00 21/03/2015 18:01
9. EUTANASIA

Gli interventi del Pontefice contro l’eutanasia sono davvero numerosi, come mostreremo qui sotto. Egli include i suoi interventi al tema della “cultura dello scarto” che, come ha spiegato più volte, è il grande peccato della modernità di mettere l’uomo non più al centro della società. In particolare Francesco ha chiarito che non c’è alcuna dignità nel suicidio e nello scartare anziani e disabili, criticando «il pensiero dominante» che «propone a volte una “falsa compassione”. Quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia […]. Tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta. Ma, anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio io, come io voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo».

Anche su questo tema, purtroppo, Francesco è stato strumentalizzato. Lo ha fatto il filosofo Umberto Galimberti usandolo per chiedere una legge sull’eutanasia.



Di seguito in ordine cronologico tutti gli interventi del Pontefice su questa tematica:

Il 20 settembre 2013 nel suo discorso alla Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici, Francesco ha affermato: «Una diffusa mentalità dell’utile, la “cultura dello scarto”, che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un “sì” deciso e senza tentennamenti alla vita […]. Non si possono scartare, come ci propone la “cultura dello scarto”! Non si possono scartare! Per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano, che è la vita più indifesa […]. Questa è sempre, in tutte le sue fasi e ad ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede – no, no – ma di ragione, per un discorso di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita sempre è sacra e inviolabile».

Il 18 novembre 2013 durante la meditazione mattutina nella cappella di Santa Marta, il Pontefice ha criticato «lo spirito della mondanità che anche oggi ci porta a questa voglia di essere progressisti, al pensiero unico» che, nel libro dei Maccabei oggetto del suo commento, ha portato alle «condanne a morte, ai sacrifici umani. Voi pensate che oggi non si fanno sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti. E ci sono delle leggi che li proteggono». Il Papa fa riferimento al romanzo “Il padrone del mondo” di Benson che si sofferma proprio su «quello spirito di mondanità che ci porta all’apostasia». Oggi, avverte il Papa, si pensa che «dobbiamo essere come tutti, dobbiamo essere più normali, come fanno tutti, con questo progressismo adolescente».

Il 5 marzo 2014 Papa Francesco ha concesso un’intervista al “Corriere della Sera” e, alla domanda sul testamento biologico e sul prolungamento artificiale della vita in stato vegetativo, il Papa ha risposto: «Io non sono uno specialista negli argomenti bioetici. E temo che ogni mia frase possa essere equivocata. La dottrina tradizionale della Chiesa dice che nessuno è obbligato a usare mezzi straordinari quando si sa che è in una fase terminale. Nella mia pastorale, in questi casi, ho sempre consigliato le cure palliative. In casi più specifici è bene ricorrere, se necessario, al consiglio degli specialisti».

Il 9 maggio 2014 nel discorso ai capi esecutivi delle agenzie Onu, Francesco ha ricordato che occorre «sfidare tutte le forme di ingiustizia, opponendosi alla “economia dell’esclusione”, alla “cultura dello scarto” e alla “cultura della morte”, che, purtroppo, potrebbero arrivare a diventare una mentalità accettata passivamente […]. Oggi, in particolare, la coscienza della dignità di ogni fratello, la cui vita è sacra e inviolabile dal suo concepimento alla fine naturale, deve portarci a condividere, con totale gratuità, i beni che la provvidenza ha posto nelle nostre mani, siano essi ricchezze materiali che opere di intelligenza e di spirito, e a restituire con generosità e abbondanza ciò che ingiustamente possiamo aver negato agli altri».

Nell’ottobre 2014 Francesco ha rilasciato un’intervista in occasione della stesura del libro “Papa Francesco. Questa economia uccide” (Piemme 2015), in essa ha affermato: «Quando al centro del sistema non c’è più l’uomo ma il denaro, quando il denaro diventa un idolo, gli uomini e le donne sono ridotti a semplici strumenti di un sistema sociale ed economico caratterizzato, anzi dominato da profondi squilibri. E così si “scarta” quello che non serve a questa logica […]. Mi colpiscono i tassi di natalità così bassi qui in Italia: così si perde il legame con il futuro. Come pure la cultura dello scarto porta all’eutanasia nascosta degli anziani, che vengono abbandonati. Invece di essere considerati come la nostra memoria, il legame con il nostro passato è una risorsa di saggezza per il presente».

