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GESÙ CRISTO È VERO DIO E VERO UOMO

I TDG, portano generalmente le seguenti ragioni per le quali Gesù Cristo non sarebbe Dio, ma soltanto una creatura di Dio.

Elenchiamo dunque tali presunte ragioni:

a) Paolo chiama Gesù col titolo di “Primogenito di tutte le creature” (Col 1,15). È pertanto evidente che Gesù Cristo non è Dio, poiché creato da Dio. Questo risulta chiaro dalle stesse parole dell'apostolo Paolo.

b) Se Gesù Cristo fosse Dio, allora conoscerebbe tutto e nulla gli sarebbe nascosto. Invece egli stesso, alla richiesta dei suoi discepoli: “Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo”, rispose: “Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Mt 24,3. 36). Se fosse uguale a YHWH, IL SIGNORE, allora conoscerebbe anch’egli il giorno e l’ora del Giudizio.

c) Gesù non è Dio, e infatti in un passo della Scrittura, dice: “Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me” (Gv 14,28).

d) Paolo ci fa sapere con molta chiarezza che Gesù Cristo non è Dio. Infatti, in un passo della Scrittura, dice: “…anch’egli, il figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa” (1 Cor 15,28). Se Gesù fosse uguale a Dio, allora l'apostolo non farebbe quell'affermazione.

e) Se Gesù è Dio, allora nessuno dovrebbe essergli superiore, eppure, l'apostolo Paolo, scrive: "Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti" (Eb 2,9). Paolo afferma chiaramente che Gesù Cristo è inferiore agli angeli, quindi come potrebbe essere Dio?

f) Nei Salmi, sta scritto: "Tu, il cui nome è YHWH, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra" (Sal 83,18). Quindi se soltanto il Padre è l'Altissimo, allora Gesù come può essere Dio?

g) Nella lettera a Timoteo abbiamo la prova più esplicita sul fatto che Gesù non è Dio ma era soltanto un uomo. Infatti, si legge: "Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1 Tm 3,5).

Rispondiamo:
a) Gesù Cristo è Dio, e questo l’afferma tutto il NT (Gv 1,1; 20,28; Rm 9,5; Col 2,9; Fil 2,5-7; Tt 2,13; Eb 1,6. 8; 2 Pt 1,1; 1 Gv 5,20). La Sacra Scrittura va letta per intero e non solo i versetti che ci interessano. Il Primogenito, era l’erede con più privilegi rispetto ai suoi fratelli, e quindi il termine veniva utilizzato pure per chi era “Capo di altre persone”, pur non essendo necessariamente il “primo-nato”. Cristo è il “Primogenito”, cioè il Capo di tutte le creature (Sal 89,27), poiché “in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: Troni, Dominazioni, Principati, Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,16). Perché “quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il Primogenito tra molti fratelli” (Rm 8,29). In tal contesto, quindi, Primogenito deve essere inteso nel senso di “Capo” di tutte le creature (Fil 2,9-11).
Gesù è anche il Primogenito della Chiesa, ovvero il Capo (Col 1,18). Cristo è il “Principio” della Creazione (Ap 3,14). Attenzione, non è il primo essere creato, ma Colui che “ha dato inizio alla Creazione”, essendo egli stesso “la causa della Creazione” (Eb 1,10; Ap 21,6). La parola greca “archê”, significa “principio, origine, causa, fonte”. Tutto fu creato dal Padre per mezzo del Figlio (Gv 1,3; Eb 1,2).
Come ho scritto sopra, la Sacra Scrittura va letta per intero e non soltanto i versetti che ci fanno comodo, altrimenti rischiamo di cadere nell’errore. A Colossi v’erano alcuni che davano troppa importanza agli angeli (Col 2,18), considerandoli “artefici del creato”. L'apostolo S. Paolo, invece, afferma che Cristo è il loro Creatore (1,17) e che è in lui che “abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità” (2,9). È inequivocabile l’affermazione sulla perfetta divinità di nostro Signore Gesù Cristo. È inequivocabile l’affermazione sulla sua opera creatrice, sulla sua onnipotenza e sulla sua universale sovranità. Egli è immagine del Dio invisibile, è detto appena prima dell’espressione “Primogenito di tutte le creature”. Cristo è immagine “sostanziale” e perfetta del Padre e col Padre ha in comune la stessa identica natura (Fil 2,6). Anche l’uomo è “a immagine di Dio” (Gn 1,27), e questo ci fa capire la differenza fra noi è Cristo rispetto al Padre. Infatti, mentre Cristo è immagine perfetta (consostanziale), noi invece siamo a immagine per analogia e partecipazione. In quanto “Logos”, Gesù non solo è anteriore a tutte le creature nell’esistenza, ma non è neppure una creatura, poiché non è stato creato, ma generato.

