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L’ADORAZIONE DEI MAGI Matteo 2
Il re Erode voleva che i Magi d'Oriente lo aiutassero a scoprire dove si trovava il bambino che dicevano sarebbe divenuto re dei Giudei. In realtà, egli non aveva alcuna inten­zione di andare a rendere omaggio ad un rivale: egli voleva sapere dove si trovava, per eliminarlo! I Magi ripartirono e la stella che avevano visto in Oriente brillava sul loro capo e li guidava. Nel vederla, essi provavano una grandissima gioia. Infine la stella si fermò sopra il luogo in cui si trovava il bambino Gesù con Maria, sua madre. Essi si inginocchiarono e lo adorarono; poi gli offrirono i loro doni. Aperto uno scrigno, uno di loro gli offrì oro, un dono davvero adatto ad un re. Un altro tirò fuori dallo scrigno l'incenso, capace di spandere il suo gradevole profumo quando veniva messo a bruciare sul fuoco, ed era an­ch'esso un dono degno di un re. Un altro ancora aprì uno scrigno e ne prese la mirra, una resina profu­mata, preziosa anche per le sue proprietà medicinali: anche questo era un dono raro e degno di un re. A rendere omaggio a Gesù, dun­que, non furono solo gli umili pa­stori che badavano alle loro greggi presso Betlemme, ma anche gli illu­stri sapienti venuti dall'Oriente.










 
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I BAMBINI DI BETLEMME E IL RE ERODE Matteo 2
I Magi, guidati dalla stella, erano ar­rivati alla grotta di Betlemme e ave­vano adorato il bambino Gesù. Era tempo, ora, di fare ritorno al loro paese. In sogno, però, il Signore avvertì i Magi di non riferire nulla ad Erode e di non ritornare da lui. E così i Magi non passarono da Ge­rusalemme, ma rientrarono nel loro paese per un'altra strada. Quando si rese conto che i Magi si erano presi gioco di lui e se ne erano andati senza avvertirlo e sen­za ripassare da Gerusalemme, Erode si infuriò e cercò un altro modo per eliminare il nuovo nato di Be­tlemme, il bambino che egli pensa­va che sarebbe divenuto suo rivale nel regno di Giuda. Così Erode mandò i suoi soldati a Betlemme e nel suo territorio, con l'ordine di uccidere tutti i bambini dai due anni in giù, che rappresen­tavano il tempo passato da quando i Magi gli avevano rivelato di avere visto la stella nel cielo. L'ordine crudele, purtroppo, fu eseguito, e ne risultò una strage: tutti i bambini al di sotto dei due anni a Betlemme e nel suo territorio furono uccisi. Ma per quanto riguar­dava il bambino Gesù, quest'ordine crudele si rivelò inutile.









 
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LA FUGA IN EGITTO Matteo 2
Il crudele massacro dei bambini di Betlemme, voluto dal re Erode, non riuscì a colpire il bambino Gesù. In­fatti un angelo del Signore era ap­parso in sogno a Giuseppe e gli aveva ordinato: «Alzati! Prendi con te il bambino e sua madre, e fuggi in Egitto, perché Erode sta cercan­do di uccidere il bambino. In Egitto tu resterai con il bambino e sua ma­dre fino a quando io ti avvertirò di tornare!» Giuseppe, destatosi, subito fece quanto gli aveva detto l'angelo: prese il bambino, Maria sua madre, e di notte fuggì in Egitto, dove rima­se fino alla morte di Erode. In que­sto modo il bambino Gesù si salvò, e si avverò anche ciò che aveva detto il Signore per mezzo del suo profeta Osea: «Dall'Egitto ho chia­mato mio figlio!» Quando Erode morì, un angelo apparve nuovamente in sogno a Giuseppe che si trovava in Egitto: «Alzati! Prendi con te il bambino e sua madre, e torna nel paese di Israe­le. Sono morti, infatti, coloro che insi­diavano alla vita del bambino!» Giuseppe, nuovamente, fece quanto l'angelo gli aveva comanda­to: si alzò, prese con sé il bambino Gesù e sua madre e si mise in viag­gio dall'Egitto verso il paese Israele.