Il 1 novembre 2014 durante la Messa al cimitero Verano, Francesco ha detto:
Il 15 novembre 2014 nel discorso all’Associazione Medici Cattolici, Francesco ha ricordato che «il pensiero dominante propone a volte una “falsa compassione”. Quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre […]. La fedeltà al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza […]. Lo stesso vale per l’eutanasia: tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta. Ma, anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio io, come io voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo».

Il 25 novembre 2014 nel discorso al Parlamento Europeo, Francesco ha ricordato che «l’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare, così che – lo notiamo purtroppo spesso – quando la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore, come nel caso dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere». Persiste così un «grande equivoco che avviene quando prevale l’assolutizzazione della tecnica, che finisce per realizzare una confusione fra fini e mezzi. Risultato inevitabile della “cultura dello scarto” e del “consumismo esasperato”. Al contrario, affermare la dignità della persona significa riconoscere la preziosità della vita umana, che ci è donata gratuitamente e non può perciò essere oggetto di scambio o di smercio».

Il 16 gennaio 2015 Francesco durante l’omelia nella Cattedrale di Manila, ha affermato: «Sappiamo quanto sia difficile oggi per le nostre democrazie preservare e difendere tali valori umani fondamentali, come il rispetto per l’inviolabile dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti di libertà di coscienza e di religione, il rispetto per l’inalienabile diritto alla vita, a partire da quella dei bimbi non ancora nati fino quella degli anziani e dei malati».

Il 1 febbraio 2015 durante l’Angelus Papa Francesco ha ricordato: «Oggi si celebra in Italia la Giornata per la Vita, che ha come tema “Solidali per la vita”. Rivolgo il mio apprezzamento alle associazioni, ai movimenti e a tutti coloro che difendono la vita umana. Mi unisco ai Vescovi italiani nel sollecitare «un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine» (Messaggio per la 37ª Giornata nazionale per la Vita). Quando ci si apre alla vita e si serve la vita, si sperimenta la forza rivoluzionaria dell’amore e della tenerezza (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 288), inaugurando un nuovo umanesimo: l’umanesimo della solidarietà, l’umanesimo della vita. Saluto il Cardinale Vicario, i docenti universitari di Roma e quanti sono impegnati a promuovere la cultura della vita».

Il 5 marzo 2015 incontrando la Pontificia Accademia per la Vita, ha affermato: «“Onorare” oggi potrebbe essere tradotto pure come il dovere di avere estremo rispetto e prendersi cura di chi, per la sua condizione fisica o sociale, potrebbe essere lasciato morire o “fatto morire”. Tutta la medicina ha un ruolo speciale all’interno della società come testimone dell’onore che si deve alla persona anziana e ad ogni essere umano».





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10. ABORTO

Anche sul tema dell’aborto, come per quello sull’eutanasia, Francesco è intervenuto in modo incessante. Lo scarto dei bambini prima della nascita è centrale nella sua volontà di riportare l’uomo al centro della società, spodestando il denaro e altri idoli.

In diversi suoi interventi ha anche spiegato che la difesa della vita si basa non su una posizione confessionale ma è materia di scienza e di ragione: «Quando tante volte nella mia vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si oppone all’aborto, per esempio? E’ un problema religioso?” – “No, no. Non è un problema religioso” – “E’ un problema filosofico?” – “No, non è un problema filosofico”. E’ un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma, senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”» (15/11/14). Così come ha esplicitamente invitato i medici a praticare l’obiezione di coscienza, spingendosi ben al di là dei suoi predecessori.



Di seguito in ordine cronologico tutti gli interventi del Pontefice su questa tematica:

