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GESU’ GUARISCE UN SORDOMUTO Marco 7
Gesù si trovava in territorio straniero, nei dintorni della città fenicia di - Sidone, quando gli condussero davanti un sordomuto, pregandolo di guarirlo. Gesù allora prese in disparte il pover'uomo, gli pose le dita negli orecchi con la saliva gli toccò la lingua, poi guardò verso il cielo, fece un sospiro e disse: «Apriti!» Subito l'uomo guarì. Pieni di stupore i presenti presero - a lodare Gesù dicendo: «Ha fatto bene ogni cosa! E straordinario! Fa udire i sordi e fa parlare i muti!»
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TU SEI PIETRO! Matteo 16
Gesù era in cammino con i suoi discepoli nella regione di Cesarea. Cammin facendo, egli chiese loro: «Che cosa pensa la gente del Figlio dell'uomo? Chi dicono che egli sia?» Spesso Gesù chiamava se stesso così, Figlio dell'uomo, come già il profeta Daniele aveva chiamato il misterioso personaggio apparso nella sua visione. Alla domanda i discepoli risposero: «Qualcuno pensa che tu sia il profeta Elia, altri il profeta Geremia, altri ancora uno degli antichi profeti, tornato ora in vita». «E voi, chi dite che io sia?» chiese ancora Gesù. A questa seconda domanda rispose Simone Pietro. Egli disse: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!» E Gesù disse: «Beato te, Simone, perché quello che hai detto non l'hai capito da te, ma te l'ha rivelato il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: tu sei Pietro, e sulla pietra che sei tu costruirò la mia Chiesa, e neppure il demonio riuscirà a distruggerla. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che tu dichiarerai proibito in terra, anche Dio lo considererà proibito, e tutto ciò che tu dichiarerai permesso, anche Dio lo considererà permesso».
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IL CIECO DI BETSAIDA Marco 8
Accompagnato dai suoi discepoli Gesù giunse un giorno nella città di Betsaida. Là gli condussero davanti un cieco, perché lo guarisse. Gesù lo prese in disparte, gli mise un po’ di saliva sugli occhi, gli stese le mani sul capo e gli chiese: «Vedi qualcosa?» «Vedo degli uomini» rispose. «Penso che siano uomini, perché vedo come degli alberi che camminano». Gesù gli mise di nuovo le mani sugli occhi, e il cieco guardò dritto davanti a sé: era guarito e vedeva chiaramente e in distanza ogni cosa.
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GLI OPERAI DELLA VIGNA Matteo 20
Un giorno Gesù raccontò questa parabola: «Il regno dei cieli è simile al padrone di una vigna, che di buon mattino andò in piazza ad assumere gli operai, e li mandò a lavorare nella vigna dopo essersi accordato con loro sulla paga: un danaro al giorno. «A mezza mattina il padrone assunse altri operai, altri a mezzogiorno, altri ancora nel pomeriggio e infine alcuni un'ora prima che facesse buio: e a tutti promise che avrebbe dato loro la giusta paga. «Al termine della giornata di lavoro, il padrone diede la paga agli operai, a cominciare dagli ultimi, quelli che avevano lavorato un'ora sola, ed essi ricevettero un danaro ciascuno; e altrettanto diede via via a tutti gli altri. «Quelli che avevano lavorato di più, e specialmente quelli assunti di prima mattina, si misero a brontolare: "Ma come! Questi hanno lavorato un'ora sola, e li compensi come noi che abbiamo faticato tutta la giornata, sopportando il caldo?" «Il padrone però rispose: "Amici, non vi faccio torto. Non ci siamo forse messi d'accordo per il compenso di un danaro? E non ve l'ho forse dato? Se poi io voglio dare agli ultimi come a voi, non posso fare ciò che voglio con le cose che mi appartengono? Siete forse invidiosi perché io sono buono?"» Con questa parabola Gesù ha voluto dire che Dio è giusto, e dà a ciascuno il premio promesso. Ma è anche buono, e distribuisce i suoi doni come vuole. Gli operai della prima ora sono gli Ebrei, chiamati per primi ad entrare nel regno di Dio. Via via poi sono venuti tutti gli altri; quelli dell'ultima ora sono per esempio certi peccatori che si mettono ad amare il Signore molto avanti nella loro vita, e il Signore ugualmente poi li chiama con sé in paradiso.
