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La Croce a due braccia di Gesù. La testimonianza di uno di coloro che ha frequentato i primi discepoli della Chiesa primitiva: Giustino Martire

A riguardo di Giustino martire (nato nel 100 . d. C. e morto circa nel 165) la Torre di Guardia riconosce che:

"le sue opere sono preziose per il loro contenuto storico e per i molti riferimenti alle Scritture" e anche che "degni di speciale attenzione sono l’apprezzamento che Giustino aveva per la verità e l’intrepida testimonianza che diede nonostante la persecuzione, poiché sono caratteristiche che si riscontrano anche oggi nella vita dei veri seguaci di Gesù"(https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1992206).

Orbene, oltre ad altri Scrittori della prima Chiesa, Giustino ci dà una significativa testimonianza sulla FORMA della Croce. Nel commentare infatti l'episodio di Esodo 17,8-13, dove il testo biblico dice che Mosè "alzava" (in ebraico ירים, ἐπῆρεν nella versione greca Septuaginta) le mani, dice che Mosè "ALLARGAVA" le mani su entrambi i lati, e aggiunge che, quando Mosè abbandonava "questa figura che imitava la croce" (σταυρός), il popolo veniva battuto, mentre, quando Mosè la manteneva, il popolo prevaleva "a causa della croce" (σταυρός).

Attribuisce questo effetto non alla preghiera di Mosè, ma al fatto che, mentre al comando della battaglia c'era il nome di Gesù – in greco, Giosuè si chiama Ἰησοῦς, Gesù – Mosè "costituiva il segno della croce" (σταυρός)
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