Il 10 settembre 2012, quando era arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio fece diffondere il comunicato “Sobre la resolución para abortos no punibles en la ciudad de Buenos Aires” in seguito all’introduzione nel parlamento della città (forte di un pronunciamento della corte suprema nazionale) di una più ampia depenalizzazione dell’aborto (poi bloccata da un veto del sindaco). Nel comunicato scrisse: «Rispetto alla regolamentazione dei casi di aborto non punibili da parte delle autorità amministrative cittadine di Buenos Aires, prendiamo atto una volta di più della deliberata intenzione di perseverare sulla strada della limitazione ed eliminazione del valore supremo della vita, e della volontà di ignorare il diritto dei bimbi a nascere. Nei confronti di una donna in stato di gravidanza dobbiamo sempre parlare di due vite, le quali debbono entrambe essere preservate e rispettate, poiché la vita è un valore assoluto […]. La scienza biologica indica in modo evidente attraverso il DNA, la sequenza del genoma umano, che dal momento del concepimento esiste una nuova vita umana che deve essere tutelata giuridicamente. Il diritto alla vita è un diritto umano fondamentale […]. L’aborto non è mai una soluzione. Occorre ascolto, vicinanza e comprensione da parte nostra per salvare tutte e due le vite: rispettare l’essere umano più piccolo e indifeso, adottare ogni mezzo che possa preservare la sua vita, permettere la sua nascita ed essere, inoltre, creativi nell’individuare percorsi che rendano possibile il suo pieno sviluppo […]. Questa decisione amministrativa che amplia le ipotesi di depenalizzazione dell’aborto, cedendo alle indebite pressioni della corte suprema nazionale – la quale, peraltro, ha prevaricato le proprie competenze in palese violazione del principio di divisione dei poteri e delle prerogative federali – comporta conseguenze di natura giuridica, culturale ed etica, poiché le leggi improntano la cultura di un popolo, e una legislazione che non protegge la vita favorisce una cultura di morte […]. Di fronte a questa deprecabile decisione lanciamo un appello a tutte le parti coinvolte, ai fedeli e ai cittadini, affinché, in un clima di massimo rispetto, vengano adottati mezzi positivi di promozione e protezione della madre e del suo bambino in tutti i casi, a favore sempre del diritto alla vita umana».

Il 12 maggio 2013 durante il Regina Caeli in piazza San Pietro, Francesco ha “benedetto” i partecipanti alla “Marcia per la Vita”: «Saluto i partecipanti alla “Marcia per la vita” che ha avuto luogo questa mattina a Roma e invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento. A questo proposito, mi piace ricordare anche la raccolta di firme che oggi si tiene in molte parrocchie italiane, al fine di sostenere l’iniziativa europea “Uno di noi”, per garantire protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza». Alla fine della celebrazione e smessi i paramenti sacri, si è avvicinato ai promotori dell’iniziativa, salutandoli e scambiando qualche parola con loro.

L’11 agosto 2013 nel messaggio per la Settimana Nazionale della Famiglia in Brasile, Francesco ha ricordato che i genitori sono «i primi collaboratori di Dio nell’orientamento fondamentale dell’esistenza e nella garanzia di un buon futuro», e dunque, per contrastare una «cultura dello scarto, che relativizza il valore della vita umana. I genitori sono chiamati a trasmettere, con le parole e soprattutto con le loro opere, le verità fondamentali sulla vita e l’amore umano, che ricevono una nuova luce dalla Rivelazione di Dio». In particolare, essi «sono chiamati a trasmettere ai loro figli la consapevolezza che essa deve essere sempre difesa, sin dal grembo materno, riconoscendovi un dono di Dio e garanzia del futuro dell’umanità, ma anche nella cura degli anziani, specialmente dei nonni, che sono la memoria viva di un popolo e trasmettono la saggezza della vita».

Il 20 settembre 2013 nel suo discorso alla Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici, Francesco ha affermato: «Una diffusa mentalità dell’utile, la “cultura dello scarto”, che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un “sì” deciso e senza tentennamenti alla vita […]. Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo […]. Non si possono scartare, come ci propone la “cultura dello scarto”! Non si possono scartare!. Per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano, che è la vita più indifesa […]. Mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti diritti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell’agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita». Occorre dunque «l’impegno di coerenza con la vocazione cristiana verso la cultura contemporanea, per contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l’impronta dell’opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento. È questo un impegno di nuova evangelizzazione che richiede spesso di andare controcorrente, pagando di persona. Il Signore conta anche su di voi per diffondere il “vangelo della vita”». Occorre così difendere la vita «nella sua fase iniziale e ricordate a tutti, con i fatti e con le parole, che questa è sempre, in tutte le sue fasi e ad ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede – no, no – ma di ragione, per un discorso di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita sempre è sacra e inviolabile».

Il 18 novembre 2013 durante la meditazione mattutina nella cappella di Santa Marta, il Pontefice ha criticato «lo spirito della mondanità che anche oggi ci porta a questa voglia di essere progressisti, al pensiero unico» che nel libro dei Maccabei che stava commentando ha portato alle «condanne a morte, ai sacrifici umani. Voi pensate che oggi non si fanno sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti. E ci sono delle leggi che li proteggono».

Il 24 novembre 2013 viene pubblicata l’“Evangelii Gaudium” in cui si legge: «Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno. La sola ragione è sufficiente per riconoscere il valore inviolabile di ogni vita umana, ma se la guardiamo anche a partire dalla fede, “ogni violazione della dignità personale dell’essere umano grida vendetta al cospetto di Dio e si configura come offesa al Creatore dell’uomo”. […]. Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a “modernizzazioni”. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana».