b) Le parole di Gesù nel Vangelo di S. Matteo (24,36) non devono essere intese letteralmente. Egli, con le parole “…e neppure il Figlio”, non intende - come affermava pure il Vescovo d'Ippona e Padre della Chiesa S. Agostino (354-430) - che ignora quel giorno e quell’ora, ma piuttosto che non lo farà sapere, cioè che non voleva indicarlo in quel momento ai suoi discepoli. Infatti, leggendo gli atti degli Apostoli, vediamo: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato in suo potere” (At 1,7). Con tali parole, Gesù dimostra di conoscere sia il giorno sia l’ora del Giudizio, ma tuttavia sa bene che non conveniva ai suoi discepoli saperlo, cosicché, sempre incerti sulla parusia, vivessero ogni giorno come se fosse quello in cui il Signore tornerà per Giudicare.
Cristo è il Verbo per il quale tutto fu fatto (Gv 1,3). Se dunque egli ha fatto tutti i tempi, come potrebbe mai essergli sconosciuto “il giorno del Giudizio”, che fa parte dei tempi? Egli lo conosce eccome, e infatti, continuando a leggere Matteo 24, vediamo: “E come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell’uomo” (v.37). Quindi è chiaro che Gesù non tacque per ignoranza riguardo al giorno del Giudizio, ma piuttosto perché non conveniva che i discepoli lo sapessero. Se il Figlio conosce il Padre (Gv 10,30), che è “BEN PIÙ GRANDE DEL GIORNO DEL GIUDIZIO”, come potrebbe non conoscere pure il giorno e l’ora del Giudizio?

c) Riguardo a Giovanni (14,28), Gesù fa quell’affermazione non in quanto Figlio di Dio, ma in quanto Figlio dell’uomo. Come il Figlio è venuto a noi con una natura umana (Gv 1,14), così va al Padre con la sua natura umana. Ma in quanto Dio IL FIGLIO È UGUALE AL PADRE (Fil 2,6-7), tant’è che in precedenza, afferma: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30). Ecco qual'è il significato di quella sua affermazione. Il Figlio è inferiore al Padre solo in quanto natura umana, anzi, sotto tale aspetto è inferiore anche agli angeli (Eb 2,9). Ma per quanto riguarda la natura divina, il Padre e il Figlio sono eguali.