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GESU’ COME GIONA Matteo 12
Alcuni uomini dissero un giorno a Gesù: «Maestro, facci vedere un miracolo». Essi non credevano che Gesù fosse il Cristo annunciato dai profeti, e volevano metterlo alla prova. Gesù lo sapeva bene. Per questo rispose: «Questi peccatori pretendono un miracolo! Essi vedranno il segno del profeta Giona. Come Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così io resterò nella terra fino al terzo giorno». Con queste parole Gesù annunciava che la prova più grande l'avrebbe data risorgendo dai morti il terzo giorno.
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LA FEDE CHE SPOSTA LE MONTAGNE Matteo 17
Un giorno si avvicinò a Gesù un uomo che si gettò in ginocchio davanti a lui e gli disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È malato di epilessia, e soffre molto. Quando ha una crisi, spesso cade nel fuoco o nell'acqua. L'ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». Portamelo qui» gli disse Gesù. Quando ebbe davanti il ragazzo, Gesù parlò minacciosamente al demonio che era in lui. Il demonio lo lasciò, e da quel momento il ragazzo guari. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, lo presero in disparte e gli domandarono: «Perché noi non siamo stati capaci di scacciare quel demonio e di guarire il ragazzo?» E Gesù rispose: «Per la vostra poca fede. Vi dico in verità: se avrete tanta fede quanto un granellino di senape, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà. Nulla sarà impossibile per voi!» Poco dopo Gesù ripeté ai suoi discepoli l'annuncio di quello che gli stava per accadere. Disse: «Presto io sarò consegnato nelle mani dei miei nemici, che mi uccideranno. Ma il terzo giorno risorgerò». A queste parole i discepoli si rattristarono.
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LA TRASFIGURAZIONE DI GESU’ Mattea 17
Un giorno Gesù prese con sé gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse a pregare su un alto monte, in un luogo solitario. E là, davanti a loro, si trasfigurò, cioè cambiò aspetto e divenne bellissimo: il suo volto brillava come il sole, e le sue vesti divennero candide come la luce. E comparvero a conversare con Gesù il profeta Elia e Mosè, il condottiero che aveva guidato il popolo di Dio fuori dalla schiavitù dell'Egitto. Pietro allora prese la parola e disse: «Signore, come è bello stare qui! Se vuoi, preparo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Stava ancora parlando, quando una nuvola luminosa li avvolse. Poi si udì una voce che diceva: «Questi è il mio Figlio prediletto, che io ho mandato. Ascoltatelo!» All'udire la voce di Dio, i tre discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da un grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi, non temete». Essi sollevarono gli occhi e non videro più nessuno: c'era soltanto Gesù nel suo aspetto consueto. Mentre scendevano dal monte Gesù ordinò loro: «Non raccontate a nessuno quello che avete visto, finché io non sarò risorto dai morti».
