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L’errore logico dietro questo tentativo di dimostrare la capacità di creare informazione è plateale: primo, e già questo sarebbe sufficiente a difendere l’Argument from information, parte già con un codice (in grado di essere copiato). Dimostrare come sia venuto un libro spiegando quel libro con un altro libro non è la mossa più intelligente.
Secondo egli utilizza un software che è programmato per raggiungere la frase di Shakespeare. Il suo intero programma si basa su questo: man mano seleziona i cambiamenti di lettere utili per la creazione della frase finale. La frase “Methinks it s like a weasel” sarà infatti sempre il risultato finale del processo, che seleziona e accumula in vista di questa frase. Chiaramente però il processo evoluzionistico non ha impostata una frase da raggiungere, e non ha nessun motivo per preservare tutti i tentativi prima del 164°. Per questo semplice motivo è evidente che nessuna informazione, anche a livello teorico e matematico, è stata creata con questo processo, ma bensì l’informazione esisteva già. Il risultato che Dawkins deve ottenere esisteva già grazie a un atto di intelligenza (necessaria per la creazione dell’informazione stessa), e poi non ha fatto altro che permettere che un programma scegliesse in modo progettato le lettere giuste per la frase.
Ad esempio. Come si vede nella tabella, la “N” evidenziata era già nel posto giusto per raggiungere la frase impostata come target, per questo è stata mantenuta sino ad arrivare alla frase finale. Detto questo diventa evidente come il target esistesse già e, con questo, tutti i cambiamenti erano mantenuti o scartati in vista di quel cambiamento. Spiegare quindi l’origine della frase “Methinks it s like a weasel” semplicemente nascondendola non è la soluzione.
Per un maggiore approfondimento sull’esperimento di Dawkins leggere “Dawkins’ weasel revisited” di Royal Truman.
b) Gli Algoritmi genetici: Allo stesso modo, gli algoritmi genetici,, che funzionano in modo lievemente diverso dall’esperimento di Dawkins, necessitano, per raggiungere un obbiettivo, che questo obbiettivo sia già stato inserito da un mittente intelligente.
LSI-4
L’Informazione Universale può essere prodotta solamente da un mittente intelligente
La domanda è cos’è un mittente intelligente? Esistono certi attributi richiesti per definire un mittente intelligente:
Definizione 1: Un mittente intelligente così come menzionato nel LSI-4 è: Cosciente, è dotato di un volontà propria, ha un potere creativo, pensa autonomamente, agisce con finalità.
AE 26: L’IU è un prodotto della volontà (intenzionalità)
LSI-4 è una legge molto generale da cui possono derivare diverse leggi specifiche. Nella prossima sezione presenteremo quattro formule più specifiche (da “LSI-4a” fino a “LSI-4d”).
LSI-4a
Qualsiasi codice è basato su un accordo reciproco tra i mittente e il ricevente
La caratteristica essenziale di un codice e di un simbolo (lettera) è che un tempo fu liberamente e intenzionalmente definito (costruito). Quindi la creazione di un qualsiasi codice richiede un mittente intelligente.
In questo modo, l’insieme di simboli creati all’interno del codice rappresenta tutti i simboli permessi (per definizione). Sono strutturati in modo che adempiano, al meglio possibile, il loro scopo progettato (es. uno scritto per i non-vedenti come il Braille deve essere sufficientemente riconoscibile al tatto; i simboli musicali devono essere in grado di descrivere la durata e il tono delle note; i simboli chimici devono essere in grado di designare tutti gli elementi). Nel caso del DNA il ricevente è l’intero sistema di traduzione e trascrizione che è in grado di “leggere” ciò che è scritto nel DNA.
Un segnale osservato può dare l’impressione di essere composto da simboli, ma se può essere mostrato che il segnale sia un proprietà fisica o chimica del sistema, allora l’attributo del fondamentale “accordo reciproco” è assente, e il segnale dunque non è un simbolo (data la nostra definizione).
LSI-4b
Non può crearsi nuova informazione senza un mittente intelligente.
Il processo di formazione di nuova informazione, diversamente da un’informazione semplicemente copiata o modificata casualmente (ad esempio nel caso della copiatura, un macchinario, che non è mai dotato di intelligenza, è in grado di copiare l’informazione; le mutazioni, anch’esse non intelligenti, sono un classico esempio di modificazione di informazione con effetti di distruzione e non costruzione di informazione), dipende sempre dall’intelligenza e dal libero arbitrio. Una sequenza di caratteri è selezionata da un insieme di simboli a disposizione liberamente e intenzionalmente definiti cosicché la risultante sequenza di caratteri rappresenti tutti i 5 livelli dell’informazione. Poiché questo non può essere ottenuto da processi casuali, deve esserci sempre un mittente intelligente. Un importante aspetto di questo è l’applicazione della volontà, cosicché possiamo anche dire che l’informazione non può essere creata senza volontà (libero arbitrio).
LSI-4c
Tutti i mittenti che creano IU (Informazione Universale) hanno una componente non materiale
Questa legge si può formulare grazie alle seguenti asserzioni empiriche
AE 27: Ogni pezzo di IU rappresenta uno sforzo intellettuale, che può essere tracciato sino ad arrivare ad un ideatore dotato di personalità che esercita volontà e intelligenza
AE 28: Nuova IU può solo originarsi da un processo di pensiero creativo
AE 29: IU si origina solo da una componente non materiale del mittente intelligente
LSI-4d
Tutta la catena di trasmissione di informazione può essere tracciata sino ad arrivare al mittente intelligente.
Questa legge possiamo formularla in vista delle asserzioni empiriche (AE) n° 9, 28 e 29
E’ utile fare una distinzione tra il mittente originale e quello intermedio. Intendiamo per mittente originale l’autore dell’informazione, che deve sempre essere un individuo dotato di intelligenza e volontà. Se, dopo il mittente originale, si susseguono una catena di macchinari (trasmettitori intermedi), l’ultimo macchinario potrebbe essere erroneamente considerato l’autore del messaggio. Il mittente originario è spesso non visibile (pensate ad esempio ad un autore deceduto di un libro). Il fatto che non sia visibile, non influenza l’inferenza (constatazione) che noi facciamo.
Alcune volte l’informazione ricevuta è stata potata tramite diversi intermediari, e anche in questo caso ci deve essere stato il mittente originario. Pensate ad esempio ad una radio: noi riceviamo informazione udibile dagli auto parlanti, ma questi non sono la causa e l’origine dell’informazione, nemmeno la torre di trasmissione, anche essa fa parte della catena di trasmissione. A monte di questa catena c’è sempre un mittente intelligente. Ci sono altri innumerevoli esempi come il sistema di pulizia della autovettura: qualcuno potrebbe pensare che il computer all’interno del macchinario sia l’autore del programma, ma chiaramente non è così, lo è un ingegnere Allo stesso modo la molecola del DNA: l’informazione genetica è inscritta in un substrato fatto di materia, ma questo substrato non è il mittente originario, ma bensì quello intermedio.
Il mittente intermedio può quindi essere sia una persona e sia un macchinario.
LSI-4e