d) Anche qui si deve usare lo stesso ragionamento: Gesù Cristo possiede due nature - come ho già scritto sopra -, quella umana e quella divina, e quindi è vero Dio e vero uomo (Gv 1,1-3. 14; 20,28; 1 Tm 3,16). In 1 Corinzi 15,28 si allude appunto alla natura umana di Gesù Cristo. Egli, nuovo Adamo e Capo della Chiesa (1 Cor 15,22. 45; Col 1,18), assoggetterà ogni cosa al Padre, perché il Padre sia il pieno compimento della gioia, della felicità di tutte le genti, in modo che alcun uomo abbia altro da desiderare. Il Figlio è sottomesso al Padre nella sua natura umana e soltanto in questa gli è inferiore.
D’altra parte, la sua natura divina - come vediamo in molti passi biblici - è UGUALE a quella del Padre, tant’è che la stessa Scrittura afferma: “…pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua UGUAGLIANZA con Dio, ma spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana…” (Fil 2,6-7). Cristo ha preso la natura umana per riparare alla disobbedienza di Adamo (Gn 3) ed è per questo che vien chiamato “il nuovo Adamo” (Rm 5).
Egli è venuto per salvare tutti gli uomini dal peccato, e la sua è una salvezza universale. Inoltre, non è affatto vero che restare sottoposto a qualcuno è = a essergli inferiore. Noi uomini, ad esempio, siamo di eguale natura, eppure c’è chi sta sottoposto ad altri. Un figlio può obbedire al volere di suo padre e stargli sottoposto, ma questo non significa che gli è inferiore per natura. Entrambi sono di eguale natura, ma il figlio per amore e rispetto verso il proprio genitore, gli rimane sottomesso, come pure fece Gesù dodicenne con sua madre Maria e Giuseppe (Lc 2,51). Quindi è errato affermare che il Figlio non è della stessa natura divina o sostanza del Padre.

e) Per quanto riguarda l'autore della lettera agli Ebrei, gli studiosi affermano che costui non fosse l'apostolo S. Paolo. Questo per una serie di diversità stilistiche e di vocabolario che non si ritrovano nelle lettere paoline. Certamente v'è l'innegabile conformità di pensiero e talvolta di espressione con le lettere di S. Paolo. Però l'autore di questa lettera cita metodicamente e con fedeltà la versione greca dei LXX (Settanta), mentre S. Paolo la cita in una forma molto vicina, e facendo sentire la sua conoscenza della Bibbia in lingua ebraica. Tuttavia l'apostolo S. Paolo rimane comunque un grande conoscitore della versione greca dei LXX, come dimostra nelle sue lettere. Alcuni studiosi ipotizzano che l'autore della lettera agli Ebrei fosse Sila, altri invece ipotizzano Barnaba. Altri nomi ipotizzati sono quelli di Luca (autore dell'omonimo Vangelo), di Apollo, di Clemente Romano.
Ma tornando alla domanda posta dal lettore: L'autore sacro scrive per quanto riguarda la natura umana di Cristo, e soltanto in questa egli è inferiore agli angeli. Si legge infatti, poco prima: "Che cos'è l'uomo perché ti ricordi di lui o il figlio dell'uomo perché tu te ne curi? Di poco l'hai fatto inferiore agli angeli" (vv. 6-7). È chiaro quindi che l'autore sacro sta parlando di Gesù come figlio dell'uomo. Ma se andiamo a guardare il capitolo precedente, si legge: "Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli pari ai venti, e i suoi ministri come fiamma di fuoco, del Figlio invece afferma: Il tuo trono, Dio, sta in eterno e: Scettro giusto è lo scettro del tuo regno, hai amato la giustizia e odiato l'iniquità, perciò ti unse Dio, il tuo Dio, con olio di esultanza più dei tuoi compagni. E ancora: Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani, invecchieranno tutti come un vestito. Come un mantello li avvolgerai, come un abito e saranno cambiati, ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine. A quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?" (Eb 1,5-13). Nel primo capitolo, l'autore sacro scrive esplicitamente che Gesù Cristo è il Figlio di Dio e Dio stesso, e naturalmente, superiore agli angeli. Quindi è chiaro che in Ebrei 2,9 si legge della natura umana di Cristo, e soltanto in questa egli è inferiore agli angeli. Ma per quanto riguarda la natura divina, il Figlio è superiore agli angeli ed è uguale al Padre.

