00 04/05/2016 17:05
Eccoci alle parole forse più estese, più solenni e almeno in qualche misura, più adatte a rappresentare una reale esperienza del mondo futuro che sperimenteranno i salvati:

Ap, 21, 1: Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più.

2 Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
3 Udii allora una voce potente che usciva dal trono: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro".
4 E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate».
5 E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci.
6 Ecco sono compiute! Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine. A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita. 
7 Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.

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Sono le parole ispirate che ci aiutano a capire per quanto possibile la realtà ineffabile che attende i redenti.

Vediamo qui di seguito qualche commento alle parole dell'Apostolo:


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Da un commento evangelico:

Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perchè il primo cielo e la prima terra, erano passati e il mare non era più.

Come il corpo contaminato dal peccato deve morire per risorgere quale organo della vita nuova superiore, così l'abitazione dell'umanità peccatrice ha da subire una trasformazione che la renda adatta ad esser la dimora di un'umanità rinnovata e santa. Si trova di già nell'Antico Testamento l'annunzio di nuovi cieli e nuova terra. «Ecco, è detto nel secondo Isaia, io creo dei nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima» Isaia 65:17; ma, dal contesto, risulta che si tratta di un innovamento parziale simile a quello del millennio, la cui prospettiva, nell'Antico Testamento, si confonde con quella dello stato definitivo. Il passare del mondo di prima non equivale al suo annientamento, e l'apparizione del nuovo non è necessariamente dovuta ad una creazione dal nulla; una radicale trasformazione, per opera del fuoco secondo 2Pietro 3:10-13, basta a render ragione delle espressioni qui usate. «E non saranno, d'altronde, i veri scienziati che negheranno la possibilità d'una simile rivoluzione, in un tempo in cui l'azione formidabile degli invisibili, degli infinitamente piccoli, degli ioni ed elettroni; nel momento in cui l'infinita ricchezza del serbatoio delle forze cosmiche è stata messa in evidenza, in cui il gran mistero delle cose, lungi dall'essere chiarito, è stato spinto indietro in illimitate profondità» (P. Vallotton). Il solo particolare che ci sia dato è alquanto misterioso. Il mare non era più; perchè? Perchè rappresenta dei pericoli, perchè simboleggia le agitazioni della vita presente, perchè separa e tien lontani i popoli gli uni dagli altri mentre la futura umanità formerà una sola famiglia, perchè non è luogo d'abitazione nè può dare dei frutti, perchè ricorda il caos ecc. Ci saranno elementi di verità in parecchie di queste risposte; ma è difficile dire quale sia da preferire.

21:2:
E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo d'appresso a Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.

Gerusalemme è presentata ad un tempo come l'abitazione dei santi e come la personificazione della chiesa glorificata. Perciò è la città santa ed è la sposa di Cristo. E frequente nell'Antico Testamento questo rappresentare una nazione o una città come una donna. Nell'Apocalisse la chiesa degenere è una meretrice ed è Babilonia. La Gerusalemme veduta da Giovanni è nuova rispetto all'antica calpestata dai pagani ed anche rispetto a quella del millennio che non è ancora santa se non in senso relativo. Questa scende dal cielo d'appresso a Dio (cfr. Galati 4:26; Ebrei 12:22) perchè è opera di Dio: lo è come dimora da lui preparata per gli eletti e lo è come società dei salvati, redenti da Cristo, santificati dallo Spirito, fatti degni della comunione perfetta col loro Dio. Infatti essa è pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Cfr. Apocalisse 19:7 e le note a quel passo. E giunto per lei il giorno delle nozze, immagine della sua perfetta ed eterna felicità. «L'immagine [della sposa] è quella che meglio raffigura la giovinezza perenne, e l'eterna maraviglia dell'amore che rende beata una vita d'amore, la quale, dopo migliaia di secoli, avrà la stessa freschezza che aveva al principio» (Allo).

21:3:
E udii una gran voce dal trono, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio cogli uomini: ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio.

La gran voce può esser d'un angelo o d'una delle creature viventi. Essa proclama che nello stato perfetto saranno adempiute le figure e le promesse antiche in cui l'ideale del popolo di Dio era fatto consistere nell'abitazione di Dio in mezzo ad esso. Cfr. Apocalisse 7:15. Nel tabernacolo mosaico Dio era presente soltanto simbolicamente; e il popolo non poteva avervi libero accesso perchè contaminato dal peccato; nella nuova Gerusalemme Dio abiterà col popolo suo reso perfetto. Essa risponderà al nome datole nella visione d'Ezechiele: 'L'Eterno è quivi' Ezechiele 48:35. Da notare la variante significativa alle promesse fatte ad Israele (Ezechiele 37:27; Geremia 31:33; Zaccaria 8:8 ecc.) d'essere il popolo di Dio. A significare che, insiem con Israele, godranno della presenza di Dio tutte le anime salvate di qualunque nazione, la voce dice: 'saranno suoi popoli.' Tale almeno è la lez. dei Codd. A e alef. Una parte dei critici sopprime le ultime parole di Apocalisse 21:1 'e sarà loro Dio' che mancano in varii manoscritti. «Così, nota il Bonnet, il cielo della Bibbia, l'essenza stessa della felicità eterna non sta affatto in quel che l'immaginazione o il sentimento hanno potuto sognare all'infuori di Dio; essa sta nella comunione reale, vivente con Dio, nel possesso e nel godimento di Dio stesso. Per degli esseri giunti alla perfezione, compenetrati dall'amor di Dio... non v'è nulla al disopra di questo, nulla che l'oltrepassi. Una tale sorte dell'anima creata ad immagine di Dio... è sola degna e dell'anima e di Dio. Il confronto tra questa realtà perfetta e i sogni assurdi od impuri coi quali l'umanità spesso si è fatto un cielo, basta da solo a provarci che qui abbiamo una rivelazione divina».

21:4:
e asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro

Cfr. Apocalisse 7:17; Isaia 25:8.

e la morte non sarà più

cfr. Apocalisse 20:14. Presso Dio fonte di vita, non c'è più posto per la morte salario del peccato, e ogni lagrima - ce ne sono di molte specie - è asciugata dalla sua bontà piena di tenerezza. Con la morte spariranno i dolori che la seguono e che la precedono: nè ci saran più cordoglio, nè grido, nè dolore, poichè le cose di prima sono passate.

Dei riscattati dell'Eterno, profetava Isaia: «Verranno a Sion con canti di gioia; un'allegrezza eterna coronerà il loro capo otterranno gioia e letizia, e il dolore e il gemito fuggiranno» Isaia 35:10.

21:5:
E Colui che siede sul trono disse: Ecco io fo ogni cosa nuova ed aggiunse (lett. e dice): Scrivi, perchè queste parole sono fedeli e veraci.

E, la prima volta nell'Apocalisse che Giovanni ode la parola diretta di Dio Padre che siede sul trono. Essa conferma la voce proceduta dal trono. Il rinnovamento della vita umana e dell'abitazione dei redenti, rispondente all'avvenuto rinnovamento dei cuori, di cui nella 2Corinzi 5:17, fa parte del piano eterno di Dio ed è conforme alla sua essenza, poich'Egli è santità e amore. Queste parole si riferisce a quelle pronunziate dalla voce, a quelle di Dio stesso relative al rinnovamento di tutte le cose ed anche alle promesse che seguono. Giovanni deve scriverle perchè la certezza assoluta della speranza cristiana darà coraggio ai credenti nella prova e sarà salutare ammonimento a chiunque le leggerà.
[Modificato da Credente 04/05/2016 17:28]