Il 13 gennaio 2014 incontrando il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Francesco ha detto: «Non possono lasciarci indifferenti i volti di quanti soffrono la fame, soprattutto dei bambini, se pensiamo a quanto cibo viene sprecato ogni giorno in molte parti del mondo, immerse in quella che ho più volte definito la “cultura dello scarto”. Purtroppo, oggetto di scarto non sono solo il cibo o i beni superflui, ma spesso gli stessi esseri umani, che vengono “scartati” come fossero “cose non necessarie”. Ad esempio, desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell’aborto, o quelli che vengono utilizzati come soldati, violentati o uccisi nei conflitti armati, o fatti oggetti di mercato in quella tremenda forma di schiavitù moderna che è la tratta degli esseri umani, la quale è un delitto contro l’umanità».

Il 18 gennaio 2014, in occasione della nona edizione della Marcia per la vita (“En marche pour la vie”) in Francia, il nunzio apostolico francese, arcivescovo Luigi Ventura, ha scritto alla organizzatrice dell’evento, Virginie Raoult-Mercier, dicendole che Papa Francesco è informato dell’iniziativa, saluta i partecipanti invitandoli a mantenere viva l’attenzione su un tema così importante, ricordando l’esortazione da lui rivolta il 16 giugno 2013 nell’omelia pronunciata in piazza San Pietro per la Giornata Evangelium Vitae: «Cari fratelli e sorelle, guardiamo a Dio come al Dio della vita, guardiamo alla sua legge, al messaggio del Vangelo come a una via di libertà e di vita. Il Dio Vivente ci fa liberi! Diciamo sì all’amore e no all’egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte; (…) in una parola diciamo sì a Dio, che è amore, vita e libertà».

Il 22 gennaio 2014, in occasione della 41.ma Marcia per la Vita a Washington, che ricorda la sentenza con cui la Corte Suprema legalizzò l’aborto negli Stati Uniti nel 1973, Papa Francesco ha lanciato un tweet: «Mi unisco alla Marcia per la Vita a Washington con le mie preghiere. Possa Dio aiutarci a rispettare ogni forma di vita, in particolare i più vulnerabili».

Il 24 marzo 2014, nel discorso ai partecipanti all’Assemblea plenaria del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, Francesco ha invitato «nella custodia e nella promozione della vita, in qualunque stadio e condizione si trovi, possiamo riconoscere la dignità e il valore di ogni singolo essere umano, dal concepimento fino alla morte».

L’11 aprile 2014 Francesco ha incontrato il Movimento per la Vita italiano ringraziando il presidente Carlo Casini, «ma soprattutto gli esprimo riconoscenza per tutto il lavoro che ha fatto in tanti anni nel Movimento per la Vita. Gli auguro che quando il Signore lo chiamerà siano i bambini ad aprigli la porta lassù». Ha quindi proseguito: «Noi lo sappiamo, la vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita, che non è subordinato ad alcuna condizione, né qualitativa né economica né tantomeno ideologica», citando le parole della Evangelii gaudium sulla “cultura dello scarto”. «Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia […]. Io ricordo una volta, tanto tempo fa, che avevo una conferenza con i medici. Dopo la conferenza ho salutato i medici – questo è accaduto tanto tempo fa. Salutavo i medici, parlavo con loro, e uno mi ha chiamato in disparte. Aveva un pacchetto e mi ha detto: “Padre, io voglio lasciare questo a lei. Questi sono gli strumenti che io ho usato per fare abortire. Ho incontrato il Signore, mi sono pentito, e adesso lotto per la vita”. Mi ha consegnato tutti questi strumenti. Pregate per quest’uomo bravo! A chi è cristiano compete sempre questa testimonianza evangelica: proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Vi incoraggio a farlo sempre con lo stile della vicinanza, della prossimità: che ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata. Il Signore sostenga l’azione che svolgete come Centri di Aiuto alla Vita e come Movimento per la Vita, in particolare il progetto “Uno di noi”».

Il 9 maggio 2014 nel discorso ai capi esecutivi delle agenzie Onu, Francesco ha ricordato che occorre «sfidare tutte le forme di ingiustizia, opponendosi alla “economia dell’esclusione”, alla “cultura dello scarto” e alla “cultura della morte”, che, purtroppo, potrebbero arrivare a diventare una mentalità accettata passivamente […]. Oggi, in particolare, la coscienza della dignità di ogni fratello, la cui vita è sacra e inviolabile dal suo concepimento alla fine naturale, deve portarci a condividere, con totale gratuità, i beni che la provvidenza ha posto nelle nostre mani, siano essi ricchezze materiali che opere di intelligenza e di spirito, e a restituire con generosità e abbondanza ciò che ingiustamente possiamo aver negato agli altri».

