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Natuzza Evolo (1924-2009)

Dall'età di 14 anni ebbe fuoriuscite di sangue che non le provocavano alcun dolore e senza che presentasse ferite o gonfiori. A 15, tornando a casa dopo aver ricevuto il sacramento della Cresima, una grande croce di sangue era apparsa sul retro della sua camicia, prima manifestazione emografica.

Don Stanzione ricorda che Natuzza “funzionava proprio come una sorta di macchina tipografica: si metteva il fazzoletto sul suo petto, avvolto, piegato o stropicciato; lo si levava, ed era come se una macchina vi avesse stampato le scritte e i disegni”. Natuzza era analfabeta e non era in grado di comprendere da sé il significato delle scritte, tanto che ne doveva chiedere agli altri l’interpretazione. Le scritte riproducevano passi della Bibbia, Vecchio e Nuovo Testamento, inni, motti religiosi, sentenze, versetti, preghiere lunghe e brevi anche in latino, in greco, in aramaico, in tutte le lingue moderne.

Riceveva apparizioni dei defunti, che conversavano con lei e le ribadivano l’esistenza del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno. Coloro che erano destinati al Purgatorio richiedevano sempre, tramite Natuzza, orazioni, elemosine, suffragi e soprattutto sante Messe affinché fossero loro abbreviate le pene.

Per lei, il Purgatorio non è un posto particolare, ma uno stato interiore dell’anima, che fa penitenza “negli stessi luoghi terreni dove ha vissuto ed ha peccato”, dunque anche nelle stesse case abitate durante la vita. Talvolta le anime fanno il loro Purgatorio anche dentro le chiese, quando è stata superata la fase di maggiore espiazione. Natuzza sottolinea spesso l’importanza delle preghiere e dei suffragi per le anime del Purgatorio e soprattutto la richiesta di celebrazioni di sante Messe, sottolineando così l’infinito valore del sangue di Cristo Redentore.

Natuzza, scrive don Stanzione, “invita ad avere un profondo senso del peccato. Una delle grandi disgrazie di oggi è appunto la perdita completa del senso del peccato. Le anime purganti sono in numero enorme. Ciò ci fa capire sia la misericordia di Dio, che salva quanto più è possibile, e sia i difetti e le carenze anche delle anime migliori”.