re. Il maggiordomo è ciascun uomo, al quale il Signore affida qualcosa da amministrare: le sue capacità, le sue ricchezze, l'autorità che esercita sugli altri e così via. Il rendiconto al padrone si fa quando si passa da questa vita al­l'altra. Ciò accade spesso all'im­provviso, quando meno lo si aspet­ta. Con questa parabola Gesù vuo­le invitare tutti a essere sempre pronti a rendere conto a Dio.






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IL BUON SAMARITANO Marco 12; Luca 10
Un giorno un uomo chiese a Gesù: «Maestro, che cosa devo fare per entrare nella vita eterna?» Gesù rispose: «Osserva quello che sta scritto nella legge di Mosè. Il comandamento principale è: Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la men­te e con tutte le tue forze. E il se­condo è: Ama il prossimo tuo come te stesso». Ma quell'uomo chiese: «E chi è il mio prossimo?» Per farglielo comprendere, Gesù narrò questa parabola: «Un uomo scendeva da Gerusa­lemme a Gerico, quando si imbatté nei briganti, che lo derubarono di tutto e lo bastonarono, lasciandolo mezzo morto. Passò di là un sacer­dote, il quale lo vide e tirò dritto senza fermarsi. Lo stesso fece un levita del tempio. «Passò poi uno straniero, un sa­maritano, il quale invece ebbe com­passione di lui. Gli medicò le ferite, lo caricò sul suo somarello e lo por­tò in una locanda, dove si prese cura di lui. Il giorno dopo, dovendo proseguire il viaggio, diede del de­naro al locandiere dicendogli: "Abbi cura di lui e, se spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno"». Gesù aggiunse: «Secondo te, chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell'uomo che aveva incontrato i briganti?» «Quello che ha avuto compassio­ne di lui» rispose l'uomo che aveva interrogato Gesù. E Gesù concluse: «Va', e anche tu comportati allo stesso modo». Con la parabola del buon samari­tano Gesù ha voluto insegnare a tutti che ciascuno di noi deve essere sempre pronto ad aiutare chiunque è nel bisogno, non importa se è uno sconosciuto o magari un nemi­co. Così come ha fatto lui, Gesù, che per amore di tutti gli uomini ha dato la sua stessa vita.
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GESU’ E I BAMBINI Matteo 19
Un giorno alcune mamme con i loro bambini si fecero largo tra la folla che stava intorno a Gesù e gli si avvicinarono. Esse volevano che il Maestro posasse le mani sui loro bambini e li benedicesse. Ma i discepoli si spazientirono: Gesù stava parlando, e non doveva essere disturbato! Gesù, invece, disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché il regno dei cieli è dei bambini e di quelli che sono come loro». Poi Gesù volle i bambini accanto a se, li abbracciò e li benedisse.







 
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LA PARABOLA DEI DUE FIGLI Matteo 21
Un giorno Gesù disse: «Un uomo aveva due figli. Chiamò il primo e gli disse: "Figlio mio, va' a lavorare nella vigna". Egli rispose: "Vado", ma poi non andò. Il padre chiamò il secondo figlio, e gli disse la stessa cosa. Questi rispose: "Non ci vado", ma poi andò». Gesù chiese allora: «Chi dei due figli ha fatto la volontà del padre?» Gli ascoltatori risposero: «Il secon­do». E ciò è giusto. Non è sufficien­te, infatti, dire di voler bene a quel padre che è il Signore. Contano molto più i fatti che le parole.





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GESU’ INCONTRA UN GIOVANE RICCO Matteo 19
Un giovane si avvicinò a Gesù e gli chiese: «Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?» «Osserva i comandamenti» gli ri­spose Gesù. Il giovane insistette: «Quali co­mandamenti?» E Gesù rispose: «Non uccidere, non rubare, non dire il falso contro nessuno, onora il padre e la madre, ama il tuo prossimo... » «Questi li ho sempre osservati» lo interruppe il giovane. «Che mi man­ca ancora?» Gesù allora gli disse: «Se vuoi es­sere perfetto, va' a vendere quello che possiedi e dallo ai poveri: così ti sarai assicurato un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi». Ma dopo avere ascoltato queste parole, il giovane si allontanò con la faccia triste, perché aveva molte ric­chezze e non sapeva rinunciarvi. Allora Gesù disse ai discepoli: «E difficile che un ricco entri nel regno dei cieli! È più facile che un cam­mello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio!» I discepoli si sorpresero per quel­le parole e dissero: «Allora, chi si salverà?» Ma Gesù rispose: «Per gli uomini è impossibile, ma per Dio tutto è possibile!»