 
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GESU’ DI NAZARET Matteo 2; Luca 2
Dall'Egitto, dov'era fuggito per sal­vare la vita del bambino Gesù, Giu­seppe tornò nella terra di Israele, e precisamente nel suo villaggio di Nazaret. Là Gesù crebbe e si fece robusto; era pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Visse a Naza­ret, sempre obbediente a Maria sua madre, e a Giuseppe, fino a quan­do ebbe circa trent'anni. Per que­sto, benché fosse nato a Betlemme, fu chiamato Nazareno. Nessuno in quegli anni si accorse che era il Figlio di Dio.







 
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GIOVANNI INVITA ALLA PENITENZALuca 3
Giovanni, il bambino nato da Zac­caria e da Elisabetta pochi mesi pri­ma della nascita di Gesù, crebbe nel corpo e nello spirito. Su di lui, ormai uomo, scese la parola di Dio. Giovanni stava sulla riva del fiu­me Giordano e diceva: «Sta per ve­nire il Messia annunciato dai profeti! Dovete chiedere perdono a Dio per le vostre colpe, e cambiare vita». Tutti avevano un grande rispetto per Giovanni, perché egli per primo metteva in pratica quello che diceva agli altri. Aveva trascorso molti anni nel deserto, nutrendosi di cavallette e di miele selvatico, e vestiva pove­ramente con una veste di peli di cammello. Quelli che erano disposti a cam­biare vita si avvicinavano a lui nel­l'acqua, ed egli versava loro altra acqua sul capo, cioè li battezzava. Per questo Giovanni è chiamato Battista, che vuol dire battezzatore. Alcuni gli chiedevano: «Che cosa dobbiamo fare per divenire più buoni?» Giovanni rispondeva: «Chi ha due vestiti, ne dia uno a chi non ne ha. Chi ha da mangiare più del necessario, faccia altrettanto!»  Vennero a farsi battezzare anche alcuni esattori delle tasse, e an­ch'essi gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?» A loro Gio­vanni rispose: «Non fatevi dare per le tasse neanche una lira più del giusto». Lo interrogavano anche i soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?» E Giovanni diceva: «Non approfittate della vostra forza e delle armi che portate. Non maltrattate nessuno!» Tutti avevano tanta ammirazione per Giovanni, da chiedersi se per caso il Messia non fosse proprio lui. Ma egli spiegò: «No! Il Messia è molto più grande di me! Io non sono neppure degno di toccargli i sandali! Io vi battezzo con l'acqua. Egli vi darà, con l'acqua del battesi­mo, lo Spirito Santo!»
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GIOVANNI A GESU’: «ECCO L’AGNELLO DI DIO» Giovanni 1
Giovanni il Battista, cioè il battezzatore, se ne stava dunque sulle rive del fiume Giordano. Invitava i catti­vi a cambiare vita, per prepararsi ad accogliere con animo puro il Messia che stava per venire. E quelli che erano disposti a cambiare vita, Gio­vanni li battezzava. Il suo comportamento era sor­prendente, e tutti volevano saperne di più. Per questo lo interrogavano: «Per caso, sei tu il Cristo, cioè il Messia annunciato dai profeti?»   «No, non sono io» rispondeva Giovanni. «Sei allora Mosè, o il profeta Elia tornato nel mondo?» «No» ri­spondeva Giovanni. «Insomma, chi sei?» A questa domanda Giovanni rispose: «Come disse tanto tempo fa il profeta Isaia, io sono una voce che grida nel de­serto: preparate la strada al Signore che viene!» E un giorno il Signore, Gesù, venne davvero. Gesù aveva lasciato Nazaret e si era recato sulle rive del Giordano dove Giovanni stava battezzando. Quando lo vide venire verso di lui, Giovanni disse alla folla che lo cir­condava: «Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo. Egli è il Figlio di Dio!»  









 
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IL BATTESIMO DI GESU’ Matteo 3
Gesù si avvicinò a Giovanni, che stava battezzando gli Ebrei sulle rive del fiume Giordano. Come tutti gli altri, anche Gesù entrò nell'acqua, come segno che voleva ricevere il battesimo. Ma questo Giovanni proprio non se l'aspettava: egli dava il battesi­mo ai peccatori, mentre Gesù non aveva nessun peccato. Anzi, egli era il Figlio di Dio venuto nel mon­do proprio per togliere i peccati deli uomini! Per questo Giovanni disse a Gesù: «Tu non devi farti battezzare. Piuttosto, io dovrei es­sere battezzato da te». Ma Gesù gli rispose: «Fa' come ti chiedo: c'è una ragione». La ragione Giovanni la comprese subito dopo: appena ebbe battezza­to Gesù, vide lo Spirito di Dio scen­dere come una colomba su Gesù, mentre una voce diceva: «Questi è il mio Figlio prediletto, che ha tutta la mia approvazione». La voce di Dio il Padre, mentre Dio il Figlio era lì, appena uscito dall'acqua, e Dio lo Spirito Santo era sceso sopra di lui! Le tre persone della santissima Trinità erano presenti insieme. Il momento era di grande solennità: Gesù cominciava l'opera per la quale era venuto nel mondo.




