Il 12 maggio 2014 mons. Nunzio Galantino, nominato segretario generale della Conferenza episcopale italiana da Francesco, si è espresso in questo modo sui temi eticamente sensibili: «Pensiamo alla sacralità della vita. In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa. Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche, che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro». Innumerevoli sono state le accuse ricevute, in realtà mons. Galantino stava semplicemente invitando a cambiare la modalità di difendere la vita, attraverso iniziative più efficaci. Galantino ha anche voluto chiarire il suo intervento in un’altra intervista, parlando di don Oreste Benzi, che delle recite del Rosario davanti alle cliniche abortistiche è stato pioniere: «È stato nella mia parrocchia per tenere alcuni incontri organizzati per la festa di San Luigi», ricorda. Definisce quei momenti «un dono per la nostra parrocchia». Alcuni hanno accusato Galantino di piegarsi al pensiero dominante, ma mons. Galantino è lo stesso che nel novembre 2014 ha criticato i sindaci che trascrivono le nozze gay contratte all’estero, aggiungendo: «L’Italia è fortemente segnata dall’azione lobbistica di minoranze aggressive, in grado di imporre un pensiero unico. Spesso a dettare l’agenda sono loro, non la maggioranza».

Il 17 agosto 2014 durante il viaggio apostolico in Corea del Sud, Papa Francesco ha voluto fermarsi in preghiera presso un cimitero di feti abortiti. Dopo essersi congedato dai disabili e dai loro assistenti incontrati nella vicina “House oh Hope” a Kkottongnae, ha visitato questo campo di croci bianche, salutando una rappresentanza degli attivisti “Pro-life” coreani.

Nell’ottobre 2014 Francesco ha rilasciato un’intervista in occasione della stesura del libro “Papa Francesco. Questa economia uccide” (Piemme 2015)), in essa ha affermato: «Quando al centro del sistema non c’è più l’uomo ma il denaro, quando il denaro diventa un idolo, gli uomini e le donne sono ridotti a semplici strumenti di un sistema sociale ed economico caratterizzato, anzi dominato da profondi squilibri. E così si “scarta” quello che non serve a questa logica […]. Vorrei anche ricordare quella cultura dello scarto che porta a rifiutare i bambini anche con l’aborto. Mi colpiscono i tassi di natalità così bassi qui in Italia: così si perde il legame con il futuro».

Il 28 ottobre 2014 Papa Francesco ha incontrato i movimenti popolari e ha detto: «Oggi si scartano i bambini perché il tasso di natalità in molti paesi della terra è diminuito o si scartano i bambini per mancanza di cibo o perché vengono uccisi prima di nascere; scarto di bambini. Si scartano gli anziani perché non servono, non producono; né bambini né anziani producono, allora con sistemi più o meno sofisticati li si abbandona lentamente».

Il 1 novembre 2014 durante la Messa al cimitero Verano, Francesco ha detto: «È l’industria della distruzione. È un sistema, anche di vita, che quando le cose non si possono sistemare, si scartano: si scartano i bambini, si scartano gli anziani, si scartano i giovani senza lavoro. Questa devastazione ha fatto questa cultura dello scarto».

Il 15 novembre 2014 nel discorso all’Associazione Medici Cattolici, Francesco ha ricordato che «il pensiero dominante propone a volte una “falsa compassione”», ha affermato il Pontefice. «Quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre […]. La fedeltà al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza […]. Noi stiamo vivendo un tempo di sperimentazioni con la vita. Ma uno sperimentare male. Fare figli invece di accoglierli come dono, come ho detto. Giocare con la vita. Siate attenti, perché questo è un peccato contro il Creatore: contro Dio Creatore, che ha creato le cose così. Quando tante volte nella mia vita di sacerdote ho sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si oppone all’aborto, per esempio? E’ un problema religioso?” – “No, no. Non è un problema religioso” – “E’ un problema filosofico?” – “No, non è un problema filosofico”. E’ un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma, senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”».

