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IL SEGNO DEL SANGUE Esodo 11-12

Per liberare il suo popolo dalla schiavitù, il Signore aveva dovuto far morire i primogeniti degli Egizia­ni. I primogeniti degli Ebrei invece si salvarono, perché il Signore ave­va ordinato al suo popolo di segna­re le porte delle proprie case con il sangue di un agnello. L'agnello poi doveva essere arro­stito al fuoco e mangiato in fretta, insieme con erbe amare, in piedi, con il bastone in mano, pronti tutti a partire perché il Faraone stava per dare il permesso. Quella cena fu detta Pasqua, pa­rola che vuol dire "passaggio", e il Signore diede l'ordine di ripeterla anche in seguito, per ricordare i prodigi da lui compiuti a favore del suo popolo: per ricordare il "pas­saggio" del Signore che, vedendo il segno del sangue dell'agnello sulle porte delle case, ha risparmiato dal­la morte i suoi amici; e per ricordare anche il" passaggio" che il Signore ha fatto compiere al popolo d'Israe­le dalla schiavitù dell'Egitto alla li­bertà nella terra promessa. E infatti, appena consumata la Pasqua, il popolo di Dio lasciò defi­nitivamente l'Egitto e si avviò, con l'aiuto di Dio e sotto la guida di Mosè, verso la sua nuova patria.





 
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E IL MARE SI APRI’ Esodo 14-15
Il popolo d'Israele era in cammino nel deserto; dopo una lunga schia­vitù in Egitto, finalmente Mosè, mandato da Dio, lo stava condu­cendo verso la terra che Dio stesso aveva promesso di dare ai discen­denti di Abramo, Isacco e Giacob­be. Il Faraone re d'Egitto aveva dato agli Ebrei il permesso di partire; ma ben presto se ne pentì, e al­lora radunò i suoi carri da guerra e si lanciò al loro inseguimento, per riportarli indietro. Li raggiunse in prossimità del Mar Rosso. Mosè e i suoi si trovavano in una situazione drammatica: il mare da­vanti e l'esercito del Faraone alle spalle. Tutto sembrava perduto, quando Dio intervenne con uno dei suoi più strepitosi prodigi. Per tutta la notte il Signore Dio fece soffiare un vento gagliardo che sospinse le onde, e il mare si aprì, lasciando un passaggio dove il po­polo d'Israele poté camminare sicu­ro e a piedi asciutti fino a raggiun­gere la sponda opposta. I carri del Faraone si lanciarono all'inseguimento lungo lo stesso passaggio, ma mentre lo stavano percorrendo le acque tornarono al loro posto, travolgendo gli insegui­tori. Gli Ebrei erano salvi, e tutti in­sieme ringraziarono il Signore.









 
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I PRODIGI NEL DESERTO Esodo 15-17
Con mano potente il Signore aveva liberato il suo popolo dalla schiavitù dell'Egitto, facendogli attraversare il mare a piedi asciutti. Ma molti altri prodigi il Signore compì per il suo popolo, in cammi­no attraverso il deserto per giungere alla terra promessa. Quando, dopo tre giorni di cam­mino, giunsero alle acque di Mara, gli Ebrei sperarono di potersi disse­tare, ma scoprirono che quelle ac­que erano salate, come il mare: il Signore però, attraverso Mosè, le rese buone da bere. Più avanti temettero di morire di fame, e si lamentarono con Mosè. Ma ecco che il giorno dopo essi tro­varono intorno all'accampamento un grande stormo di quaglie, che poterono prendere con le mani, e sul terreno una sostanza granulosa, bianca e dolce, buona da mangiare e molto nutriente: era la manna, che accompagnò il cammino del popolo di Dio fino a quando esso giunse nella terra promessa. Un'altra volta il Signore dissetò il popolo facendo scaturire acqua dal­la roccia; e quando gli Amaleciti at­taccarono Israele, Dio gli diede la vittoria, per amore di Mosè che aveva pregato per questo.




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I DIECI COMANDAMENTI Esodo 19-20
Il popolo d'Israele era da tempo in cammino nel deserto verso la terra promessa, quando piantò le tende ai piedi di un'alta montagna, il Monte Sinai. Là, Dio chiamò Mosè sul monte per quaranta giorni, poi gli diede due tavole di pietra su cui erano scritte dieci leggi, i dieci co­mandamenti. Disse il Signore a Mosè: «Io faccio un'alleanza con il mio popolo. Se esso osserverà que­ste dieci leggi, io sarò il suo Dio, lo guiderò e lo proteggerò». 
Questi sono i comandamenti:
«Io sono il Signore Dio tuo!
1. Non  avrai altro Dio all'infuori di me.
2. Non pronuncerai invano il nome del Signore tuo Dio.
3. Ricordati di santificare la festa;
                   sei giorni lavorerai, il settimo è sacro al Signore.
4. Onora tuo padre e tua madre, e avrai lunga vita.
5. Non uccidere.
6. Non portare via a nessuno la moglie o il marito.
7. Non rubare.
8. Non dire il falso a danno del tuo prossimo.
9. Non desiderare le cose del tuo prossimo.
10. Non desiderare la moglie o il marito del tuo prossimo».