13
GESU’ VINCE IL DIAVOLO Matteo 4  
 
 
 
 
 
Gesù aveva un compito importante da svolgere. Per prepararsi bene, si ritirò per quaranta giorni nel deser­to, senza mangiare, allo scopo di pregare meglio il Padre del cielo. Al termine dei quaranta giorni, ebbe fame. Allora Satana, il diavo­lo, pensò di approfittarne per fargli commettere qualcosa di male. Gli disse: «Se è vero che sei il Figlio di Dio, comanda che questi sassi di­ventino pane». Ma Gesù rispose: «L'uomo non vive soltanto di pane, ma anche di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò a Geru­salemme, sul pinnacolo più alto del tempio, e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù: Dio manderà gli an­geli a sorreggerti, per impedire che ti faccia male». Ma neppure stavolta Gesù cadde nel trabocchetto, e ri­spose: «E’ male mettersi nel perico­lo, e pretendere che Dio intervenga a salvare con un miracolo». Il diavolo insistette. Portò Gesù su un monte altissimo, gli mostrò tutta la terra con le sue ricchezze e disse: «Tutto quello che vedi io te lo darò, se ti inchinerai davanti a me e mi adorerai». Ma Gesù rispose: «Vattene, Satana! Bisogna adorare soltanto Dio».
 
14
GESU’ ANNUNCIA LA BELLA NOTIZIA Matteo 4
Gesù aveva circa trent'anni, quan­do lasciò Nazaret per cominciare a svolgere il compito per il quale era venuto sulla terra. Era andato a farsi battezzare da Giovanni al fiume Giordano, pre­senti il Padre e lo Spirito Santo. Aveva meditato per quaranta giorni nel deserto, dopo di che aveva vin­to il diavolo che voleva fargli com­mettere peccati. Ormai tutto era pronto: e Gesù prese a girare per le città e i villaggi della Palestina, e a tutti quelli che incontrava ripeteva: «Convertitevi, perché il regno dei cieli e vicino». Cioè, cambiate vita, siate amici sinceri di Dio, ed egli vi aprirà la porta del suo regno, dove si è felici per sempre. Queste parole di Gesù erano pro­prio un lieto annuncio per gli abi­tanti della Palestina. Erano il "van­gelo", cioè la "bella notizia" che essi attendevano da tempo. Non ne avevano forse parlato i profeti? Non l'aveva ripetuto anche Giovanni, a chi andava a farsi bat­tezzare da lui? Il Cristo, cioè il Mes­sia, doveva venire a rendere possi­bile una vera amicizia tra gli uomini e Dio. E il Messia, il Cristo, il Signo­re Gesù, era arrivato!
 
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I PRIMI DISCEPOLI Luca 5
Un giorno Gesù parlava alla folla presso il lago Tiberiade. C'era an­che un pescatore di nome Simone. Gesù disse a Simone: «Esci al largo e cala le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo pescato con fatica tutta la notte, senza pren­dere nulla. Ma se lo dici tu, tornerò a gettare le reti!» E così fece, insieme con suo fra­tello Andrea. Quando ritirarono le reti, presero una quantità enorme di pesci, al punto che le reti quasi si rompevano. Dovettero chiedere aiuto ai loro soci, i fratelli Giacomo e Giovanni, i quali stavano su una barca vicina. Presero tanti pesci, che riempirono oltre misura en­trambe le barche. Simone e gli altri erano stupefatti. Gesù disse a Simone: «D'ora in poi tu sarai pescatore di uomini!» Vole­va dire che avrebbe portato gli uo­mini ad accogliere la bella notizia di cui parlava Gesù. Così Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni lasciarono il loro lavoro di pescatori per seguire Gesù. Furo­no i suoi primi discepoli. Simone, che abitava a Cafarnao, accolse Gesù nella sua casa. Simo­ne è quel discepolo a cui Gesù cambiò il nome e lo chiamò Pietro.