Il 25 novembre 2014 nel discorso al Parlamento Europeo, Francesco ha ricordato che «l’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare, così che – lo notiamo purtroppo spesso – quando la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore, come nel caso dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere». Persiste così un «grande equivoco che avviene quando prevale l’assolutizzazione della tecnica, che finisce per realizzare una confusione fra fini e mezzi. Risultato inevitabile della “cultura dello scarto” e del “consumismo esasperato”. Al contrario, affermare la dignità della persona significa riconoscere la preziosità della vita umana, che ci è donata gratuitamente e non può perciò essere oggetto di scambio o di smercio».

Il 25 dicembre 2014, in occasione del messaggio Urbi et Orbi, Francesco ha detto: «il mio pensiero va a tutti i bambini oggi uccisi e maltrattati, sia a quelli che lo sono prima di vedere la luce, privati dell’amore generoso dei loro genitori e seppelliti nell’egoismo di una cultura che non ama la vita […]. Ancora oggi il loro silenzio impotente grida sotto la spada di tanti Erode. Sopra il loro sangue campeggia oggi l’ombra degli attuali Erode. Davvero tante lacrime ci sono in questo Natale insieme alle lacrime di Gesù Bambino!».

Il 16 gennaio 2015 Francesco durante l’omelia nella Cattedrale di Manila, ha affermato: «Sappiamo quanto sia difficile oggi per le nostre democrazie preservare e difendere tali valori umani fondamentali, come il rispetto per l’inviolabile dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti di libertà di coscienza e di religione, il rispetto per l’inalienabile diritto alla vita, a partire da quella dei bimbi non ancora nati fino quella degli anziani e dei malati».

Il 21 gennaio 2015 Papa Francesco ha appoggiato la Marcia per la vita di Parigi tramite un messaggio affidato al nunzio apostolico nel Paese, mons. Luigi Ventura: «il Pontefice ricorda che “la vita umana è sempre sacra, valida ed inviolabile, e come tale va amata, difesa e curata”». Quindi, prosegue mons. Ventura, «al di là di una legittima manifestazione in favore della vita umana, il Santo Padre incoraggia i partecipanti alla Marcia per la vita a operare senza sosta per l’edificazione di una civiltà dell’amore e di una cultura della vita».

Il 22 gennaio 2015 attraverso Twitter Papa Francesco ha sostenuto la Marcia per la Vita di Washington: «Mi unisco alla Marcia per la Vita a Washington con le mie preghiere. Possa Dio aiutarci a rispettare ogni forma di vita, in particolare i più vulnerabili».

Il 31 gennaio 2015 Elizabeth Bunster, direttore del Proyecto Esperanza in Cile dopo una breve chiacchierata con Papa Francesco durante l’udienza generale, ha riferito che il Santo Padre è preoccupato per il progetto di ridefinizione dell’aborto in Cile: «E’ molto grave, sono preoccupato. Continuatà così, continuate a lavorare», ha detto.

Il 1 febbraio 2015 durante l’Angelus Papa Francesco ha ricordato: «Oggi si celebra in Italia la Giornata per la Vita, che ha come tema “Solidali per la vita”. Rivolgo il mio apprezzamento alle associazioni, ai movimenti e a tutti coloro che difendono la vita umana. Mi unisco ai Vescovi italiani nel sollecitare “un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine” (Messaggio per la 37ª Giornata nazionale per la Vita). Quando ci si apre alla vita e si serve la vita, si sperimenta la forza rivoluzionaria dell’amore e della tenerezza (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 288), inaugurando un nuovo umanesimo: l’umanesimo della solidarietà, l’umanesimo della vita. Saluto il Cardinale Vicario, i docenti universitari di Roma e quanti sono impegnati a promuovere la cultura della vita».

Il 18 marzo 2015 durante l’Udienza generale dedicata ai bambini ha affermato: «oggi mi soffermerò sul grande dono che sono i bambini per l’umanità – è vero sono un grande dono per l’umanità, ma sono anche i grandi esclusi perché neppure li lasciano nascere».

Il 20 marzo 2015 nella lettera alla Commissione internazionale contro la pena di morte, Francesco ha scritto: «Il Magistero della Chiesa, a partire dalla Sacra Scrittura e dall’esperienza millenaria del Popolo di Dio, difende la vita dal concepimento alla morte naturale, e sostiene la piena dignità umana in quanto immagine di Dio (cfr. Gn 1, 26). La vita umana è sacra perché fin dal suo inizio, dal primo istante del concepimento, è frutto dell’azione creatrice di Dio (cfr.Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2258), e da quel momento, l’uomo, la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, è oggetto di un amore personale da parte di Dio (cfr. Gaudium et spes, n. 24)».