00 15/08/2016 23:00

D: Parliamo delle unità. Avete deciso di iniziare con una “lezione” per l’educatore.


Mons. Vazquez: «L’educatore è fondamentale. Deve essere il punto di riferimento credibile per i ragazzi. Deve altresì avere i strumenti, attrezzature, “tools” per poter prima apprendere e poi presentare le diverse unità con un linguaggio tale da farle comprendere ai giovani. È vero che il progetto presta particolare riguardo al docente, alla sua preparazione, perché non deve solamente trasmettere contenuti, ma deve avere sopratutto l’arte della pazienza e del coraggio di accompagnare a trecentosessanta gradi i singoli giovani che formano il gruppo, la classe. Il Papa ci invita con molta frequenza ad avere questo atteggiamento educativo che fa giustizia alla dignità di ogni singolo ragazzo/ragazza, per fare in modo che tutti possano conoscere e vivere questa dimensione fondamentale della vita».


D: Un progetto articolato, dunque, che ha necessitato di una grande mole di lavoro.


Mons. Vazquez: «E’ stato un lavoro davvero intenso e vorrei qui ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno contribuito a fare di questo progetto un cammino di servizio a tanti giovani nella sua ipotetica vocazione matrimoniale come alla verginità consacrata.


Come dicevamo a Cracovia, il progetto è in costruzione, è in cammino, non è perfetto, è semplicemente quello che finora, vista l’esperienza dell’incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia, ci è sembrato giusto che emergesse in maniera più strutturata».


D: Secondo lei cosa va migliorato?


Mons. Vazquez: «Siamo consapevoli che il progetto bisogna comprenderlo nella sua interattività e sopratutto nella sua integrità. Ci possono essere tantissime cose da perfezionare come, ad esempio, la spiegazione più dettagliata del materiale cinematografico di ciascuna unità, così come alcuni elementi pittorici delle stesse. Anche questo materiale dovrebbe essere valutato nel contesto in cui l’abbiamo inserito. Non si può isolarlo, così come non si possono isolare come se fossero compartimenti stagni ciascuna delle sei unità. Un sforzo in questo senso va fatto, in primis, in noi per mostrare la sua ricchezza, tutt’altro che scontato, di questo corso di educazione affettiva sessuale on line».


D: Il messaggio che lei personalmente vuol trasmettere attraverso questo progetto?


Mons. Vazquez: «Mi piace dire che questo progetto “il luogo del incontro” è in cammino, perché chiama a tutti a servire la dimensione fondamentale dell’umanumAmoris Laetitia ci sprona a fare dell’educazione in genere, e sessuale in particolare, una emergenza per tutti, poiché tramite l’adeguato rapporto con i nostri affetti e con la nostra corporeità possiamo umanamente, attraverso la grazia del Signore, vivere in pienezza e santità la nostra vita quotidiana».