f) Nel vecchio Testamento non esiste il concetto di Padre e Figlio e Spirito Santo. I Salmi fanno parte del vecchio Testamento, e non hanno rapporti diretti con i Vangeli. Tuttavia, alla luce del nuovo Testamento, si parla chiaramente di Padre e Figlio e Spirito Santo. La mente ottusa di alcuni lettori, deve bene intendere che la SS Trinità, ovvero il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, non sono tre dèi, ma un unico Dio che sussiste in tre Persone. Perciò, quando si dice qualcosa del Padre, lo si sta dicendo pure del Figlio e dello Spirito Santo, e viceversa.

g) Naturalmente, anche qui vale il solito ragionamento dei punti precedenti. L'apostolo S. Paolo sta parlando della natura umana di Gesù: "l'uomo Cristo Gesù" (1 Tm 2,5), e non della natura divina, per la quale il Figlio è uguale al Padre, come afferma la Sacra Scrittura: "pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua UGUAGLIANZA con Dio" (Fil 2,6). Quindi in questo passo biblico della prima lettera a Timoteo, Paolo tiene a precisare che è l'umanità di Gesù Cristo a riconciliare gli uomini con Dio-Padre. Il sangue di Cristo sparso sulla croce fa di lui il mediatore per eccellenza (cfr. Eb 8,6; 9,14-15; 12,24). L'apostolo S. Paolo, inoltre, precisa: "Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo" (Gal 1,1). E anche: "Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non è opera d'uomo, perché io stesso non l'ho ricevuto né l'ho imparato da un uomo, ma l'ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo" (Gal 1,11-12). È bugiardo Paolo? Si contraddice? No, affatto! È chiara invece la Sacra Scrittura nell'affermare di Gesù Cristo essere veramente Dio e veramente uomo.

IN SINTESI

a) Primogenito di tutte le creature va inteso - in tal contesto - come Capo di tutte le creature. Quindi l'apostolo S. Paolo non intende affatto riferire che Gesù Cristo sia una creatura, la prima creata. Infatti tutto il nuovo Testamento afferma chiaramente che Gesù Cristo è Dio (Gv 1,1; 20,28; Rm 9,5; Col 2,9; Fil 2,5-7; Tt 2,13; Eb 1,6. 8; 2 Pt 1,1; 1 Gv 5,20).

b) Cristo è il Verbo per cui furono fatti tutti i tempi. Trovandosi il Giudizio nei tempi, è assurdo affermare che Cristo non né conosca il giorno e l'ora. Egli non volle rivelarlo ai suoi discepoli perché non conveniva loro saperlo.

c) Cristo possiede due nature, quella divina e quella umana. Quando si dice che il Figlio è inferiore al Padre, si intende la natura umana. Per quanto riguarda invece la natura divina, il Figlio è uguale al Padre.

d) Anche qui vale lo stesso ragionamento del punto c, e inoltre anche tra gli uomini, pur essendo della stessa natura, c'è chi sta sottoposto ad altri, come ad esempio un figlio che sta sottoposto al proprio genitore.

e) L'autore sacro parla della natura umana di Cristo, per la quale egli è inferiore agli angeli. Ma nel capitolo precedente parla della sua natura divina, per la quale Cristo è superiore agli angeli e a qualsiasi altra creatura, poiché in quanto Dio, il Figlio è uguale al Padre.

f) C'è un solo e unico Dio, che sussiste in tre Persone ben distinte tra loro e della stessa natura o sostanza. Perciò, quando si dice qualcosa del Padre, lo si sta dicendo pure del Figlio e dello Spirito Santo, e viceversa.

g) Come nei punti precedenti a questo, S. Paolo parla della natura umana di Cristo (mettendo peraltro in risalto la sua perfetta mediazione tra Dio e gli uomini), per la quale, come ho già scritto sopra, egli è inferiore al Padre e agli angeli. Ma in quanto Dio, invece, il Figlio è uguale al Padre.

dal blog http://michelemaria.altervista.org/gesu-cristo-e-dio-ed-e-…/