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PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI… Matteo 6; Luca 11
Un giorno un discepolo chiese a Gesù: «Signore, insegna anche a noi a pregare il Padre». E Gesù ri­spose: «Quando pregate, dite così: "Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidia­no, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male".»






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LA PARABOLA DEI TALENTI  Matteo 25
Gesù raccontò questa parabola: «Un ricco signore, che doveva partire per un lungo viaggio, chiamò i suoi dipendenti e affidò loro i suoi beni. Al primo diede cinque talenti, al secondo due e al terzo uno. «Mentre il padrone era assente, quello che aveva ricevuto cinque talenti andò ad investirli e alla fine ne guadagnò altri cinque. Così fece anche quello che ne aveva ricevuti due, che alla fine ne guadagnò altri due. Invece il terzo andò a fare una buca in terra, e vi nascose il talento che aveva ricevuto. «Quando il padrone tornò, chia­mò i tre dipendenti per regolare i conti con loro. Il primo gli restituì dieci talenti; e il padrone gli disse: "Bene! Tu sei stato bravo e fedele. Rimani a fare festa con me". Lo stesso il padrone disse al secondo dipendente, che gli riportò quattro talenti invece di due. «Venne il terzo, con il talento che era andato a dissotterrare, e glielo riconsegnò. Ma a lui il padrone dis­se: "Tu sei stato un amministratore cattivo e pigro. Non sei degno di restare nella mia casa!"» La parabola dei talenti vuol dire che tutto quello che abbiamo ce l'ha dato il Signore, perché lo mettiamo a frutto facendo tante opere buone.











 
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IL PREMIO PER CHI SEGUE GESU’ Matteo 19
«Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e dallo ai pove­ri, poi vieni a seguirmi» aveva detto Gesù al giovane ricco. Pietro allora si rivolse a Gesù e gli disse: «Ecco, noi discepoli abbiamo abbandonato tutto per seguirti. Quale ricompensa avremo?» Era vero: per stare con Gesù e spostarsi con lui da una città all'altra gli apostoli avevano lasciato le loro case, il loro lavoro, i loro cari. Spes­so, insieme con il Maestro, erano senza un posto in cui dormire. Gesù lo sapeva: a un uomo che gli chiedeva dove abitava aveva risposto: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi. Io non ho neppu­re una pietra su cui poggiare il capo la notte». Ma non sarebbe stato sempre così! A Pietro quel giorno Gesù ri­velò: «Quando io sarò seduto sul mio trono glorioso, voi dodici siederete su dodici troni accanto a me, a regnare per sempre insieme con me». Aggiunse poi: «Chiunque avrà lasciato case, o lavoro, o familiari per amore mio riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti che ora sono i primi saranno gli ultimi, e molti che ora sono gli ultimi saranno i primi».



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DIO ASCOLTA LE PREGHIERE Matteo 7
Un giorno Gesù diede questo inse­gnamento a proposito della pre­ghiera, per dire che bisogna pregare con fiducia: Dio è un Padre buono. Disse Gesù: «Chiedete e vi sarà dato. Cercate e troverete. Bussate e vi sarà aperto. Chi di voi darebbe una pietra a un figlio che chiede un pane? Chi gli darebbe un serpente se chiede un pesce? Chiunque, per quanto cattivo, sa dare cose buone ai propri figli. A maggior ragione, dunque, il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiederanno!»






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I PRIMI POSTI A TAVOLA Luca 14
Un giorno Gesù era stato invitato a pranzo da un capo dei farisei, cioè un maestro della legge del Signore, insieme con parecchie altre perso­ne. Egli notò che alcuni cercavano di andare a mettersi nei posti di ri­guardo, il più possibile vicino al pa­drone di casa, per fare vedere agli altri invitati di essere più importante di loro. Gesù raccontò allora questa pa­rabola, per ricordare a tutti i presen­ti il dovere di essere umili. L'umiltà, infatti, ha un grande valore per ac­cedere al regno dei cieli. Disse Gesù: «Quando sei invitato a pranzo da qualcuno, non andare a metterti al primo posto. Se arriva un ospite più importante di te, il pa­drone di casa verrà a dirti: "Cedigli il posto", e tu pieno di vergogna di fronte a tutti dovrai prendere l'ulti­mo posto. «Invece, quando sei invitato a pranzo, va a metterti all'ultimo po­sto. E possibile che il padrone di casa venga a dirti: "Vieni, amico! Prendi un posto migliore!" E questo sarà per te motivo di onore davanti a tutti gli invitati». Concluse Gesù: «Infatti, ricorda­te: chi si esalta sarà umiliato. Invece chi si dimostra umile sarà esaltato».