Quando Gesù si spostava da un villaggio all'altro, spesso la folla lo seguiva. Tutti ascoltavano volentieri le sue meravigliose parabole e gli altri suoi insegnamenti, e amavano vederlo guarire i malati e compiere altri prodigi. Una volta Gesù si era spostato con i suoi discepoli in un tratto solitario delle rive collinose che circondano il lago di Tiberiade, e una gran folla gli era andata dietro. Erano lontani dai centri abitati. Per questo Gesù disse: «Dove possiamo comperare il pane da dare da mangiare a tutti?» Aveva rivolto questa domanda a Filippo, ma solo per richiamare l'attenzione su quello che stava per fare. Filippo rispose: «Duecento denari di pane non basterebbero neppure a darne un pezzo a ciascuno!» Andrea, il fratello di Pietro, aggiunse: «C'è qui un ragazzo che si è portato dietro cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono mai per tanta gente?» Disse allora Gesù ai discepoli: «Fateli sedere». Tutti sedettero sull'erba, e i discepoli calcolarono che erano presenti circa cinquemila persone. Quando tutti furono seduti, Gesù prese i pani del ragazzo, alzando gli occhi al cielo li benedisse, poi li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla, finché ne volevano, e altrettanto i pesci. E tutti quelli che erano presenti mangiarono a sazietà. Quando ebbero finito di mangiare, Gesù ordinò di raccogliere il pane che era avanzato, e ne riempirono ben dodici ceste. Vedendo questo miracolo di Gesù, che aveva moltiplicato i pani e i pesci tanto che con cinque pani e due pesci aveva sfamato cinquemila persone, tutti rimasero stupiti. Dicevano: «Egli dev'essere proprio il Messia, il Cristo di cui hanno parlato i profeti!» Non era giunto ancora, però, il momento che Gesù si manifestasse per quello che era davvero. Perciò egli lasciò la folla e salì più in alto, sul colle, tutto solo. Venuta la sera i discepoli scesero al lago, salirono in barca e si diressero verso Cafarnao. Ad un tratto si levò il vento, e la barca era agitata dalle onde; era buio, e i discepoli cominciarono ad avere paura. Ma ecco: nel buio videro avvicinarsi Gesù, che camminava sulle acque. Meravigliati, essi stentavano a credere ai loro occhi, finché Gesù parlò. Disse: «Coraggio, sono io: non temete». Gesù salì sulla barca, e i discepoli gli si gettarono ai piedi dicendo: «Tu sei davvero il Figlio di Dio!» Giunsero a Cafarnao. Il giorno dopo la folla che aveva mangiato i pani del miracolo tornò a cercarlo, e quando l'ebbero trovato alcuni gli chiesero: «Maestro, quando sei venuto qui?» Gesù rispose loro: «Voi mi cercate perché avete mangiato quel pane, e sperate che io ve ne dia ancora. Io vi dico però che dovete cercare non il cibo materiale, ma il cibo che non si consuma e vi dà forza per arrivare alla vita eterna». Gli chiesero: «Come si fa ad avere quel cibo di cui parli?» «Dovete credere che io sono stato mandato da Dio» rispose Gesù. Ma qualcuno obiettò: «Ai nostri antenati, nel deserto, Dio ha dato la manna per cibo, un pane disceso dal cielo». Gesù rispose: «La manna era un cibo che nutriva il corpo. Io sono il vero pane disceso dal cielo: chi crede che io sono venuto dal cielo, nutre la sua anima. I vostri antenati mangiarono la manna, ma poi morirono. Chi ha fede in me, non morirà in eterno». A quelle parole i presenti mormoravano tra loro dicendo: «E un uomo, mangia e dorme come noi, sappiamo che è di Nazaret... come può dire di essere venuto dal cielo?» Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. Il pane che io do da mangiare sono io stesso, il mio corpo. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me, e io in lui. Per questo la sua vita non finirà mai, ed egli vivrà per sempre insieme a me». I presenti non capivano che Gesù parlava della fede: chi crede che egli è il Figlio di Dio, è unito a lui come se si nutrisse di lui. E parlava, Gesù, dell'eucarestia, cioè della Messa, quando si fa la comunione e allora si mangia con fede quel pane che è il suo corpo. Gesù disse queste cose così importanti, parlando nella sinagoga di Cafarnao. Quelli che ascoltarono le sue parole rimasero tutti sorpresi. Molti, a sentir dire che bisognava mangiare la sua carne, non vollero neppure cercare di capire, e se ne andarono. Anche alcuni discepoli, che fino a quel momento lo avevano seguito con simpatia, dopo il discorso di Cafarnao si ritirarono e non andarono più con lui. Gesù allora si rivolse ai suoi dodici discepoli più fedeli, gli apostoli, e chiese loro: «Volete andarvene anche voi?» Pietro rispose a nome di tutti: «E da chi andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita eterna. Noi crediamo e sappiamo che tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».